Villanova di Bagnacavallo, 02.11.1944

(Ravenna - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Villanova di Bagnacavallo, Bagnacavallo, Ravenna, Emilia-Romagna

Data 2 novembre 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 1

Numero vittime uomini 1

Numero vittime uomini ragazzi 1

Descrizione: Nell'autunno inoltrato del 1944, i brigatisti neri ravennati si trasformano da persecutori in fuggitivi, mentre la Wehrmacht, in ritirata, estende la guerra ai civili. Per quel che concerne le Brigate Nere, il loro ripiegamento verso Nord inizia il 26 ottobre e risulta concluso alla fine del mese successivo. Le prime ad andarsene sono quelle di Lugo di Romagna e, stando a un rapporto del 29 novembre, stilato dal questore Guidi Guido, con l'allontanamento delle BN dalla provincia, la situazione politica ravennate torna tranquilla. Tuttavia già si prevede che in seguito alla dichiarazione di «zona di guerra», l'occupazione tedesca porti quantomeno a nuove requisizioni.
Se è vero che i fascisti non sono più presenti ad indicare ai nazisti le possibili vittime per le rappresaglie, è altresì vero che la loro funzione non è più richiesta perché la necessità di mantenere le aree dietro al fronte libere da impedimenti legittima i soldati tedeschi a sparare a vista. Questo mutamento è ben chiaro anche ai partigiani dato che del centinaio di azioni compiute nel mese di novembre, una gran parte riguarda l’attività esplorativa di reparti del «Garavini» che dalle frazioni liberate compiono puntate in quelle ancora occupate dai tedeschi, mentre un’altra parte riguarda l’attività di recupero di materiali: pochissimi gli attacchi a truppe tedesche. In questo mese i nazisti compiono eccidi di partigiani ancora nell'ambito di rastrellamenti in prossimità del fronte, ma anche vere proprie stragi di intere famiglie. L'incalzare degli Alleati si fa sentire. Nelle zone montane di Riolo Terme il passaggio di cacciabombardieri che sempre più spesso mitragliano, spezzonano automezzi in marcia e bombardano luoghi strategici, fanno pensare che a breve Riolo Terme sarà liberata. Molte famiglie si rifugiano sulle colline.

«In fondo a via Bologna Nuova, sopra ad una stalla per cavalli c'era una camera cieca nella quale si entrava spostando i mattoni del pavimento e dove si nascondevano abitualmente, in caso di pericolo, alcuni partigiani.
Il 12 novembre 1944, Augusto Randi (Gusto d'Staffa) ed altri, che erano nel rifugio da due giorni, decidono di uscire: egli va a trovare la famiglia, si cambia e, verso le quattro del pomeriggio, ritorna in via Bologna Nuova.
Passate le colonne d'ingresso vede "e Vac" assieme ad altri cinque o sei persone, fra cui Gianfranco Giardini, un ragazzo di 16 anni, che parlano e si ferma ad ascoltare.
Non visti, arrivano improvvisamente due o tre militari tedeschi provenienti dalla piazza; mentre gli altri soldati tornano indietro, uno (forse ubriaco) sotto la minaccia di un fucile, ne cattura tre: lo stesso Randi di 22 anni, Spartaco Farini di 23 e Gianfranco Giardini: li vuol portare nella casa di Giacomo Sintini dove venivano radunati i civili catturati e destinati a lavorare per l'esercito tedesco.
I due giovani, che sono partigiani, hanno pistole e bombe a mano ma decidono di non reagire in attesa degli eventi e cercano di rincuorare il ragazzo spaventato e piangente.
Arrivati all'altezza della casa di Foschini (Galot), Giardini fugge correndo velocemente. Il soldato urlando gli intima l'alt e distoglie l'attenzione dagli altri due; mentre Spartaco resta immobile, Augusto ne approfitta per infilarsi dietro la casa di Tamburini, fin sotto l'argine del fiume, dove abita Ia zia. Mentre sta allontanandosi, sente un colpo di arma da fuoco, si volta e vede Giardini, ormai vicino alla porta di casa di Galot, cadere in avanti colpito alla schiena da una pallottola probabilmente esplosiva perché il petto è squarciato.
La zia veste Randi da donna e a braccetto si dirigono verso la casa dello zio Dario; successivamente, Randi andrà nel rifugio.
Nel frattempo, Farini è portato a casa di Sintini dove può nascondere le armi poiché non è neppure perquisito e dove, più tardi, sono condotte altre persone catturate durante il rastrellamento effettuato successivamente al fatto di sangue, fra le quali anche il padre di Augusto. Egli più tardi racconterà di aver assistito laggiù a un litigio fra i soldati a causa dell'uccisione di Giardini.
La mattina dopo i prigionieri sono portati al comando tedesco in piazza e, da qui, sotto scorta, a Faenza a piedi per costruire postazioni lungo il corso del Lamone sopra Faenza. Là, il padre di Randi incontrerà il fratello Dario catturato anche lui e, dopo una ventina di giorni, fuggiranno assieme lungo l'argine del fiume e ritorneranno a casa.»

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Scheda compilata da Enrica Cavina
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-04 14:09:06

Vittime

Elenco vittime

Giardini Gianfranco, di 16 anni, nato il 31/07/1928 a Villanova di Bagnacavallo, barbiere.

Elenco vittime civili 1

Giardini Gianfranco

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie

Memorie legate a questa strage

  • cippo a via Superiore, Villanova di Bagnacavallo

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: via Superiore, Villanova di Bagnacavallo

    Descrizione: Cippo posto a Villanova di Bagnacavallo in via Superiore.

Bibliografia


A.N.P.I di Ravenna (a cura di), Eccidi e stragi nazi-fasciste in Provincia di Ravenna.

A.N.P.I di Ravenna (a cura di), Albo d’oro. Salvaste l’Italia non morirete mai 1943-1945, 1976.
Consiglio di circoscrizione di Villanova, Villanova ricorda. Ricostruzioni e testimonianze nel quarantesimo anniversario della Liberazione del paese, 11 dicembre 1944-11 dicembre 1984, , Stampe Grafiche Galeati, Imola, 1984, pp. 11-12.

G. Casadio La memoria della Resistenza nelle iscrizioni dei cippi, lapidi e monumenti della provincia di Ravenna, Longo Editore, Ravenna, 1995, vol. 2, p. 40.

A. Cantagalli (a cura di), Le Voci della Memoria. La lotta di Liberazione a Bagnacavallo nei ricordi dei protagonisti, Artestampa, Ravenna, aprile 1995, pp. 131-132.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti