Descrizione
Località Vieyes di Aymavilles, Aymavilles, Aosta, Valle d'Aosta
Data 2 novembre 1944
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: Nel corso della lotta di Liberazione, anche in Valle d’Aosta sono occupate dai partigiani nell’estate del 1944 delle valli strategicamente importanti e vitali: le vicine Valle di Cogne (6-7 luglio 1944) (dà sulle valli canavesane Soana, dell’Orco), Valsavarenche, Valle di Rhêmes (danno sulla Francia), la Valle del Marmore/Cervino da Antey-Saint-André (dà sulla Svizzera), la parte alta della Valle di Champorcher; la Valsoana dalle forze canavesane. Le bande partigiane aumentano i loro effettivi. Gli Alleati sono sbarcati in Normandia e nel Sud della Francia, che è liberata in agosto. Le Alpi divengono così fronti molto esposti e vi sono acquartierate consistenti forze nazifasciste.
Il 9 agosto 1944 il Comando sottosettore Alta e Media Valle tenuto dal capitano degli Alpini César Ollietti (Mésard) si trasferisce da La Suelvaz / La Chervaz sopra Fénis, media Valle, a Cogne (1544 m) di seguito alla occupazione partigiana del paese dei 6-7 luglio 1944 e del ritiro del presidio tedesco.
L’occupazione decisa da Mésard e da Franz Elter viene realizzata dagli uomini al comando di Cavagnet (Plik), passando dalla galleria del Drink addetta al trasporto del minerale.
Cogne, importante centro minerario (magnetite) diretto da Franz Elter, continua ad assicurare i rifornimenti per lo stabilimento siderurgico Cogne di Aosta, a ciclo integrale. Lo stabilimento è di interesse bellico ed è posto il 21 ottobre 1943 sotto il diretto controllo del ministero del Reich per l’armamento e la produzione bellica.
I minatori e gli operai sono esentati dal servizio militare. Parecchi sono gli sfollati.
Nella repubblica partigiana di Cogne vi è un laboratorio di armi tenuto da Antonio Arizio e dal partigiano Ernest Breuvé (Technical), tecnici Cogne, il tribunale partigiano di Zona; la tenenza dei carabinieri passa agli ordini del comando partigiano, viene eletto il sindaco. Le forze partigiane lì acquartierate sono dell’ordine di qualche centinaio di membri e sono composte dalla banda Arturo Verraz, dal distaccamento di militari provenienti dalla Scuola militare centrale di alpinismo di Aosta, dagli autonomi.
I comandanti partigiani rispondono ai nomi del capitano degli Alpini César Ollietti (Mésard, comandante del settore della Media e Alta Valle e poi vice-comandante della II Zona-Valle d’Aosta), del tenente degli Alpini Joseph Cavagnet (Plik), dell’operaio Cogne Giulio Ourlaz (Dulo).
Vi si stampa il giornale «Il Patriota della Val d’Aosta» diretto da Riccardo (Giulio Einaudi), con contributi anche di Nerio (Saverio Tutino). Trasmette «Radio Vallée d’Aoste Libre», anche in francese e in lingua franco-provenzale, il patois valdostano.
Dall’agosto 1944 è sede del Comando II Zona CVL (la Valle d’Aosta).
Alla fine di ottobre del 1944, viene accompagnato a Cogne Sandro Pertini, che dalla Francia è di passaggio verso Milano al CLNAI.
Ai primi di novembre del 1944, avviene la rioccupazione dell’intera valle, secondo un piano generale stabilito dal comandante Kesserling di rioccupazione delle valli alpine tenute dai partigiani.
Nevica abbondantemente e per tutto il periodo. Dopo un primo attacco «condotto da un migliaio di nazifascisti» e iniziato alle ore 3 del 2 novembre 1944, che è respinto con successo (vi furono vittime tra i nazifascisti ; viene ucciso dalle forze nazifasciste René Jorioz (Aymavilles, 6 febbraio 1916) al suo villaggio di Vieyes di Aymavilles, poi riconosciuto caduto partigiano; sono incendiate alcune case a Vieyes), il secondo porta alla decisione di lasciare la valle alle forze nazifasciste, anche per la mancanza di munizioni, di approvvigionamenti rimasti in Valsavarenche, per il timore di rappresaglie e per l’aggiramento di Cogne dal fronte canavesano, e di riparare in zone diverse: «Ore 20,30 Mésard ritorna e dopo un colloquio con il cap. Bourget del Maquis decide che una parte della banda andrà in Francia e l’altra con lui via Acque Fredde.
Ore 21. Adunata (ultima!) al [Prato di] S. Orso sono tutti presenti, mancano pochi fuggiti e pochi dispersi. Nessun ferito. Si decide che la gran maggioranza dei 3 gruppi e i carabinieri andranno in Francia (circa 150) — gli altri seguiranno Mésard».
Inizia allora l’esodo da Cogne e dalla Valsavarenche/Valle di Rhêmes, pure rioccupate.
