Descrizione
Località Sernaglia della Battaglia, Sernaglia della Battaglia, Treviso, Veneto
Data 9 dicembre 1944 - 11 dicembre 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 4
Numero vittime uomini 4
Numero vittime uomini adulti 4
Descrizione: A fine novembre 1944 le diserzioni dalla 1ª Compagnia del Battaglione ‘Sagittario’ della X MAS, di stanza a Sernaglia della Battaglia, si erano intensificate, pertanto l’Ufficio ‘I’ di reparto (installato a Pieve di Soligo assieme al Comando di Battaglione) svolse delle indagini infiltrando il sottocapo (caporalmaggiore) Gorgatti, in borghese, tra i lavoratori dei cantieri della Todt lungo le rive del Piave. Emerse così l’esistenza di un’organizzazione partigiana clandestina che operava nel cuore di Sernaglia: Giovanni Parussolo contattava i fanti di marina in libera uscita invitandoli ad abbandonare il reparto, dopo di che faceva affluire quelli che aderivano alla sua proposta nell’abitazione di Giovanni Battista Scattolin perché indossassero degli abiti borghesi, infine – mentre Lorenzo Stella nascondeva le loro armi in un posto sicuro – li accompagnava in montagna.
La sera di sabato 9 dicembre i fanti di marina fecero irruzione in casa di Scattolin, dov’era appena entrato il maresciallo De Santis, un membro dell’Ufficio ‘I’ che si era spacciato per disertore, e picchiarono tutti i presenti, tra i quali anche la moglie del padrone di casa, Stella Toffolo, quindi li portarono al Comando di Compagnia presso le Scuole di Sernaglia. Completati gli interrogatori dei catturati, i fanti di marina si rinchiusero in una stanza al primo piano assieme a Giovanni Parussolo, il più compromesso, sottoponendolo a sevizie per farlo parlare. Lo bastonarono, lo presero a pugni, lo frustarono a sangue con un fascio di corde annodate in cima (‘gatto a nove code’), tutto invano, e quando capirono che era ormai in fin di vita lo trascinarono per le scale uccidendolo nell’atrio d’ingresso con un colpo di moschetto alla testa; il suo corpo fu appeso per il collo a un albero della piazza con un cartello recante la scritta “Il piombo della X ai traditori”.
Il mattino di domenica 10 dicembre, Scattolin fu accompagnato dal sottotenente Rossi Sabatini e da due marò fino all’ingresso della propria abitazione e, mentre si apprestava ad aprire la porta con le chiavi, l’ufficiale gli svuotò contro l’intero caricatore di una pistola.
Lunedì 11 dicembre il comandante della Compagnia tenente Tanzabel alla testa di numerosi militi a bordo di un camion andò a caccia di Lorenzo Stella; il ricercato la sera del 9 dicembre era riuscito a fuggire nonostante fosse stato ferito a una gamba e aveva raggiunto la località di Villa Carreggiani di Farra di Soligo dove, indebolito dal sangue perduto, aveva chiesto e ottenuto ospitalità presso la casa del contadino Giuseppe De Bortoli (collaboratore della ‘Mazzini’). All’arrivo dei fascisti – che si muovevano a colpo sicuro perché evidentemente erano bene informati - il contadino raccomandò alla moglie di far nascondere Stella nella cappa del camino, poi uscì all’aperto mettendosi a potare tranquillamente le viti. Un ufficiale non identificato l’interpellò bruscamente chiedendogli dove fosse “quello di Sernaglia” e senza neppure dargli il tempo di rispondere lo fulminò con un colpo di pistola alla testa. Poi i marò presero a pugni la consorte del malcapitato, Italia Ghizzo, e le incendiarono la casa senza neppure consentirle di salvare i materassi, derubandola del poco bestiame rinchiuso nella stalla: Stella, costretto a uscire dal nascondiglio per non soffocare con il fumo, fu catturato e portato a Sernaglia. Quello stesso pomeriggio il giovane fu addossato a un muro della piazza, mentre i fanti di marina si sparpagliavano per il paese costringendo gli abitanti a uscire dalle case per assistere al supplizio; il parroco don Luigi Balasso avvicinò il prigioniero per impartirgli un conforto religioso ma fu quasi subito allontanato a suon d’insulti (“traditore, pretaccio, porco”); poi, mentre il plotone di esecuzione si stava schierando, il sergente Chiono anticipò l’ufficiale che doveva ordinare il “fuoco” falciando il condannato con una raffica di mitra; il tenente Rossi Sabatini sollevò da terra il corpo del caduto e lo sfregiò sparandogli in faccia alcuni colpi di pistola.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: sevizie-torture
Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri
Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: CAS Sezione Speciale di Treviso, istruttoria e sentenza n. 46 del 13.07.1946, RG 146/46, RGPM 54/46, a carico di Rosellini Angelo e altri.
