Macereto, Visso, 18.03.1944

(Macerata - Marche)

Descrizione

Località Macereto, Visso, Macerata, Marche

Data 18 marzo 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 4

Numero vittime uomini 4

Numero vittime uomini adulti 3

Numero vittime uomini anziani 1

Descrizione: Nella notte tra il 13 e il 14 marzo, nei pressi di Macereto avvenne un lancio di 12 uomini e di materiale vario, oltre che di denaro. La missione CAT, diretta dai Servizi segreti alleati, aveva prevalentemente compiti informativi e di coordinamento con unità di patrioti. L’aereo inglese che li trasportò proveniva da Brindisi. Alla guida del tenente Italo Gastaldi (nome di copertura Italo Gai), sebbene le difficoltà meteorologhe e tecniche (forte vento e molta neve), tutti gli uomini giunsero a terra incolumi: nella prima pattuglia, oltre a al tenente Gai, vi erano il sergente maggiore Salvatore Micale (nome di copertura Mario Tondo) e i paracadutisti Gino Tona (“Nino Zorzetto”, di San Paolo di Piave, in provincia di Treviso), Fioretto Lenadro Darin (“Carlo Furlan”, da Roncalle), Mario Ludovici (da Pistoia) e Gino Levati; la seconda squadra, che aveva come obbiettivo finale Colfiorito, era invece composta dal sergente maggiore Giulio Rossi (“Cina”, da Pieve di Sinalunga), Antonio Filippucci (di Livorno), il radiotelegrafista Giorgio Cinetti (“Giorgio de’ Giorgi”, di Verona), Ottavio Monti (“Ottavio Costa”, di Roma), un tale Toni (di Pistoia) e un certo Zambetti (di Brescia).
Dopo essere atterrati i paracadutisti si fermarono presso la casa colonica di Roberto Lupidi, un contadino della zona con il quale il tenente Adriano Alessandrini aveva precedentemente preso accordi.
La mattina successiva notevoli forze nazifasciste (si parla di circa 500 uomini) giunsero a Visso per un’operazione di rastrellamento. Le poche case furono perquisite e saccheggiate. Vennero trovate e catturate tre figure importanti della resistenza nel Vissano: il capitano Vecchi, il capitano Donato Tondi e il tenente Narducci. Questo rastrellamento provocherà uno sbandamento del gruppo partigiano di Visso.
La mattina del 18 marzo, in seguito alle voci allarmanti delle staffette inviate in perlustrazione, il tenente Adriano Alessandrini, che guidava il distaccamento “Lampo” della Brigata Spartaco, ritenne pericoloso far rimanere presso il campo di lancio, a Macereto, i suoi uomini. Così d’accordo con il tenente Gai, spostò il suo gruppo e la maggior parte degli uomini della missione in un luogo più sicuro. Restarono sul posto il tenente Gai e quattro dei suoi uomini: avrebbero espletato i loro compiti, atteso il ritorno di Alessandrini e nella notte si sarebbero tutti recati a svolgere delle operazioni di sabotaggio nella Valnerina e nella rotabile Fornaci-Visso per bloccare quest’ultima località da eventuali altri rastrellamenti.
Tuttavia nel pomeriggio del 18 un reparto di SS tedesche, probabilmente informate da qualche spia, si recarono a Macereto, dove circondarono e attaccarono la pattuglia di paracadutisti, costretta a difendersi da dentro il casale dove erano ospitati. Nell’abitazione si trovava anche la famiglia del colono Roberto Lupidi, che lì dimorava.
Dopo un duro combattimento, i tedeschi riuscirono a impadronirsi del casale. Fioretto Leandro Darin, posizionatosi sul tetto della casa, rimase ucciso colpito ad un occhio, mentre l’ultra ottantenne Fedele Fefè, rimasto seduto vicino al focolare, venne colpito con una pallottola alla testa e la giovane Onelia Lupidi rimase ferita a una gamba a causa di una bomba a mano gettata dai tedeschi nell’abitazione nel corso dello scontro. A quel punto il tenente Gastaldi e il suo sergente vennero catturati, perquisiti e percossi. Gli altri due paracadutisti, Tona e Ludovici, aprendosi la strada con le armi riuscirono a fuggire. Gastaldi fu fucilato presso una pianta di noce e Micale davanti a un muro dell’abitazione. Prima di andarsene, i soldati perquisirono e saccheggiarono la casa – portarono via un vitello, della biancheria e vari suppellettili -, poi vi appiccarono il fuoco. Roberto Lupidi e il figlio Duilio furono costretti a caricare su un carro un tedesco rimasto ucciso e alcuni feriti perché venissero trasportati verso il passo delle Fornaci. Proprio qui, all’improvviso, i tedeschi fecero fuoco contro Lupidi, mentre il figlio riuscì a scappare fuggendo nel bosco sottostante.
Del materiale lanciato, i tedeschi non riuscirono a trovarne traccia, anche grazie al silenzio che mantennero per tutto il tempo gli altri membri della famiglia del colono caduto. I corpi dei paracadutisti furono recuperati due giorni dopo.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Violenze connesse: furto e-o saccheggio,incendio di abitazione

Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Il procedimento contro ignoti militari tedeschi e fascisti per i reati di “violenza con omicidio contro prigionieri di guerra” e di “omicidio e aiuto al nemico”, commessi ai danni di Fefè Fedele, Lupidi Roberto e tre ignoti paracadutisti, i cui atti sono stati trasmessi nel 1946 al Pm della Corte d’Assise di Macerata, è stato archiviato nel 1994 con un non luogo a procedere.

