Descrizione
Località Albareto, Modena, Modena, Modena, Emilia-Romagna
Data 16 luglio 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: L’estate del 1944 segna l’avanzata decisa del movimento partigiano nella provincia di Modena: mentre la Repubblica di Montefiorino caratterizza l’esperienza di guerra delle genti dell’Appennino, la pianura conosce la crescita dei GAP e delle SAP, che colpiscono le forze di occupazione e si adoperano per indebolire i fascisti senza smettere di assistere i combattenti della montagna o di convogliare i disertori della RSI verso la zona libera. I protagonisti della Lotta di Liberazione della città e della “Bassa” vivono in situazioni di maggiore pericolo poiché sono molto più esposti alle azioni tedesche e fasciste rispetto ai loro compagni che combattono sull’Appennino. Nel pomeriggio del 16 luglio 1944 Mauro Capitani viene ucciso lungo la via per Albareto mentre torna nella frazione modenese dopo una missione per conto della Brigata “Walter Tabacchi”. La “Cronaca Pedrazzi” racconta così questo episodio: «Nuovo fatto di sangue in quello di Albareto. Non lungi da quella chiesa stavano in perlustrazione sulla via alcuni militi della polizia sussidiaria. Loro compito è quello di arrestare – qualora lo credano opportuno – passanti e carichi per l’esame dei documenti e per controllo delle merci convogliate. Un giovane di Modena, il diciannovenne Capitani Mauro, si trovava su di una bicicletta, in perfetto abito da turista, diretto a S. Clemente; ricevuto l’ordine di fermarsi non ha obbedito ed è filato dritto per la sua strada. I militi hanno creduto loro dovere farlo segno ad una raffica di colpi. Il Capitani colpito, cadeva nel fossato contiguo alla via e vi spirava immediatamente, avendo ricevuto alle reni numerose pallottole di fucile». Secondo le testimonianze partigiane Mauro Capitani non porta armi poiché sa che la strada verso Albareto lo espone ai pericoli delle pattuglie fasciste e dei controlli delle forze occupanti: dopo l’arresto, i controlli e l’iniziale speranza di rilascio, i repubblicani lo abbattono con una raffica. Il milite fascista Carlo Belgiorno sostiene, invece, che Capitani avesse una pistola nella tasca posteriore dei pantaloni.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Tipo di massacro: legato al controllo del territorio
--> Per saperne di più sulle tipologie
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Nell’immediato dopoguerra l’uccisione di Mauro Capitani è diventata uno dei principali punti di riferimento della memoria della Resistenza social-comunista di Albareto. Il Comitato di Liberazione Nazionale lo ha scelto come simbolo della Lotta di Liberazione e ha attribuito al suo spirito attivo-organizzativo la nascita del rifiuto del fascismo e l’adesione al sistema affermativo del movimento partigiano. La stampa della Sinistra modenese ha dedicato a Mauro Capitani diversi articoli e parecchi spazi di memoria per sostenere le idee di riscatto sociale che la Resistenza ha promosso nei mesi dell’occupazione nazista.
Scheda compilata da DANIEL DEGLI ESPOSTI
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-06-03 09:35:53
Vittime
Elenco vittime
1. Mauro Capitani: nato a Modena il 25 settembre 1925, figlio di Dante e Marina Ciprioli, residente ad Albareto, meccanico artigiano, partigiano. Frequenta il 3° Corso di Avviamento Professionale e lavora in una bottega-officina come meccanico. Si propone per l’arruolamento nella Regia Marina, ma dopo l’occupazione tedesca si oppone alla RSI e il 17 settembre 1943 aderisce ai primi nuclei gappisti che – nei mesi successivi – formeranno la Brigata “Walter Tabacchi”; sceglie il nome di battaglia “Giuseppe”. Anche se l’imminente nascita del primogenito gli complica la situazione familiare, diventa uno dei principali animatori del movimento partigiano di Albareto: diversi giovani scelgono la via della Lotta di Liberazione insieme a lui e ascoltano i suoi consigli poiché riconoscono il contributo che ha dato alla Resistenza fin dalle origini del movimento partigiano. Il 16 luglio 1944 incrocia un gruppo della polizia sussidiaria fascista mentre rientra ad Albareto da una missione e viene falciato da una raffica; anche se il materiale contenuto nel database dell’ANPI di Modena afferma che è “caduto in combattimento”, la “Cronaca Pedrazzi” sostiene che tornasse dall’azione senza portare armi proprio per evitare di non superare i controlli fascisti. Ha ricevuto una Medaglia di Bronzo al Valor Militare alla Memoria.
