Descrizione
Località Imola, Imola, Bologna, Emilia-Romagna
Data 29 aprile 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 2
Numero vittime donne 2
Numero vittime donne adulte 2
Descrizione: Nella primavera del 1944 i dirigenti del Partito comunista e del movimento antifascista e partigiano del Bolognese e dell’Imolese organizzarono una serie di scioperi e agitazioni nelle fabbriche cercando di collegare il malessere espresso dai lavoratori e dalle lavoratrici per le cattive condizioni economiche e la loro opposizione a tentativi di trasferimento di manodopera e macchinari in Germania con la lotta politica e armata contro fascisti e nazisti. A questi scioperi spesso si affiancarono manifestazioni di piazza in diversi centri della provincia, manifestazioni di cui furono protagoniste le donne: quelle attive nei nascenti Gruppi di difesa della donna e negli organismi legati alla Resistenza con una funzione di organizzazione e mobilitazione, e donne non direttamente impegnate, mosse principalmente da argomenti di carattere economico e sociale e da motivazioni prepolitiche, che le prime riuscirono a coinvolgere con una capillare azione di propaganda. A Imola lo sciopero delle maestranze della Cogne e delle altre fabbriche era previsto per il 1° maggio 1944 e si decise di farlo precedere da una manifestazione di donne. La mattina del 29 aprile, giorno di mercato, donne provenienti da Imola, dalle frazioni di San Prospero, Sasso Morelli e Sesto Imolese e dalle località Osteriola e Pontesanto confluirono nella piazza principale di Imola (oggi piazza Matteotti) e si riunirono sotto il municipio per portare le proprie rivendicazioni al commissario prefettizio e al capo dell’ufficio annonario. Intervennero in un primo momento carabinieri e appartenenti alla polizia. Stando all’interrogatorio del 1946 del carabiniere Alessandro Ferretti, presente all’episodio come membro del gruppo di carabinieri intervenuto, carabinieri e polizia cercarono di calmare le donne. Una relazione del dirigente della Ps di Imola risalente all’aprile 1944 conferma che carabinieri e polizia tentarono di far sciogliere la manifestazione convincendo le donne ad andarsene e afferma che per disperdere la folla fu fatto uso delle pompe dei vigili del fuoco, per ordine del dirigente di Ps, prima sugli uomini che si trovavano sotto il portico per paura che intervenissero a favore delle donne, e poi sulle donne stesse. Secondo il dirigente della Ps fu l’intervento dei militi della Gnr a far precipitare la situazione, poiché questi aprirono il fuoco, alcuni sparando sulla folla. Anche per la storiografia locale la responsabilità è da attribuire alla Gnr. Restarono ferite Maria Rosa Zanotti, la quale morì poco dopo, e Livia Venturini che rimase paralizzata per la ferita alla schiena e spirò nel giugno successivo. L’assembramento si sciolse solo dopo l’arrivo di militari tedeschi che piazzarono alcune mitragliatrici ai margini della piazza.
Appena si diffuse la notizia gli operai e le operaie delle fabbriche imolesi entrarono in sciopero. L’agitazione si protrasse fino al 1° maggio quando lo sciopero vide la partecipazione oltre che dei lavoratori di fabbrica anche dei lavoratori delle campagne, nonostante le minacce e le misure repressive tedesche e fasciste. Il giorno stabilito per i funerali di Maria Zanotti un gran numero di persone si riunì sul luogo previsto per le esequie, anche se i fascisti avevano già provveduto a portare la salma al cimitero di Imola così da evitare una cerimonia funebre pubblica e eventuali disordini, e secondo il questore di Bologna i cittadini imolesi fecero una raccolta di fondi per la famiglia della defunta.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Tipo di massacro: legato al controllo del territorio
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Estremi e note penali: - Procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna contro Fanti Giuseppe, Bleci Battista, Toni Giovanni, Minghetti Gino. Il processo si concluse con sentenza del 24/07/1946 di condanna di Fanti a 16 anni di reclusione per omicidio (pena poi ridotta di 1/3) e assoluzione dal reato di collaborazionismo perché il fatto non sussiste. Si trattò infatti di intervento della forza pubblica per sciogliere una manifestazione non politica nella quale furono commessi eccessi e non di collaborazionismo con i nazisti, ma la Corte non ritenne di poter accogliere la richiesta del Pm di applicare l’amnistia anche all’omicidio considerandolo un eccesso nell’adempimento dell’ordine ricevuto di sciogliere la dimostrazione perché, per poter considerare in questo modo gli spari sulla folla, gli agenti avrebbero dovuto essere in pericolo o minacciati e quindi trovarsi nella necessità di difendersi. Cosa che non si verificò. Secondo la Corte chi sparò verso la folla lo fece per irritazione dovuta al mancato scioglimento della manifestazione e lo fece potendo immaginare che qualcuno sarebbe stato colpito. Bleci, Minghetti e Toni furono assolti dall’accusa di concorso in omicidio per non aver commesso il fatto, mentre la Corte dichiarò non doversi procedere per collaborazionismo per reato estinto per amnistia.
