Capodimonte di Bellante 12-06-1944

(Teramo - Abruzzo)

Descrizione

Località Bellante, Bellante, Teramo, Abruzzo

Data 12 giugno 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 2

Numero vittime uomini 2

Numero vittime uomini anziani 1

Numero vittime uomini senza informazioni 1

Descrizione: In seguito allo sfondamento alleato della linea Gustav, le truppe tedesche decisero di ripiegare verso il nord Italia. Il 12 giugno 1944, durante la fase di ritirata, un contingente nazista si accampò a Bellante, occupando l’edificio scolastico in Piazza Mazzini. Obiettivo tedesco era quello di recuperare viveri e attrezzature. Di certo il bestiame risultava un bene assai desiderato. I contadini locali, quindi, cercarono di nascondere o allontanare le mandrie. Tra di loro c’era Alfonso Martini che coltivava le terre della famiglia Tattoni. Malgrado ciò, trattandosi di un gregge assai vasto, il Martini non riuscì a celarlo. La stessa mattina del 12 giugno alcuni soldati nazifascisti giunsero nella masseria del Martini con l’intento di requisire bestiame e un carro agricolo. Inizialmente il contadino cercò di accontentarli. Nel momento in cui provò a dire che una mucca era in stato di gravidanza e un’altra aveva partorito da pochi giorni e che quindi le bestie non erano in grado di fare un lungo cammino, i soldati o perché non capivano la lingua o perché irritati alzarono le mani sul malcapitato. Nella confusione partì un colpo di moschetto, che sfiorò il contadino. In quel momento giunse il fratello di Alfonso, Paolo, che ferì con un falcione due tedeschi. I militi si diedero alla fuga e anche i due fratelli, che ripararono nei campi. Paolo riuscì a nascondersi, mentre Alfonso, raggiunto da una scarica di mitraglia, morì. Per ordine del comando nazista il corpo rimase per due giorni sul luogo del decesso. Le bestie furono rubate e la casa del Martini incendiata. L’episodio non si concluse lì. I nazisti volendo sacrificare dieci civili per ogni soldato ucciso o ferito, presero in ostaggio venti persone. Allineati sul piazzale del mulino di Pichinelli furono salvati dall’intervento del parroco, Mons. Oreste De Laurentiis e un altro sacerdote tedesco che seguiva la truppa. Tuttavia non si riuscì a evitare la morte di un prigioniero inglese al seguito dei nazisti.

Modalità di uccisione: fucilazione,uccisione con armi da fuoco

Violenze connesse: furto e-o saccheggio,incendio di abitazione

Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri

Tipo di massacro: ritirata
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Annotazioni: Nella stragrande maggioranza delle fonti ufficiali questo omicidio è omesso.
Il recupero della memoria dell’accaduto e la ricostruzione dell’episodio sono stati realizzati da Alessia D’Innocenzo.

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): A distanza di svariati decenni dall’episodio la crudeltà e la ferocia utilizzata risultano ancora presenti nella memoria del popolo di Bellante. La sensibilità della tranquilla comunità bellantese fu indelebilmente segnata dal passaggio delle truppe tedesche in ritirata.

Scheda compilata da Alessia D\'Innocenzo
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-07-29 08:51:09

Vittime

Elenco vittime

Martini Alfonso
Prigioniero inglese ignoto

Elenco vittime civili 1

Martini Alfonso

Elenco vittime prigionieri di guerra 1

Prigioniero inglese ignoto

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


114. Jäger-Division

Tipo di reparto: Wehrmacht
Appartenenza: Heer Wehrmacht

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a Bellante, Piazza Giuseppe Mazzini

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Bellante, Piazza Giuseppe Mazzini

    Descrizione: Lapide commemorativa concessa dalla cittadinanza di Bellante.

Bibliografia


Giovanni Di Girolamo, Bellante. Storia, immagini, uomini e leggende, Media Mosciano S. A, Comune di Bellante, 2006.

Sitografia


DHI Roma, La presenza militare tedesca in Italia 1943-1945.

Fonti archivistiche

Fonti

ACS, PCM (1944-47), b. 3546, f. 19.3/65540.
AS Teramo, Prefettura, Gabinetto, 3° versamento, b. 23 B.
Comune Bellante, RAM 1944.