Descrizione
Località Cima, Porlezza, Como, Lombardia
Data 21 gennaio 1945
Matrice strage Fascista
Numero vittime 6
Numero vittime uomini 5
Numero vittime uomini adulti 5
Numero vittime donne 1
Numero vittime donne adulte 1
Descrizione: I sei giovani, elementi superstiti del distaccamento “Umberto Quaino”, del Battaglione “Ugo Ricci” della 52ª Brigata Garibaldi "Luigi Clerici", attivo sulla sponda italiana del Ceresio e disperso da un vasto rastrellamento nel novembre 1944, riescono a rifugiarsi in una baita all'Alpe vecchio. Sopravvivono in condizioni drammatiche fino a metà gennaio 1945. Stremati, scendono a valle rifugiandosi in casa di un antifascista loro conoscente e qui, in seguito ad una soffiata, vengono bloccati dai militi fascisti in una casa di Cima dopo un appostamento e un violento conflitto a fuoco. Allineati lungo il muro della casa, vengono percossi e spogliati. Nonostante la promessa di aver salva la vita, sono giustiziati nei pressi del cimitero a monte del paese. A Livia Bianchi viene offerta la grazia e la libertà in quanto donna, ciò che – come recita la motivazione della Medaglia d'oro al valore militare che le fu concessa alla memoria – “ella rifiutò per la sua dignità di donna e di partigiana, restando unita ai compagni nel supremo sacrificio”.
Modalità di uccisione: fucilazione
Tipo di massacro: rastrellamento
--> Per saperne di più sulle tipologie
Estremi e note penali: Tra l'11 ed il 29 novembre 1946 venne celebrato a Como il processo che sentenziò la condanna a morte dei due maggiori responsabili, il comandante Emilio Castelli ed il vice Pompeo Casati. Nel 1950 la Corte d'Assise di Viterbo commutò le due condanne in trent'anni di carcere. Poco tempo dopo, i due verranno amnistiati. Gli altri coimputati ricevettero pene variabili tra i venti ed i trent'anni di carcere che, l'anno successivo, la Corte d'Assise Speciale di Torino in parte ridusse e condonò.
Tribunale competente:
Corte d’assise Sezione speciale di Como
Scheda compilata da ROBERTA CAIROLI.
Scarica la scheda in formato .pdf
Le schede monografiche in formato .pdf sono coperte da diritto d'autore.
Ogni uso improprio o non consentito è punibile ai sensi di legge
Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-02-24 14:51:26
Vittime
Elenco vittime
Bianchi Livia, nata a Melara (Rovigo), 19 luglio 1919, mondina, nome di battaglia “Franca”;
Capra Andrea, nato a Zurigo, il 14 ottobre 1924, ma residente a Como, 20 anni, nome di Battaglia “Russo”;
Carminelli Gilberto, nato a Milano il 18 ottobre 1918 e residente a Milano nome di battaglia “Bill”;
Ferrari Ennio, nato a Monza il 18 marzo 1927 e residente a Como, non aveva ancora 18 anni, nome di battaglia “Carlino” ;
Selva Angelo, nome di battaglia “Puccio”, nato a Cima il 4 maggio 1923, 21 anni;
Selva Giuseppe, nato a Cima il 31 maggio 1906, ma residente a Milano, 28 anni, comandante, nome di battaglia “Falco”.
Elenco vittime partigiani 6
1.Bianchi Livia, nata a Melara (Rovigo), 19 luglio 1919, mondina, nome di battaglia “Franca”;
Capra Andrea,
Carminelli Gilberto,
Ferrari Ennio,
Selva Angelo, ;
Selva Giuseppe
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
11. Brigata nera “Cesare Rodini” di Como/Centro antiribelli di Menaggio
Tipo di reparto: Brigata Nera
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Emilio Castelli
Nome Emilio
Cognome Castelli
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Emilio Castelli, vice federale di Como, responsabile del Centro antiribelli di Menaggio e comandante della 6° Compagnia dell’XI Brigata Nera “Cesare Rodini”, era anche commissario prefettizio del comune di Menaggio.
Note procedimento Tra l\'11 ed il 29 novembre 1946 venne celebrato a Como il processo che sentenziò la condanna a morte dei due maggiori responsabili, il comandante Emilio Castelli ed il vice Pompeo Casati. Nel 1950 la Corte d\'Assise di Viterbo commutò le due condanne in trent\'anni di carcere. Poco tempo dopo, i due verranno amnistiati. Gli altri coimputati ricevettero pene variabili tra i venti ed i trent\'anni di carcere che, l\'anno successivo, la Corte d\'Assise Speciale di Torino in parte ridusse e condonò. Tribunale competente: Corte d’assise Sezione speciale di Como
Tipo di reparto fascista Brigata Nera
Nome del reparto 6. compagnia/11. Brigata nera “Cesare Rodini” di Como
Memorie
Memorie legate a questa strage
commemorazione a
Tipo di memoria: commemorazione
Descrizione: Ogni anno, il 21 gennaio, in occasione dell’anniversario dell’eccidio, si tiene al cimitero di Cima di Porlezza, una commemorazione.
onorificenza alla persona a
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Descrizione: A Livia Bianchi fu concessa la medaglia d’oro al valor militare “Nel settembre 1943, accorreva con animo ardente nelle file dei partigiani, trasfondendo nei compagni di lotta il fuoco della sua fede purissima per la difesa del sacro suolo della Patria oppressa. Volontariamente si offriva per guidare in ardita ricognizione attraverso la impervia montagna una pattuglia che, scontratasi con un grosso reparto nemico impegnava dura lotta, cui essa, virilmente impugnando le armi, partecipava con leonino valore, fino ad esaurimento delle munizioni. Insieme ai compagni veniva catturata e sottoposta ad interrogatori e sevizie, che non piegarono la loro fede. Condannati alla fucilazione lei veniva graziata, ma fieramente rifiutava per essere unita ai compagni anche nel supremo sacrificio. Cadde sotto il piombo nemico unendo il suo olocausto alle luminose tradizioni di patriottismo nei secoli fornite dalle donne d\'Italia”. Cima Valsolda, settembre 1943-gennaio 1945.
lapide a Porlezza, Cima
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Porlezza, Cima
Descrizione: Lapide che ricorda il tragitto percorso prima della fucilazione: “Qui a Dio dissero i loro peccati e ai loro cari ed alla Patria l’ultimo saluto sicuri che il loro martirio avrebbe dato la libertà. 21 gennaio 1945”.
monumento a Porlezza, Cima, cimitero
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Porlezza, Cima, cimitero
Descrizione: Monumento eretto nel cimitero di Porlezza: “Selva Peppino, Capra Andrea, Ferrari Ennio, Selva Angelo, Bianchi Lidia [Livia], Carminelli Gilberto. In questo luogo il 21 gennaio del 1945 piombo fratricida falciava la vita a sei partigiani”.