L’esodo avviene in tre direzioni:
-in direzione del ripiegamento nella Francia (Val d’Isère) già liberata: più di 350 tra partigiani e civili lasciano il paese;
-il Comando Zona si era trasferito il 22 ottobre nella Valtournenche, la valle del Cervino pure rioccupata a fine ottobre (passa in Svizzera tramite la funivia del Plateau Rosa, così disperdendosi); il vice-comandante di Zona Mésard e comandante di settore Alta e Media Valle d’Aosta, rimasto a Cogne, passa con il suo gruppo ristretto di partigiani, con i numerosi civili (secondo una testimonianza, un «gruppo di oltre duecento persone»), tramite la galleria del Drink, alle Eaux-Froides sulle alture di Aosta, a Pila. Il gruppo del Comando Zona scende nella valle centrale e guadando la Dora Baltea all’altezza di Quart-Villefranche (il passaggio, assai delicato per la costante presenza di forze nazifasciste nel fondovalle, riesce nonostante che debbano nascondersi dal passaggio di un camion di fascisti), risale verso l’alta Valpelline, a Ollomont (in seguito, a dicembre 1944, visti i continui attacchi, sarà costretto, con la 13ª banda Émile Chanoux, a passare in Svizzera tramite il Colle del Gran San Bernardo (2474 m), salvo un piccolo reparto che si attesterà per tutto l’inverno fra le montagne della Valpelline e in altre alte zone).
-Un terzo gruppo, con ricoverati in infermeria, numericamente ridotto, si dirige verso la Valle di Champorcher e tramite la Fenêtre de Champorcher (2827) con una marcia difficile tra la neve altissima, effettuata con equipaggiamento di fortuna, raggiunge il Lac Miserin (2582 m), al Santuario Notre-Dame-des-Neiges dove sosta. Raimondo Lazzari, convalescente dalle ferite del 16 ottobre 1944 (vedi scheda di Villeneuve), viene poi recuperato e curato da abitanti di Champorcher che, con grande senso di solidarietà, lo ospitano fino alla Liberazione.
Il grosso si dirige con una marcia epocale iniziata alle 24 del 2 novembre 1944 tra le nevi abbondanti cadute ed i ghiacciai verso Tignes-Val d’Isère (Francia), guidata dalla perizia e dalla capacità di comando del tenente, poi maggiore degli Alpini Joseph Cavagnet “Plik” «figlio di Cogne, imperituro esempio di onestà, rettitudine e attaccamento alle tradizioni valdostane, amato e stimato comandante nella lotta per la libertà e l’autonomia»: «La colonna partita da Cogne sosta al Rifugio Sella (2584 m), valica [nella notte seguente] il Col Lauson, a 3296 m, scende nella Valsavarenche, al ponte di Eaux-Rousses». Temendo il sopraggiungere delle forze nazifasciste, «la colonna di Cogne prosegue senza soste lungo la Valsavarenche fino a Pont». «Nella notte stessa sale alla Croix de l’Arolley [2310 m] e percorre il lungo, interminabile pianoro del Nivolet [2500 m]». Nella neve alta e in piena tormenta, la colonna si sistema al Rifugio Savoia [2532 m], dove già si trovano i partigiani di Valsavarenche guidati da Rolando Robino (Yanga). «Particolarmente duro e pericoloso è il tratto seguente del percorso, [che, all’alba, dal Colle dell’Agnello porta alla ripida] salita al Col de la Galise (3002 m) e la discesa sul versante francese. «Dal colle la discesa verso il rifugio di Prariond (2324 m) e Le Fornet in Val d’Isère (2180 m) è ancora lunga ed insidiosa, specie nell’attraversamento delle Gorges de Malpasset». «A sera del 6 novembre 1944, oltre 350 persone (partigiani e civili) hanno raggiunto Val d’Isère [1850 m]» (si registra qualche caso di congelamento e qualche caso di sfinimento). Tra i politici, vi è Federico Chabod, storico e futuro primo presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta nel gennaio del 1946.
A Cogne, dove il restante della popolazione è fuggita a Colonna verso la miniera, è interesse dei tedeschi di riprendere subito il lavoro di estrazione della magnetite e così avviene; per ritorsione, sono incendiate dalle Brigate Nere delle case, sono arrestati e condotti in caserma ad Aosta i genitori di un capo partigiano e alcune donne legate da vincoli di parentela ai capi partigiani; undici persone sono arrestate il 6 novembre 1944 dal comando tedesco e condotte in carcere alla Torre dei Balivi di Aosta: almeno tre di queste saranno avviate verso i campi di lavoro nel circondario di Mauthausen, Linz (Albino Bérard, Attilio Burland, Joseph Gratton).
«Solo un piccolo gruppo decide di rimanere nella Valsavarenche e si attesta a quota 2300 circa, all’imbocco del pianoro del Nivolet, […] ai piedi dell’Arolley, da cui il gruppo prende il nome».
