TAPOGLIANO, CAMPOLONGO, 07.03.1945

(Udine - Friuli-Venezia Giulia)

Descrizione

Località Tapogliano, Campolongo Tapogliano, Udine, Friuli-Venezia Giulia

Data 7 marzo 1945

Matrice strage Fascista

Numero vittime 1

Numero vittime uomini 1

Numero vittime uomini adulti 1

Descrizione: Antonio Rosin lavorava per la Todt e verso le ore 17 del 7 marzo si trovava nei pressi dell’argine del Torre per raccogliere della legna prima di tornare a casa. Ad un certo punto vide correre verso di sé un uomo ferito, inseguito da due militi repubblicani. Il fuggiasco gli chiese la biciclette e Rosin, colto alla sprovvista, gliela diede, permettendogli così di seminare i suoi inseguitori. L’uomo in fuga era il partigiano Giuseppe Feresin “Eolo”, catturato poche ore prima dagli uomini di stanza presso la Caserma “Piave” di Palmanova. Gli inseguitori erano Giuseppe Coccolo e Giovanni Bianco, due uomini legati alla “Banda Ruggiero”, che per vendicarsi della fuga di “Eolo” colpirono con una raffica di mitra Rosin, colpevole di averlo aiutato a seminarli. Dal corpo di Rosin vennero sottratti documenti d’identità, un orologio e il portafogli.

Modalità di uccisione: fucilazione

Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Il partigiano “Eolo” avrebbe indicato nei nomi di Quinto Cragno e Giovanni Bianco gli autori dell’omicidio.
Tribunale di Udine, Fondo CAS Udine, procedimento n. 76/46 del reg. gen.
Il processo contro alcuni dei componenti della “Banda Ruggiero” venne celebrato dalla Corte Straordinaria d’Assise di Udine nel settembre del 1946. Le varie sedute d’udienza si svolsero in un clima molto teso, dato che ad innervosire il pubblico accorso in aula contribuì il comportamento degli imputati, i quali intonarono canti fascisti e si esibirono facendo il saluto romano. Per tali ragioni il giudice fu più volte costretto ad allontanare il pubblico e a continuare l’udienza a porte chiuse.
Ruggiero, Rebez e Rotigni (contumace) sarebbero stati condannati alla pena capitale. La pena sarebbe stata commutata nel 1947 in ergastolo e ridotta prima a 20 anni dal decreto di indulto del 9.2.1948 e poi a 19 per effetto di quello del 23.12.1949. Il 12 febbraio del 1954 la Corte d’Assise di Venezia applicò l’amnistia prevista dal decreto presidenziale del 19.12.1953 riducendo ulteriormente la pena a 5 anni.
Bianco, Cragno condannati in primo grado a 20 anni di reclusione, per effetto degli stessi indulti avrebbero prima ottenuto la decurtazione della pena e poi la libertà vigilata nel 1951,.
Tribunale competente:
Corte d’Assise Straordinaria di Udine

Scheda compilata da Irene Bolzon
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-06-20 11:30:12

Vittime

Elenco vittime

Rosin Antonio di Giobatta e Ronch Anna, nato a Tapogliano il 10.1.1890, ivi residente, civile.

Elenco vittime partigiani 1

Rosin Antonio

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Giovanni Bianco

    Nome Giovanni

    Cognome Bianco

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Il partigiano “Eolo” avrebbe indicato nei nomi di Quinto Cragno e Giovanni Bianco gli autori dell’omicidio.

    Note procedimento Tribunale di Udine, Fondo CAS Udine, procedimento n. 76/46 del reg. gen. Il processo contro alcuni dei componenti della “Banda Ruggiero” venne celebrato dalla Corte Straordinaria d’Assise di Udine nel settembre del 1946. Le varie sedute d’udienza si svolsero in un clima molto teso, dato che ad innervosire il pubblico accorso in aula contribuì il comportamento degli imputati, i quali intonarono canti fascisti e si esibirono facendo il saluto romano. Per tali ragioni il giudice fu più volte costretto ad allontanare il pubblico e a continuare l’udienza a porte chiuse. Ruggiero, Rebez e Rotigni (contumace) sarebbero stati condannati alla pena capitale. La pena sarebbe stata commutata nel 1947 in ergastolo e ridotta prima a 20 anni dal decreto di indulto del 9.2.1948 e poi a 19 per effetto di quello del 23.12.1949. Il 12 febbraio del 1954 la Corte d’Assise di Venezia applicò l’amnistia prevista dal decreto presidenziale del 19.12.1953 riducendo ulteriormente la pena a 5 anni. Alessandro Munaretto, condannato in primo grado a 20 anni di reclusione, per effetto degli stessi indulti avrebbe prima ottenuto la decurtazione della pena e poi la libertà vigilata nel 1951, così come Bianco, Cragno e Turrin. Tribunale competente: Corte d’Assise Straordinaria di Udine

