Descrizione
Località Staffolo, Staffolo, Ancona, Marche
Data 4 maggio 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: Il 4 maggio 1944 una formazione di soldati tedeschi provenienti da Cingoli condussero ammanettato a Staffolo il giovane osimano Gino Volpini, componente della banda “Mario”. Sospettato di essere un partigiano, era stato fermato appena fuori dall’abitato mentre viaggiava a bordo di una motocicletta. Messo alle strette, il giovane riferì ai tedeschi le circostanze che lo avevano condotto fin lì e diede spiegazioni sul possesso del mezzo su cui stava viaggiando. In particolare riferì che la motocicletta gli era stata consegnata da Federico Camerucci, membro comunista in seno al Cln di Staffolo, come volontario contributo alla lotta partigiana. Il caso volle che quest’ultimo non si trovasse in casa quando i tedeschi entrarono nella sua abitazione sparando raffiche di mitra all’impazzata. Presero allora il fratello Alceste e uno sfollato di Ancona, Alberto Nacci, messi entrambi sotto la minaccia delle armi. Secondo alcune testimonianze, insieme a loro fu prelevata anche la moglie Eleonora. Federico Camerucci arrivò poco dopo, accompagnato da alcuni conoscenti e dal commissario prefettizio di Staffolo, Krüger Berti. Questi, avvalendosi anche della sua autorità, riuscì a distendere un po’ il clima e indurre i tedeschi alla calma. Iniziò così un drammatico confronto tra il giovane Volpini che, tremante, continuava a ripetere la sua versione dei fatti per cui avrebbe ricevuto la motocicletta da Camerucci con lo scopo di consegnarla al comando partigiano, e lo stesso Camerucci, il quale all’opposto insisteva, anch’egli disperatamente, che la moto gli era stata prelevata da Volpini sotto la minaccia di ritorsioni. La posizione dei testimoni, che convalidarono la versione di Camerucci, indusse i tedeschi ad addossare tutta la responsabilità a Volpini, che peraltro aveva ammesso la sua appartenenza alla causa partigiana. Liberati i due fratelli Camerucci e Nacci, i tedeschi condussero il giovane Volpini fuori dall’abitazione e, percorrendo il corso del paese, arrivarono di fronte al municipio. A quel punto, un militare delle SS puntò la sua arma su di lui e lo uccise.
Il corpo del giovane fu poi portato e sepolto al cimitero di Frontale. Da lì, il 9 ottobre dello stesso anno, fu traslato a Osimo nella chiesa di San Marco, dove si svolsero le esequie solenni, insieme con le salme di altri 9 partigiani caduti in combattimento.
Modalità di uccisione: fucilazione
Tipo di massacro: punitivo
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Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): In merito a questo episodio si aprì subito nella comunità un dibattito che si protrasse anche nel secondo dopoguerra. Krüger Berti, che fu testimone dei fatti, sposò appieno la versione data da Camerucci, il quale sosteneva di non essere affatto complice di Volpini. Al contrario, un’altra parte dell’opinione pubblica insinuò che il giovane Volpini fu lasciato completamente solo al proprio destino, un ottimo capro espiatorio per salvaguardare la nascosta rete del Comitato di Liberazione di Staffolo. Difatti il sacrificio del giovane osimano avrebbe garantito la salvezza a tutte le persone coinvolte, le quali, nel caso in cui i tedeschi avessero creduto alla sua versione, probabilmente sarebbero state uccise, senza che ciò, tuttavia, avesse potuto garantire la salvezza al partigiano. A distanza di anni questa polemica sembra superata. A prevalere è stata la tesi per cui in quel momento non solo era in gioco la vita di un membro del Cln locale che sostenne sempre la sua innocenza, ma era in pericolo la sicurezza di tutti i cittadini di Staffolo dalla più che probabile reazione tedesca allo scoprire una rete clandestina di combattenti e sostenitori della lotta antifascista.
Scheda compilata da Chiara Donati
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-07-31 17:20:21
Vittime
Elenco vittime
Volpini Gino, di anni 20, qualifica Non riconosciuto (17/10/1949).
Elenco vittime partigiani 1
Volpini Gino
Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Staffolo, Porta Venezia
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Staffolo, Porta Venezia
Descrizione: Il nome della vittima figura nella lapide posta a Porta Venezia, a Staffolo, insieme ai nomi dei sette detenuti del campo di Sforzacosta che il 29 giugno vennero uccisi nel contesto del cosiddetto eccidio della Val Musone. Sulla lapide è scritto: “Su ques
monumento a San Severino Marche, Viale Mazzini
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: San Severino Marche, Viale Mazzini
Descrizione: Il nome della vittima figura nel monumento alla Resistenza in viale Mazzini, a San Severino.