Ateleta 07-11-1943

(L'Aquila - Abruzzo)

Descrizione

Località Ateleta, Ateleta, L'Aquila, Abruzzo

Data 7 novembre 1943

Matrice strage Nazista

Numero vittime 1

Numero vittime donne 1

Numero vittime donne adulte 1

Descrizione: Il comune di Ateleta è situato tra il Sangro e il monte Secine, entrambi ostacoli naturali su cui l'esercito tedesco nell'inverno del 1943 decide di posizionare la linea Gustav. Vengono costruire trincee e camminamenti lungo le falde del monte, in località Merza della Falasca; le fortificazioni si diramavano lungo l'asse Rivisondoli-Monte Secine-Gamberale.
Per erigere le costruzioni di difesa furono messi ai lavori tutti gli uomini di età compresa tra i 16 e 70 anni; nel tentativo di sfuggire ai rastrellamenti tedeschi gli uomini di Ateleta si rifugiarono nei territori di Cantalupo, vallone Lotuso e San Cristoforo.
Il 30 ottobre Kesselring emana l'ordine di evacuazione, il 5 novembre soldati della Wehrmacht giungono ad Ateleta e costringono la popolazione a sfollare verso Sulmona. Gran parte degli abitanti rimane però nei boschi limitrofi, nelle frazioni di Sant'Elena e Carceri, per tentare di fuggire al sud del Sangro in direzione di San Pietro Avellana. Molti morirono trasportati dalle acque del fiume in piena.
Negli stessi boschi l'esercito tedesco aveva occupato masserie e casolari. Dove non c'erano i soldati, erano le mine a presidiare il territorio: tra il 1943 e il 1947 si contano trenta morti ateletesi in seguito a scoppio di mina.
Nei giorni successivi all'ordine di sfollamento, Ateleta viene rasa al suolo. Tra il 6 e il 12 novembre i tedeschi mettono in pratica la tattica della “terra bruciata” facendo esplodere con cariche di dinamite il 90% degli edifici.
Bottoni Vanda, residente a Roma, si trovava sfollata ad Ateleta insieme ai familiari del marito. Con i sue due figli, il suocero, la suocera e le due nuore si nascondeva in un capanno a 50 metri dal paese, poiché i tedeschi avevano ordinato l'evacuazione della zona.
I tedeschi entrarono e ordinarono agli uomini di partire per Sulmona (“vecchi, giovani e ragazzi a Sulmona, con automobile pronto”), ma nessuno reagì, così due soldati presero la donna con la forza, la portarono fuori dal capanno e la violentarono. La violenza ebbe luogo sulla strada della del “Cupone”. La donna, già debole e malata morì pochi giorni dopo (07/11/1943). Lasciò una figlia, Colomba, che morì nel febbraio del 1944, a soli 11 mesi, per i disagi arrecati dalla guerra.

Modalità di uccisione: tortura a morte

Violenze connesse: stupro

Tipo di massacro: violenze di genere
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Scheda compilata da Martina Mancinelli
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-02-10 14:48:19

Vittime

Elenco vittime

Bottoni Vanda di Domenico, anni 20, nata a Roma, moglie di Falconio Donato, casalinga

Elenco vittime civili 1

Bottoni Vanda di Domenico, anni 20, nata a Roma, moglie di Falconio Donato, casalinga

Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Bibliografia


Ugo Falconio, Il cataclisma tedesco in Ateleta e in altri comuni che sorgono lungo la Linea "Gustav”, Editrice La Città, 1995

Costantino Felice, Dalla Maiella alle Alpi. Guerra e Resistenza in Abruzzo, Donzelli Editore, Roma, 2014

Costantino Felice (a cura di), La guerra sul Sangro: eserciti e popolazione in Abruzzo, 1943-1945, F. Angeli, Milano, 1994

Francesco Le Donne, Origini e storia di Ateleta, La Moderna, Sulmona, 2000, pp.341-373

Mario Mannella, La nostra terra... ci racconta, EPAM, Castel di Sangro, 2008

Mario Mannella (a cura di), Il Cippo Monumento ai caduti civili ateletesi della guerra 1943-1945, EPAM, Castel di Sangro ,2008

Nicola Palombaro, I Limmari di Pietransieri e le stragi di civili nell'Abruzzo del 1943: l'alba della "normalità del male", in Francesco Soverina (a cura di), 1943. Mediterraneo e Mezzogiorno d'Italia, Napoli, Viella 2015

Angelo Scalzitti, Il quarantatre: l'invasione tedesca in Abruzzo, Circolo Letterario, Sulmona, 1976

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

AUSSME, N 1/11, b. 2132 bis
Comune di Ateleta, SC, Atto di Morte n.22 del 15 dicembre 1948 (dati riportati da Mario Mannella nella sua ricerca \"La nostra terra ci racconta, EPAM, Castel di Sangro, 2008, pp.133-230\")
Testimonianze orali:
Mannella Mario, bambino all\'epoca dei fatti, raccolta da Martina Mancinelli il 03/08/2015.