STRÀ, NIBBIANO, 30.07.1944

(Piacenza - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Strà, Nibbiano, Piacenza, Emilia-Romagna

Data 30 luglio 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 9

Numero vittime uomini 4

Numero vittime bambini 1

Numero vittime uomini ragazzi 1

Numero vittime uomini anziani 2

Numero vittime donne 5

Numero vittime donne adulte 3

Numero vittime donne anziane 2

Descrizione: L’antefatto della strage di Strà è rappresentato dall’attacco alla Rocca d’Olgisio del 30 luglio 1944 (base partigiana: comando della I Brigata comandata da Antonio Piacenza), ad opera di un gruppo misto di fascisti e tedeschi comandato dal capitano Molzan della Direzione d'Artiglieria e per gli italiani coordinato dal capitano Giovanni Isola e composto da soldati della Compagnia di ordine pubblico della Guardia nazionale repubblicana, della X Mas, della Brigata Nera Pippo Astorri e da una squadra di tedeschi. La sparatoria è intensissima e prosegue fino all’arrivo dei rinforzi partigiani che mettono in seria difficoltà gli attaccanti. Viene quindi dato ordine di ripiegamento verso Pianello e nelle località intorno. Giunti in località Strà , che aveva costituito la base di un punto di attacco per il bombardamento della Rocca, i nazifascisti si fermano, si danno al saccheggio e pranzano nelle osterie e nelle abitazioni, alcuni sono visti bere alcolici in abbondanza. L'eccidio si consuma nel pomeriggio e prende di mira le persone radunate nella bottega della famiglia Riccardi che vengono tutte uccise.
La causa scatenante della strage non è accertata ed è da presumere come rappresaglia in seguito ad una provocazione o degli abitanti della casa o della messa a segno di un intervento contro un tedesco da parte di antifascisti.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Violenze connesse: furto e-o saccheggio,incendio di abitazione

