STATALE 52, ARTA, 22.07.1944

(Udine - Friuli-Venezia Giulia)

Episodio di riferimento: Valle del But

Descrizione

Località Statale 52, Arta Terme, Udine, Friuli-Venezia Giulia

Data 22 luglio 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 10

Numero vittime uomini 10

Numero vittime uomini adulti 9

Numero vittime uomini anziani 1

Descrizione: Come rappresaglia per le azioni compiute dai partigiani nel periodo precedente e con lo scopo di togliere al movimento resistenziale la possibilità di trovare ricoveri sicuri e l’appoggio della popolazione della Carnia, una contro-banda composta da SS e da militi fascisti (24 tedeschi e 4-5 italiani appartenenti all’SS Larstwehn-Btl. agli ordini di un maresciallo), travestiti da partigiani, dopo essere transitati per le casere Lanza e Codin e aver ucciso 6 persone che avevano fraternizzato con loro, puntarono verso malga Pramosio.
Vi giunsero il 21 luglio 1944; i nazi-fascisti portavano abiti borghesi e i distintivi della Brigata Garibaldi e furono accolti cordialmente dai civili presenti nella malga. Dopo aver consumato un pasto si scatenò la rappresaglia: 16 persone, tra le quali il proprietario della malga, le persone che vi lavoravano, una donna incinta e diversi ragazzi, poiché ritenute fiancheggiatori dei partigiani vennero uccise con diverse scariche di arma da fuoco e colpi di pugnale. Il reparto, dopo aver seviziato le vittime, averle spogliate di ogni oggetto di valore, ed infine averle accatastate in un angolo del locale, proseguì verso Paluzza. Lungo la strada che da malga Pramosio porta a fondo valle e sfocia in località “Moscardo” vennero uccise altre 4 persone; due donne vennero violentate prima di essere finite. Raggiunto l’abitato di Paluzza il grosso del gruppo proseguì in direzione di Tolmezzo per prendere contatto con i rinforzi, gli altri uomini fecero scoppiare una bomba nell’Ufficio Postale del paese con l’intento di distruggere gli apparati telegrafici; quindi, approfittando della sopraggiunta oscurità e della nebbia, si dileguavano.
Il giorno seguente giunsero da Tolmezzo una settantina di militari SS-Karstwehr-Btl. comandati dall’SS-Obersturmfuhrer Kuhbandner che fu coadiuvato dal Waffen-Hauptsturmfuhrer der SS Giuseppe Occelli. Sulla strada per Paluzza il reparto uccise un’altra persona mentre il resto del gruppo, dopo aver tratto in inganno diverse persone, si riunì alla banda, proseguendo alla volta di Cercivento, dove furono massacrate altre tre persone. In seguito fu condotto un rastrellamento a Paluzza con azioni di saccheggio e violenze alla popolazione; il reparto prese diversi ostaggi e ripiegò su Tolmezzo compiendo ulteriori efferatezze; altri tre uomini furono presi con l’inganno e uccisi. Molti furono uccisi a Sutrio, dove venne fatta un’altra retata, altri furono finiti con un colpo di pistola e scaraventati nel greto del torrente But in località Aghevive, al ponte di Noiaris e a Piano d’Arta. I sette ostaggi giunti a Tolmezzo furono imprigionati per qualche giorno, e poi liberati. Complessivamente durante l’operazione di rappresaglia morirono 52 persone.

Modalità di uccisione: fucilazione,uccisione con armi da fuoco

Violenze connesse: furto e-o saccheggio

Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Procedimento penale contro Giuseppe Occelli
Archivio di Stato di Udine, Fondo Corte d’Assise Straordinaria, busta E.c. 1, Registri delle sentenze 1946, sentenza n. 53 contro Giuseppe Occelli; (fascicolo processuale) Ivi, busta E.d. 12, fascicolo 201/45 «Giuseppe Occelli».

Giuseppe Occelli è stato processato dalla Sezione speciale della Corte d’Assise di Udine l’8 marzo 1946; fu accusato di aver comandato un reparto dell’esercito tedesco in rastrellamento contro le formazioni partigiane in Istria, nel Collio, in Carnia e nel Canal del Ferro; fu accusato di intelligenza col nemico per aver fornito informazioni ai tedeschi sulla disposizione dei reparti italiani a Tarvisio nel settembre 1943; fu imputato di collaborazione politica per aver preso parte ad arresti, perquisizioni, atti di violenza contro patrioti e le popolazioni loro favorevoli ed aver partecipato ed eccidi e saccheggi. Riconosciuto colpevole dei primi due capi d’imputazione fu condannato a 24 anni di reclusione. Con sentenza del 24 ottobre 1946 la Corte di Cassazione dichiarò il reato estinto per amnistia annullando la sentenza senza rinvio.
Tribunale competente
Corte d’Assise Straordinaria di Udine

Annotazioni: Nonostante la gravità e la notorietà del fatto vi sono stime differenti sul numero complessivo delle vittime:
se la cifra più citata è quella di 52 vittime (Buvoli et al.), Carnier parla di 46 vittime, Colonnello e Vuga di 54, Toppan di 49.

