Strada Casale, Brisighella, 05.08.1944

(Ravenna - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Strada Casale, Brisighella, Ravenna, Emilia-Romagna

Data 5 agosto 1944

Matrice strage Nazifascista

Numero vittime 5

Numero vittime uomini 5

Numero vittime uomini senza informazioni 5

Descrizione: Nel mese di luglio, nella provincia di Ravenna, si assiste a un crescendo della violenza nazifascista coincidente sia con la costituzione delle Brigate Nere, sia con la pubblicazione di una serie di disposizioni tedesche che chiariscono definitivamente i rapporti con la popolazione. L’appello di Kesselring attribuisce definitivamente la responsabilità della durezza delle misure antiguerriglia tedesche alla popolazione, mentre gli ordini del generale Lemelsen, al comando della 14ª armata, stabiliscono che ogni atto di violenza partigiana sia immediatamente vendicato attraverso rappresaglie sulla popolazione. Le ritorsioni sulla popolazione non devono però avvenire in maniera indiscriminata. Infatti la scelta delle vittime si basa su criteri precisi che non sono più quelli del sesso e dell’età, ma quelli dell’appartenenza politica. Ad essere risparmiati non saranno più le donne, i vecchi e i bambini, ma i soli fascisti, ovvero i soli alleati, in Europa, dei nazisti. Fino a che punto, però, questi ordini e quelli precedenti sono applicati?
Da giugno ad agosto si assiste ad un aumento dei casi di strage e omicidio.
In agosto, in seguito all’avvicinarsi del fronte, anche dalle fila partigiane sono emanati ordini che sostengono la necessità di intensificare le azioni di sabotaggio soprattutto per quanto riguarda le vie di comunicazione stradali e ferroviarie. Per i tedeschi diviene quindi costante il problema delle retrovie sicure al fine non solo di garantire rifornimenti di ogni genere, ma anche allo scopo di avere una veloce e certa via di fuga. Sempre all’inizio di agosto, il Cumer incita all’uccisione degli invasori, evidenziando come esistano ancora reparti che «evitavano sistematicamente il combattimento con i tedeschi» anche laddove è possibile arrecare loro molte più perdite di quelle che i partigiani potrebbero subire».
Ed ancora, nell’estate del 1944 viene combattuta una vera e propria “battaglia per il grano” nella quale è determinante l’apporto della popolazione intera, a partire dai contadini che costituiscono le Sap per arrivare ai proprietari di terreni e trebbiatrici.
A fianco della “battaglia per il grano” non vanno poi dimenticati gli scioperi che proseguono fino a settembre.
Infine a partire da agosto si registrarono defezioni e fermenti di rivolta anche tra le forze tedesche. Alla fine del mese i «soldati russi della divisione Turkestan n. 162, reggimento 914 fanteria stabile organizzeranno una rivolta contro i tedeschi» chiedendo di mettersi in contatto con i partigiani.
In questo scenario i fascisti e i tedeschi non fanno più alcuna distinzione tra dissenso, ribellione e resistenza della popolazione nei confronti della quale reagiscono con strumenti di terrore di massa come i rastrellamenti e le stragi e strumenti di terrore individuale come la tortura e l’omicidio.

La strage di Strada Casale si inserisce in questo contesto.

Pier Carlo Ronchi è nato a Fognano nel 1926 e si è arruolato nella brigata nera locale. Il 2 agosto, in seguito all’uccisione in località Casale, di cinque tedeschi, Ronchi partecipa insieme con vari militari tedeschi, ad un rastrellamento sul posto senza che sia catturato alcun ribelle.
Per rappresaglia i tedeschi incendiano alcune case. Guido Liverani, abitante nel fondo Poggiolo nella parrocchia Casale, assiste alla devastazione della propria casa ad opera di SS tedesche e brigatisti locali. Gli sono asportati 15 q.li di patate, due pecore e altri beni per un danno complessivo di 700.000 lire. Anche Luigi Graziani vede andare a fuoco la propria abitazione per un danno di 600.000 lire.
Non paghi di questa azione, i rastrellatori, pur non trovando «ribelli», arrestano una trentina di persone tra donne e vecchi.
Per ultimare la rappresaglia i nazisti prelevano dalle carceri di Forlì cinque ostaggi e li fucilano sul luogo in cui sono stati attaccati i loro commilitoni. Assistono alla fucilazione il comandante della brigata nera di Fognano, Amadio Cavalli, il vicesegretario del fascio di Fognano, Angelo Piancastelli e le persone fermate.
Nel loro rapporto mensile i tedeschi scriveranno di aver attuato una «rappresaglia per agguato», arrestando un gran numero di civili, dando alle fiamme due case e fucilando «cinque comunisti».
Un giornalista dell’epoca, Antonio Mambelli di Forlì, si appunterà in data 6 agosto:

