Descrizione
Località Tre Portoni, Trasacco, L'Aquila, Abruzzo
Data 31 maggio 1944
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 4
Numero vittime uomini 4
Numero vittime uomini adulti 2
Numero vittime uomini anziani 2
Descrizione: Trasacco è un popoloso centro agricolo posto a settecento metri d’altezza sulle rive della conca del Fucino in provincia dell'Aquila. Il paese gravita sulla vicina Avezzano, non troppo lontano dal confine con il Lazio. I tedeschi - il cui centro di comando di zona risiedeva nella non lontana Massa d’Albe a ridosso della Tiburtina Valeria (unico collegamento orizzontale stradale e ferroviario tra il Tirreno e l’Adriatico) - vi si erano istallati con un piccolo presidio. Con l’avvicinarsi del fronte, di lì a qualche giorno gli americani avrebbero, infatti, liberato Roma, i militari avviarono la ritirata.
Osteggiati dalla popolazione civile e minacciati dai partigiani - nella zona tra Trasacco ed Ortucchio agivano vivaci nuclei di resistenza agli ordini di Vincenzo Menotti, Eleuterio Di Gianfilippo e Dante Areta (questi due ultimi catturati proprio a Trasacco il 19 febbraio 1944 e carcerati a Teramo) - i tedeschi inasprirono l’occupazione. E’ questo il momento più tragico per la storia degli abitanti di Trasacco. Accusati di non avere consegnato del bestiame all’incaricato degli approvvigionamenti per gli occupanti - un certo Luigi Pisegna di Collelongo messosi a disposizione dei tedeschi- i cinque uomini (Apone Pasquale, Lucarelli Giuseppe, Paponetti Domenico, Tauro Sabatino e Agostino Cardinale) furono catturati il 31 maggio 1944 e condotti nella palestra della scuola. Uno di essi, Tauro, era stato accusato, di aiutare gli inglesi da un collaboratore che guidava la spedizione, Domenico Castronovo detto “Mimmo il Siciliano – nato a Bagheria il 29 giugno 1907- un pluripregiudicato evaso dalle carceri di Paliano (Fr), rifugiatosi nella Marsica al servizio dei tedeschi ed autore di numerosi soprusi e violenze. Subito dopo, i prigionieri furono trascinati alla periferia di Trasacco, in una località chiamata Tre Portoni - così la gente del posto chiama il canale del Fucino - e uccisi in tarda sera a raffiche di mitra e poi gettati nel canale vicino. L’unico a salvarsi, fu il ragazzo, Agostino Cardinale, che era scappato durante il cammino che lo portava al canale. I cadaveri furono scoperti da Claudio Biancone che con l’aiuto di alcuni paesani li trasportò con un carro agricolo in paese. Settori della popolazione ritennero responsabile dell’eccidio anche Adalgisa Antonia Carlesimo, detta Maria e soprannominata per il suo aspetto scuro “faccetta nera” ma furono dicerie mai dimostrate. La donna dopo la Liberazione, il 22 maggio 1945, venne sottoposta ad un pubblico linciaggio ed uccisa brutalmente, un atto di vendetta collettiva che la Corte di Assise di L’Aquila il 26 gennaio 1948 sentenziò come folle e senza motivo.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: furto e-o saccheggio
Tipo di massacro: legato al controllo del territorio
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Annotazioni: I documenti ASAq riportano la data 30 maggio 1944, l’atto di morte parla del rinvenimento dei cadaveri il 31 e la maggioranza delle indicazioni bibliografiche riportano la data dell’arresto e dell’uccisione al 31 maggio 1944.