Corte di Assise di Appello di Venezia, sentenza n. 2/53 del 27.05.1953 a carico di Rosellini Angelo.
Il tenente Rosellini Angelo, vicecomandante del ‘Sagittario’ processato in contumacia dalla CAS di Treviso nel 1946 fu utlizzato come capro espiatorio dai coimputati che gli addossarono quante più responsabilità possibile tanto che fu condannato all’ergastolo.
Successivamente l’ex ufficiale presentò ricorso in Cassazione, e risultò che non si era mai nascosto alla giustizia, dal momento che durante le elezioni del maggio 1946 aveva svolto funzioni di Presidente di Seggio a Monsummano (Pistoia) e in seguito colà aveva tranquillamente aperto uno studio di geometra.
Ottenuta la revisione del procedimento, il nuovo processo a carico di Rosellini fu celebrato nel 1953 dalla Corte di Assise di Appello di Venezia, che lo assolse “per non avere commesso il fatto”.
In conseguenza di ciò le imputazioni che gli erano state addossate furono ribaltate sul capitano Franchi Ugo, comandante del Battaglione, che però ai primi di dicembre 1944 non si trovava a Sernaglia bensì era a nord di Gorizia a combattere contro gli slavi, inoltre era deceduto nel Vicentino negli ultimi giorni di guerra, dunque non poteva né confermare né smentire i capi di accusa.
Salvo i casi di cui si erano resi sicuramente colpevoli altri ufficiali del reparto, per la morte di Parussolo e di De Bortoli non si risalì mai ai veri responsabili.
Il tenente Tanzabel fu rimesso in libertà subito perché i suoi reati, tra cui quello di avere concorso alle sevizie di Parussolo, erano stati cancellati dall’amnistia.
Il sottotenente Rossi Sabatini fu condannato a 18 anni di reclusione.
Il sergente Chiono fu condannato a 30 anni di reclusione
Il caporale Gorgatti fu condannato a 14 anni di reclusione.
Il seguito giudiziario dei singoli protagonisti della vicenda, grazie a ricorsi, amnistie e indulti, è senza storia.
Scheda compilata da Federico Maistrello
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-10-11 21:23:51
Vittime
Elenco vittime
1. De Bortoli Giuseppe, classe 1901, di Farra di Soligo, contadino, Brigata ‘Mazzini’;
2. Parussolo Giovanni, classe 1914, di Sernaglia, contadino, intendente Brigata ‘Mazzini’;
3. Scattolin Giovanni Battista, classe 1902, di Farra di Soligo, contadino;
4. Stella Lorenzo, classe 1924, di Sernaglia, meccanico, studente, Brigata ‘Mazzini’ .
Elenco vittime partigiani 3
1. De Bortoli Giuseppe, classe 1901, di Farra di Soligo, contadino, Brigata ‘Mazzini’;
2. Parussolo Giovanni, classe 1914, di Sernaglia, contadino, intendente Brigata ‘Mazzini’;
3. Stella Lorenzo, classe 1924, di Sernaglia, meccanico, studente, Brigata ‘Mazzini’ .
Elenco vittime legate a partigiani 1
Scattolin Giovanni Battista, classe 1902, di Farra di Soligo, contadino.
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Aldo Gorgatti
Nome Aldo
Cognome Gorgatti
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Sottocapo (caporale) Gorgatti Aldo, classe 1922, di Cordenons (PN) – Ufficio ‘I’ di Battaglione.
Note procedimento CAS Sezione Speciale di Treviso, istruttoria e sentenza n. 46 del 13.07.1946, RG 146/46, RGPM 54/46, a carico di Rosellini Angelo e altri. Corte di Assise di Appello di Venezia, sentenza n. 2/53 del 27.05.1953 a carico di Rosellini Angelo. Il caporale Gorgatti fu condannato a 14 anni di reclusione. Il seguito giudiziario dei singoli protagonisti della vicenda, grazie a ricorsi, amnistie e indulti, è senza storia.
Nome del reparto Ufficio “I”/X Mas
Angelo Rosellini
Nome Angelo
Cognome Rosellini
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Tenente Rosellini Angelo, classe 1915, di Ponte Buggianese (Pistoia), vicecomandante del reparto e responsabile dell’Ufficio ‘I’ di Battaglione.