Tipo di massacro: rappresaglia
--> Per saperne di più sulle tipologie

Estremi e note penali: Nella fase preparatoria del processo (giugno-luglio 1945) vengono riprese le testimonianze rilasciate durante la ricostruzione sommaria dei fatti compiuta dalla Pretura di Borgonovo nei giorni immediatamente successivi alla strage, i testimoni vengono risentiti e ampliate le indagini sulla base delle dichiarazione dei parenti delle vittime. Alcune testimonianze mettono sulla strada del cappellano della X Flottiglia Mas, don Giovanni Gazzotti ritenuto al corrente dei responsabili ma che non rivelerà mai nulla, segnalando solo la presenza dei militari della X Mas nel ruolo di testimoni oculari delle depredazioni fatte esclusivamente, a suo dire, dai tedeschi. I carabinieri della Stazione di Pianello consegnano i risultati delle indagini con il rapporto del 15 luglio 1945 in cui si conclude che “ Dal complesso delle indagini, non sono emerse responsabilità a carico di persone civiliI. L'eccidio in argomento è dovuto all'uccisione di un soldato tedesco da parte di un partigiano, per cui i nazifascisti vollero alle migliaia di crimini aggiungere il nefando eccidio di Strà”. Cosicché il 16 luglio 1945, , la Magistratura ordinaria dichiara, “trattandosi di ipotesi delittuosa p. e p. del DLL 22/4/1945 n. 142”, la propria incompetenza a processare per la strage i seguenti imputati: tenente della X Mas Giuseppe Pasini, sottotenente Franco Capitta, X Mas, il tenente Vatuodi, X Mas, il capo Domenico Cravioglio, X Mas, il marinaio Marcello Massa; il capitano Ugo Luciani, ufficiale capitano della Rsi, Divisione d'artiglieria di Piacenza; il sottotenente Ovidio Vacca, tenente ufficiale della Rsi, divisione artiglieria di Piacenza, Giuseppe Volpini della GNR e ordina la trasmissione degli atti alla Corte d'Assise Straordinaria di Piacenza
Altre indagini vengono svolte dal commissario aggiunto di pubblica sicurezza della questura di Piacenza, dottor Nicola Acquadredda, fra il 1945 e il 1946, collateralmente ai processi a carico di diversi imputati.
Esito dei processi:
Specificamente per l'eccidio di Strà vengono processati dalla Sezione Speciale della Corte di assise di Piacenza Vacca Ovidio e Ugo Luciani, per i quali è stato emesso ordine di cattura il 18/1/1947, rimasti latitanti; il processo si tiene tra la primavera e l'estate del 1947. Per gli altri individui processati la partecipazione all'eccidio è solo uno dei numerosi capi d'imputazione.
• Il 28 agosto 1945 si tiene il processo con diversi capi d'imputazione, tra cui la partecipazione al rastrellamento di Strà, di Celso Alicante (Alseno, 6/1/1926), autista della GNR, che ammette di aver guidato l’autoblinda durante il rastrellamento alla Rocca e fino alla frazione di Strà dove sarebbe stato ferito in un attacco partigiano che provoca la perdita di 20 uomini, ma dichiara che la ritorsione e la strage sono opera di tedeschi. Viene condannato a 20 anni di reclusione per aver partecipato a numerosi rastrellamenti; sarà amnistiato con sentenza del 29/4/1947 (contro l'applicazione dell'amnistia ricorre il Pubblico Ministero ma il ricorso è rigettato).
• Nando Zilocchi (Gragnano Trebbiense, 20/11/1923) della GNR, autista del capitano Remo del Sole, imputato per l'uccisione di tre partigiani in concorso con altri e per aver preso parte “all'uccisione di nove persone durante un rastrellamento a Strà di Nibbiano il 30 luglio 1944”. Nel corso del processo in Corte d’assise straordinaria di Piacenza, iniziato il 28/7/45 e concluso il 19 febbraio 1947 Nando Zilocchi viene condannato a 24 anni, subito ridotti di un terzo, per l'uccisione dei partigiani e assolto per insufficienza di prove dall’aver preso parte al massacro di Strà, nonostante sia stato riconosciuto da un testimone. La Corte di Cassazione a cui lo Zilocchi si rivolge rigetta il ricorso ma applica il “secondo condono”. Zilocchi rimarrà in carcere fino al 1951.
