MONTAGNETTA DI FIUMELATTE VARENNA 08.01.1945

(Lecco - Lombardia)

Descrizione

Località Montagnetta di Fiumelatte, Varenna, Lecco, Lombardia

Data 8 gennaio 1945

Matrice strage Fascista

Numero vittime 6

Numero vittime uomini 6

Numero vittime uomini adulti 6

Descrizione: Alle ore 5.30 dell’8 gennaio 1945 un gruppo di brigatisti neri irrompe nella prigione di Bellano e si impadronisce di sei detenuti; una manciata di minuti più tardi, altri elementi delle Brigate Nere simulano un attacco e bloccano il camion diretto a Como, in località Montagnetta di Fiumelatte, nel comune di Varenna, a pochi chilometri da Bellano; i prigionieri – secondo quanto avrebbero poi accertato le indagini – vengono in tutta fretta “fatti scendere dal camion e posti contro la roccia a monte della strada, fra due cipressi del parco della Rimembranza del comune di Varenna, e soppressi con raffiche di mitra”. L’avvocato Paolo Porta, federale di Como e comandante dell’XI Brigata nera “Cesare Rodini”, inquadra l’episodio in modo ben diverso: “Stamattina alle ore 6 un nostro camion trasportante prigionieri a questo Comando di Brigata è stato attaccato da ignoti nei pressi di Fiumelatte. L’attacco è stato respinto. Durante il conflitto vengono uccisi sei prigionieri. Da parte nostra un ferito leggero”. Ricevuto in udienza da Mussolini, Porta scagiona i suoi uomini e accredita la tesi dell’imboscata. La verità dei fatti viene ristabilita dal sottotenente , comandante del plotone Gnr di Bellano, Fortunato Garzola, in un rapporto redatto tre giorni dopo l’eccidio: […] I predetti sono stati fucilati da uomini della locale Brigata Nera durante la loro traduzione a Como in seguito ad una simulata aggressione da parte di altri elementi della Brigate Nera, ciò allo scopo di sopprimere i suddetti elementi ribelli prima di consegnarli all’Ufficio politico della Brigata di Como dalla quale si aveva la sensazione che sarebbero stati rimessi in libertà per ordine della Questura di Como che aveva già rilasciato ad alcuni la carta di libera circolazione”.

Modalità di uccisione: fucilazione

Tipo di massacro: punitivo
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Estremi e note penali: Canclini Amedeo e Larghi Francesco sono condannati con sentenza del 29 settembre 1945 dalla CAS di Lecco alla pena di morte, per l’eccidio di Fiumelatte, l’uccisione del partigiano Baruffaldi, l’incendio degli abitati di Laghetto e di Sommafiume. La Suprema Corte di Cassazione, in data 7 febbraio 1946, annulla la sentenza e rinvia a nuovo processo. Il nuovo processo si svolge presso la 2° Sezione della Corte d’Assise di Milano: la pena capitale viene commutata con una pena di 30 anni di reclusione per Canclini e di 27 per Larghi, che scendono, in seguito all’applicazione di condoni, a 20 per Canclini e 18 per Larghi. La richiesta di amnistia viene respinta per le sevizie efferate a cui i due imputati hanno sottoposto gli arrestati. Amedeo Canclini verrà completamente riabilitato con sentenza del 6 agosto 1963.
Bricoli Alfredo viene condannato alla pena di morte dalla CAS di Lecco con sentenza del 7 luglio 1945, colpevole di diversi rastrellamenti ed eccidi, per aver ordinato e praticato torture e sevizie, per aver ordinato l’arresto dei membri del Cln di Lecco.
Tribunale competente:
Corte d’Assise Straordinaria di Lecco

Scheda compilata da ROBERTA CAIROLI
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-05-03 15:04:35

Vittime

Elenco vittime

1. Bonacina Carlo, nato a Lecco il 15 agosto 1921, partigiano della 55° Brigata Garibaldi “F.lli Rosselli”, fucilato a Fiumelatte l’08 gennaio 1945;
2. Inverni Ambrogio, nato a Bellano il 14 dicembre 1914, partigiano della 55° Brigata Garibaldi “F.lli Rosselli”, fucilato a Fiumelatte l’08 gennaio 1945;
3. Maggi Giuseppe, nato a Lecco il 2 aprile 1924, partigiano della 55° Brigata Garibaldi “F.lli Rosselli”, fucilato a Fiumelatte l’08 gennaio 1945;
4. Panzeri Virginio, nato a Lecco il 1 gennaio 1924, partigiano della 55° Brigata Garibaldi “F.lli Rosselli”, fucilato a Fiumelatte l’08 gennaio 1945;
5. Pasut Domenico, nato a Mandello Lario il 10 ottobre 1922, partigiano della 55° Brigata Garibaldi “F.lli Rosselli”, fucilato a Fiumelatte l’08 gennaio 1945;
6. Rusconi Carlo, nato a Vendrogno, il 12 novembre 1920, partigiano della 55° Brigata Garibaldi “F.lli Rosselli”, fucilato a Fiumelatte l’08 gennaio 1945.