Durante il dibattimento Minghetti disse che tutti quelli che spararono, lui compreso, mirarono in alto per intimorire le donne, mentre Fanti sparò in basso e che in seguito ad un’inchiesta del comando [si ritiene si riferisca al comando della Gnr di Imola] Fanti fu giudicato colpevole di omicidio colposo. Anche la sentenza della Corte d’Assise fa riferimento ad una richiesta di procedimento contro Fanti da parte del procuratore della Rsi e Fanti è indicato come colpevole anche nella documentazione coeva ai fatti prodotta dalla Polizia di Imola. Bleci disse di essere stato disarmato e di essersi allontanato dalla piazza non appena sentì sparare; Toni di essere stato disarmato e all’interno dell’ufficio annonario. Tali dichiarazioni trovarono conferme, più o meno piene, in quelle dei testimoni. In particolare una delle donne presenti disse che la Zanotti si mise tra lei e Fanti che le puntava addosso l’arma e che questi sparò. Alcuni testimoni fecero il nome di altri militi fascisti che spararono sulla folla (Gentilini e Ravaioli).
Fanti ricorse in Cassazione. La Corte il 12/05/1947 annullò senza rinvio la sentenza della Corte d’Assise sezione speciale di Bologna perché l’azione penale non poteva essere iniziata per mancanza di autorizzazione a procedere (secondo il difensore di Fanti occorreva l’autorizzazione del ministro della Giustizia per procedere contro un militare in servizio di pubblica sicurezza che aveva fatto uso delle armi per espletare gli ordini ricevuti).
- Quanto a Ravaioli, considerato responsabile come gli altri, ma deceduto nel maggio 1945, una sentenza del 16/08/1945 del giudice istruttore presso il tribunale di Bologna dichiarò non doversi procedere nei suoi confronti poiché il reato era estinto per morte del reo.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): L’episodio fu immediatamente presentato come esempio della violenza fascista in diversi volantini e fogli periodici clandestini.
Scheda compilata da ROBERTA MIRA
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2017-04-29 14:35:15
Vittime
Elenco vittime
- Venturini Livia, nata a Massa Lombarda (RA) il 25/01/1913, residente a Imola, casalinga. Si avvicinò al movimento di opposizione immediatamente come i fratelli Amilcare e Gino e il marito Livio Poletti, antifascista perseguitato, responsabile con un altro gappista dell’uccisione del comandante della milizia fascista di Imola Barani nel novembre 1943, poi partigiano della 36ª brigata Garibaldi, ucciso in combattimento nella battaglia di Santa Maria di Purocelo (RA) dell’11/10/1944. Livia Venturini fu staffetta dei primi gruppi gappisti imolesi. Riconosciuta partigiana nel battaglione Ruscello della 7ª brigata Gap dal 00/09/1943 al 13/06/1944.
- Zanotti Maria, detta Rosa, nata a Castel del Rio (BO) il 10/04/1891, residente a Imola, casalinga. Riconosciuta partigiana del battaglione Rocco Marabini della Sap di Imola dal 01/02/1944 al 29/04/1944.
Elenco vittime partigiani 2
- Venturini Livia
- Zanotti Maria
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Battista Bleci
Nome Battista
Cognome Bleci
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Bleci Battista, nato a Massa Lombarda (RA) il 30/07/1906. Membro della Gnr. Detenuto a Bologna e processato dalla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna con l’accusa di collaborazionismo e di aver partecipato all’azione di Imola del 29/04/1944 aprendo il fuoco e uccidendo Maria Zanotti e ferendo a morte Livia Venturini.