• Giovanni Isola (Lunata 20/11/1911), capitano della GNR, arrestato nel luglio del 1945, viene processato dalla Corte Speciale d'Assise di Piacenza genericamente per aver partecipato ad azioni militari contro i partigiani in provincia di Piacenza e di Lucca e specificamente per “azione combinata con forze italo-tedesche effettuata il 30 luglio 1944 al castello di Pecorara” e non già per l'eccidio, rispetto al quale si dichiara estraneo essendo stato ferito durante l'attacco e subito ricoverato all’ospedale militare di Piacenza, presentando certificato medico; egli invece ammette di aver comandato l'autoblinda nell'azione congiunta italo-tedesca di attacco alla Rocca. Il processo si conclude il 29 novembre 1945, comminando la pena di 8 anni poi amnistiati in seguito a ricorso del 1/3/1946 con sentenza della Corte di cassazione del 16/11/'46.
• Giuseppe Pasini (Pordenone, 7/11/1906), tenente dell X Flottiglia Mas e dall'ottobre del '44 impiegato come agente di collegamento presso le SS tedesche di Piacenza. Subisce un processo con numerosi e gravi capi d'imputazione, tra cui anche la partecipazione al “rastrellamento nella zona Pianello-Nibbiano, nel quale vengono uccise nove persone” che si conclude con sentenza della Cas il 28/2/1946 di pena di morte tramite fucilazione alla schiena. Il Pasini, infatti, viene ritenuto colpevole dei reati ascritti e “Anche se non è stata raggiunta la prova materiale che il Pasini stesso abbia partecipato all'eccidio di Strà, è sintomatico, comunque, che costui sia stato presente in detta località nelle circostanze sopra riferite”. In un primo tempo, infatti, il Pasini nega di essere stato a Strà ma in seguito, riconosciuto da diversi testimoni, sostiene di aver partecipato all'assalto alla Rocca per ordine del comandante tedesco della piazza, ed in seguito di essersi fermato all'osteria di Strà: pur facendo il nome di diversi militi della X nega di aver partecipato alla strage. L'Avvocato avanza ricorso in Corte di Cassazione perché non sono state concesse le attenuanti generiche, lo vince il 22/10/'46 e la Corte demanda il caso alla Corte speciale d'Assise di Bologna. Il 12/2/'47 la Corte concede le attenuanti e condanna il Pasini a 30 anni di reclusione con riduzione a 20 per effetto del decreto di amnistia. Il Pasini, arrestato nell'aprile del '45, sconta la pena dei carceri di Piacenza e di Padova.
• Vacca Ovidio (Arbus-Cagliari 12/3/1919; insegnante elementare, coniugato a Piacenza) e Luciani Ugo (Fiume, 13/11/1909), condannati in primo grado ma solo per aver preso parte al rastrellamento e al saccheggio a Strà in Corte d’assise speciale a Piacenza, il 28 maggio 1947 a 24 anni di reclusione ciascuno con la riduzione di un terzo della pena per effetto dell'amnistia per aver aiutato entrambi, in base ad attestati di commissari partigiani, le forze di Liberazione. Si legge nella motivazione della sentenza: “Si osserva il dato certo emerso dalle risultanze della sommaria istruttoria che i due imputati ebbero effettivamente a partecipare insieme ai tedeschi, a quelle varie operazioni di rappresaglia… Non sono emerse prove sicure che i de imputati siano tra gli autori materiali dell’eccidio. Resta accertato in maniera incontrovertibile che i due imputati parteciparono ad un rastrellamento, cui gli incendi, il saccheggio e l’eccidio sono legati con stretto rapporto di casualità”. Entrambi gli imputati il 2 agosto 1947 ricorrono in Cassazione chiedendo l'annullamento della sentenza: il 19 luglio 1948 la Cassazione annulla la sentenza della Corte d’assise speciale e scarcera il Vacca, mentre viene revocato l’ordine di cattura per il Luciani, che è sempre rimasto latitante.
• Giuseppe Volpini (Soverina, 27/4/1882) detto Pedrass, sottoufficiale GNR viene riconosciuto tra i “rastrellatori responsabile del delitto”. Processo in Corte d’assise speciale celebrato a Piacenza con sentenza del 28/5/1947: viene condannato a 16 anni di reclusione; 5 mesi dopo il reato viene estinto per amnistia.

