Descrizione
Località Mura di San Rocco, Arcevia, Ancona, Marche
Data 5 maggio 1944
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 5
Numero vittime uomini 5
Numero vittime uomini adulti 5
Descrizione: Paese essenzialmente agricolo, ma situato nelle vicinanze di un rilevante centro di estrazione dello zolfo (nella frazione Cabernardi del confinante comune di Sassoferrato), con delle tradizioni politiche progressiste radicate – smorzate solo apparentemente dal fascismo, che pure non era rimasto senza radici nella zona, nel corso del suo ventennale regime – Arcevia vide nascere e consolidarsi dopo l’armistizio dell’8 settembre una Resistenza vigorosa contro le strutture di potere e militari del Terzo Reich e della RSI; un movimento che raccolse elementi locali, antifascisti dei centri più importanti della provincia di Ancona – dal capoluogo ad Osimo, da Jesi a Senigallia – ed ex prigionieri di guerra di varia provenienza.
Nell’aprile del 1944 la pressione delle formazioni militari della Resistenza nei confronti delle strutture e degli uomini dell’occupante germanico e dell’alleato Stato fascista repubblicano si intensificò: dopo molti anni si poté festeggiare la festa del Primo Maggio 1944 in un’atmosfera di relativa libertà – il presidente del CLN, Mario Zingaretti, tenne comizi ad Arcevia e nelle frazioni di Montefortino e Piticchio – e tranquillità.
I nazifascisti reagirono con un imponente rastrellamento condotto nelle giornate del 4 e del 5/05/1944, in cui si inseriscono gli episodi oggetto di analisi nella scheda. A Monte Sant’Angelo i patrioti uccisi furono almeno ventiquattro. (senza contare le vittime civili), non si sa se uccisi in combattimento o meno; anche la frazione di Montefortino pagò un alto tributo di sangue: quattordici giovani, partigiani o presunti furono rastrellati, seviziati e massacrati. Infine, per dare un esempio “definitivo” al Comune ribelle, venne allestita una fucilazione esemplare – alla presenza della cittadinanza – sotto le mura di San Rocco di Arcevia.
I comandi germanici applicarono, contestualmente al rastrellamento, la tattica della “caccia al lavoratore” adoperata in contemporanea nei paesi dell’entroterra maceratese. Circa settanta giovani arceviesi vennero catturati e portati nel campo di concentramento di Sforzacosta (Macerata), per essere poi deportati in Germania: due (Luigi Carboni e Giorgio Santini) non tornarono.
Il feroce rastrellamento dette la stura a una guerra civile aspra e sanguinosa – che portò all’esecuzione sommaria di tredici persone da parte dei partigiani locali nella notte tra il 13 ed il 14/07/1944 nella località di Madonna dei Monti.
Modalità di uccisione: fucilazione
Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Non si è giunti ad una attribuzione definitiva dei reparti impegnati: le fonti della cronaca locale hanno fatto propria la cifra di “2.000 nazifascisti” impiegati nelle azioni del maggio 1944. Sicuramente vi parteciparono diversi reparti tedeschi e della RSI, con buona coordinazione, per garantire un completo controllo del territorio: l’unica struttura di comando che poteva garantire tale operatività era il competente Stato maggiore per lotta contro le bande (Banden-Bekämpfungsstab), comandato dal generale della Ordungspolizei Jürgen von Kamptz, insediato in provincia di Perugia (Spoleto). Ai suoi ordini operavano il 1./SS-Polizei-Regiment 20 (comandato dal maggiore Werner Wilcke) ed alcune compagnie del II./Brandemburg 3 (assieme al battaglione M IX Settembre). Forse anche l’Einsatz-Kommando Bürger ha partecipato ad azioni organizzate da questa struttura repressiva. Il Banden-Bekämpfungstabes von Kamptz, nel periodo immediatamente precedente (dal 17/04 al 01/05), ha compiuto grandi azioni di rastrellamento nelle province di Macerata e Perugi
Annotazioni: I punti ancora da chiarire rimangono:
1. l’identificazione di tutti i caduti nella strage del Monte Sant’Angelo. Dopo la strage, non vi furono funerali pubblici, ma frettolose sepolture in fosse comuni; le autorità civili non annotarono gli atti di morte nei registri del Comune. Solo più di un mese dopo, a seguito della sentenza pronunciata dal Tribunale Penale e Civile di Ancona – a quel tempo sfollato a Montecarotto, non lontano da Arcevia – il 30/05/1944, si procedette per gradi a “sanare” legalmente la questione, ma il risultato fu inevitabilmente lacunoso;
2. l’identificazione certa dei reparti autori delle stragi del Monte Sant’Angelo e di Montefortino;
3. il ruolo dei delatori.