Note procedimento Assolto dall’accusa di concorso in omicidio per non aver commesso il fatto; reato di collaborazionismo estinto per amnistia.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto GNR Imola
Federico Ravaioli
Nome Federico
Cognome Ravaioli
Note responsabile Ravaioli Federico, nato a Faenza (RA) il 01/08/1909, milite della Gnr di Imola e poi della 23ª Bn Facchini. Deceduto il 27/05/1945 nel tumulto popolare di Imola contro alcuni membri della Bn trasferiti in città per essere incarcerati e processati. Il testimone carabiniere Alessandro Ferretti in interrogatorio del 27/04/1946 effettuato dai carabinieri di Imola lo indicò come Savioli Federico.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto GNR Imola
Gino Minghetti
Nome Gino
Cognome Minghetti
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Minghetti Gino, nato a Imola (BO) il 19/08/1908. Membro della Gnr.
Note procedimento Detenuto e processato dalla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna con l’accusa di collaborazionismo e di aver partecipato all’azione di Imola del 29/04/1944 aprendo il fuoco e uccidendo Maria Zanotti e ferendo a morte Livia Venturini. Assolto dall’accusa di concorso in omicidio per non aver commesso il fatto; reato di collaborazionismo estinto per amnistia.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto GNR Imola
Giovanni Toni
Nome Giovanni
Cognome Toni
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Toni Giovanni, nato a Imola (BO) il 06/09/1913. Iscritto al Pfr e membro della Gnr.
Note procedimento Detenuto a Bologna e processato dalla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna con l’accusa di collaborazionismo e di aver partecipato all’azione di Imola del 29/04/1944 aprendo il fuoco e uccidendo Maria Zanotti e ferendo a morte Livia Venturini. Assolto dall’accusa di concorso in omicidio per non aver commesso il fatto; reato di collaborazionismo estinto per amnistia.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto GNR Imola
Giuseppe Fanti
Nome Giuseppe
Cognome Fanti
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Fanti Giuseppe, nato a Marzabotto (BO) il 20/10/1910, residente a Bologna e nel periodo 1943-1945 in servizio a Imola (BO) come sergente della Gnr. Iscritto al Pfr. Al momento del processo davanti alla Corte d’Assise di Bologna risultava irreperibile poiché, come scrisse il suo avvocato, fu cercato a Imola e a Molinella, ma non a Marzabotto né a Bologna. Processato, come latitante, dalla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna con l’accusa di collaborazionismo e di aver partecipato all’azione di Imola del 29/04/1944 aprendo il fuoco e uccidendo Maria Zanotti e ferendo a morte Livia Venturini
Note procedimento Condannato a 16 anni di reclusione per omicidio volontario, ma assolto dall’accusa di collaborazionismo. Probabile che sia la stessa persona indicata dal testimone carabiniere Alessandro Ferretti in interrogatorio del 27/04/1946 effettuato dai carabinieri di Imola come Fonti Giuseppe da Faenza (RA), sergente della milizia.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto GNR Imola
Memorie
Memorie legate a questa strage
commemorazione a
Tipo di memoria: commemorazione
Descrizione: Il 29 aprile 1946 le donne dell’Udi di Imola ricordarono Livia Venturini e Maria Zanotti in una manifestazione pubblica.
luogo della memoria a Imola
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Imola
Descrizione: - Imola (BO): a Maria Zanotti e a Livia Venturini sono intitolate due strade.
lapide a Pontesanto di Imola (BO), via Correcchio
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Pontesanto di Imola (BO), via Correcchio
Descrizione: lapide che ricorda Maria Zanotti con date di nascita e morte e l’iscrizione «caduta per la libertà»
monumento a Imola (BO), piazzale Leonardo da Vinci
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Imola (BO), piazzale Leonardo da Vinci
Descrizione: monumento al partigiano; i nomi di Maria Zanotti e Livia Venturini compaiono su una delle quattro lapidi che circondano il monumento.
lapide a Imola (BO), piazza Matteotti
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Imola (BO), piazza Matteotti
Descrizione: lapide murata nel palazzo comunale che ricorda Maria Zanotti e Livia Venturini.
lapide a Imola (BO), via Emilia 284
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Imola (BO), via Emilia 284
Descrizione: lapide che ricorda Livia Venturini con date di nascita e morte e l’iscrizione «caduta per la libertà».
monumento a Bologna, giardini di Villa Spada
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, giardini di Villa Spada
Descrizione: monumento alle partigiane; vi sono ricordate Maria Zanotti e Livia Venturini.
monumento a Bologna, piazza del Nettuno
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, piazza del Nettuno
Descrizione: sacrario dei caduti partigiani; vi compaiono Livia Venturini e Maria Zanotti