Annotazioni: Non è stato possibile reperire notizie certe sugli autori tedeschi dell'eccidio.
Durante i procedimenti penali si configura l'ipotesi che gli autori della strage dovessero essere gli stessi – in parte o in tutto - del Gruppo misto composto da militi e ufficiali tedeschi di stanza a Piacenza che erano in precedenza intervenuti nell'attacco alla Rocca d'Olgisio.
L'attacco alla Rocca d'Olgisio, importante base partigiana, è ordinata dal comando di piazza tedesco ed è agli ordini del capitano Molzan della Direzione d'Artiglieria che si avvale di un gruppo misto italo-tedesco.

Scheda compilata da CARLA ANTONINI, CHIARA FERRARI
Scarica la scheda in formato .pdf
Le schede monografiche in formato .pdf sono coperte da diritto d'autore.
Ogni uso improprio o non consentito è punibile ai sensi di legge

Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-09-26 12:12:06

Vittime

Elenco vittime

Cavallari Teresa, nata a Nibbiano (Pc) il 02.04.1902. Il padre è Lodovico, la madre è Castagna Lodovica. Alla data del decesso era residente a Nibbiano e nubile. 42 anni, viene assassinata da un colpo di arma da fuoco nella sua abitazione nel centro del paese.
Falsetti Alessandro, nato a Borgonovo Val Tidone (Pc) il 12.05.1942. Il padre è Egidio, la madre è Vitali Aurora. Alla data del decesso era residente a Nibbiano. Il cadavere del bambino, di soli due anni, viene rinvenuto all’interno della bottega dove vengono fatte esplodere le bombe a mano, abbracciato alla madre.
Mazzocchi Primino è un giovane di 16 anni. Dall’atto di morte risulta essere nato a Pianello Val Tidone. Il padre è Giovanni, la madre è Ghezzi Fiorina. Alla data del decesso era residente a Pianello Val Tidone e celibe. Le informazioni ricavate lo indicato come ritardato mentale, catturato ad Olgisio. Viene freddato con un colpo di arma da fuoco alla nuca.
Politi Cesare, 72 anni, nato il 24.08.1872 a Gragnano Trebbiense (Pc). Il padre è Pietro, la madre è Maserati Carolina. Alla data del decesso era residente a Rottofreno. Professione: contadino. Viene descritto come un vagabondo che saltuariamente lavora come bracciante per i Riccardi e da loro trova ospitalità. Viene raggiunto da tre colpi di arma da fuoco e gettato tra le fiamme della stalla, a cui gli esecutori della strage hanno dato fuoco.
Riccardi Clementina, 85 anni, dall’atto di morte risulta essere nata a Santa Maria della Versa (Pv). Il padre è Francesco, la madre è Magistrali Maria. Alla data del decesso era residente a Nibbiano e nubile. Il suo cadavere viene rinvenuto sulla scala dell’abitazione sopra la bottega.
Riccardi Giuseppe, 76 anni, dall’atto di morte risulta essere nato ad Agazzano (Pc). Il padre è Francesco, la madre è Magistrali Maria. Alla data del decesso era residente a Nibbiano e celibe. E’ il fratello di Clementina Riccardi. Le informazioni lo indicano come persona mutilata e avente una gamba sola. Viene raggiunto e colpito da colpi di arma da fuoco.
Riccardi Luisa, nata a Nibbiano (Pc) il 16.06.1923. Il padre è Ernesto, la madre è Raschiani Mercede. Alla data del decesso era residente a Nibbiano e nubile. Ha 21 anni e il suo corpo viene rinvenuto all’interno della bottega di famiglia.
Riccardi Maria, dall’atto di morte risulta essere nata a Pianello Val Tidone (Pc). Il padre è Celso, la madre è Spezia Virginia. Alla data del decesso era residente a Pianello Val Tidone e nubile. Ha 27 anni, il suo cadavere viene rinvenuto nella bottega dei Riccardi.
Vitali Aurora, dall’atto di morte risulta essere nata a Pianello Val Tidone (Pc). Il padre è Angelo, la madre è Buroni Rosalinda. Alla data del decesso era residente a Nibbiano e coniugata con Falsetti Egidio. Il suo cadavere viene rinvenuto all’interno della bottega, insieme a quello del figlioletto Alessandro.

Elenco vittime civili 9

Cavallari Teresa, nata a Nibbiano (Pc) il 02.04.1902. Il padre è Lodovico, la madre è Castagna Lodovica. Alla data del decesso era residente a Nibbiano e nubile. 42 anni, viene assassinata da un colpo di arma da fuoco nella sua abitazione nel centro del paese.
Falsetti Alessandro, nato a Borgonovo Val Tidone (Pc) il 12.05.1942. Il padre è Egidio, la madre è Vitali Aurora. Alla data del decesso era residente a Nibbiano. Il cadavere del bambino, di soli due anni, viene rinvenuto all’interno della bottega dove vengono fatte esplodere le bombe a mano, abbracciato alla madre.
Mazzocchi Primino è un giovane di 16 anni. Dall’atto di morte risulta essere nato a Pianello Val Tidone. Il padre è Giovanni, la madre è Ghezzi Fiorina. Alla data del decesso era residente a Pianello Val Tidone e celibe. Le informazioni ricavate lo indicato come ritardato mentale, catturato ad Olgisio. Viene freddato con un colpo di arma da fuoco alla nuca.
Politi Cesare, 72 anni, nato il 24.08.1872 a Gragnano Trebbiense (Pc). Il padre è Pietro, la madre è Maserati Carolina. Alla data del decesso era residente a Rottofreno. Professione: contadino. Viene descritto come un vagabondo che saltuariamente lavora come bracciante per i Riccardi e da loro trova ospitalità. Viene raggiunto da tre colpi di arma da fuoco e gettato tra le fiamme della stalla, a cui gli esecutori della strage hanno dato fuoco.
Riccardi Clementina, 85 anni, dall’atto di morte risulta essere nata a Santa Maria della Versa (Pv). Il padre è Francesco, la madre è Magistrali Maria. Alla data del decesso era residente a Nibbiano e nubile. Il suo cadavere viene rinvenuto sulla scala dell’abitazione sopra la bottega.
Riccardi Giuseppe, 76 anni, dall’atto di morte risulta essere nato ad Agazzano (Pc). Il padre è Francesco, la madre è Magistrali Maria. Alla data del decesso era residente a Nibbiano e celibe. E’ il fratello di Clementina Riccardi. Le informazioni lo indicano come persona mutilata e avente una gamba sola. Viene raggiunto e colpito da colpi di arma da fuoco.
Riccardi Luisa, nata a Nibbiano (Pc) il 16.06.1923. Il padre è Ernesto, la madre è Raschiani Mercede. Alla data del decesso era residente a Nibbiano e nubile. Ha 21 anni e il suo corpo viene rinvenuto all’interno della bottega di famiglia.
Riccardi Maria, dall’atto di morte risulta essere nata a Pianello Val Tidone (Pc). Il padre è Celso, la madre è Spezia Virginia. Alla data del decesso era residente a Pianello Val Tidone e nubile. Ha 27 anni, il suo cadavere viene rinvenuto nella bottega dei Riccardi.
Vitali Aurora, dall’atto di morte risulta essere nata a Pianello Val Tidone (Pc). Il padre è Angelo, la madre è Buroni Rosalinda. Alla data del decesso era residente a Nibbiano e coniugata con Falsetti Egidio. Il suo cadavere viene rinvenuto all’interno della bottega, insieme a quello del figlioletto Alessandro.