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): In riferimento all’episodio e soprattutto sulle sue conseguenze in relazione alla Carlesimo, perdura a Trasacco una memoria divisa sulla strage dei Tre Portoni. L’episodio del linciaggio della Carlesimo, ha ingenerato osservazioni e contraddizioni sulla locale vicenda resistenziale. Non bisogna dimenticare che nell’ottobre del 1947 tutte o quasi le famiglie del popoloso centro furono rappresentate in Corte d’Assise nei due “processoni”: quello contro Domenico Castronovo “Mimmo il siciliano” che si concluse con sentenza del 22 ottobre 1947 e che condannò l’uomo all’ergastolo e quello per l’uccisione della Carlesimo che con sentenza del 26 gennaio 1948 condannò quattro imputati alla pena di 10 anni di reclusione (di cui cinque condonati) con l’attenuante della provocazione e di aver agito per suggestione di una folla in tumulto (i difensori dei condannati proposero ricorso alla Cassazione che lo rigettò il 21 febbraio 1949). La lapide in marmo della tomba della Carlesimo fu oggetto di vandalismo e i parenti della donna furono costretti a rendere la tomba anonima per evitarne la profanazione. Sulla vicenda sono usciti anche svariati articoli di giornali legati anche al destino della figlia di Adalgisa Antonia Carlesimo. La colpa di “faccetta nera”, infatti, era stata quella di avere avuto una relazione con un maresciallo tedesco (Hervin mai identificato) di istanza a Trasacco con quale la donna era fuggita al momento della ritirata e con il quale aveva avuto una bambina che venne cresciuta ignara del suo passato. L’olmo della vergogna, cui la donna era stata appesa durante il linciaggio, rimase sulla piazza di Trasacco fino al 1950 quando venne sradicato per ordine del sindaco democristiano Francesco Ippoliti.
Scheda compilata da Ilaria Del Biondo
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-03-23 15:39:48
Vittime
Elenco vittime
1. Apone Pasquale fu Francesco e Colella Felicia, nato a Trasacco il 02/02/1894, contadino di anni 50 anni
2. Lucarelli Giuseppe fu Antonio e Frezza Santa, nato a Trasacco il 29/10/1880 contadino di anni 64,
3. Paponetti Domenico fu Gregorio e Sforza Rachele, nato a Trasacco il 25/08/1902 contadino di anni 42,
4. Tauro Sabatino fu Antonio e Capitania Maria, nato a Penne (Pe) il 20/12/1873 contadino di anni 70
Elenco vittime civili 4
1. Apone Pasquale fu Francesco e Colella Felicia, nato a Trasacco il 02/02/1894, contadino di anni 50 anni
2. Lucarelli Giuseppe fu Antonio e Frezza Santa, nato a Trasacco il 29/10/1880 contadino di anni 64,
3. Paponetti Domenico fu Gregorio e Sforza Rachele, nato a Trasacco il 25/08/1902 contadino di anni 42,
4. Tauro Sabatino fu Antonio e Capitania Maria, nato a Penne (Pe) il 20/12/1873 contadino di anni 70
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Domenico Castronovo
Nome Domenico
Cognome Castronovo
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Castronovo Domenico, collaboratore meglio conosciuto come Mimmo il Siciliano venne processato nel secondo dopoguerra con i seguenti capi d\'imputazione: omicidio continuato nella persona di Pasquale Apone, Sabatino Tauro, Giuseppe Lucarelli e Domenico Paponetti, collaborazionismo, bigamia, estorsione. La Corte d’Assise con sentenza del 22 ottobre 1947 lo condannò alla pena dell’ergastolo. Gli atti del Processo sono conservati e consultabili presso l’Archivio di Stato dell’Aquila che però non possiede la Sentenza; contattato il Tribunale dell’Aquila per una verifica è stato confermato che la documentazione non è accessibile.
Memorie
Memorie legate a questa strage
monumento a Trasacco, Piazza Matteotti
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Trasacco, Piazza Matteotti
Descrizione: Comune di Trasacco, monumento per la strage di Tre Portoni, in piazza Giacomo Matteotti; realizzato negli anni ’70 e oggetto di rifacimento nel 2011.
cippo a Tre Portoni, Trasacco
Tipo di memoria: cippo
Ubicazione: Tre Portoni, Trasacco
Anno di realizzazione: 1976
Descrizione: Cippo di fronte alla località Tre Portoni lungo la strada eretto nel 1976
lapide a Trasacco
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Trasacco
Descrizione: Lapide del CNL nella facciata del palazzo municipale con incisi nomi dei quattro morti e di Ilari Luigi.