RUPE, PENNABILLI, 14.07.1944

(Rimini - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Rupe, Pennabilli, Rimini, Emilia-Romagna

Data 14 luglio 1944

Matrice strage Fascista

Numero vittime 1

Numero vittime uomini 1

Numero vittime uomini adulti 1

Descrizione: La condanna fu eseguita alle ore 8:00 del 14 luglio, il plotone d’esecuzione composta da 6 persone e comandato dal sottotenente Pietro Prezioso. L’esecuzione, vista e testimoniata Don Luigi Giardi che si era molto impegnato per la sua liberazione, fu particolarmente efferata, il prelato ha testimoniato sia l’atteggiamento fermo e determinato del Balducci, sia il fatto che per assassinarlo ci siano volute altre due scariche di mitra oltre la prima ricevuta dal plotone d’esecuzione.
L’accanimento e la perversione operata dai soldati della” Camiluccia” continuo non solo nell’offesa del corpo del caduto, ma uno dei soldati tale Oscar Clavario dopo la fucilazione andò a casa dei genitori del Balducci, già consapevoli della morte del figlio, e li obbligo a preparargli da mangiare.
Il battaglione Camilluccia insieme al battaglione Tagliamento formavano la Legione Tagliamento, comandate rispettivamente dal Maggiore Giuseppe Ragonese e dal Maggiore Oreste Mengozzo alle dirette dipendenze del OberfuehrerHildebrandt, comandante SS del settore adriatico. Questa legione rimase in quelle zone da giugno ad agosto e nei tre mesi mise in atto una politica del terrore feroce e spietata, in più di un episodio furono loro a richiedere e ottenere pene di morte ai partigiani o presunti tali. Durante la sua permanenza causa circa una 50ina di morti, tra civili e partigiani.
(Daniele Susini)

Renitente alla leva, Antonio Balducci era andato a lavorare alla Todt per poi andarsene e tornare a occuparsi del podere che la famiglia conduceva a mezzadria. Il 12 luglio fu arrestato nella frazione di Scavolino dai militi della Camilluccia, aiutati dal fascista del luogo Paolo Mainardi. Interrogato dal comandante Alberto Martinola, fu condannato a morte per renitenza alla leva, per aver abbandonato il lavoro alla Todt e perché “teneva in tasca poesie rustiche in cui si motteggiava i militi della Camilluccia”. Di fronte all’alternativa di arruolarsi nella Rsi, scelse di rimanere coerente con se stesso. La mattina del 14 luglio 1944 fu fucilato presso la località Rupe, un massiccio roccioso dominante la piazza del paese di Pennabilli, da un plotone di esecuzione della 6° Compagnia del Btg. Camilluccia, comandato dal sottotenente Pietro Prezioso. Prima di morire chiese e ottenne di scrivere un ultimo biglietto alla sua famiglia, che dice: “Cari genitori ora giunto all’ultimo momento e trovandomi innanzi al mio supplizio vi chiedo perdono della disobbedienza che ho avuto verso di voi e una volta ancora vi chiedo perdono e credo che mi perdonerete addio addio per sempre vostro figlio addio Antonio”.
(Chiara Donati)

Modalità di uccisione: fucilazione

Tipo di massacro: punitivo
--> Per saperne di più sulle tipologie

Estremi e note penali: Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio.
I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto.
Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia.
Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia.
Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Sulla figura di Antonio Balducci pur essendoci una discreta bibliografica, corredata da studi e testimonianze, non vi è un ricordo particolarmente forte sul territorio.

Scheda compilata da Daniele Susini e Chiara Donati
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-06-24 08:23:21

Vittime

Elenco vittime

Balducci Antonio, n. a Pennabilli il 17/06/1923, figlio di Marsilio e di Magnani Marianna, residente a Scavolino di Pennabilli, qualifica Caduto per rappresaglia, riconosciutagli il 15/06/1947 a Macerata.
Giovane pastore residente a Scavolino frazione del comune di Pennabilli, dalle testimonianze non risulta né partigiano né antifascista, fu renitente alla leva e scappo dai lavori coatti per la Todt.