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Direzione d\'Artiglieria di Piacenza

Tipo di reparto: Esercito

Reparto GNR non precisato

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

X MAS

Tipo di reparto: Reparto speciale

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Alicante Celso

    Nome Alicante

    Cognome Celso

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Nato a Alseno, 6/1/1926), autista della GNR

    Note procedimento Il 28 agosto 1945 si tiene il processo con diversi capi d\'imputazione, tra cui la partecipazione al rastrellamento di Strà, di Celso Alicante che ammette di aver guidato l’autoblinda durante il rastrellamento alla Rocca e fino alla frazione di Strà dove sarebbe stato ferito in un attacco partigiano che provoca la perdita di 20 uomini, ma dichiara che la ritorsione e la strage sono opera di tedeschi. Viene condannato a 20 anni di reclusione per aver partecipato a numerosi rastrellamenti; sarà amnistiato con sentenza del 29/4/1947 (contro l\'applicazione dell\'amnistia ricorre il Pubblico Ministero ma il ricorso è rigettato).

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

  • Giovanni Isola

    Nome Giovanni

    Cognome Isola

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Giovanni Isola (Lunata 20/11/1911), capitano della GNR

    Note procedimento Arrestato nel luglio del 1945, viene processato dalla Corte Speciale d\'Assise di Piacenza genericamente per aver partecipato ad azioni militari contro i partigiani in provincia di Piacenza e di Lucca e specificamente per “azione combinata con forze italo-tedesche effettuata il 30 luglio 1944 al castello di Pecorara” e non già per l\'eccidio, rispetto al quale si dichiara estraneo essendo stato ferito durante l\'attacco e subito ricoverato all’ospedale militare di Piacenza, presentando certificato medico; egli invece ammette di aver comandato l\'autoblinda nell\'azione congiunta italo-tedesca di attacco alla Rocca. Il processo si conclude il 29 novembre 1945, comminando la pena di 8 anni poi amnistiati in seguito a ricorso del 1/3/1946 con sentenza della Corte di cassazione del 16/11/\'46

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

  • Giuseppe Pasini

    Nome Giuseppe

    Cognome Pasini

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Giuseppe Pasini (Pordenone, 7/11/1906), tenente dell X Flottiglia Mas e dall\'ottobre del \'44 impiegato come agente di collegamento presso le SS tedesche di Piacenza.

    Note procedimento Subisce un processo con numerosi e gravi capi d\'imputazione, tra cui anche la partecipazione al “rastrellamento nella zona Pianello-Nibbiano, nel quale vengono uccise nove persone” che si conclude con sentenza della Cas il 28/2/1946 di pena di morte tramite fucilazione alla schiena. Il Pasini, infatti, viene ritenuto colpevole dei reati ascritti e “Anche se non è stata raggiunta la prova materiale che il Pasini stesso abbia partecipato all\'eccidio di Strà, è sintomatico, comunque, che costui sia stato presente in detta località nelle circostanze sopra riferite”. In un primo tempo, infatti, il Pasini nega di essere stato a Strà ma in seguito, riconosciuto da diversi testimoni, sostiene di aver partecipato all\'assalto alla Rocca per ordine del comandante tedesco della piazza, ed in seguito di essersi fermato all\'osteria di Strà: pur facendo il nome di diversi militi della X nega di aver partecipato alla strage. L\'Avvocato avanza ricorso in Corte di Cassazione perché non sono state concesse le attenuanti generiche, lo vince il 22/10/\'46 e la Corte demanda il caso alla Corte speciale d\'Assise di Bologna. Il 12/2/\'47 la Corte concede le attenuanti e condanna il Pasini a 30 anni di reclusione con riduzione a 20 per effetto del decreto di amnistia. Il Pasini, arrestato nell\'aprile del \'45, sconta la pena dei carceri di Piacenza e di Padova.

