CAVAZZONA CASTELFRANCO EMILIA GENNAIO 1945

(Modena - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Cavazzona, Castelfranco Emilia, Modena, Emilia-Romagna

Data 1 gennaio 1945 - 31 gennaio 1945

Matrice strage Fascista

Numero vittime 1

Numero vittime uomini 1

Numero vittime uomini adulti 1

Descrizione: Il 23 dicembre 1944 Ginardo Berti fu invitato dal fascista repubblicano, e milite delle Bn, Aldo Minardi, che conosceva, a recarsi al comando del distaccamento della 23ª Bn di Imola per conferire con il comandante Alberto Gentilini in merito al figlio di Berti, Alvaro, ex milite della Bn, vice di Gentilini, che aveva disertato accusando, in uno scritto inviato a Gentilini, i fascisti di commettere delle ingiustizie. Molto probabilmente per punire il figlio, o per ottenere informazioni su di lui, Ginardo Berti venne trattenuto e arrestato, sottoposto a sevizie a Imola e, dopo alcuni giorni, fu trasferito alla caserma di via Borgolocchi a Bologna dove aveva sede la 23ª Bn. In un giorno di gennaio 1945 le Bn portarono Berti verso Modena e lo uccisero con colpi di pistola alla testa in località Cavazzona nei pressi di Castelfranco Emilia (MO), abbandonando il corpo lungo la strada. La salma fu rinvenuta il 18 gennaio 1945 da un capitano del 37° deposito misto provinciale in località Cavazzona (MO) mentre stava trasportando con un autoambulanza il cadavere di un maggiore rimasto ucciso in un mitragliamento aereo da Castelfranco Emilia a Bologna. Un sottufficiale tedesco chiese al capitano di caricare anche il cadavere di Berti e di portarlo a Bologna. Il capitano portò la salma all’Istituto di medicina legale, dove, dopo esame autoptico e in mancanza di riconoscimento del cadavere, si decise di seppellire Berti al cimitero di Borgo Panigale. La moglie di Berti, Maria Loreti, cercò di avere notizie del marito recandosi a Bologna il 19 gennaio 1945 presso il comando della Bn, dove le fu detto che Berti era stato rilasciato il 12 gennaio. Dopo la liberazione Maria Loreti, recatasi nei cimiteri di Bologna per cercare il marito di cui non sapeva nulla, riconobbe i suoi abiti all’Istituto di medicina legale e venne a sapere la sorte dell’uomo e dove era sepolto.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Tipo di massacro: punitivo
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Estremi e note penali: - Dopo il ritrovamento del corpo di Berti il 18 gennaio 1945, il giudice istruttore presso il tribunale di Bologna aprì un fascicolo contro ignoti per l’uccisione di Berti, ma, essendo stato commesso l’omicidio in provincia di Modena, l’8 febbraio 1945 il giudice dichiarò l’incompetenza territoriale di Bologna sul caso di cui doveva occuparsi il tribunale di Modena.
- Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Minardi Aldo (nato a Imola (BO) il 17/08/1901, iscritto al Pnf e poi al Pfr, membro delle Bn come magazziniere), imputato di collaborazionismo e per aver indotto Berti a presentarsi al comando della Bn di Imola. Un testimone che conobbe Berti in cella alla caserma di via Borgolocchi disse che lo stesso Berti gli aveva detto che Minardi era stato presente al momento delle torture; altri testimoni invece dissero che Minardi si era comportato correttamente verso antifascisti e partigiani anche cercando di informarli su rastrellamenti e di aiutarli; sia Minardi che alcuni testimoni dichiararono che quando Minardi disse a Berti di recarsi al comando della Bn non sapeva che volessero arrestarlo. Un testimone in servizio al carcere di Imola disse che Minardi durante la permanenza di Berti non si recò al carcere di Imola, mentre suo fratello, anch’egli milite della Bn, che era un fascista convinto, si recò alla Rocca in quel periodo. Il procedimento si concluse con sentenza del 07/11/1945 di assoluzione perché il fatto non costituisce reato.

