RAVENNA 27.05.1944

(Ravenna - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Ravenna, Ravenna, Ravenna, Emilia-Romagna

Data 27 maggio 1944

Matrice strage Fascista

Numero vittime 1

Numero vittime uomini 1

Numero vittime uomini adulti 1

Descrizione: Nonostante le difficoltà iniziali, nella primavera del 1944 le azioni partigiane aumentano considerevolmente. Grande successo viene riscosso dalle giornate Gap, ideate dai partigiani anche «per collaudare la volontà popolare [poiché] in quel giorno tutti coloro che erano legati all’organizzazione […] dovevano passare all’azione». Nell’aprile del 1944 si registra un inasprimento dello scontro da parte di tutti i contendenti. Le disposizioni partigiane parlano di «sterminio» dei fascisti, ma già a fine mese si comprende la necessità di regolamentare gli attacchi a questi ultimi perché «ognuno che uccida si senta un giustiziere e non un assassino». Secondo tale prospettiva, i fascisti di grado minore, prima di essere assaliti, devono essere “giudicati” dal comitato provinciale di Liberazione o dai tribunali partigiani per atti quali lo spionaggio, l’accaparramento e per le violenze e i crimini commessi contro antifascisti e civili. Nel frattempo, il 7 aprile Kesselring dirama una serie di ordini che prevedono azioni pianificate contro le bande, garantiscono l’impunità per interventi «troppo decisi» e indicano alcune procedure da seguire come l’arresto, senza distinzioni sociali o personali, di civili presenti sul luogo dell’azione partigiana. Il 18 aprile, anche il Comando Provinciale di Novara della Gnr invia una circolare a tutti gli uffici dipendenti relativa alla conduzione della lotta contro i banditi in cui si riafferma il concetto di “responsabilità collettiva” definita però sulla base delle appartenenze politiche piuttosto che sulla base dell’effettiva partecipazione alle azioni partigiane. In seguito all’introduzione di questo concetto, unitamente al mancato riconoscimento dei partigiani come combattenti regolari, la lotta antipartigiana diviene anche lotta contro i civili. Lo scontro viene riportato tra “fascisti” e “non-fascisti”, ovvero tra “italiani” e “traditori”. Questa strategia ha i suoi effetti, visibili anche attraverso l’aumento, nei mesi successivi, del fenomeno della delazione.
Questo è lo scenario in cui si registra un inasprimento degli omicidi di matrice partigiana e fascista. Questo è lo scenario in cui si registra un inasprimento degli omicidi di matrice partigiana e fascista. In aprile gli omicidi nazifascisti salgono a 7, in maggio si mantengono costanti mentre in giugno salgono a 11. La grande maggioranza sono compiuti in circostante diverse dallo scontro armato tipico della battaglia. Gli omicidi sono compiuti un po' ovunque nel territorio provinciale ed in particolar modo nelle frazioni dove la morte di una singola persona incide notevolmente sulle comunità di ridotte dimensioni. L'assassinio di Zoli si inserisce in questo contesto ed esprime l'inasprimento dello scontro.

Alla fine di maggio Mario Zoli viene catturato con i fratelli Achille e Aldo da alcuni militi fra i quali Arturo Zanzi.
Quando Alda, moglie di Mario, cerca di portargli da mangiare, Benigno Amati, che successivamente sarà nominato capo guardia delle carceri, glielo impedisce. Per ottenere il permesso deve prima versare £. 550 a titolo di deposito.
Anche Aldo, quando cerca di avvicinarsi alla cella del fratello, è maltrattato e allontanato a spintoni.
Senza alcun preavviso, il 27 maggio, il fascista Casalboni, insieme ad altri, lo preleva dalla sua cella, lo conduce nella zona petrolifera di Ravenna e lo uccide.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Tipo di massacro: punitivo
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Estremi e note penali: Arcieri Luigi, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui l' avere, in correità con altri e con premeditazione, causato volontariamente la morte per fine fascista di Zoli Mario. Con sentenza del 5/03/1946 la corte lo giudica colpevole dei reati ascrittigli nei limiti e nelle circostanze di cui alla sentenza e lo condanna ad anni trenta di reclusione, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Ordina la confisca dei suoi beni.
Con sentenza in data 9.4.47 la Corte di Cassazione annulla la sentenza impugnata per difetto di motivazione sulla richiesta di applicazione della diminuente dell’art. 26 cpmg. E limitatamente a questo punto rinvia, per nuovo giudizio, alla Corte d’assise di Bologna- sezione speciale. Rigetta nel resto.
Con sentenza 9.9.47 la Corte d’assise di Bologna- sezione speciale, nega all’Arcieri le attenuanti di cui all’art. 26 cpmg e conferma conseguentemente la sua condanna ad anni trenta di reclusione, pene accessorie di legge e spese processuali. V° l’art. 9 DP 22.6.46 n.4, riduce ad anni venti di reclusione la pena come sopra inflitta. Con sentenza 13.4.48 la Corte di Cassazione rigetta il ricorso e dichiara condonati altri dieci anni della pena inflitta.