Elenco vittime partigiani 6

1. Bonacina Carlo, nato a Lecco il 15 agosto 1921, partigiano della 55° Brigata Garibaldi “F.lli Rosselli”, fucilato a Fiumelatte l’08 gennaio 1945;
2. Inverni Ambrogio, nato a Bellano il 14 dicembre 1914, partigiano della 55° Brigata Garibaldi “F.lli Rosselli”, fucilato a Fiumelatte l’08 gennaio 1945;
3. Maggi Giuseppe, nato a Lecco il 2 aprile 1924, partigiano della 55° Brigata Garibaldi “F.lli Rosselli”, fucilato a Fiumelatte l’08 gennaio 1945;
4. Panzeri Virginio, nato a Lecco il 1 gennaio 1924, partigiano della 55° Brigata Garibaldi “F.lli Rosselli”, fucilato a Fiumelatte l’08 gennaio 1945;
5. Pasut Domenico, nato a Mandello Lario il 10 ottobre 1922, partigiano della 55° Brigata Garibaldi “F.lli Rosselli”, fucilato a Fiumelatte l’08 gennaio 1945;
6. Rusconi Carlo, nato a Vendrogno, il 12 novembre 1920, partigiano della 55° Brigata Garibaldi “F.lli Rosselli”, fucilato a Fiumelatte l’08 gennaio 1945.

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


11. Brigata nera “Cesare Rodini” di Como

Tipo di reparto: Brigata Nera

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Alfredo Bricoli

    Nome Alfredo

    Cognome Bricoli

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile comandante della V Compagnia dell’XI Brigata Nera “Cesare Rodini”, di stanza a Lecco;

    Note procedimento Canclini Amedeo e Larghi Francesco sono condannati con sentenza del 29 settembre 1945 dalla CAS di Lecco alla pena di morte, per l’eccidio di Fiumelatte, l’uccisione del partigiano Baruffaldi, l’incendio degli abitati di Laghetto e di Sommafiume. La Suprema Corte di Cassazione, in data 7 febbraio 1946, annulla la sentenza e rinvia a nuovo processo. Il nuovo processo si svolge presso la 2° Sezione della Corte d’Assise di Milano: la pena capitale viene commutata con una pena di 30 anni di reclusione per Canclini e di 27 per Larghi, che scendono, in seguito all’applicazione di condoni, a 20 per Canclini e 18 per Larghi. La richiesta di amnistia viene respinta per le sevizie efferate a cui i due imputati hanno sottoposto gli arrestati. Amedeo Canclini verrà completamente riabilitato con sentenza del 6 agosto 1963. Bricoli Alfredo viene condannato alla pena di morte dalla CAS di Lecco con sentenza del 7 luglio 1945, colpevole di diversi rastrellamenti ed eccidi, per aver ordinato e praticato torture e sevizie, per aver ordinato l’arresto dei membri del Cln di Lecco. Tribunale competente: Corte d’Assise Straordinaria di Lecco

    Tipo di reparto fascista Brigata Nera

    Nome del reparto 11. Brigata nera “Cesare Rodini” di Como

  • Amedeo Canclini

    Nome Amedeo

    Cognome Canclini

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile comandante delle BB.NN di Bellano

    Note procedimento Canclini Amedeo e Larghi Francesco sono condannati con sentenza del 29 settembre 1945 dalla CAS di Lecco alla pena di morte, per l’eccidio di Fiumelatte, l’uccisione del partigiano Baruffaldi, l’incendio degli abitati di Laghetto e di Sommafiume. La Suprema Corte di Cassazione, in data 7 febbraio 1946, annulla la sentenza e rinvia a nuovo processo. Il nuovo processo si svolge presso la 2° Sezione della Corte d’Assise di Milano: la pena capitale viene commutata con una pena di 30 anni di reclusione per Canclini e di 27 per Larghi, che scendono, in seguito all’applicazione di condoni, a 20 per Canclini e 18 per Larghi. La richiesta di amnistia viene respinta per le sevizie efferate a cui i due imputati hanno sottoposto gli arrestati. Amedeo Canclini verrà completamente riabilitato con sentenza del 6 agosto 1963. Bricoli Alfredo viene condannato alla pena di morte dalla CAS di Lecco con sentenza del 7 luglio 1945, colpevole di diversi rastrellamenti ed eccidi, per aver ordinato e praticato torture e sevizie, per aver ordinato l’arresto dei membri del Cln di Lecco. Tribunale competente: Corte d’Assise Straordinaria di Lecco