Note procedimento CAS Sezione Speciale di Treviso, istruttoria e sentenza n. 46 del 13.07.1946, RG 146/46, RGPM 54/46, a carico di Rosellini Angelo e altri. Corte di Assise di Appello di Venezia, sentenza n. 2/53 del 27.05.1953 a carico di Rosellini Angelo Il tenente Rosellini Angelo, vicecomandante del ‘Sagittario’ processato in contumacia dalla CAS di Treviso nel 1946 fu utlizzato come capro espiatorio dai coimputati che gli addossarono quante più responsabilità possibile tanto che fu condannato all’ergastolo. Successivamente l’ex ufficiale presentò ricorso in Cassazione, e risultò che non si era mai nascosto alla giustizia, dal momento che durante le elezioni del maggio 1946 aveva svolto funzioni di Presidente di Seggio a Monsummano (Pistoia) e in seguito colà aveva tranquillamente aperto uno studio di geometra. Ottenuta la revisione del procedimento, il nuovo processo a carico di Rosellini fu celebrato nel 1953 dalla Corte di Assise di Appello di Venezia, che lo assolse “per non avere commesso il fatto”.
Nome del reparto Ufficio “I”/X Mas
Bruno Sabatini Rossi
Nome Bruno
Cognome Sabatini Rossi
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Sottotenente Rossi Sabatini Bruno, classe 1917, di Zara.
Note procedimento CAS Sezione Speciale di Treviso, istruttoria e sentenza n. 46 del 13.07.1946, RG 146/46, RGPM 54/46, a carico di Rosellini Angelo e altri. Corte di Assise di Appello di Venezia, sentenza n. 2/53 del 27.05.1953 a carico di Rosellini Angelo. Il tenente Rosellini Angelo, vicecomandante del ‘Sagittario’ processato in contumacia dalla CAS di Treviso nel 1946 fu utlizzato come capro espiatorio dai coimputati che gli addossarono quante più responsabilità possibile tanto che fu condannato all’ergastolo. Successivamente l’ex ufficiale presentò ricorso in Cassazione, e risultò che non si era mai nascosto alla giustizia, dal momento che durante le elezioni del maggio 1946 aveva svolto funzioni di Presidente di Seggio a Monsummano (Pistoia) e in seguito colà aveva tranquillamente aperto uno studio di geometra. Ottenuta la revisione del procedimento, il nuovo processo a carico di Rosellini fu celebrato nel 1953 dalla Corte di Assise di Appello di Venezia, che lo assolse “per non avere commesso il fatto”. In conseguenza di ciò le imputazioni che gli erano state addossate furono ribaltate sul capitano Franchi Ugo, comandante del Battaglione, che però ai primi di dicembre 1944 non si trovava a Sernaglia bensì era a nord di Gorizia a combattere contro gli slavi, inoltre era deceduto nel Vicentino negli ultimi giorni di guerra, dunque non poteva né confermare né smentire i capi di accusa. Salvo i casi di cui si erano resi sicuramente colpevoli altri ufficiali del reparto, per la morte di Parussolo e di De Bortoli non si risalì mai ai veri responsabili. Il sottotenente Rossi Sabatini fu condannato a 18 anni di reclusione.
Eugenio De Santis
Nome Eugenio
Cognome De Santis
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Maresciallo De Santis Eugenio, classe 1927, di Roma – Ufficio ‘I’ di Battaglione.
Note procedimento CAS Sezione Speciale di Treviso, istruttoria e sentenza n. 46 del 13.07.1946, RG 146/46, RGPM 54/46, a carico di Rosellini Angelo e altri. Corte di Assise di Appello di Venezia, sentenza n. 2/53 del 27.05.1953 a carico di Rosellini Angelo.
Nome del reparto Ufficio “I”/X Mas
Ezio Chiono
Nome Ezio
Cognome Chiono
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Sergente Chiono Ezio, classe 1924, di Torino – Ufficio ‘I’ di Battaglione.
Note procedimento CAS Sezione Speciale di Treviso, istruttoria e sentenza n. 46 del 13.07.1946, RG 146/46, RGPM 54/46, a carico di Rosellini Angelo e altri. Corte di Assise di Appello di Venezia, sentenza n. 2/53 del 27.05.1953 a carico di Rosellini Angelo. Il sergente Chiono fu condannato a 30 anni di reclusione. Il seguito giudiziario dei singoli protagonisti della vicenda, grazie a ricorsi, amnistie e indulti, è senza storia.