La vicina Valsavarenche è invece saccheggiata per una settimana: «Ils pillèrent presque toutes les maisons — scrive il parroco del paese, l’abbé César Pession —, emportant ou détruisant ce qui leur tombait sous la main. […] vivres, lingerie, habillement. Ils incendièrent plusieurs mayens. Après une semaine de ripaille, ils s’en allèrent enfin, chargés d’un abondant butin, mais laissant la population dans la désolation et la terreur».
I colli alpini che uniscono la Valle d’Aosta alla Francia vedranno ancora «altre memorabili traversate» nel corso dell’inverno per il rifornimento di armi e al momento della riorganizzazione delle forze partigiane valdostane.
Inizia così il lungo, difficile inverno 1944-1945 delle forze partigiane valdostane.
Una altra marcia, di ex prigionieri inglesi («che decine di famiglie canavesane avevano protetto per mesi») e di partigiani di scorta della VI Divisione GL del Canavese e della formazione autonoma Valle dell’Orco, verrà seppellita da una valanga o inghiottita nei baratri in data imprecisata tra il 9 e il 12 novembre 1944 nelle vicine Gorges de Malpasset sotto il Col de la Galise: 41 le vittime (24 ex prigionieri di guerra inglesi, 4 ex prigionieri di guerra jugoslavi, 10 partigiani della VI Divisione canavesana GL, 3 partigiani della formazione autonoma VIII Vallorco).
Modalità di uccisione: INDEFINITA
Violenze connesse: deportazione della popolazione,furto e-o saccheggio,incendio di abitazione
Tipo di massacro: rastrellamento
--> Per saperne di più sulle tipologie
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Memoria condivisa
Scheda compilata da MARISA ALLIOD
Scarica la scheda in formato .pdf
Le schede monografiche in formato .pdf sono coperte da diritto d'autore.
Ogni uso improprio o non consentito è punibile ai sensi di legge
Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-10-30 08:52:45
Vittime
Elenco vittime
René JORIOZ, nato a Aymavilles (Valle d’Aosta) il 6 febbraio 1916. Civile poi riconosciuto partigiano
Elenco vittime civili 1
René JORIOZ,
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Rifugio Prariond
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Rifugio Prariond
Descrizione: Nel piano del Rifugio Prariond (2324 m), sul versante francese dopo le Gorges de Malpasset, è stato affissa su di un masso la lapide che ricorda i 41 caduti (fra ex prigionieri inglesi, soldati jugoslavi e partigiani canavesani), nelle nevi delle Gorges de Malpasset nel novembre del 1944.
monumento a Vieyes Aymavilles
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Vieyes Aymavilles
Descrizione: A Aymavilles (Valle d’Aosta), a Vieyes, una edicola ricorda René Jorioz, nato a Aymavilles il 6 febbraio 1916, ucciso dai nazifascisti a Vieyes il 2 novembre 1944
monumento a Cimitero, Cogne
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Cimitero, Cogne
Anno di realizzazione: 1945
Descrizione: Nell’area antistante il cimitero di Cogne (Valle d’Aosta), il 12 novembre 1945 venne eretto il monumento in ricordo dei 10 partigiani caduti per la Libertà della banda Arturo Verraz, con sede in Cogne
monumento a Cimitero, Cogne
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Cimitero, Cogne
Anno di realizzazione: 1964
Descrizione: Il 27 settembre 1964, nell’area antistante il cimitero di Cogne, è stato eretto un masso ricordo in omaggio agli « Assassinés par les nazifascistes » 1943-1945.
lapide a Località La Presa
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Località La Presa
Anno di realizzazione: 1966
Descrizione: Nella Valle di Cogne, in località La Presa, lungo la strada regionale che porta a Cogne, vi è la lapide che ricorda la battaglia di Cogne del 2 novembre 1944 e in particolare la figura del tenente poi maggiore degli Alpini Joseph Cavagnet di Cogne. La lapide è stata affissa dal Comune di Cogne al momento della scomparsa della guida e capo partigiano, nel 1966, in occasione del 4 novembre. L’autore del testo in ricordo e omaggio di Cavagnet è Giulio Dolchi, presidente ANPI Valle d’Aosta, il partigiano Dudo.
monumento a Cogne, place Émile Chanoux
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Cogne, place Émile Chanoux
Anno di realizzazione: 1966
Descrizione: A Cogne, place Émile Chanoux, vi è il monumento ai Caduti inaugurato il 4 novembre 1966, in cui si ricorda Giorgio Elter (di Franz e di Teresita Castelli, 1924-1944), caduto in combattimento al Pont-Suaz di Charvensod il 6 settembre 1944. Partigiano della 87ª Brigata autonoma, Banda Arturo Verraz, dal 10 agosto 1944. Medaglia d’argento al valor militare alla memoria.
lapide a Col de la Galice
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Col de la Galice
Anno di realizzazione: 1961
Descrizione: Al Col de la Galice, il 9 novembre 1961 venne apposta una prima targa in ricordo dalla «Resistenza canavesana», seguita il 19 agosto 2000 da una seconda apposta a cura dell’Associazione Amici del Gran Paradiso, Ceresole Reale.