Annotazioni: - Secondo alcune fonti Berti fu ucciso il 17, secondo altre il 18 gennaio 1945. Il corpo fu ritrovato il 18 e il medico legale il 20 gennaio scrisse che la morte risaliva a oltre due giorni. La moglie dichiarò che i fascisti della caserma delle Bn di via Borgolocchi le dissero che era stato rilasciato il 12 gennaio. Il suo compagno di cella nella caserma di via Borgolocchi lo vide il 4 gennaio 1945, poi fu trasferito al carcere di San Giovanni in Monte e non seppe più nulla di Berti.
- Il figlio di Berti, Alvaro Berti, aveva aderito al fascismo repubblicano e alle Bn ed era stato vicecomandante del presidio di Imola. Nel settembre 1944 decise di disertare e di unirsi ai partigiani sull’Appennino tra la Romagna e la Toscana. Abbandonando il reparto scrisse una lettera al comandante Gentilini nella quale accusava le Brigate nere di commettere azioni violente e ingiuste. Raggiunta la 36ª brigata Garibaldi fu, dal comando di questa, inviato verso la Toscana. Qui si mise in contatto con le truppe alleate e venne assegnato con funzioni di interprete presso un battaglione di lavoratori. Morì in circostanze non chiarite nel febbraio del 1945 nella zona fra Marradi e Palazzuolo sul Senio (FI).

Scheda compilata da ROBERTA MIRA
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2017-04-18 07:50:55

Vittime

Elenco vittime

Berti Ginardo, nato a Imola (BO) il 22/01/1896. Padre di un milite delle Bn di Imola che disertò.

Elenco vittime civili 1

Berti Ginardo,

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Aldo Minardi

    Nome Aldo

    Cognome Minardi

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile - Nel maggio 1945 Aldo Minardi (nato a Imola (BO) il 17/08/1901, iscritto al Pnf e poi al Pfr, membro delle Bn come magazziniere) fu arrestato a Cologna Veneta (VR) dove si era recato in licenza presso la sua famiglia sfollata e dove era rimasto dopo aver appreso della liberazione di Imola, quando decise di non seguire la 23ª Bn di Bologna che era trasferita a Verona e che stava partendo per Milano. Fu consegnato con altri 15 fascisti imolesi ai partigiani di Imola e quando il 27 maggio 1945 furono portati in città il camion venne assalito dalla folla che linciò i fascisti. Solo Minardi e altri tre uomini si salvarono.

    Note procedimento - Dopo il ritrovamento del corpo di Berti il 18 gennaio 1945, il giudice istruttore presso il tribunale di Bologna aprì un fascicolo contro ignoti per l’uccisione di Berti, ma, essendo stato commesso l’omicidio in provincia di Modena, l’8 febbraio 1945 il giudice dichiarò l’incompetenza territoriale di Bologna sul caso di cui doveva occuparsi il tribunale di Modena. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Minardi Aldo (nato a Imola (BO) il 17/08/1901, iscritto al Pnf e poi al Pfr, membro delle Bn come magazziniere), imputato di collaborazionismo e per aver indotto Berti a presentarsi al comando della Bn di Imola. Un testimone che conobbe Berti in cella alla caserma di via Borgolocchi disse che lo stesso Berti gli aveva detto che Minardi era stato presente al momento delle torture; altri testimoni invece dissero che Minardi si era comportato correttamente verso antifascisti e partigiani anche cercando di informarli su rastrellamenti e di aiutarli; sia Minardi che alcuni testimoni dichiararono che quando Minardi disse a Berti di recarsi al comando della Bn non sapeva che volessero arrestarlo. Un testimone in servizio al carcere di Imola disse che Minardi durante la permanenza di Berti non si recò al carcere di Imola, mentre suo fratello, anch’egli milite della Bn, che era un fascista convinto, si recò alla Rocca in quel periodo. Il procedimento si concluse con sentenza del 07/11/1945 di assoluzione perché il fatto non costituisce reato.

    Tipo di reparto fascista Brigata Nera

    Nome del reparto 23. Brigata nera “Eugenio Facchini” di Bologna

Memorie
Bibliografia


- G. Cenni, Imola sotto il terrore della guerra. 25 Luglio 1943- 14 Aprile 1945, Tipografia SCOT, Bagnacavallo (RA), 1948, pp. 97-99.
- Nazario Galassi, Imola dal fascismo alla Liberazione 1930-1945, University Press Bologna, Imola, 1995, pp. 333 e 378.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

- ASBO, Corte d’appello di Bologna, Penale, Corte d’assise straordinaria, Sentenze, vol. 26, 1945, sentenza n. 231.
- ASBO, Corte d’appello di Bologna, Penale, Corte d’assise straordinaria, fasc. proc. n. 223/1945.