Elenco vittime renitenti 1

Balducci Antonio

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Angelo De Santis

    Nome Angelo

    Cognome De Santis

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.

    Tipo di reparto fascista Reparto speciale

    Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”

  • Cecilia Guglielmo

    Nome Cecilia

    Cognome Guglielmo

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.

    Tipo di reparto fascista Reparto speciale

    Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”

  • Dante Agostini

    Nome Dante

    Cognome Agostini

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.

    Tipo di reparto fascista Reparto speciale

    Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”

  • Filippo Volpi

    Nome Filippo

    Cognome Volpi

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.

    Tipo di reparto fascista Reparto speciale

    Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”

  • Gino Sereni

    Nome Gino

    Cognome Sereni

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.

    Tipo di reparto fascista Reparto speciale

    Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”

  • Luigi Ciotti

    Nome Luigi

    Cognome Ciotti

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.

    Tipo di reparto fascista Reparto speciale

    Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”

  • Merico Zuccari

    Nome Merico

    Cognome Zuccari

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.

    Tipo di reparto fascista Reparto speciale

    Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”

  • Oscar Clavario

    Nome Oscar

    Cognome Clavario

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.

    Tipo di reparto fascista Reparto speciale

    Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”

  • Pietro Preziosi

    Nome Pietro

    Cognome Preziosi

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.

    Tipo di reparto fascista Reparto speciale

    Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”

  • Raimondo Eliseo

    Nome Raimondo

    Cognome Eliseo

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Il 4 settembre 1947 il Tribunale militare territoriale di Bologna, per le fucilazioni di Antonio Balducci e Virginia Longhi, rinviò a giudizio Zuccari Merico, Cecilia Guglielmo, Prezioso Pietro Carlo Francesco, Agostini Dante, Clavario Oscar, De Santis Angelo, Eliseo Raimondo, Sereni Gino, Volpi Filippo e Ciotti Luigi, dichiarando invece estinto il reato nei confronti di Alberto Martinola, deceduto nell’aprile 1945 sul Mortirolo. Il 30 ottobre 1947, in seguito a un complesso dibattimento, condannò tutti gli imputati, tranne Ciotti che fu assolto per insufficienza di prove, per collaborazionismo e concorso in duplice omicidio. I condannati presentarono ricorso davanti al Tribunale supremo militare di Roma che accolse l’istanza e il 18 maggio 1948 ordinò che il processo fosse fatto ex-novo davanti al Tribunale militare di Firenze, annullando invece senza rinvio la sentenza per Prezioso che nel frattempo era deceduto. Il Tribunale territoriale di Firenze l’11 gennaio 1950 assolse per insufficienza di prove dall’imputazione di duplice omicidio l’ex console Zuccari e, sempre per lo stesso reato, dichiarò non punibili gli altri imputati in quanto avrebbero agito in “stato di necessità”. Inoltre stabilì di non dover procedere in ordine al reato di collaborazionismo, perché reato estinto per amnistia. Tra i fascicoli del cosiddetto “armadio della vergogna” ne è riemerso uno riguardante proprio Antonio Balducci e Virginia Longhi, che vedeva imputati il capitano Martinola e il tenente Prezioso per il reato di violenza con omicidio contro privati. Il 14 gennaio 1960 il Procuratore generale militare, Enrico Santacroce, ordinò la “provvisoria” archiviazione degli atti con una motivazione che si ripete praticamente uguale in tutti i fascicoli ritrovati: “poiché, nonostante il luogo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione dei loro autori e per l’accertamento della responsabilità”. Il fascicolo, rinvenuto presso la Procura militare di Roma nel 1994, fu trasmesso alla Procura militare di La Spezia. Il procedimento penale contro ignoti militi fascisti per il reato di violenza con omicidio ai danni di Balducci Antonio e Virginia Longhi è stato definitivamente archiviato nel 1996 per mancata identificazione degli autori.

