MASSACIUCCOLI MASSAROSA 02.09.1944

(Lucca - Toscana)

Descrizione

Località Massaciuccoli, Massarosa, Lucca, Toscana

Data 2 settembre 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 11

Numero vittime uomini 3

Numero vittime uomini adulti 2

Numero vittime uomini anziani 1

Numero vittime donne 8

Numero vittime donne bambine 2

Numero vittime donne adulte 2

Numero vittime donne anziane 4

Descrizione: L’episodio si inserisce nel contesto della operazione di “ripulitura” dell’intera zona che si trova tra la linea del fronte che avanza verso nord e la Linea Gotica, una sorta di “terra di nessuno” per la quale il comando tedesco emana dalla fine di luglio e poi in agosto una serie di ordini di sfollamento, ai quali si unisce il piano di sfollamento dell’intera piana di Lucca. La “pulizia” del territorio diventa quindi un obiettivo strategico-militare per l’intera zona.
Dopo una serie di rastrellamenti tra il 10 ed il 12 agosto, la situazione pare tranquilla.
Ma la mattina del 1 settembre, alle 6.30, quasi in concomitanza con la rottura del fronte a Pisa, gli abitanti di Massaciuccoli ricevono un ordine di sfollamento immediato, Ca. 400 persone furono rastrellate e incolonnate, e ammassate in due locali in località Molinaccio (in un locale adibito alla brillatura del riso, ed in un altro capanno) presso la tenuta del conte Carlo Minutoli Tergimi. Solo con l’8 settembre i prigionieri, stante la ritirata tedesca, riusciranno a rientrare nelle loro abitazioni.
Il pomeriggio del 1, in realtà, gli abitanti della Villa (il conte Eugenio, la zia Piscitelli, la cognata Brush e sua figlia; la cameriera Olivieri insieme ai due figli), insieme ai due anziani coniugi Del Soldato (dipendenti del conte) ed alla famiglia dell’armaiolo sfollato Luigi Cavallucci di Lucca (la moglie Pavanetto e la domestica Gariglio), erano stati dispensati dal seguire tutti gli altri, tenuto prigionieri nella Villa.
La sera, il Cavallacci riesce a fuggire e, la mattina successiva, i prigionieri vengono condotti nella legnaia della villa, uccisi a colpi di fucile, e bruciata la legnaia stessa con i corpi al suo interno.
Nel corso del pomeriggio, diverse pattuglie delle SS erano passate dalla villa ove erano tenute le vittime; e l’episodio si interseca con quello di Compignano.
Infatti, nella casa dei due anziani fattori della Villa erano arrivati proprio la mattina del 1 settembre il figlio Umberto (già vittima del rastrellamento del 10 agosto e rilasciato dopo un soggiorno a Lucca), insieme ad altri due paesani (Enrico Pieri e Michele Quilici), ad un amico viareggino (Paolino del Chiaro). Erano presenti anche sua moglie e il figlio Vinicio, a casa in convalescenza (era arruolato presso Savona).
A fine mattinata, una pattuglia di SS li aveva arrestati tutti, lasciando nella casa solo i due anziani coniugi, e li aveva portati a Compignano, dove erano stati fucilati insieme ai rastrellati a Balbano: solo il Del Soldato riuscì a salvarsi perché colpito di striscio dalle pallottole.
Tra le motivazioni possiamo forse inserire anche un sentimento di vendetta nei confronti dell’alleato traditore; il conte eugenio Minatoli, infatti, era un militare di professione, tenente colonnello dell’esercito, e aveva combattuto i tedeschi, partecipando alla resistenza all’occupazione di Roma presso Porta San Paolo (nelle fila dei Lanceri di Montebello), battaglia nella quale aveva riportato la sua mutilazione alla gamba.
L’inchiesta americana, condotta come di consueto dal maggiore Booth della V Armata, definisce l’episodio una rappresaglia per l’uccisione di 16 uomini delle SS avvenuta il giorno precedente, ma non c’è conferma di tale episodio nella documentazione tedesca; la conclusione è dettata dalla testimonianza del disertore Joseph Diedrichs, che probabilmente confonde questo episodio sia con quello di Bardine che con quello di Pioppeti.

Modalità di uccisione: fucilazione

Violenze connesse: incendio di abitazione

Trattamento dei cadaveri: Occultamento dei cadaveri

Tipo di massacro: ritirata
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Estremi e note penali: L’inchiesta americana indica come responsabili uomini del 36. reggimento della divisione di Max Simon. In allegato, è presente la dichiarazione del prigioniero di guerra Diedrichs, che parla anche di 30 persone (donne e bambini) mitragliati in un bosco della zona, ma fa probabilmente confusione con Bardine (il reparto infatti è il medesimo).
L’episodio viene riaperto negli anni sessanta dalla procura tedesca, in un procedimento penale che non a caso unifica gli episodi di Compignano e Massaciuccoli. Iniziato nel 1969, il tutto si conclude con un’archiviazione datata 16 marzo 1970.

