Descrizione
Località Ca’ di Guzzo, Castel del Rio, Bologna, Emilia-Romagna
Data 28 settembre 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 11
Numero vittime uomini 11
Numero vittime uomini adulti 11
Descrizione: Nel corso degli spostamenti lungo la linea del fronte e nelle retrovie verso la pianura ordinati dal Comando unico militare Emilia-Romagna (Cumer) nell’autunno 1944 in previsione di una rapida avanzata degli alleati e della prossima fine del conflitto, una compagnia della 36ª brigata Garibaldi Bianconcini (circa 50 partigiani), guidata da Umberto Gaudenzi, il 27 settembre si acquartierò a Ca’ di Guzzo tra Belvedere di Castel del Rio (BO) e Casoni di Romagna (loc. del Comune di Sassoleone, BO). Nel casolare abitavano la famiglia di mezzadri Salvatori e alcuni sfollati. Nella zona si stava spostando la 362ª divisione di fanteria della Wehrmacht in ripiegamento e Ca’ di Guzzo si trovava su una linea ideale di difesa tedesca per arginare un possibile sfondamento da parte alleata nella valle del Sillaro in direzione di Castel San Pietro (BO) e della via Emilia. I partigiani si trovavano dunque in un punto “caldo” fra gli schieramenti avversari e la loro presenza non poteva che infastidire i nazisti.
Dopo aver battuto la zona con i mortai e le mitragliatrici pesanti nei giorni precedenti e dopo un primo attacco nella mattina del 27 settembre, con cui i tedeschi causarono feriti e morti tra i partigiani (è il caso di Luciano Proni “Kid” ferito e di Alfredo Olivieri ucciso da schegge di mortaio), nella notte tra il 27 e il 28 settembre un battaglione del 956° reggimento della 362ª circondò Ca’ di Guzzo. I partigiani, impossibilitati ad uscire mandarono un piccolo gruppo a chiedere l’intervento della compagnia di Oscar Poli della 36ª, acquartierata poco lontano a Casoni di Mezzo (sud-est di Casoni di Romagna), e della 62ª brigata Garibaldi Camicie Rosse il cui comando si trovava a Ca’ dei Gatti (est di Casoni di Romagna). Quelli rimasti dentro la casa, nonostante le perdite e i feriti gravi, resistettero tenacemente agli attacchi tedeschi, sostenuti da mortai e mitragliatrici, fino alla mattina successiva quando intervennero il gruppo uscito a cercare rinforzi, una ventina di uomini della compagnia di Oscar Poli e alcuni partigiani della 62ª che attaccarono i tedeschi per aprire un varco fino alla casa e fare uscire i partigiani assediati. L’azione all’esterno della casa non ottenne il successo sperato, ma tre partigiani raggiunsero il casolare e quelli all’interno si prepararono per uscire: si divisero in due gruppi e a Ca’ di Guzzo con i civili restarono solo Jacques (un francese ex prigioniero dei tedeschi liberato dai partigiani e aggregatosi alla 36ª), Isidoro Renda, Wladimiro Balducci e Domenico Sportelli, oltre ai feriti (Tarcisio Naldi, Paolo Betti, Francesco Campomori e Renzo Nardi) con il medico Gianni Palmieri e l’odontotecnico Enes Franceschini che lo aiutava. Non appena fuori, gli scontri con i tedeschi furono violenti e furono pochi i partigiani che riuscirono a raggiungere Casoni di Romagna.
Una volta entrati all’interno del casolare i tedeschi fecero uscire tutti e li allinearono contro il muro minacciandoli di fucilazione; poi separarono gli uomini dalle donne, portarono davanti al letamaio Wladimiro Balducci, Paolo Betti, Francesco Campomori, Tarcisio Naldi, Renzo Nardi, Isidoro Renda, Domenico Sportelli, Mario Ferretti, Medardo Mallini, Pietro Coppi e Giancarlo Gardi e li uccisero. Il medico partigiano Gianni Palmieri fu portato via dai tedeschi e ucciso presso Le Piane (BO).