Zanzi Arturo, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui la cattura e l'uccisione di Zoli Mario. Con sentenza del 2/04/46 la corte lo giudica colpevole del reato ascrittogli come in sentenza in concorso delle attenuanti di cui l’art. 62 bis cod. pen e lo condanna ad anni 6 e mesi 8 di reclusione, alle spese processuali, e alla tassa di sentenza. Ordina la confisca di un quinto dei suoi beni.
Ordinanza 16.7.46 dichiara inammissibile il ricorso in cassazione. Declaratoria 17.7.46, condonata pena anni 5.

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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-06-04 09:34:23

Vittime

Elenco vittime

Zoli Mario

Elenco vittime civili 1

Zoli Mario

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


GNR di Ravenna

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Arturo Zanzi

    Nome Arturo

    Cognome Zanzi

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Zanzi Arturo, imputato di procedimento.

    Note procedimento Zanzi Arturo, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui la cattura e l\'uccisione di Zoli Mario. Con sentenza del 2/04/46 la corte lo giudica colpevole del reato ascrittogli come in sentenza in concorso delle attenuanti di cui l’art. 62 bis cod. pen e lo condanna ad anni 6 e mesi 8 di reclusione, alle spese processuali, e alla tassa di sentenza. Ordina la confisca di un quinto dei suoi beni. Ordinanza 16.7.46 dichiara inammissibile il ricorso in cassazione. Declaratoria 17.7.46, condonata pena anni 5.

  • Gino Casalboni

    Nome Gino

    Cognome Casalboni

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Casalboni Gino, autore dell\'omicidio di Zoli, è giustiziato a Castellana il 26 aprile 1946.

  • Luigi Arcieri

    Nome Luigi

    Cognome Arcieri

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Arcieri Luigi, imputato di procedimento.

    Note procedimento Arcieri Luigi, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui l\' avere, in correità con altri e con premeditazione, causato volontariamente la morte per fine fascista di Zoli Mario. Con sentenza del 5/03/1946 la corte lo giudica colpevole dei reati ascrittigli nei limiti e nelle circostanze di cui alla sentenza e lo condanna ad anni trenta di reclusione, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Ordina la confisca dei suoi beni. Con sentenza in data 9.4.47 la Corte di Cassazione annulla la sentenza impugnata per difetto di motivazione sulla richiesta di applicazione della diminuente dell’art. 26 cpmg. E limitatamente a questo punto rinvia, per nuovo giudizio, alla Corte d’assise di Bologna- sezione speciale. Rigetta nel resto. Con sentenza 9.9.47 la Corte d’assise di Bologna- sezione speciale, nega all’Arcieri le attenuanti di cui all’art. 26 cpmg e conferma conseguentemente la sua condanna ad anni trenta di reclusione, pene accessorie di legge e spese processuali. V° l’art. 9 DP 22.6.46 n.4, riduce ad anni venti di reclusione la pena come sopra inflitta. Con sentenza 13.4.48 la Corte di Cassazione rigetta il ricorso e dichiara condonati altri dieci anni della pena inflitta.

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • cippo a via D’Alaggio, Ravenna

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: via D’Alaggio, Ravenna

    Descrizione: Cippo posto a Ravenna in via D’Alaggio, presso il muro di recinzione dello stabilimento SAROM.

Bibliografia


G. Casadio, La memoria della Resistenza nelle iscrizioni dei cippi, lapidi e monumenti della provincia di Ravenna, Longo Editore, Ravenna, 1995, vol. 1, p. 47.

E. Cavina, Crimini di guerra e violenza nazifascista nella provincia di Ravenna tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, tesi di dottorato di ricerca in Storia e Informatica - XVI Ciclo, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, a.a. 2003-2004, seconda parte p. 89.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

ATRA, Sentenze Csa e Ca Sez. Speciale 1945-1947, sent. 02/04/46 n. 58 a carico di Zanzi Arturo; sent. 22/05/46 n. 87 a carico di Amati Benigno; sent. 5/03/46 n. 42 a carico di Arcieri Luigi.

ISRRA, b. Repubblica sociale italiana. Documenti, lettera manoscritta s.d., anonima; 28ª BG, b. LXXXI, fasc. d, f. 3, rapporto del 22 aprile 1944 scritto a mano ma non firmato. La data non è corretta perché riporta informazioni del giorno successivo; b. XXXVIII, fasc. l, f. 5, rapporto dattiloscritto del mese di ottobre 1944 del distaccamento gap Sauro Babini.