    Tipo di reparto fascista Brigata Nera

    Nome del reparto 11. Brigata nera “Cesare Rodini” di Como

  • Francesco Larghi

    Nome Francesco

    Cognome Larghi

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Segretario del fascio repubblicano di Bellano

    Note procedimento Canclini Amedeo e Larghi Francesco sono condannati con sentenza del 29 settembre 1945 dalla CAS di Lecco alla pena di morte, per l’eccidio di Fiumelatte, l’uccisione del partigiano Baruffaldi, l’incendio degli abitati di Laghetto e di Sommafiume. La Suprema Corte di Cassazione, in data 7 febbraio 1946, annulla la sentenza e rinvia a nuovo processo. Il nuovo processo si svolge presso la 2° Sezione della Corte d’Assise di Milano: la pena capitale viene commutata con una pena di 30 anni di reclusione per Canclini e di 27 per Larghi, che scendono, in seguito all’applicazione di condoni, a 20 per Canclini e 18 per Larghi. La richiesta di amnistia viene respinta per le sevizie efferate a cui i due imputati hanno sottoposto gli arrestati. Amedeo Canclini verrà completamente riabilitato con sentenza del 6 agosto 1963. Bricoli Alfredo viene condannato alla pena di morte dalla CAS di Lecco con sentenza del 7 luglio 1945, colpevole di diversi rastrellamenti ed eccidi, per aver ordinato e praticato torture e sevizie, per aver ordinato l’arresto dei membri del Cln di Lecco. Tribunale competente: Corte d’Assise Straordinaria di Lecco

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • commemorazione a

    Tipo di memoria: commemorazione

    Descrizione: Ogni anno, l’8 gennaio, si tiene una commorazione in ricordo dell’eccidio sul luogo della fucilazione.

  • lapide a Varenna, Montagnetta di Fiumelatte

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Varenna, Montagnetta di Fiumelatte

    Descrizione: Lapide presso la Montagnetta di Fiumelatte che ricorda i sei partigiani fucilati l\'8 gennaio 1945.

Bibliografia


Gabriele Fontana (a cura di), 1935-1945: Valsassina anni difficili. Caduti, dispersi, prigionieri, deportati, resistenti, Istituto di Storia Contemporanea “P. Amato Perretta”, Lecco, 2011;
Mimmo Franzinelli, Le stragi nascoste. L’armadio della vergogna: impunità e rimozione dei crimini di guerra nazifascisti 1943-2001, Mondadori, Milano, 2002

Sitografia


www.anpilecco.it;
http://www.museilecco.org/museostorico.htm;
http://www.55rosselli.it/

Fonti archivistiche

Fonti

Anpi di Como, Fondo Schede dei partigiani caduti;
Archivio di Stato di Como, Fondo Corte d’Assise Straordinaria. Sezioni di Como e di Lecco. Vol. I, Sentenze 1945;
Archivio Centrale dello Stato, SPD, CR, RSI, b. 29, fasc. “Como”, Memoriale sull’uccisione di sei fuorilegge, 27 marzo 1945;
Archivio Centrale dello Stato, SPD, CR, RSI, b. 29, fasc. “Como”, Il comandante Paolo Porta al Comando corpo ausiliario delle Camicie Nere, oggetto: Comunicazione scontro con ribelli armati, 8 gennaio 1945-XXIII;
Archivio Centrale dello Stato, SPD, CR, RSI, b. 29, fasc. “Como”, Fonogramma del sottotenente Fortunato Graziola alla procura di Stato di Lecco, 11 gennaio 1945-XXIII;
Archivio Centrale dello Stato, SPD, CR, RSI, b. 29, fasc. “Como”, Relazione “riservatissima personale” di Alfredo Briccoli, comandante di compagnia dell’XI Brigata Nera , “Allo squadrista avv. Paolo Porta Comandante 11° Brigata Nera Rodini, Lecco, 4 febbraio 1945-XXIII.