Tra caduti in combattimento, morti in seguito alle ferite e uccisi in esecuzioni i morti partigiani e civili di Ca’ di Guzzo furono circa 30. 18 furono i corpi rinvenuti nella fossa vicino al letamaio: gli uccisi nella strage più alcuni partigiani caduti in combattimento. Gli altri corpi vennero ritrovati attorno a Ca’ di Guzzo.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: furto e-o saccheggio
Tipo di massacro: punitivo
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Annotazioni: Nazario Galassi parla del II battaglione del 956° reggimento della 362ª divisione; Ferruccio Montevecchi del I battaglione di un reggimento della 362ª. Alcune fonti parlano di SS e paracadutisti tedeschi, ma nel libro sulla storia della 362ª del generale Heinz Greiner, comandante della divisione (Kampf um Rom. Inferno am Po, 1968) è presente una descrizione degli scontri di Ca’ di Guzzo, definiti come un grande ostacolo per il posizionamento di un battaglione della divisione sulla linea di difesa stabilita (cit. in Galassi, pp. 278-279).
- Secondo il Dizionario sarebbero morti in combattimento Balducci, Betti, Campomori, Coppi (definito partigiano e non civile).
- Il Dizionario inserisce tra i partigiani anche i nominativi dei quattro uomini indicati come civili da Montevecchi e Galassi: Coppi, Ferretti, Gardi e Mellini. I nomi di questi, tranne nel caso di Gardi, non compaiono sul cippo eretto a Ca’ di Guzzo. Relativamente a Mario Ferretti i testimoni Giuseppe Ciarlatani, Andrea Suzzi e Cesare Vivoli, che erano sfollati all’interno del casolare di Ca’ di Guzzo, dichiararono ai carabinieri che Mario Ferretti era nel gruppo dei partigiani che arrivarono nella casa. Secondo la dichiarazione della moglie di Ferretti ai carabinieri Ferretti fu rastrellato in località Belvedere con altri, portato a Ca’ di Guzzo e fucilato. In alcuni resoconti si legge che i tedeschi prima di iniziare l’assedio a Ca’ di Guzzo si fecero precedere da alcuni civili italiani per avvicinarsi alla casa senza insospettire chi era all’interno. Mario Ferretti era il marito di una delle figlie di Marsilio Salvatori, Clementina, la cui famiglia lavorava il podere di Ca’ di Guzzo a mezzadria. Presso Ca’ di Guzzo vi erano infatti Marsilio Salvatori, la moglie e i figli. Secondo la maggior parte delle fonti Clementina Salvatori e il marito Mario Ferretti si trovavano a Ca’ di Guzzo, ma Clementina nella dichiarazione resa ai carabinieri nel dopoguerra disse che suo marito fu rastrellato e portato a Ca’ di Guzzo dove fu ucciso; nulla dice sulla propria presenza a Ca’ di Guzzo. Gian Giuseppe Palmieri indica come civile Mario Ferretti, mentre di Gardi dice che svolse il ruolo di staffetta e di Mallini e Coppi che collaborarono con i partigiani durante gli scontri di Ca’ di Guzzo pur non prendendovi parte direttamente.
- Galassi afferma che furono tre i partigiani della 62ª brigata Garibaldi Camicie Rosse, del gruppo di coloro che seguirono Guerrino De Giovanni a Ca’ di Guzzo quando questi chiese rinforzi, a morire negli scontri: Ezio Bittini, Oriello Zaniboni e un terzo che Galassi identifica con Amedeo Bernardi. Nel Dizionario dei partigiani non risulta un Amedeo Bernardi della 62ª deceduto; è presente un Amedeo Bernardi della 36ª, vivente nel 1945. È probabile che il terzo partigiano della 62ª morto in combattimento sia Giuseppe Sabbadini il cui nominativo risulta dalla testimonianza di Umberto Magli e dal testo di Gian Giuseppe Palmieri. Sul cippo di Ca’ di Guzzo sono presenti i nominativi sia di Bernardi che di Sabbadini (indicato come Sabatini). Bernardi non compare invece nella lapide dedicata ai caduti della 62ª brigata Garibaldi, posta a Ca’ dei Gatti dove aveva sede il comando della brigata: qui dei caduti a Ca’ di Guzzo figurano Zaniboni e Sabbadini.
- Secondo il testo di Gian Giuseppe Palmieri il partigiano “Cac” Renzo Nardi morì in combattimento, ma nell’elencare i feriti rimasti a Ca’ di Guzzo, che furono poi uccisi, Palmieri include un partigiano detto “Il ferrarese” e si tratta appunto di “Cac” Renzo Nardi.