Cfr. Sant'Angelo, Arcevia, 04.04.1944 e Montefortino, Arcevia, 04.05.1944
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Il feroce rastrellamento diede la stura a una guerra civile aspra e sanguinosa tra fascisti e resistenti locali – che portò all’esecuzione sommaria di tredici persone da parte dei partigiani nella notte tra il 13 ed il 14/07/ 1944 nella località di Madonna dei Monti. Il paese si schierò in maniera compatta con la Resistenza, “ad escludendum” degli esponenti di Salò (significativo il cartello esposto sul portone del municipio all’indomani del 14/07, che riportava: “Non suonate le campane a morto, son traditori della Patria”).
Scheda compilata da MARCO FIORI
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2018-12-25 18:40:46
Vittime
Elenco vittime
Cappannini Eraclio (d.d.n. 08/01/1924, nato e residente a Jesi – AN, paternità Otello), qualifica Partigiano caduto, distaccamento S. Angelo (04/11/1943 - 04/05/1944);
Latieri Giuseppe (d.d.n. nato e residente a Montecarotto - AN), qualifica Partigiano caduto, distaccamento S. Angelo (20/11/1943 – 04/05/1944).
Milletti Giuseppe (d.d.n. 27/02/1919, nato e residente ad Arcevia - AN), qualifica Partigiano caduto, distaccamento S. Angelo (15/09/1943 - 04/05/1944);
Patregnani Marino (d.d.n. 16/06/1922, nato ad Arcevia e residente a Barbara - AN), qualifica Partigiano caduto, distaccamento S. Angelo (15/09/1943 - 04/05/1944), grado Vice comandante Btg. – Sotto tenente;
Scipioni Dealdo (d.d.n. 07/10/1926, nato e residente ad Arcevia – AN, paternità Francesco), qualifica Partigiano caduto, distaccamento S. Angelo (19/11/1943 - 04/05/1944)
Elenco vittime partigiani 5
Cappannini Eraclio
Latieri Giuseppe
Milletti Giuseppe
Patregnani Marino
Scipioni Dealdo
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Alessandro Pantaleoni
Nome Alessandro
Cognome Pantaleoni
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile anni 46, residente in Arcevia ove era direttore dell’ufficio delle imposte di consumo, collaboratore del capitano Vincenzo Paggi, delatore e collaboratore
Note procedimento procedimento nella Sezione speciale di Corte di Assise di Ancona (sentenza 05/03/1946, condanna all’ergastolo).
Bolivia Magnanini
Nome Bolivia
Cognome Magnanini
Ruolo nella strage Delatore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile anni 23, residente in Arcevia
Note procedimento procedimento nella Sezione speciale di Corte di Assise di Ancona (sentenza 07/12/1945, condanna a morte in contumacia)
Memorie
Memorie legate a questa strage
onorificenza alla città a Arcevia
Tipo di memoria: onorificenza alla città
Ubicazione: Arcevia
Descrizione: Per tutto il sangue versato e le sofferenze patite, al comune di Arcevia fu data la medaglia di bronzo al valor militare.
cippo a Arcevia, via Sarocco
Tipo di memoria: cippo
Ubicazione: Arcevia, via Sarocco
Descrizione: Cippo in ricordo di partigiani fucilati ad Arcevia
monumento a Arcevia, giardini G. Leopardi
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Arcevia, giardini G. Leopardi
Anno di realizzazione: 1964
Descrizione: Monumento al Partigiano di Arcevia, sotto ai giardini pubblici “Giacomo Leopardi”, autore Romolo Augusto Schiavoni (inaugurato il 10/05/1964).