Descrizione
Località San Martino in Pedriolo, Casalfiumanese, Bologna, Emilia-Romagna
Data 1 luglio 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 5
Numero vittime uomini 5
Numero vittime uomini adulti 5
Descrizione: Il 30 giugno 1944 un gruppo di giovani in marcia per raggiungere la 66. brigata Garibaldi “Jacchia” doveva incontrare la staffetta che li avrebbe condotti in brigata nei pressi di San Martino in Pedriolo. Probabilmente a causa di una delazione i giovani vennero scoperti da alcuni tedeschi di stanza nella zona. Alcuni dei giovani riuscirono a fuggire, mentre cinque furono catturati e rinchiusi nei locali della posta per essere interrogati. Il giorno successivo, 1° luglio, i tedeschi li condussero sull’argine del Sillaro e li uccisero, secondo alcune fonti con un colpo di pistola in bocca dopo averli legati ai pioppi. I corpi dei cinque giovani furono abbandonati sul luogo dell’uccisione e sepolti in modo sommario. Stando ad alcune fonti gli abitanti di San Martino, in particolare le donne, seppellirono pietosamente i caduti e posarono fiori sulle loro tombe nonostante i divieti tedeschi.
I nomi dei cinque giovani uccisi a San Martino in Pedriolo comparvero in un manifesto tedesco del 3 luglio 1944 e in una notizia del 6 luglio 1944 su «il Resto del Carlino», nei quali si annunciava la fucilazione di dieci partigiani come rappresaglia per la morte di un tedesco che era stato ferito da partigiani in via del Pratello a Bologna il 26 giugno 1944. Gli altri cinque elencati nel manifesto e sul «Carlino» furono fucilati in piazza del Nettuno a Bologna il 3 luglio 1944. Si trattava di Giuseppe Balotti, Danilo Barca, Paolo Bononcini, Luigi Labandi e Cesare Palmini (v. Episodio di Bologna, 3 luglio 1944).
Modalità di uccisione: fucilazione
Tipo di massacro: rastrellamento
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Annotazioni: Si tratta probabilmente di renitenti alla leva intercettati dai tedeschi prima del loro arrivo tra i partigiani e della loro adesione alle formazioni combattenti.
L’uccisione dei cinque giovani a San Martino in Pedriolo fu presentata come rappresaglia per la morte di un tedesco ferito a Bologna da partigiani e poi deceduto; i cinque giovani furono inseriti in un elenco di dieci uccisi per rappresaglia pubblicato su un manifesto, senza che vi sia altro collegamento tra loro e i cinque fucilati a Bologna; riteniamo che la loro uccisione avvenne indipendentemente da quella dei cinque fucilati a Bologna e che per la vicinanza di date le due fucilazioni siano state accomunate allo scopo di portare il numero degli uccisi per rappresaglia a dieci.
Secondo Davide Cerè gli uccisi erano sappisti della zona di Budrio che volevano unirsi alla 66ª brigata Garibaldi.
Luciano Bergonzini nel suo La lotta armata, indica tra gli uccisi anche il parroco di San Martino in Pedriolo, che fu invece fucilato al poligono di tiro di Bologna il 20 settembre 1944 (v. Episodio di Bologna, 20 settembre 1944). Don Ildebrando Mezzetti era stato arrestato all’inizio di luglio del 1944 dalle SS aiutate da una spia per aver ospitato nella canonica di San Martino in Pedriolo un gruppo di militari inglesi e una radiotrasmittente.
Nel manifesto tedesco Balestrazzi compare come Balestratti.
Nel Dizionario biografico dei partigiani bolognesi Salmi è indicato come Salmi nelle biografie degli altri quattro uccisi con lui, ma la sua biografia si trova sotto Solmi.
Episodi collegati:
Episodio di Bologna, 3 luglio 1944.
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-28 18:08:49
Vittime
Elenco vittime
Balestrazzi Rino, nato a Bologna il 01/01/1923, incisore. Cresciuto in una famiglia antifascista, prese contatto con il movimento partigiano della città di Bologna e nell’estate 1944 decise di unirsi alle formazioni partigiane dell’Appennino perché ricercato dai fascisti. Fu intercettato e ucciso prima di raggiungere la brigata cui era diretto. Riconosciuto partigiano della 66. brigata Garibaldi “Jacchia”.
Casi Cleto, nato a Bologna il 13/07/1921. Nell’estate 1944 decise di unirsi alle formazioni partigiane dell’Appennino. Fu intercettato e ucciso prima di raggiungere la brigata cui era diretto. Riconosciuto partigiano della 66. brigata Garibaldi “Jacchia”.
Pancaldi Dino, nato a Budrio (Bologna) il 02/06/1924, impiegato. Nell’estate 1944 decise di unirsi alle formazioni partigiane dell’Appennino. Fu intercettato e ucciso prima di raggiungere la brigata cui era diretto. Riconosciuto partigiano della 66. brigata Garibaldi “Jacchia”.
Rubbini Silvano, nato a Budrio (Bologna) il 04/05/1926. Nell’estate 1944 decise di unirsi alle formazioni partigiane dell’Appennino. Fu intercettato e ucciso prima di raggiungere la brigata cui era diretto. Riconosciuto partigiano della 66. brigata Garibaldi “Jacchia”.
Salmi (o Solmi) Gino, nato a Budrio (Bologna) il 27/10/1913, orologiaio. Antifascista, fu arrestato nel 1931 per aver scritto sui muri frasi comuniste e contro il regime. Fu condannato a sei mesi di reclusione e negli anni successivi fu posto sotto sorveglianza. Nell’estate 1944 decise di unirsi alle formazioni partigiane dell’Appennino. Fu intercettato e ucciso prima di raggiungere la brigata cui era diretto. Riconosciuto partigiano.
Elenco vittime indefinite 5
Balestrazzi Rino.
Casi Cleto.
Pancaldi Dino.
Rubbini Silvano.
Salmi (o Solmi) Gino.
Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
cippo a Casalfiumanese, via Viara
Tipo di memoria: cippo
Ubicazione: Casalfiumanese, via Viara
Descrizione: Casalfiumanese, via Viara: cippo e lapide con la seguente iscrizione: «A perenne ricordo dei gloriosi partigiani caduti per la libertà d’Italia 1940-1945».
altro a Bologna, piazza Nettuno
Tipo di memoria: altro
Ubicazione: Bologna, piazza Nettuno
Descrizione: Bologna, piazza Nettuno: sacrario dei caduti partigiani; vi compaiono Rino Balestrazzi, Cleto Casi, Dino Pancaldi, Silvano Rubbini, Gino Salmi (o Solmi).
monumento a Bologna, Certosa, cimitero
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, Certosa, cimitero
Descrizione: Bologna, cimitero della Certosa: monumento ossario dei caduti partigiani; vi sono sepolti Rino Balestrazzi e Dino Pancaldi.