Scheda compilata da Gianluca Fulvetti, Jonathan Pieri
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2021-01-04 11:05:10

Vittime

Elenco vittime

Brusch baronessina Emanuela, 7 anni. Figlia di Elisa.
Del Soldato Egisto, 73, marito di Olimpia.
Di Sardagna Cohenstein Brusch baronessa Elisa, 45 anni.
Gabrielli Emanuele, 17 anni.
Gabrielli Franca, 10 anni.
Gariglio Orsola, 57 anni.
Minutoli Tegrimi conte Eugenio, 48 anni.
Olivieri Gabrielli Marianna, 47 anni.
Pavanetto Cavallacci Clelia, 58 anni.
Piscitelli di Collesano contessa Maria, 86 anni.
Scatena Olimpia, 73 anni.

Elenco vittime civili 11

Brusch baronessina Emanuela.
Del Soldato Egisto.
Di Sardagna Cohenstein Brusch baronessa Elisa.
Gabrielli Emanuele.
Gabrielli Franca.
Gargiglio Orsola.
Minutoli Tegrimi conte Eugenio.
Olivieri Gabrielli Marianna.
Pavanetto Cavallacci Clelia.
Piscitelli di Collesano contessa Maria.
Scatena Olimpia.

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Ludwig Gantzer

    Nome Ludwig

    Cognome Gantzer

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di inchiesta alleata

    Note responsabile capitano, comandante del 36. battaglione, 16. Panzer Grenadier Division “Reichsführer SS”.

    Note procedimento L’inchiesta americana indica come responsabili uomini del 36. reggimento della divisione di Max Simon. In allegato, è presente la dichiarazione del prigioniero di guerra Diedrichs, che parla anche di 30 persone (donne e bambini) mitragliati in un bosco della zona, ma fa probabilmente confusione con Bardine (il reparto infatti è il medesimo). L’episodio viene riaperto negli anni sessanta dalla procura tedesca, in un procedimento penale che non a caso unifica gli episodi di Compignano e Massaciuccoli. Iniziato nel 1969, il tutto si conclude con un’archiviazione datata 16 marzo 1970.

    Nome del reparto nazista Waffen-SS

    Nome del reparto 1. Kompanie/XXXVI Bataillon/16. Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a Massarosa, Massaciuccoli

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Massarosa, Massaciuccoli

    Anno di realizzazione: 1994

    Descrizione: Lapide a tutti i caduti di Massaciuccoli, 1994.

  • altro a Massarosa, via Monte di Balbano

    Tipo di memoria: altro

    Ubicazione: Massarosa, via Monte di Balbano

    Descrizione: Cappella di Villa Minutoli, via del Monte di Balbano.

  • lapide a Massarosa, Massaciuccoli, piazza centrale

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Massarosa, Massaciuccoli, piazza centrale

    Descrizione: Nella piazza centrale di Massaciuccoli è presente una lapide contenente i nomi dei civili uccisi in villa Minutoli.

  • altro a Massarosa, Massaciuccoli

    Tipo di memoria: altro

    Ubicazione: Massarosa, Massaciuccoli

    Descrizione: Targa in plexiglass che commemora i civili uccisi a Massaciuccoli e nella vicina frazione di Compignano durante l’occupazione tedesca. La targa contiene un codice QR che rinvia al sito dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Provincia di Lucca, dove sono disponibili ulteriori informazioni.

Bibliografia


Centro documentario storico del Comune di Viareggio, Contributo della Versilia alla lotta di liberazione nazionale, 1972.
Francesco Bergamini, Bimbi Giuliano, Antifascismo e Resistenza in Versilia, Pezzini, Viareggio, 1983.
Baroni Francesco, Memorie di Guerra in Lucchesia (1940-45). Note e ricordi, Scuola Tipografica Artigianelli, Lucca 1951, p. 97.
Giovanni Cipollini, Il piano di sfollamento totale della provincia di Lucca. Maggio-settembre 1944. Pagine di guerra in lucchesia, in “Documenti e studi”, 8/9, dicembre 1988-89.
Comune di Massarosa, Ricordare la guerra per educare la pace. Massaciuccoli, 8 settembre 1944, Pacini Fazzi, Lucca 1995, pp. 15-16.
Gianluca Fulvetti, Uccidere i civili. Le stragi naziste in Toscana (1943-1945), Carocci, Roma, 2009, pp. 247-248.
Carlo Gentile, I crimini di guerra tedeschi in Italia. 1943-1945, Einaudi, Torino 2015, p. 257.

Sitografia


http://www.isreclucca.it/content/luoghi-della-memoria.
http://www.resistenzatoscana.org/monumenti/massarosa/cappella_della_villa_minutoli/
http://www.resistenzatoscana.org/monumenti/massarosa/lapide_ai_caduti_di_massaciuccoli/

Fonti archivistiche

Fonti

AS Lucca, Prefettura, b. 2871, f. Violenze commesse dai nazifascisti contro la popolazione, Rapporto del 18/11/1944.
AS Pisa, CLN Pisa e provincia, b. 10, f. 12, \"Crimini tedeschi, 1944\".
ASC Massarosa, b. s.i., Carte Sparse, miscellanea su vittime di guerra.
NARA, RG 338, box 528 , file 16-73
SC Massarosa, RAM 1944.