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Memoria consolidata

Scheda compilata da FABIO VERARDO
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-10-26 17:14:46

Vittime

Elenco vittime

Cucitti Albino di Giobatta e di De Reggi Adele. Nato il 21/10/1924. Nato a Grenay (Francia), residente a Sutrio, celibe. Professione falegname. Civile. Tumulato a Sutrio.
De Reggi Giovanni di Alvise e Nodale Maria. Nato il 27/12/1917. Nato e residente a Sutrio, celibe. Professione falegname. Civile. Tumulato a Sutrio.
De Reggi Mario, di Rosario e Chiampolino Regina. Nato il 30/7/1887. Nato e residente a Sutrio, coniugato. Professione falegname. Civile. Tumulato a Sutrio.
Del Bon Osvaldo, di Osvaldo e di De Franceschi Caterina. Nato il 16/2/1912. Nato e residente a Paluzza, celibe. Professione negoziante. Partigiano Osoppo Territoriale “Carnia”. Tumulato a Paluzza.
Dorotea Rino, di Riccardo e Selenati Giovanna. Nato il 4/8/1912. Nato e residente a Sutrio, coniugato. Professione macellaio. Civile. Tumulato a Sutrio.
Englaro Ernesto, di Pietro e Ortis Caterina. Nato il 20/9/1920. Nato e residente a Paluzza, coniugato. Professione assistente edile. Civile. Tumulato a Paluzza.
Gressani Giovanni, di Angelo e Tomat Giovanna. Nato l’11/4/1912. Nato a Tolmezzo, residente a Paluzza, coniugato. Professione barbiere. Partigiano Osoppo Territoriale “Carnia”. Tumulato a Paluzza.
Moro Gelindo, di Odorico e Dorotea Teresina. Nato il 5/8/1920. Nato e residente a Sutrio, celibe. Professione falegname. Civile. Tumulato a Sutrio.
Pittino Adamo, di Alessandro e Englaro Elena. Nato il 9/10/1909. Nato Weier (Austria) e residente a Paluzza. Professione gerente cooperativa di consumo. Civile. Tumulato a Paluzza.
Selenati Enrico, di Pio e Moro Lucia. Nato il 19/10/1913. Nato e residente a Sutrio, coniugato. Professione bracciante. Civile. Tumulato a Sutrio.

Elenco vittime civili 9

Cucitti Albino
De Reggi Giovanni
De Reggi Mario
Del Bon Osvaldo
Dorotea Rino
Englaro Ernesto
Moro Gelindo
Pittino Adamo
Selenati Enrico

Elenco vittime partigiani 1

Gressani Giovanni

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


SS italiane reparto non precisato

Tipo di reparto: Waffen-SS

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Giuseppe Occelli

    Nome Giuseppe

    Cognome Occelli

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Giuseppe Occelli. Nato il 6 gennaio 1907, residente a Tarvisio. Professione Ufficiale dell’esercito italiano in servizio permanente effettivo, Waffen-Hauptsturmfuhrer der SS

    Note procedimento Procedimento penale contro Giuseppe Occelli Archivio di Stato di Udine, Fondo Corte d’Assise Straordinaria, busta E.c. 1, Registri delle sentenze 1946, sentenza n. 53 contro Giuseppe Occelli; (fascicolo processuale) Ivi, busta E.d. 12, fascicolo 201/45 «Giuseppe Occelli». Giuseppe Occelli è stato processato dalla Sezione speciale della Corte d’Assise di Udine l’8 marzo 1946; fu accusato di aver comandato un reparto dell’esercito tedesco in rastrellamento contro le formazioni partigiane in Istria, nel Collio, in Carnia e nel Canal del Ferro; fu accusato di intelligenza col nemico per aver fornito informazioni ai tedeschi sulla disposizione dei reparti italiani a Tarvisio nel settembre 1943; fu imputato di collaborazione politica per aver preso parte ad arresti, perquisizioni, atti di violenza contro patrioti e le popolazioni loro favorevoli ed aver partecipato ed eccidi e saccheggi. Riconosciuto colpevole dei primi due capi d’imputazione fu condannato a 24 anni di reclusione. Con sentenza del 24 ottobre 1946 la Corte di Cassazione dichiarò il reato estinto per amnistia annullando la sentenza senza rinvio. Tribunale competente Corte d’Assise Straordinaria di Udine

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • commemorazione a

    Tipo di memoria: commemorazione

    Descrizione: Ogni anno, nella domenica più vicina all’anniversario, nella cappella di malga Pramosio si tiene una messa di suffragio per le vittime alla quale partecipano molte persone. Altre commemorazioni si tengono in tutti i paesi interessati dall’evento.