    Tipo di reparto fascista Reparto speciale

    Nome del reparto 6. Compagnia/Battaglione M “La Camilluccia”/1. Legione d’Assalto M “Tagliamento”

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • luogo della memoria a Pennabili

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Ubicazione: Pennabili

    Descrizione: Ad Antonio Balducci è stata intitolata una via di Pennabilli.

  • cippo a Pennabili, cimitero

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: Pennabili, cimitero

    Descrizione: Al cimitero è stata posta una lapide in ricordo della vittima, la cui epigrafe dice: “Antonio Balducci / n. 17.6.1923 – m. 14/07/1944/ fucilato dai nazifascisti / vittima di una assurda faida / in nome di niente / può chiamarsi soltanto / assassinio”.

Bibliografia


Silvia Bartolini, Silvia Terenzi, L’efferatezza della Legione “Tagliamento” a Pennabilli: le fucilazioni di Antonio Balducci e di Virginia Longhi, in Ivan Tognarini (a cura di), L'Appennino del '44: eccidi e protagonisti sulla Linea Gotica, Le balze, Montepulciano 2005, pp. 79-110.
Silvia Cuppini, Giacomo De Marzi, Paola Desideri, La memoria storica tra parola e immagine. I monumenti celebrativi nella provincia di Pesaro e Urbino dal Risorgimento alla liberazione, catalogo a cura di Marcello Tenti, QuattroVenti, Urbino 1995.
Paride Dobloni, Con gli occhi smarriti... 8 giugno 1944, storie di deportazione civile dell'Alta Valmarecchia, Comunità montana Alta Valmarecchia, Novafeltria 2007.
Mimmo Franzinelli (a cura di), Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza (1943-1945), Mondadori, Milano 2005.
Raffaella Franzoni (a cura di), Il 63° battaglione “M” nelle Marche e in Lombardia, in «L’impegno», 2007, n. 2, pp. 33-59.
Ruggero Giacomini, Ribelli e partigiani. La Resistenza nelle Marche 1943-1944, Affinità elettive, Ancona 2008.
Ruggero Giacomini, La legione “Tagliamento” nelle Marche, in «L’impegno», 2008, n. 2, pp. 23-33.
Marco Renzi, La strage di Fragheto (7 aprile 1944), ed. Studi montefeltrani, San Leo, 2007
Marco Renzi, Tavolicci 22 luglio 1944, ed. Il ponte vecchio, Cesena, 2008.
Sandro Severi, Il Montefeltro tra guerra e liberazione 1940-1945, Società di Studi Storici per il Montefeltro, San Leo 1997.
Michele Simoni, Non voglio uccidere: la Resistenza nel Montefeltro, ANPI Macerata, Macerata 1981.
Ivan Tognarini (a cura di), L'appennino del '44. Eccidi e protagonisti sulla linea gotica, Ed. Le balze, Montepulciano, 2005.

Sitografia


www.storiamarche900.it/main?p=storia_territorio_pennabilli

Fonti archivistiche

Fonti

Archivio Centrale dello Stato, Fondo Ricompart - Ufficio per il servizio riconoscimento qualifiche e per le ricompense ai partigiani, Marche, schedario e pratica n. 6568.
Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, CAT P/2, Carteggi, f. 15.
Procura Militare Territoriale La Spezia, CPI, f. 16/197, 16/157.
Tribunale militare di Milano, sentenza n. 212 del 28 agosto 1952.
Tribunale militare territoriale di Firenze, sentenza (n. 1 della rubrica sentenze) del 11 gennaio 1950.
Tribunale militare territoriale di Bologna, sentenza n. 895 bis del 30 ottobre 1947.