Pieve Tesino, 10-11.10.1944

(Trento - Trentino-Alto Adige)

Descrizione

Località Pieve Tesino, Pieve Tesino, Trento, Trentino-Alto Adige

Data 10 ottobre 1944 - 11 ottobre 1944

Matrice strage Nazifascista

Numero vittime 7

Numero vittime uomini 6

Numero vittime uomini adulti 5

Numero vittime uomini anziani 1

Numero vittime donne 1

Numero vittime donne adulte 1

Descrizione: Nell’estate del 1944 anche l’area di confine tra l’Alpenvorland (zona d’operazione comprendente le province di Belluno, Bolzano e Trento) e il Veneto fu contraddistinta da un’attività partigiana insidiosa ed effervescente. Le azioni di guerriglia (attacchi, imboscate, sabotaggi, ecc.) intraprese dai partigiani delle formazioni veneto-trentine misero in crisi il sistema di comunicazione tedesco e, soprattutto, la sicurezza dei cantieri che di lì a poco avrebbero avviato i poderosi lavori di costruzione della Blaue linie. Di fatto, l’offensiva partigiana fu presto seguita dalla reazione delle autorità militari nazifasciste: dall’agosto all’ottobre 1944, si susseguì una serie di operazioni antipartigiane volte a reprimere l’insorgenza dei «ribelli» e a riportare sotto controllo territori di estrema importanza strategico-militare. Dopo aver colpito una prima volta il Battaglione Gherlenda (Brigata Garibaldi Gramsci) in settembre, le forze tedesche e gli uomini del 2. Battaglione CST guidati dal capitano delle SS Karl Julius Hegenbart condussero, tra l’8 e il 12 ottobre 1944, un altro rastrellamento. All’operazione, che portò alla disgregazione il reparto partigiano, parteciparono non meno di 500 uomini. In tutta l’area, furono rastrellate circa 140 persone, poi arruolate nei cantieri della Todt di Pergine e Trento. Durante l’azione, i militari catturarono i partigiani Gastone Velo e Clorinda Menguzzato: la giovane fu seviziata, violentata dai militi del CST e uccisa, il suo corpo abbandonato lungo la strada in direzione di Pieve Tesino l’11 ottobre. Il 9 precedente, il capitano Hegenbart si era portato con un gruppo di soldati a Pradellan, dove Francesco Bordignon era titolare di una torbiera che dava lavoro a una trentina di persone: l’uomo era un fiancheggiatore dei partigiani e in più occasioni li aveva aiutati distribuendo generi di prima necessità e fornendo loro informazioni. Dopo averlo schiaffeggiato, l’ufficiale nazista lo uccise con un colpo di pistola sotterrando il corpo nei pressi e impedendone il trasporto ai familiari (la salma fu riesumata solo nel dopoguerra). Il 10 ottobre furono fucilati il partigiano Velo e tre civili accusati di sostenere il movimento di resistenza: Dorimberto Boso, Giacomo Marighetto (padre dei partigiani Celestino e Ancilla) e Giovanni Muraro. Rodolfo Fermi, catturato, interrogato e torturato, fu giustiziato a Campiello di Levico il 12 ottobre successivo. Nel dopoguerra, le famiglie Bordignon, Fermi e Marighetto ottennero ciascuna un assegno di 20 mila lire a titolo di risarcimento.

Modalità di uccisione: fucilazione

Violenze connesse: furto e-o saccheggio,stupro

Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Nel 1965, la Procura generale presso il Tribunale supremo militare di Roma trasmise atti e documenti riguardanti il capitano Hegenbart alle autorità germaniche che, a loro volta, spedirono tutto l’incartamento a quelle austriache. Il Tribunale regionale di Innsbruck emise un ordine di cattura ma il procedimento fu sospeso e poi archiviato nel 1992 per l’avvenuto decesso dell’ex ufficiale nazista. In Italia, il procedimento fu riaperto nel 1995 ma archiviato definitivamente nel 1998 per la stessa motivazione.