«I tedeschi catturano e fucilano in Casale di Fognano il maestro Gino Carnaccini di 25 anni forlivese, un Amilcare Piancaldini da Firenzuola ed altri due di cui ignorasi il nome non messo nel motivo: i 4 infelici sono sepolti in una fossa comune. Sembra che uno di essi sia Pasquale Comandino di Aristide di anni 17, da Cesena. La famiglia Carnaccini, disperata per la scomparsa del congiunto, invano si era recata alla federazione fascista; i tedeschi fucilano, inoltre, il partigiano Giuseppe Giacomoni da Longiano».

E in data 8 agosto:

«L’autorità germanica consegna alla famiglia Carnaccini il portafogli contenente 800 lire, gli occhiali e la cintura del figlio Gino fucilato con altri in Casale di Fognano; il povero giovane era mancante di un piede».

Modalità di uccisione: fucilazione

Violenze connesse: furto e-o saccheggio,incendio di abitazione

Trattamento dei cadaveri: Occultamento dei cadaveri

Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: Piancastelli Angelo, imputato di aver collaborato col tedesco invasore per avere [oltretutto] assistito all’esecuzione capitale di cinque catturati politici. Con sentenza del 23 agosto 1945 la corte lo assolve dall’imputazione attribuitagli per insufficienza di prove.

Samoré Giuseppe, imputato [oltretutto] di aver partecipato alla fucilazione di cinque ostaggi a Casale di Fognano. Con sentenza del 21/05/46 la corte lo giudica colpevole del reato ascrittogli ma non della fucilazione suddetta e lo condanna ad anni 18 di reclusione, a tre anni di libertà vigilata, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Ordina la confisca della metà dei suoi beni. La Corte di Cassazione con sentenza 14.5.47 dichiara estinto il reato per amnistia e annulla senza rinvio la sentenza.

Casella Arnaldo, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui l'aver presenziato alla fucilazione di cinque ostaggi in località, strada di Casale presso Fognano. Con sentenza del 14/02/1946 la corte lo giudica colpevole del reato di collaborazione ascrittogli nei limiti di cui riportati nella sentenza e lo condanna anni venti di reclusione, alla confisca dei beni, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge.

Tedesco Achille, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il alla fucilazione di cinque ostaggi in località strada di Casale. Con sentenza del 5/03/1946 la corte lo giudica colpevole del reato di collaborazione ascrittogli e lo condanna ad anni venti di reclusione, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Ordina la confisca dei suoi beni. La Corte di Cassazione con sentenza 13.9.46 ha dichiarato estinto il reato per amnistia ed ha annullato senza rinvio la suestesa sentenza.