Bibliografia


Alberto Buvoli – Ciro Nigris, Percorsi della memoria civile. La Carnia. La Resistenza, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, Udine 2004.
Alberto Buvoli - Franco Cecotti - Luciano Patat (a cura di), Atlante storico della lotta di liberazione italiana nel Friuli Venezia Giulia: una Resistenza di confine, 1943-1945, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione - Centro Isontino di ricerca e documentazione storica e sociale L. Gasparini - Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia - Istituto Provinciale per la Storia del Movimento di Liberazione e dell’età contemporanea, Udine-Gradisca d’Isonzo-Trieste-Pordenone 2006.
Pier Arrigo Carnier, L’armata cosacca in Italia 1944-1945, Mursia, Milano 1998.
Giovanni Angelo Colonnello, Guerra di liberazione, Friuli, Udine 1965.
Girolamo G. Corbanese – Aldo Mansutti, Zona di Operazioni del Litorale Adriatico. Udine – Gorizia – Trieste – Fiume – Pola – Lubiana. Settembre 1943 – maggio 1945. I Protagonisti, Aviani & Aviani, Udine 2009.
Alfio Englaro (a cura di), Rodolfo Di Centa (Rudy), Testimone oculare. Valle del Bût (Carnia) 1944-1945, Chei di Somavile, Paluzza (Ud) 2008.
Michele Gortani, Il martirio della Carnia dal 14 marzo 1944 al 6 maggio 1945, «Carnia», Tolmezzo (Ud) 1966.
Stefano Di Giusto, Operationszone Adriatisches Küsterland. Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana durante l’occupazione tedesca 1943-1945, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, Udine 2005.
Giorgio Liuzzi, Violenza e repressione nazista nel Litorale Adriatico (1943-1945), Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione per il Friuli Venezia-Giulia, Trieste 2015.
Antonio Toppan, Fatti e misfatti dell’occupazione tedesca in Carnia. Narrazione obbiettiva, Bellavitis, Sacile (Pn) 1948.
Francesco Vuga, La zona libera di Carnia e l’occupazione cosacca: luglio-ottobre 1944, Del Bianco, Udine 1961.

Sitografia


www.anpiudine.org

Fonti archivistiche

Fonti

Archivio della Curia Arcivescovile di Udine, Fondo Manoscritti nuovi, busta 810, fascicolo Nell’ora attuale gennaio-aprile 1945, Relazione sulla strage di malga Pramosio
Archivio Gortani, Museo Carnico delle Arti popolari “Michele Gortani” di Tolmezzo, Fondo Guerra 1940-1945, Buste 47-50, Relazioni sulle violenze subite delle popolazioni
AS Udine, Fondo Corte d’Assise Straordinaria, busta E.c. 1, Registri delle sentenze 1946, sentenza n. 53 contro Giuseppe Occelli; (fascicolo processuale) Ivi, busta E.d. 12, fascicolo 201/45 «Giuseppe Occelli»
IFSMLI, Fondo Rappresaglie eccidi arresti in Friuli, Busta 1, fascicolo 7, Relazione del segretario comunale di Paluzza sull’eccidio di civili del 21 luglio 1944 in località Malga Promosio di Paluzza.
IRSMLI Friuli Venezia-Giulia, Fondo Friuli, b. CXIII, fascicoli 4931-2 [sentenza contro Giuseppe Uccelli]
IRSMLI Friuli Venezia-Giulia, Fondo Magrini Aulo e famiglia, b. 1, fascicolo 8, Copia di relazione di Virgilio Candido, concernente l’incontro avuto con il Deutsche Berater für die Provinz Udine in Udine [consigliere germanico per la Provincia di Udine] e il prefetto di Udine relativamente alle violenze nazifasciste del 31 luglio 1944 a Paluzza e malga Pramosio; copia di lettera, di data 3 ottobre 1944, dell’arcivescovo di Udine Giuseppe Nogara all’Oberste Kommissar in der Operationszone Adriatisches Küstenland [supremo commissario della Zona di operazioni Litorale Adriatico], concernente le violenze naziste in Friuli.