Scheda compilata da Lorenzo Gardumi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-03-23 23:25:20

Vittime

Elenco vittime

1) BORDIGNON, Francesco
Mussolente (VI), 9 agosto 1897-Pradellan, 9 ottobre 1944. Commerciante e imprenditore, sposato con un figlio.
2) BOSO, Dorimberto
Casteltesino, 16 agosto 1924-10 ottobre 1924. Pastore. Incappato nel rastrellamento tedesco, fu trovato sprovvisto di documenti e, ritenuto partigiano, fu condotto a Casteltesino e fucilato.
3) FERMI, Rodolfo
Corte Maggiore (PC), 16 giugno 1914-Campiello di Levico, 28 ottobre 1944. Albergatore, sposato con due figli. Fiancheggiatore dei partigiani del Gherlenda, ai quali aveva fornito viveri e alloggio, fu arrestato l’11 ottobre con l’accusa di aver favorito la fuga di un partigiano prigioniero: picchiato e torturato, fu giustiziato a Levico alla fine del mese.
4) MARIGHETTO, Giacomo
Casteltesino, 23 marzo 1888-10 ottobre 1944. Casaro, sposato e padre di sei figli. Fu arrestato per complicità col movimento partigiano (vi militavano i figli Celestino e Ancilla) e fucilato il 10 ottobre 1944.
5) MURARO, Giovanni
Bludenz, 27 agosto 1918-Casteltesino, 10 ottobre 1944.
6) MENGUZZATO, Clorinda (nome di battaglia, Veglia)
Borgo Valsugana, 15 ottobre 1924-Casteltesino, 11 ottobre 1944.
7) VELO, Gastone (nome di battaglia, Nazzari)
Feltre, 1923-Casteltesino, 10 ottobre 1944.

Elenco vittime partigiani 2

1) MENGUZZATO, Clorinda (nome di battaglia, Veglia)
Borgo Valsugana, 15 ottobre 1924-Casteltesino, 11 ottobre 1944.
2) VELO, Gastone (nome di battaglia, Nazzari)
Feltre, 1923-Casteltesino, 10 ottobre 1944.

Elenco vittime legate a partigiani 5

1) BORDIGNON, Francesco
Mussolente (VI), 9 agosto 1897-Pradellan, 9 ottobre 1944. Commerciante e imprenditore, sposato con un figlio.
2) BOSO, Dorimberto
Casteltesino, 16 agosto 1924-10 ottobre 1924. Pastore. Incappato nel rastrellamento tedesco, fu trovato sprovvisto di documenti e, ritenuto partigiano, fu condotto a Casteltesino e fucilato.
3) FERMI, Rodolfo
Corte Maggiore (PC), 16 giugno 1914-Campiello di Levico, 28 ottobre 1944. Albergatore, sposato con due figli. Fiancheggiatore dei partigiani del Gherlenda, ai quali aveva fornito viveri e alloggio, fu arrestato l’11 ottobre con l’accusa di aver favorito la fuga di un partigiano prigioniero: picchiato e torturato, fu giustiziato a Levico alla fine del mese.
4) MARIGHETTO, Giacomo
Casteltesino, 23 marzo 1888-10 ottobre 1944. Casaro, sposato e padre di sei figli. Fu arrestato per complicità col movimento partigiano (vi militavano i figli Celestino e Ancilla) e fucilato il 10 ottobre 1944.
5) MURARO, Giovanni
Bludenz, 27 agosto 1918-Casteltesino, 10 ottobre 1944.

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


SS-Kommando/SD Roncegno

Tipo di reparto: Polizei
Appartenenza: Sicherheitspolizei u. SD

SS italiane reparto non precisato

Tipo di reparto: Waffen-SS

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Giuseppe Erkelenz

    Nome Giuseppe

    Cognome Erkelenz

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Non meglio precisato capitano delle SS, che si presume abbia partecipato alle violenze e all’uccisione della partigiana Clorinda Menguzzato.

    Note procedimento Nel 1965, la Procura generale presso il Tribunale supremo militare di Roma trasmise atti e documenti riguardanti il capitano Hegenbart alle autorità germaniche che, a loro volta, spedirono tutto l’incartamento a quelle austriache. Il Tribunale regionale di Innsbruck emise un ordine di cattura ma il procedimento fu sospeso e poi archiviato nel 1992 per l’avvenuto decesso dell’ex ufficiale nazista. In Italia, il procedimento fu riaperto nel 1995 ma archiviato definitivamente nel 1998 per la stessa motivazione.

    Nome del reparto nazista Waffen-SS

    Nome del reparto SS italiane reparto non precisato

  • Karl Julius Hegenbart

    Nome Karl Julius

    Cognome Hegenbart

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Austria, 12 novembre 1903-12 giugno 1990. Capitano (SS-Hauptsturmführer) al comando dell’unità SS/SD di stanza a Roncegno, era anche al comando del 3. Battaglione del CST di stanza nella zona. Condusse i rastrellamenti antipartigiani di settembre e ottobre e uccise Francesco Bordignon con un colpo d’arma da fuoco. Ufficiale fanaticamente votato alla vittoria del Terzo Reich, verso la fine di aprile del 1945 diffuse una disposizione che incitava alla resistenza finale minacciando di morte qualsiasi defezione. In effetti, il 27 aprile fu responsabile dell’uccisione di due giovani trentini, disertori del CST. Nella documentazione giudiziaria militare, il cognome del capitano HEGENBART è storpiato in EGHEMBAR.