Zauli Paolo e Cinapro Ugo, accusati di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui l'aver presenziato alla fucilazione di cinque civili in Rivalta. Con sentenza del 2/10/46, la corte li condanna rispettivamente, ad anni 18 ed 8 di reclusione, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Dichiara condonati sei anni di detta pena per lo Zauli e cinque anni per il Cinapro. Ordina la confisca di 1/3 dei beni dei condannati. Con ordinanza della Corte di Cassazione in data 20.12.47 dichiara inammissibile il ricorso. Con declaratoria 30.7.48 la Corte d’Appello di Bologna dichiara ulteriormente condonato un terzo sulla quantità di pena inflitta allo Zauli e determina la pena tuttora espiabile in anni sedici di reclusione.
Con decreto 14.11.51 n. 2180 del Ministro di Grazia e Giustizia è stata concesso allo Zauli Paolo la liberazione condizionale. Lo Zauli pertanto è stato scarcerato il 21.11.51. Il Tribunale di Ravenna, con ordinanza del 17.5.52 a sensi degli art. 177, 210 CP, 578 CPP e 40-2- 10.4.51 n.287, dichiara estinta la pena di cui sopra inflitta allo Zauli e revoca la misura di sicurezza della libertà vigilata. Con sentenza 8.11.54 la Corte di Appello di Bologna dichiara Cinapro Ugo riabilitato dalle conseguenze giuridiche della condanna riportata in data 2.10.46 presso la Corte d’Assise di Ravenna.
Tribunale competente:
Tribunale di Ravenna - Corte d'Assise straordinaria fino alla sentenza del 15 gennaio 1946 e Sezione speciale della Corte d'Assise dalla sentenza del 17 gennaio 1946.

Scheda compilata da Enrica Cavina
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-03-30 22:52:58

Vittime

Elenco vittime

Cinque uomini dall\'identità incerta. Il giornalista Mambelli suppone le generalità di quattro di loro:
1. Carnaccini Gino di 25 anni abitante a Forlì;
2. Piancaldini Amilcare di Firenzuola;
3. Comandino Pasquale di 17 anni di Cesena;
4. Giacomoni Giuseppe, partigiano di Longiano.
5. ignoto

Elenco vittime civili 4

Carnaccini Gino,
Piancaldini Amilcare,
Comandino Pasquale,
Ignoto

Elenco vittime partigiani 1

Giacomoni Giuseppe

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Brigata nera reparto imprecisato

Tipo di reparto: Brigata Nera

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Achille Tedesco

    Nome Achille

    Cognome Tedesco

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Tedesco Achille, imputato di procedimento.

    Note procedimento Tedesco Achille, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il alla fucilazione di cinque ostaggi in località strada di Casale. Con sentenza del 5/03/1946 la corte lo giudica colpevole del reato di collaborazione ascrittogli e lo condanna ad anni venti di reclusione, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Ordina la confisca dei suoi beni. La Corte di Cassazione con sentenza 13.9.46 ha dichiarato estinto il reato per amnistia ed ha annullato senza rinvio la suestesa sentenza.

  • Arnaldo Casella

    Nome Arnaldo

    Cognome Casella

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Casella Arnaldo, imputato di procedimento.

    Note procedimento Casella Arnaldo, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui l\'aver presenziato alla fucilazione di cinque ostaggi in località, strada di Casale presso Fognano. Con sentenza del 14/02/1946 la corte lo giudica colpevole del reato di collaborazione ascrittogli nei limiti di cui riportati nella sentenza e lo condanna anni venti di reclusione, alla confisca dei beni, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge.

  • Paolo Zauili

    Nome Paolo

    Cognome Zauili

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Zauili Paolo, imputato di procedimento.

    Note procedimento Zauli Paolo e Cinapro Ugo, accusati di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui l\'aver presenziato alla fucilazione di cinque civili in Rivalta. Con sentenza del 2/10/46, la corte li condanna rispettivamente, ad anni 18 ed 8 di reclusione, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Dichiara condonati sei anni di detta pena per lo Zauli e cinque anni per il Cinapro. Ordina la confisca di 1/3 dei beni dei condannati. Con ordinanza della Corte di Cassazione in data 20.12.47 dichiara inammissibile il ricorso. Con declaratoria 30.7.48 la Corte d’Appello di Bologna dichiara ulteriormente condonato un terzo sulla quantità di pena inflitta allo Zauli e determina la pena tuttora espiabile in anni sedici di reclusione. Con decreto 14.11.51 n. 2180 del Ministro di Grazia e Giustizia è stata concesso allo Zauli Paolo la liberazione condizionale. Lo Zauli pertanto è stato scarcerato il 21.11.51. Il Tribunale di Ravenna, con ordinanza del 17.5.52 a sensi degli art. 177, 210 CP, 578 CPP e 40-2- 10.4.51 n.287, dichiara estinta la pena di cui sopra inflitta allo Zauli e revoca la misura di sicurezza della libertà vigilata. Con sentenza 8.11.54 la Corte di Appello di Bologna dichiara Cinapro Ugo riabilitato dalle conseguenze giuridiche della condanna riportata in data 2.10.46 presso la Corte d’Assise di Ravenna.