Nome del reparto Ufficio “I”/X Mas
Giuseppe Crova
Nome Giuseppe
Cognome Crova
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Allievo ufficiale Crova Giuseppe, classe 1920, di Torino.
Note procedimento CAS Sezione Speciale di Treviso, istruttoria e sentenza n. 46 del 13.07.1946, RG 146/46, RGPM 54/46, a carico di Rosellini Angelo e altri. Corte di Assise di Appello di Venezia, sentenza n. 2/53 del 27.05.1953 a carico di Rosellini Angelo.
Riccardo Tanzabel
Nome Riccardo
Cognome Tanzabel
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Tenente Tanzabel Riccardo detto ‘Vlado’, classe 1914, di Fiume, comandante della 1ª Compagnia di Sernaglia.
Note procedimento CAS Sezione Speciale di Treviso, istruttoria e sentenza n. 46 del 13.07.1946, RG 146/46, RGPM 54/46, a carico di Rosellini Angelo e altri. Corte di Assise di Appello di Venezia, sentenza n. 2/53 del 27.05.1953 a carico di Rosellini Angelo Il tenente Rosellini Angelo, vicecomandante del ‘Sagittario’ processato in contumacia dalla CAS di Treviso nel 1946 fu utlizzato come capro espiatorio dai coimputati che gli addossarono quante più responsabilità possibile tanto che fu condannato all’ergastolo. Successivamente l’ex ufficiale presentò ricorso in Cassazione, e risultò che non si era mai nascosto alla giustizia, dal momento che durante le elezioni del maggio 1946 aveva svolto funzioni di Presidente di Seggio a Monsummano (Pistoia) e in seguito colà aveva tranquillamente aperto uno studio di geometra. Ottenuta la revisione del procedimento, il nuovo processo a carico di Rosellini fu celebrato nel 1953 dalla Corte di Assise di Appello di Venezia, che lo assolse “per non avere commesso il fatto”. In conseguenza di ciò le imputazioni che gli erano state addossate furono ribaltate sul capitano Franchi Ugo, comandante del Battaglione, che però ai primi di dicembre 1944 non si trovava a Sernaglia bensì era a nord di Gorizia a combattere contro gli slavi, inoltre era deceduto nel Vicentino negli ultimi giorni di guerra, dunque non poteva né confermare né smentire i capi di accusa. Salvo i casi di cui si erano resi sicuramente colpevoli altri ufficiali del reparto, per la morte di Parussolo e di De Bortoli non si risalì mai ai veri responsabili. Il tenente Tanzabel fu rimesso in libertà subito perché i suoi reati, tra cui quello di avere concorso alle sevizie di Parussolo, erano stati cancellati dall’amnistia.
Nome del reparto Ufficio “I”/X Mas
Ugo Franchi
Nome Ugo
Cognome Franchi
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Tenente di vascello (capitano) Franchi Ugo, comandante del ‘Sagittario’.
Note procedimento CAS Sezione Speciale di Treviso, istruttoria e sentenza n. 46 del 13.07.1946, RG 146/46, RGPM 54/46, a carico di Rosellini Angelo e altri. Corte di Assise di Appello di Venezia, sentenza n. 2/53 del 27.05.1953 a carico di Rosellini Angelo Il tenente Rosellini Angelo, vicecomandante del ‘Sagittario’ processato in contumacia dalla CAS di Treviso nel 1946 fu utlizzato come capro espiatorio dai coimputati che gli addossarono quante più responsabilità possibile tanto che fu condannato all’ergastolo. Successivamente l’ex ufficiale presentò ricorso in Cassazione, e risultò che non si era mai nascosto alla giustizia, dal momento che durante le elezioni del maggio 1946 aveva svolto funzioni di Presidente di Seggio a Monsummano (Pistoia) e in seguito colà aveva tranquillamente aperto uno studio di geometra. Ottenuta la revisione del procedimento, il nuovo processo a carico di Rosellini fu celebrato nel 1953 dalla Corte di Assise di Appello di Venezia, che lo assolse “per non avere commesso il fatto”. In conseguenza di ciò le imputazioni che gli erano state addossate furono ribaltate sul capitano Franchi Ugo, comandante del Battaglione, che però ai primi di dicembre 1944 non si trovava a Sernaglia bensì era a nord di Gorizia a combattere contro gli slavi, inoltre era deceduto nel Vicentino negli ultimi giorni di guerra, dunque non poteva né confermare né smentire i capi di accusa.
Nome del reparto Ufficio “I”/X Mas