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto 2. compagnia/1. battaglione/5. Reggimento della Milizia di Difesa Territoriale

  • Quinto Cragno

    Nome Quinto

    Cognome Cragno

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Il partigiano “Eolo” avrebbe indicato nei nomi di Quinto Cragno e Giovanni Bianco gli autori dell’omicidio.

    Note procedimento Tribunale di Udine, Fondo CAS Udine, procedimento n. 76/46 del reg. gen. Il processo contro alcuni dei componenti della “Banda Ruggiero” venne celebrato dalla Corte Straordinaria d’Assise di Udine nel settembre del 1946. Le varie sedute d’udienza si svolsero in un clima molto teso, dato che ad innervosire il pubblico accorso in aula contribuì il comportamento degli imputati, i quali intonarono canti fascisti e si esibirono facendo il saluto romano. Per tali ragioni il giudice fu più volte costretto ad allontanare il pubblico e a continuare l’udienza a porte chiuse. Ruggiero, Rebez e Rotigni (contumace) sarebbero stati condannati alla pena capitale. La pena sarebbe stata commutata nel 1947 in ergastolo e ridotta prima a 20 anni dal decreto di indulto del 9.2.1948 e poi a 19 per effetto di quello del 23.12.1949. Il 12 febbraio del 1954 la Corte d’Assise di Venezia applicò l’amnistia prevista dal decreto presidenziale del 19.12.1953 riducendo ulteriormente la pena a 5 anni. Alessandro Munaretto, condannato in primo grado a 20 anni di reclusione, per effetto degli stessi indulti avrebbe prima ottenuto la decurtazione della pena e poi la libertà vigilata nel 1951, così come Bianco, Cragno e Turrin. Tribunale competente: Corte d’Assise Straordinaria di Udine

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto 2. compagnia/1. battaglione/5. Reggimento della Milizia di Difesa Territoriale

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • museo a Caserma Piave di Palmanova

    Tipo di memoria: museo

    Ubicazione: Caserma Piave di Palmanova

    Descrizione: Presso la Caserma “Piave” di Palmanova, dove oggi sono ancora visibili quattro delle celle dove venivano eseguiti torture e interrogatori, per iniziativa del Comune, della Provincia di Udine e della Regione Friuli-Venezia Giulia è prevista la realizzazione del Museo Regionale della Resistenza. Nella parte esterna della Caserma è stata inoltre apposta una lapide in ricordo dei caduti riportante l’iscrizione “Qui, entro la cerchia della caserma “Piave” divenuta nel 1944 fino alla liberazione / del 1945, triste strumento di repressione e di morte al servizio dei nazifascisti, / centinaia di patrioti e di ostaggi furono costretti a immani sofferenze e supplizi / conclusisi per molti col martirio e con la morte. // Fra queste mura, uomini liberi e generosi in cospetto a torturatori e carnefici / seppero patire e morire affinché la prepotenza straniera e la oppressione interna / non dovessero più contaminare queste terre. // A monito e ammaestramento delle nuove generazioni // Il comune di Palmanova e l’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione del Friuli Venezia Giulia.\"

Bibliografia


Irene Bolzon, Repressione antipartigiana in Friuli. La Caserma “Piave” di Palmanova e i processi del dopoguerra, Kappa Vu, Udine, 2012.
Alberto Buvoli, Franco Cecotti e Luciano Patat (a cura di), Atlante storico della lotta di liberazione italiana nel Friuli Venezia Giulia. Una resistenza di confine 1943-1945, IRSML, IFSML, Istlib Pordenone, Centro Isontino di Ricerca Leopoldo Gasparini, Trieste-Udine-Pordenone-Gradisca, 2005.
Dino Virgili, La fossa di Palmanova. Nazisti e fascisti in Friuli, A cura dell'Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia, Circolo Comunale di Cultura di Palmanova. - 2a edizione, Udine, Del Bianco, 1995.
Pierluigi Visintin, Romano il Mancino e i Diavoli rossi, Kappa Vu, Udine, 2002.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

AS Udine, Fondo CAS Udine, procedimento n. 76/46 del reg. gen.