    Tipo di reparto fascista Reparto speciale

    Nome del reparto X MAS

  • Giuseppe Volpini

    Nome Giuseppe

    Cognome Volpini

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Giuseppe Volpini detto Pedrass, sottoufficiale GNR (Soverina, 27/4/1882

    Note procedimento viene riconosciuto tra i “rastrellatori responsabile del delitto”. Processo in Corte d’assise speciale celebrato a Piacenza con sentenza del 28/5/1947: viene condannato a 16 anni di reclusione; 5 mesi dopo il reato viene estinto per amnistia.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

  • Karl Straubinger

    Nome Karl

    Cognome Straubinger

    Ruolo nella strage Autore

    Stato nominativo generico o non identificato emerso da testimonianze orali

    Note responsabile L\'unico nome tedesco responsabile materiale dell\'eccidio è stato fatto nel corso del processo contro Vacca e Luciani (cfr. sotto) da parte del cappellano della X Flottiglia Mas, il cui fratello risiedeva a Strà, don Giovanni Battista Gazzotti. Egli testimonia che l\'aiutante maggiore del comandante di Piazza, il tenente Bierman (?) gli ha confessato la esclusiva responsabilità di militari tedeschi - otto dei quali sarebbero stati fucilati - tra cui un certo Straubinger Karl. Il nome non risulta tra i soldati tedeschi sepolti nel 1944 nella sezione del Cimitero comunale di Piacenza a loro riservata.

  • Nando Zilocchi

    Nome Nando

    Cognome Zilocchi

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Nando Zilocchi (Gragnano Trebbiense, 20/11/1923) della GNR, autista del capitano Remo del Sole

    Note procedimento imputato per l\'uccisione di tre partigiani in concorso con altri e per aver preso parte “all\'uccisione di nove persone durante un rastrellamento a Strà di Nibbiano il 30 luglio 1944”. Nel corso del processo in Corte d’assise straordinaria di Piacenza, iniziato il 28/7/45 e concluso il 19 febbraio 1947 Nando Zilocchi viene condannato a 24 anni, subito ridotti di un terzo, per l\'uccisione dei partigiani e assolto per insufficienza di prove dall’aver preso parte al massacro di Strà, nonostante sia stato riconosciuto da un testimone. La Corte di Cassazione a cui lo Zilocchi si rivolge rigetta il ricorso ma applica il “secondo condono”. Zilocchi rimarrà in carcere fino al 1951.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

  • Ovidio Vacca

    Nome Ovidio

    Cognome Vacca

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Vacca Ovidio (Arbus-Cagliari 12/3/1919; insegnante elementare, coniugato a Piacenza)

    Note procedimento Lui e Luciani Ugo condannati in primo grado ma solo per aver preso parte al rastrellamento e al saccheggio a Strà in Corte d’assise speciale a Piacenza, il 28 maggio 1947 a 24 anni di reclusione ciascuno con la riduzione di un terzo della pena per effetto dell\'amnistia per aver aiutato entrambi, in base ad attestati di commissari partigiani, le forze di Liberazione. Si legge nella motivazione della sentenza: “Si osserva il dato certo emerso dalle risultanze della sommaria istruttoria che i due imputati ebbero effettivamente a partecipare insieme ai tedeschi, a quelle varie operazioni di rappresaglia… Non sono emerse prove sicure che i de imputati siano tra gli autori materiali dell’eccidio. Resta accertato in maniera incontrovertibile che i due imputati parteciparono ad un rastrellamento, cui gli incendi, il saccheggio e l’eccidio sono legati con stretto rapporto di casualità”. Entrambi gli imputati il 2 agosto 1947 ricorrono in Cassazione chiedendo l\'annullamento della sentenza: il 19 luglio 1948 la Cassazione annulla la sentenza della Corte d’assise speciale e scarcera il Vacca, mentre viene revocato l’ordine di cattura per il Luciani, che è sempre rimasto latitante