Elenco vittime partigiani 1
Mauro Capitani
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Bruno Piva
Nome Bruno
Cognome Piva
Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano
Note responsabile Bruno Piva: nato a Spilamberto (MO) il 3 maggio 1907, figlio di Angelo e Regina Rossi, latitante, contumace. Comandante della Compagnia per l’Ordine Pubblico del 42° Comando Provinciale GNR di Modena, in contatto diretto con l’Ufficio Politico Investigativo della RSI. ----------- 7 maggio 1945 - Testimonianza di Belgiorno Carlo. “Sono stato alle dipendenze del Capitano Piva per circa due mesi [...]. Nel luglio dell\'anno scorso [1944, n.d.r.], non ricordo il giorno [16, n.d.r.], ho partecipato ad un rastrellamento nella zona di Albareto, insieme al mio plotone, comandato dal Capitano Millesimi. Giunto in quella località in bicicletta, incontrammo un individuo pure in bicicletta che veniva da Albareto verso Modena. Il Capitano predetto mi disse di fermarlo, ed io appena vistolo che non si fermava e che metteva la mano nella tasca posteriore dei pantaloni, credendo che estraesse la pistola di cui ne era in possesso, ed in seguito agli ordini ricevuti dal Capitano Millesimi e da altri militi (toscani) sparai un colpo di parabello colpendolo ad una spalla. Dopo di essere stato ferito, il ciclista si buttò a terra ed un milite toscano a nome Lenzini gli sparò due raffiche di mitra uccidendolo”.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto Compagnia Ordine Pubblico/42. Comando militare provinciale/GNR di Modena
Carlo Belgiorno
Nome Carlo
Cognome Belgiorno
Ruolo nella strage Autore
Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano
Note responsabile Carlo Belgiorno: milite scelto della GNR che spara il primo colpo e ferisce Capitani. -------- 7 maggio 1945 - Testimonianza di Belgiorno Carlo. “Sono stato alle dipendenze del Capitano Piva per circa due mesi [...]. Nel luglio dell\'anno scorso [1944, n.d.r.], non ricordo il giorno [16, n.d.r.], ho partecipato ad un rastrellamento nella zona di Albareto, insieme al mio plotone, comandato dal Capitano Millesimi. Giunto in quella località in bicicletta, incontrammo un individuo pure in bicicletta che veniva da Albareto verso Modena. Il Capitano predetto mi disse di fermarlo, ed io appena vistolo che non si fermava e che metteva la mano nella tasca posteriore dei pantaloni, credendo che estraesse la pistola di cui ne era in possesso, ed in seguito agli ordini ricevuti dal Capitano Millesimi e da altri militi (toscani) sparai un colpo di parabello colpendolo ad una spalla. Dopo di essere stato ferito, il ciclista si buttò a terra ed un milite toscano a nome Lenzini gli sparò due raffiche di mitra uccidendolo”.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto 42. Comando Militare Provinciale/GNR di Modena
sconosciuto Lenzini
Nome sconosciuto
Cognome Lenzini
Ruolo nella strage Autore
Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano
Note responsabile Milite toscano Lenzini: esecutore della raffica che uccide Capitani. ------ 7 maggio 1945 - Testimonianza di Belgiorno Carlo. “Sono stato alle dipendenze del Capitano Piva per circa due mesi [...]. Nel luglio dell\'anno scorso [1944, n.d.r.], non ricordo il giorno [16, n.d.r.], ho partecipato ad un rastrellamento nella zona di Albareto, insieme al mio plotone, comandato dal Capitano Millesimi. Giunto in quella località in bicicletta, incontrammo un individuo pure in bicicletta che veniva da Albareto verso Modena. Il Capitano predetto mi disse di fermarlo, ed io appena vistolo che non si fermava e che metteva la mano nella tasca posteriore dei pantaloni, credendo che estraesse la pistola di cui ne era in possesso, ed in seguito agli ordini ricevuti dal Capitano Millesimi e da altri militi (toscani) sparai un colpo di parabello colpendolo ad una spalla. Dopo di essere stato ferito, il ciclista si buttò a terra ed un milite toscano a nome Lenzini gli sparò due raffiche di mitra uccidendolo”.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto 42. Comando Militare Provinciale/GNR di Modena
sconosciuto Millesimi
Nome sconosciuto
Cognome Millesimi
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano
Note responsabile Capitano Millesimi: comandante del rastrellamento del 16 luglio 1944. ---------- 7 maggio 1945 - Testimonianza di Belgiorno Carlo. “Sono stato alle dipendenze del Capitano Piva per circa due mesi [...]. Nel luglio dell\'anno scorso [1944, n.d.r.], non ricordo il giorno [16, n.d.r.], ho partecipato ad un rastrellamento nella zona di Albareto, insieme al mio plotone, comandato dal Capitano Millesimi. Giunto in quella località in bicicletta, incontrammo un individuo pure in bicicletta che veniva da Albareto verso Modena. Il Capitano predetto mi disse di fermarlo, ed io appena vistolo che non si fermava e che metteva la mano nella tasca posteriore dei pantaloni, credendo che estraesse la pistola di cui ne era in possesso, ed in seguito agli ordini ricevuti dal Capitano Millesimi e da altri militi (toscani) sparai un colpo di parabello colpendolo ad una spalla. Dopo di essere stato ferito, il ciclista si buttò a terra ed un milite toscano a nome Lenzini gli sparò due raffiche di mitra uccidendolo”.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto 42. Comando Militare Provinciale/GNR di Modena
Memorie
Memorie legate a questa strage
cippo a Albareto
Tipo di memoria: cippo
Ubicazione: Albareto
Descrizione: Mauro Capitani è ricordato da un cippo che è stato eretto su commissione del CLN di Albareto nel luogo in cui la raffica della Polizia sussidiaria fascista lo ha ucciso. Il monumento dedicato a Mauro Capitani ha subito una modifica nel corso del restauro; nella versione originaria, il CLN di Albareto aggiungeva alla “firma” sulla lapide una frase evocativa: «e qua mostrando verran le madri ai parvoli le belle orme del tuo sangue».
monumento a Madonnina, Modena
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Madonnina, Modena
Descrizione: Mauro Capitani è ricordato da un memoriale nella zona della Madonnina, lungo lo stradello che l’Amministrazione comunale gli ha dedicato nel secondo dopoguerra.
onorificenza alla persona a Mauro Capitani
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Ubicazione: Mauro Capitani
Descrizione: Mauro Capitani ha ricevuto una Medaglia di Bronzo al Valor Militare alla Memoria.