- Sul cippo di Ca’ di Guzzo sono inseriti anche i nominativi di Aldo Galassi (che partecipò alla battaglia, riuscì ad allontanarsi e morì in un campo minato nel tentativo di passare il fronte il giorno successivo agli scontri), Amedeo Bernardi (v. annotazione precedente), Gianni Palmieri (catturato a Ca’ di Guzzo e ucciso a Le Piane (BO)) e Alfredo Olivieri (ucciso in combattimento da schegge di mortaio il giorno prima degli scontri di Ca’ di Guzzo).
- Umberto Magli nella sua testimonianza fa riferimento ad uno scontro tra partigiani e una pattuglia di tedeschi precedente l’attacco tedesco a Ca’ di Guzzo, scontro in cui furono uccisi due tedeschi e altri due furono catturati, interrogati e infine uccisi. La stessa notizia compare nel volume di Gian Giuseppe Palmieri dedicato al figlio Gianni Palmieri.
Episodi collegati:
Le Piane (BO), 29 o 30 settembre 1944.
Scheda compilata da ROBERTA MIRA
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2017-04-29 15:34:46
Vittime
Elenco vittime
- Balducci Wladimiro “Filép”, nato a Imola (BO) il 04/02/1926, meccanico. Riconosciuto partigiano della 36ª brigata Garibaldi Bianconcini dal 01/06/1944 al 27/09/1944.
- Betti Paolo “Cicci”, nato a Lugo (RA) il 01/05/1924, residente a Imola (BO), meccanico. Riconosciuto partigiano della 36ª brigata Garibaldi Bianconcini dal 01/06/1944 al 27/09/1944.
- Campomori Francesco “Liano”, nato a Ozzano dell’Emilia (BO) il 02/05/1925, residente a Castel San Pietro Terme (BO). Partigiano della 36ª brigata Garibaldi Bianconcini, venne ferito nei giorni precedenti l’attacco principale a Ca’ di Guzzo da colpi di mortaio tedeschi a Ca’ di Giulio, dove si trovava con la compagnia di Oscar Poli, e fu curato da Gianni Palmieri a Ca’ di Guzzo. Riconosciuto partigiano.
- Coppi Pietro o Piero, nato a Fornovo di Taro (PR) il 01/03/1914, residente a Bologna, commesso. Sfollato con i familiari a Ca’ di Guzzo, marito di Diana Gardi e cognato di Giancarlo, Norina e Loredana Gardi. Civile (ma riconosciuto partigiano dal 15/05/1944 al 27/09/1944).
- Ferretti Mario, nato a Firenzuola (FI) il 25/01/1907, residente a Belvedere di Castel del Rio (BO). Marito di Clementina Salvatori, genero di Marsilio Salvatori e Rosa Montefiori e cognato di Primo, Vincenzo, Cherubina e Augusto Salvatori. Civile (ma riconosciuto partigiano).
- Gardi Giancarlo, nato a Bologna il 05/12/1923, operaio meccanico. Fratello di Diana, Loredana e Norina, sfollato con le sorelle, la madre e il cognato Pietro Coppi a Ca’ di Guzzo. Civile (ma riconosciuto partigiano dal 01/11/1943 al 28/09/1944).
- Mallini Medardo, nato a Monte San Pietro (BO) il 02/07/1905, residente a Bologna, magazziniere. Figlio di Giuseppina Corvetti e marito di Zelinda Strada, cognato di Gigina e Emilia Strada. Sfollato con i familiari a Ca’ di Guzzo. Civile (ma riconosciuto partigiano dal 01/04/1944 al 28/09/1944).
- Naldi Tarcisio “Cisio”, nato a Castel del Rio (BO) il 21/02/1919. Caponucleo nella 36ª brigata Garibaldi. Ferito all’interno di Ca’ di Guzzo durante i combattimenti. Riconosciuto partigiano dal 01/06/1944 al 27/09/1944.
- Nardi Renzo “Cac”, nato a Ferrara il 05/06/1920. Caposquadra nella 36ª brigata Garibaldi. Ferito all’interno di Ca’ di Guzzo durante i combattimenti. Riconosciuto partigiano dal 20/05/1944 al 28/09/1944.
