Descrizione
Località Codigoro, Codigoro, Ferrara, Emilia-Romagna
Data 22 aprile 1945
Matrice strage Fascista
Numero vittime 1
Numero vittime donne 1
Numero vittime donne adulte 1
Descrizione: Olga Fabbri fu uccisa il giorno della liberazione di Codigoro mentre tentava di far evitare al marito, Bruno 'Sbarazin' Paolati, l'arresto da parte di fascisti in ritirata. Era stato fermato dai fascisti perchè trovato in possesso di armi che aveva preso poco prima ad un soldato tedesco. I fascisti lo presero per condurlo, con un amico, verso Mezzogoro (FE). Un fascista appena diciottenne in bicicletta e con un mitra li seguiva di scorta. Arrivarono nei pressi della casa di Olga Fabbri: «Lascia mio marito, ha cinque figli da crescere», disse la donna al ragazzo che chiamò rinforzi ed ordinò alla donna di tornare a casa. Pochi istanti dopo sparò un colpo che colpì Olga Fabbri alla spalla, facendola cadere a terra su un mucchio di ghiaia. Testimoni dell'accaduto furono i figli, i suoceri, la cognata Bruna, la famiglia Turri e numerosi vicini. Nello stesso istante arrivò un secondo fascista che li tenne lontani da Olga, minacciandoli con il mitra. Quando permisero di avvicinarsi, la donna aveva ormai perso moltissimo sangue. La riportarono in casa, era ancora cosciente e chiese del marito e poi si raccomandò per i figli prima di morire. Il giorno dopo tornò il marito, che giunto nei pressi del Po, era riuscito a liberarsi ed a fuggire, dopo essere stato torturato con ferri roventi nelle mani e nei polpacci.
E' sempre stato sostenuto, senza prove certe, che gli autori di tale uccisione siano stati elementi della X Mas in ritirata che si erano appena recati nelle carceri mandamentali di Codigoro alla ricerca di antifascisti, trovando, invece, le celle vuote perchè il pretore Giovanni Zizak era riuscito a far liberare tutti i prigionieri rimasti: nelle notti dal 19 al 20 aprile 1945, infatti, a piccoli gruppi, uscirono dalle cosiddette 'fasanare' gli ultimi circa ottanta prigionieri.
Gli autori dell'uccisione non furono mai individuati.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: sevizie-torture
Tipo di massacro: ritirata
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Annotazioni: Nella bibliografia ho indicato un articolo de la Nuova Ferrara reperito in internet ma del quale mi è stato impossibile stabilire la data anche con l'aiuto dei redattori del giornale stesso.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La vicenda di Olga Fabbri ispirò la famosa sequenza di Roma città aperta di Roberto Rossellini in cui Anna Magnani insegue il camion su cui era stato caricato da soldati tedeschi il marito e viene falciata davanti agli occhi del figlio e del prete impersonato da Aldo Fabrizi. Fu Giancarlo Pajetta a raccontare quanto era accaduto a Codigoro a Roberto Rossellini che poì adattò la vicenda alle esigenze cinematografiche della vicenda raccontata nel film.
Scheda compilata da DAVIDE GUARNIERI
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-05-10 12:17:37
Vittime
Elenco vittime
Fabbri Olga, nata a Comacchio, il 16 novembre 1914. Partigiana della 35° brigata Bruno Rizzieri
Elenco vittime partigiani 1
Fabbri Olga
Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Codigoro
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Codigoro
Anno di realizzazione: 1947
Descrizione: Sulla facciata del comune di Codigoro è presente una lapide contenente questo testo: “IN QUESTO ALBO DI MARMO / STANNO INCISI I NOMI / DI EROI TRUCIDATI / SULLA CONTESA MARCIA DELLA LIBERTA’ / DALL’8 SETTEMBRE 1943 AL 22 APRILE 1945 / GLORIA DELLE GENERAZIONI PRESENTI / ESEMPIO DELLE FUTURE”. Segue l’elenco dei caduti: tra cui vi è anche Olga Fabbri. L’epigrafe riprende poi con con: ”DA QUESTA PIETRA / UN TORRENTE DI LUCE SI SPRIGIONA / AMMONISCE I TARDI / RAMPOGNA I VILI E I TRADITORI / RIVENDICA I MORTI / CHE MANTENGONO VIVA E SEMPITERNA LA PATRIA / TESTIMONI GLORIOSI / CHE PUO’ ANCHE ALL’ITALIA / MANCARE IL SENNO E LA FORTUNA / NON IL VALORE DEI SUOI FIGLI / FATE CHE NOI / PER LA PATRIA E PER LA LIBERTA’ / NON SIAMO MORTI INVANO / 14 febbraio 1947”.