  • Ugo Cinapro

    Nome Ugo

    Cognome Cinapro

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Cinapro Ugo, imputato di procedimento.

    Note procedimento Zauli Paolo e Cinapro Ugo, accusati di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui l\'aver presenziato alla fucilazione di cinque civili in Rivalta. Con sentenza del 2/10/46, la corte li condanna rispettivamente, ad anni 18 ed 8 di reclusione, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Dichiara condonati sei anni di detta pena per lo Zauli e cinque anni per il Cinapro. Ordina la confisca di 1/3 dei beni dei condannati. Con ordinanza della Corte di Cassazione in data 20.12.47 dichiara inammissibile il ricorso. Con declaratoria 30.7.48 la Corte d’Appello di Bologna dichiara ulteriormente condonato un terzo sulla quantità di pena inflitta allo Zauli e determina la pena tuttora espiabile in anni sedici di reclusione. Con decreto 14.11.51 n. 2180 del Ministro di Grazia e Giustizia è stata concesso allo Zauli Paolo la liberazione condizionale. Lo Zauli pertanto è stato scarcerato il 21.11.51. Il Tribunale di Ravenna, con ordinanza del 17.5.52 a sensi degli art. 177, 210 CP, 578 CPP e 40-2- 10.4.51 n.287, dichiara estinta la pena di cui sopra inflitta allo Zauli e revoca la misura di sicurezza della libertà vigilata. Con sentenza 8.11.54 la Corte di Appello di Bologna dichiara Cinapro Ugo riabilitato dalle conseguenze giuridiche della condanna riportata in data 2.10.46 presso la Corte d’Assise di Ravenna.

Memorie
Bibliografia


L. Klinkhammer, L’occupazione tedesca in Italia, Bollati Boringhieri, Torino, 1993, p. 359.

E. Cavina, Crimini di guerra e violenza nazifascista nella provincia di Ravenna tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, tesi di dottorato di ricerca in Storia e Informatica - XVI Ciclo, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, a.a. 2003-2004, seconda parte p. 39.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

ISRRA, 28ª BG, C/XX, h. 1, lettera dattiloscritta inviata il 2 agosto 1944 dal Cumer a i comandi di Brigata della zona Emilia Romagna; C/XX, h. 14; lettera dattiloscritta inviata il 6 agosto 1944 dal Cumer a tutte le formazioni dipendenti; C/XXXIX, g. 3, lettera manoscritta inviata il 22 luglio 1944 al Cmp: «il giorno 21 luglio abbiamo intimato al proprietario di una macchina di cessare di battere, il proprietario stesso à reso inutilizzabile la macchina»; C/XXXIX, h. 18; rapportino informativo straordinario manoscritto del 28 agosto 1944, firmato Vincenzo.

ASRA, GQ, Categoria A1, b. 2, fasc. Massi Carlo, indagine su Pier Carlo Ronchi del 6 luglio 1945.

ATRA, Sentenze Csa e Ca Sez. Speciale 1945-1947, sent. 23/08/45 n. 40 a carico di Piancastelli Angelo; sent. 21/05/46 n. 86 a carico di Samoré Giuseppe; sent. 14/02/46 n. 30 a carico di Casella Arnaldo; sent. 5/03/46 n. 41 a carico di Tedesco Achille; sent. 2/10/46 n. 143 a carico di Zauli Paolo e Cinapro Ugo.

BA-MA, RH 36/473, LB 16.07.-15.08.44.

ISRECFO, A. Mambelli, Diario degli avvenimenti di Forlì e in parte di Romagna dal 1939 al 1945, p. 77, p. 79.