    Tipo di reparto fascista Esercito

    Nome del reparto Direzione d\'Artiglieria di Piacenza

  • Ugo Luciani

    Nome Ugo

    Cognome Luciani

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Luciani Ugo (Fiume, 13/11/1909)

    Note procedimento Lui e Vacca vengono condannati in primo grado ma solo per aver preso parte al rastrellamento e al saccheggio a Strà in Corte d’assise speciale a Piacenza, il 28 maggio 1947 a 24 anni di reclusione ciascuno con la riduzione di un terzo della pena per effetto dell\'amnistia per aver aiutato entrambi, in base ad attestati di commissari partigiani, le forze di Liberazione. Si legge nella motivazione della sentenza: “Si osserva il dato certo emerso dalle risultanze della sommaria istruttoria che i due imputati ebbero effettivamente a partecipare insieme ai tedeschi, a quelle varie operazioni di rappresaglia… Non sono emerse prove sicure che i de imputati siano tra gli autori materiali dell’eccidio. Resta accertato in maniera incontrovertibile che i due imputati parteciparono ad un rastrellamento, cui gli incendi, il saccheggio e l’eccidio sono legati con stretto rapporto di casualità”. Entrambi gli imputati il 2 agosto 1947 ricorrono in Cassazione chiedendo l\'annullamento della sentenza: il 19 luglio 1948 la Cassazione annulla la sentenza della Corte d’assise speciale e scarcera il Vacca, mentre viene revocato l’ordine di cattura per il Luciani, che è sempre rimasto latitante

    Tipo di reparto fascista Esercito

    Nome del reparto Direzione d\'Artiglieria di Piacenza

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • commemorazione a

    Tipo di memoria: commemorazione

    Descrizione: A Strà di Nibbiano si celebra annualmente la Giornata in memoria dei caduti civili di guerra e delle vittime di violenza, passata e recente. Viene celebrata una cerimonia religiosa al Santuario della Beata Vergine delle Genti. Si tengono inoltre discorsi commemorativi da parte di autorità rappresentanti delle istituzioni piacentine.

  • monumento a Nibbiano, Strà

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Nibbiano, Strà

    Anno di realizzazione: 1962

    Descrizione: Esiste un santuario a Stra’ di Nibbiano dedicato alle vittime civili di guerra. E’ denominato Santuario della Beata Vergine Maria Madre delle Genti. Sul masso di marmo grigio scuro, esterno, sta scritto: NOI TROPPO DEMMO E SOFFRIMMO. PACE FRATELLI! E FATE CHE LE BRACCIA CH’ORA E POI TENDERETE AI PIÙ VICINI NON SAPPIANO LA LOTTA E LA MINACCIA. Progettato dall’architetto Piacentino Carlo Felice Cattadori, fu eretto nel 1958, per volere dell’allora parroco Don Andrea Mutti, e consacrato il 7 maggio 1961. Costruito su due piani, sorge sul luogo dell’eccidio dei nove civili inermi. La cripta sottostante è dedicata alle vittime civili della seconda guerra mondiale della provincia di Piacenza, i cui nomi sono scolpiti su lastre di marmo, e arde perennemente una fiaccola che fu accesa a Roma nelle Fosse Ardeatine. Nella parte superiore del Santuario è collocata la statua della Madonna “Madre delle Genti” che fu benedetta nel 1958 in San Pietro dal Pontefice Pio XII e solennemente incoronata nel 1962. La statua lignea, scolpita ad Ortisei dallo scultore Giuseppe Runggaldier, rappresenta la Madonna nell’atto di stendere le mani, in segno di protezione, su una famiglia inginocchiata ai suoi piedi.

Bibliografia


Mirco Dondi, La resistenza tra unità e conflitto. Vicende parallele tra dimensione nazionale e realtà piacentina, Bruno Mondatori, 2004
Anna Chiapponi, Piacenza nella lotta di Liberazione 1943-1945, Tip. Nazionale, 1976
Giuseppe Berti, Linee della Resistenza e liberazione piacentina 1943-1945, vol. II

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

AsBo, CAS, b. 160/1946, f. Pasini Giuseppe
AsPc, CAS, b. 4, f. Isola Giovanni
AsPc, CAS, b. 8, f. Ferrari Pietro
AsPc, CAS, b. 12, f. Luciani Ugo
CPI, 16/101 - 14/9 RG La Spezia 2232