- Renda Isidoro, nato a Tunisi (Tunisia) il 15/09/1920, residente a Imola (BO), muratore. Ispettore di battaglione nella 36ª brigata Garibaldi. Riconosciuto partigiano dal 01/06/1944 al 28/09/1944.
- Sportelli Domenico, nato a Imola (BO) il 22/10/1921, operaio meccanico. Caposquadra nella 36ª brigata Garibaldi. Ferito all’interno di Ca’ di Guzzo durante i combattimenti. Riconosciuto partigiano dall’11/04/1944 al 28/09/1944.
Elenco vittime civili 4
Coppi Pietro o Piero
Ferretti Mario
Gardi Giancarlo
Mallini Medardo
Elenco vittime partigiani 7
Balducci Wladimiro
Betti Paolo
Campomori Francesco
Naldi Tarcisio
Nardi Renzo
Renda Isidoro
Sportelli Domenico
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
cippo a Ca\
Tipo di memoria: cippo
Ubicazione: Ca\' di Guzzo Castel del Rio
Descrizione: cippo che ricorda gli avvenimenti del 27-28/09/1944 e riporta i nomi dei morti partigiani e la cifra di 8 civili uccisi.
monumento a Belvedere (BO), via Sillaro
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Belvedere (BO), via Sillaro
Descrizione: monumento che ricorda gli eventi di Ca’ di Guzzo.
lapide a Ca’ dei Gatti
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Ca’ dei Gatti
Descrizione: lapide sulla sede del comando della 62ª brigata Garibaldi con i nomi dei caduti della brigata; vi compaiono Oriello Zaniboni e Giuseppe Sabbadini.
monumento a Bologna, piazza del Nettuno
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, piazza del Nettuno
Descrizione: sacrario dei caduti partigiani; vi sono ricordati Balducci, Betti, Bittini, Calamelli, Campomori, Conti, Coppi, Curti, Ferretti, Fornaciari, Gardi, Mallini, Mirri, Naldi, Nardi, Ronchini, Renda, Sportelli, Valli, Zaniboni.
monumento a Bologna, cimitero della Certosa
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, cimitero della Certosa
Descrizione: monumento ossario dei caduti partigiani; vi sono sepolti Coppi, Gardi, Mallini, Zaniboni.
lapide a Imola (BO), via Garibaldi 42
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Imola (BO), via Garibaldi 42
Descrizione: lapide che ricorda Paolo Betti con data di nascita e morte e l’iscrizione «caduto per la libertà».
lapide a Imola (BO), viale Pisacane 12
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Imola (BO), viale Pisacane 12
Descrizione: lapide che ricorda Wladimiro Balducci con data di nascita e morte e l’iscrizione «caduto per la libertà».
lapide a Imola (BO), via Bucci
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Imola (BO), via Bucci
Descrizione: lapide che ricorda Giuseppe Curti con data di nascita e morte e l’iscrizione «caduto per la libertà».
lapide a Imola (BO), via Quarto
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Imola (BO), via Quarto
Descrizione: lapide che ricorda Vladimiro Nanni con data di nascita e morte e l’iscrizione «caduto per la libertà».
lapide a Imola (BO), via Digione 25
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Imola (BO), via Digione 25
Descrizione: lapide che ricorda Antonio Mirri con data di nascita e morte e l’iscrizione «caduto per la libertà».
lapide a Imola (BO), via Case di Dozza 44
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Imola (BO), via Case di Dozza 44
Descrizione: lapide che ricorda Domenico Sportelli con data di nascita e morte e l’iscrizione «caduto per la libertà».
lapide a Imola
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Imola
Descrizione: lapide che ricorda Ezio Bittini con data di nascita e morte e l’iscrizione «caduto per la libertà».
monumento a Imola (BO), piazzale Leonardo da Vinci
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Imola (BO), piazzale Leonardo da Vinci
Descrizione: monumento al partigiano; sulle lapidi poste attorno al monumento sono ricordati Balducci, Betti, Bittini, Calamelli, Curti, Mirri, Nanni, Renda, Sportelli.
luogo della memoria a Imola
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Imola
Descrizione: una strada è intitolata a Calamelli.
luogo della memoria a Riolo Terme
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Riolo Terme
Descrizione: una strada è intitolata a Ermete Valli.