CERTOSA DI FARNETA, 02-10.09.1944

I Padri certosini del convento di Farneta, piccolo paese della periferia di Lucca, diventano nell’estate del 1944 punto di riferimento per gli appartenenti alla comunità locale, per sfollati, ebrei, ex-fascisti, tutti ospitati entro le mura della Certosa per evitare la violenza nazista e la deportazione. Il clima si fa più teso a partire dal mese di agosto, quando la “guerra contro i civili” colpisce anche la Piana di Lucca: la violenza tedesca cresce con la fine del mese, man mano che l’esercito alleato avanza da Sud, e si palesa la necessità di lasciare la Lucchesia per ritirarsi lungo la Linea Gotica. Nella notte del 2 settembre 1944, alla vigilia della Liberazione di Lucca, un gruppo di SS entra nel convento e rastrella le circa 100 persone, tra religiosi e civili, ivi residenti. Concentrate tutte le persone (monaci inclusi) in una stanza, la mattina successiva i tedeschi le fanno incamminare lungo la strada che conduce in Versilia. Le vittime sono rinchiuse sino al 6 settembre in un capannone nei pressi di Nocchi di Camaiore. Nel frattempo, in tutta la zona si intensificano le azioni di rastrellamento e di sfollamento forzato, ed anche la pressione sulle diverse formazioni partigiane che cercano di rallentare e ostacolare le operazioni di ritirata dalla Lucchesia in direzione della Versilia. Molte altre decine di civili vengono rinchiusi nel capannone di Nocchi. Già il pomeriggio del 3 settembre sono tre gli ostaggi che vengono prelevati e uccisi nella vicina Orbicciano. Il giorno successivo è la volta di altre 31 persone, caricate su dei camion, portate a Pioppeti e qui fucilate e poi legate agli alberi con del filo spinato, secondo un rituale che ritroviamo anche a Bardine San Terenzo e in altre stragi compiute dalle SS di Simon in Emilia. Coloro che son rimasti a Nocchi, il 6 settembre vengono condotti verso Massa e Carrara, in due distinti contingenti. Gli appartenenti al secondo gruppo passarono prima da Camaiore, e qui sono incolonnati insieme ad altri rastrellati provenienti dalla piana di Lucca e condotti a Massa. Due dei monaci più anziani, lo svizzero Martino Binz e l’ex-vescovo venezuelano Montes de Oca, chiedono di non proseguire a piedi non essendo in grado di affrontare il viaggio verso Massa a piedi: vengono uccisi tra Camaiore e il Montemagno. Giunti a Massa, i rastrellati della Certosa sono nuovamente divisi: gli abili al lavoro vengono inviati al campo di Fossoli (Modena)Modena) e, di qui, alcuni saranno poi deportati in Germania. I più anziani e i più qualificati agli occhi dei tedeschi (cioè coloro che ricoprivano le cariche principali all’interno della comunità monastica; ed altri ricercati politici, tra i quali l’ex-questore di Livorno Moraglia e il direttore dell’Ospedale Psichiatrico di Maggiano di Lucca, Lippi Francesconi) vengono prelevati nel corso della giornata del 10 settembre dal carcere di Malaspina di Massa, ed uccisi a piccoli gruppi.

Autore: Gianluca Fulvetti


3 episodi:

ORBICCIANO CAMAIORE 03.09.1944

MONTEMAGNO CAMAIORE 06.09.1944

MASSA 10.09.1944