Annotazioni: I nomi dei 12 paracadutisti sopra elencati sono stati tratti da C. Biscarini, Missioni oltre le linee, il quale tuttavia afferma che in altre fonti non sono esattamente gli stessi.

Scheda compilata da Chiara Donati
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-07-12 16:05:46

Vittime

Elenco vittime

Fefè Fedele, n. a Fiordimonte il 17/10/1862, paternità Giovanni, suocero di Roberto Lupidi, civile.

Gastaldi Italo (nome di copertura Italo Gai), cl. 1920, proveniente da Torino, tenente. Combatté sul fronte greco-albanese come sottotenente del 43° Reggimento fanteria della Divisione \"Forlì\"; poi passò come tenente nei paracadutisti della “Nembo”, 11° battaglione, 185° reggimento “Folgore”. Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Lupidi Roberto, n. a Camerino il 07/07/1894, paternità Valentino, collaboratore dei partigiani.

Micale Salvatore (nome di copertura Mario Tondi), cl. 1919, originario di Aci Castello (Catania), sergente maggiore. Si arruolò volontario nel 1938 nel 3° Reggimento artiglieria “Leonessa”, passato poi nei paracadutisti, dopo l’8 settembre 1943, entrò a far parte del 185° reparto paracadutisti “Nembo”. Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Elenco vittime civili 1

Fefè Fedele

Elenco vittime militari 2

Gastaldi Italo
Micale Salvatore

Elenco vittime legate a partigiani 1

Lupidi Roberto

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie

Memorie legate a questa strage

  • commemorazione a Visso

    Tipo di memoria: commemorazione

    Ubicazione: Visso

    Anno di realizzazione: 1986

    Descrizione: Nel 1986 la Folgore inaugurò una stele-ricordo a Visso con una solenne cerimonia alla presenza del Sindaco Sensi, del V. Presidente del Consiglio Forlani, del S/Capo di SME Di Martino e di altre Autorità, anche americane.

  • onorificenza alla persona a

    Tipo di memoria: onorificenza alla persona

    Descrizione: A Italo Gastaldi fu concessa la Medaglia d’oro al Valor militare alla Memoria, con la seguente motivazione: “Volontario, organizzava con meticoloso lavoro un nucleo di paracadutisti e lo preparava ad operare in territorio nemico, esaltandone al massimo lo

  • onorificenza alla persona a

    Tipo di memoria: onorificenza alla persona

    Descrizione: A Salvatore Micale fu concessa la Medaglia d’oro al Valor militare alla Memoria, con la seguente motivazione: “Aviolanciato in territorio occupato dai tedeschi e da questi sorpreso, impegnava cruenta lotta imponendosi ripetutamente per far scudo al propri

  • onorificenza alla persona a

    Tipo di memoria: onorificenza alla persona

    Descrizione: A Fioretto Leandro Darin fu concessa la Medaglia d’argento al Valor militare alla Memoria.

  • luogo della memoria a Alba

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Ubicazione: Alba

    Descrizione: Una via di Alba (Cuneo) porta il nome di Italo Gastaldi.

  • cippo a Visso

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: Visso

    Anno di realizzazione: 1984

    Descrizione: A Visso venne posto nel 1984 un cippo con elemento in bronzo dedicato ai tre paracadutisti e ai due civili uccisi dai nazifascisti a Macereto il 18 marzo 1944. Vi sono incisi i nomi: Caporal Maggiore Fioretto Leandro Darin (M.A.V.M), tenente Italo Gastald

  • lapide a Visso, Macerreto, Santuario

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Visso, Macerreto, Santuario

    Descrizione: In memoria del loro sacrificio è posta una lapide su una parete del santuario di Macereto, dove vengono ricordati anche i civili Fedele Fefè e Roberto Lupidi.

Bibliografia


AA.VV., Tolentino e la resistenza nel Maceratese, Accademia Filelfica, Tolentino 1964.
Carlo Ballesi, Pietro Capuzi e la resistenza nell’Alto Nera, [s. l. s. n.] 2014.
Claudio Biscarini, Servizi alleati e Resistenza a Perugia e nell'Appennino umbro-marchigiano (1943-1944), Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation, Perugia 2009.
Giacomo Boccanera, Sono passati i tedeschi. Episodi di guerra nel Camerinese, Università degli Studi di Camerino – Centro Interdipartimentale Audiovisivi e Stampa, Camerino 1994 (I ed. 1945).
Tommaso Rossi, Tracce di memoria. Guida ai luoghi della Resistenza e degli eccidi nazifascisti in Umbria, vol. II, editoriale umbra, Foligno 2013, pp. 647-650.
Mario Mosciatti, La neve rossa. Muccia 1944: l'incubo della guerra civile diventa realtà, Amministrazione comunale, Muccia 2002.

Sitografia


www.storiamarche900.it/main?p=storia_territorio_visso

Fonti archivistiche

Fonti

Archivio dell’istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Macerata, Fondo ANPI di Macerata, serie Comuni della Provincia, “Visso 1984”, b. 4, f. 42.
Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, N 1/11, b. 2132.
Procura Generale Militare Roma, numero registro generale 1189, CPI, f. 22/198.