    Note procedimento Nel 1965, la Procura generale presso il Tribunale supremo militare di Roma trasmise atti e documenti riguardanti il capitano Hegenbart alle autorità germaniche che, a loro volta, spedirono tutto l’incartamento a quelle austriache. Il Tribunale regionale di Innsbruck emise un ordine di cattura ma il procedimento fu sospeso e poi archiviato nel 1992 per l’avvenuto decesso dell’ex ufficiale nazista. In Italia, il procedimento fu riaperto nel 1995 ma archiviato definitivamente nel 1998 per la stessa motivazione.

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a

    Tipo di memoria: lapide

    Descrizione: Accanto ai caduti nei due conflitti mondiali, è stata posta, nel cinquantesimo della Liberazione una lapide commemorativa in onore delle partigiane Clorinda Menguzzato e Ancilla Marighetto.

  • lapide a Località di Costabrunella

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Località di Costabrunella

    Descrizione: In anni recenti, l’ANPI, unitamente ai rappresentanti delle amministrazioni comunali e il patrocinio della Provincia di Trento, ha posto una targa presso la località di Costabrunella, prima sede del Battaglione Gherlenda, e un cippo dedicato a Clorinda Menguzzato.

  • luogo della memoria a

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Descrizione: Negli ultimi anni, l’ANPI del Trentino si è fatto promotore di una serie d’iniziative celebrative a ricordo non solo dei caduti partigiani del Tesino, ma anche di tante figure misconosciute, come quella di Francesco Bordignon.

  • onorificenza alla persona a

    Tipo di memoria: onorificenza alla persona

    Descrizione: Nel dopoguerra, a Clorinda Menguzzato fu assegnata la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: «Valorosa donna trentina, fu audace staffetta, preziosa informatrice, eroica combattente, infermiera amorosa. Catturata dai tedeschi oppressori, sottoposta ad atroci sevizie, violentata dalla soldataglia, lacerate le carni da cani inferociti, con sublime fierezza opponeva il silenzio alle torture più strazianti e nell\'ultimo anelito gridava agli aguzzini: ‹Quando non potrò più sopportare le vostre torture mi mozzerò la lingua con i denti per non parlare›. La brutalità teutone poté violarne il corpo, non piegarne l\'anima ardente e l\'invitto coraggio. La leonessa dei partigiani rimane fulgido esempio delle più nobili tradizioni di eroismo e di fede delle donne italiane. Castel Tesino, 10 ottobre 1944».

  • commemorazione a

    Tipo di memoria: commemorazione

    Anno di realizzazione: 2011

    Descrizione: Nel settembre 2011, si è tenuta la prima commemorazione in onore dei caduti del Battaglione Gherlenda, partita da Casteltesino e conclusasi a Costabrunella.

Bibliografia


Renzo FRANCESCOTTI, Il battaglione Gherlenda: partigiani nel Trentino, Torino, Paravia, 1966 (1. ed.);

Lorenzo GARDUMI, Maggio 1945: «a nemico che fugge ponti d’oro»: la memoria popolare e le stragi di Ziano, Stramentizzo e Molina di Fiemme, Trento, Fondazione Museo storico del Trentino, 2008;

LABORATORIO DI STORIA DI ROVERETO (a cura del), Il Trentino, i trentini nella seconda guerra mondiale, vol. III, Rovereto (TN), Egon, 2010;

Giuseppe SITTONI, Uomini e fatti del Gherlenda: la Resistenza nella Valsugana orientale e nel Bellunese, Borgo Valsugana (TN), Mosaico, 2005.

Sitografia


http://www.anpi.it/donne-e-uomini/clorinda-menguzzato/;

http://it.wikipedia.org/wiki/Clorinda_Menguzzato;

http://trentoricorda.wordpress.com/2011/06/08/clorinda-menguzzato-veglia/;

Fonti archivistiche

Fonti

Procura militare della Repubblica di Verona, Registro generale 1677, fonte CPI 48/15;

Procura militare della Repubblica di Verona, Registro generale 182, fonte CPI 19/9, 48/15 (fonte 2);

Procura militare della Repubblica di Verona, Registro generale 182, fonte CPI 19/9 (Banca dati violenze tedesche CIT-CPI).

Archivio Ufficio storico Stato maggiore esercito (AUSSME), N. 1/11, b. 3034 (Banca dati violenze tedesche CIT-CPI).

Fondazione Museo storico del Trentino, Archivio Commissione provinciale patrioti, AB Allegati, busta 3.