LA FONTE ROCCASTRADA 15.06.1944

(Grosseto - Toscana)

Descrizione

Località La Fonte, Roccastrada, Grosseto, Toscana

Data 15 giugno 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 2

Numero vittime uomini 2

Numero vittime uomini adulti 1

Numero vittime uomini anziani 1

Descrizione: L’agguerrita resistenza nell’area roccastradina si ricollega all’antifascismo storico di quel paese, definito “Roccaforte Rossa” negli anni ’20, quando al potere vi era una salda amministrazione socialista, che fu rovesciata dalla violenza squadrista. Il 24 luglio 1921 i fascisti devastarono Roccastrada e uccisero 11 civili. Tali fatti, di rilevanza nazionale, ebbero vasti strascichi, tanto che per questo territorio si può parlare di “lunga guerra civile”, compresa tra il primo dopoguerra e il post-liberazione. Al primo nucleo partigiano, formatosi alla fine del settembre 1943, seguì l’organizzazione nel marzo 1944 di una vera formazione, la 3. Brigata Garibaldi “Antonio Gramsci”, che dipendeva dal CPLN e agiva in concomitanza con la Brigata “Spartaco Lavagnini” operante a Siena, mantenendo stretti contatti col partito comunista grossetano. Guidata dall’ex sergente maggiore Sady Basi, era divisa in sei distaccamenti (Giuncarico, Torniella, Ribolla, Tatti, Paganico, Montemassi) e si distinse come una delle bande più politicizzate e meno militarizzate della provincia. Protagonista di molte azioni audaci, con l’avvicinarsi del fronte fu coinvolta in vari scontri coi tedeschi, ostacolandone la ritirata. In località Ponte del Ricci quattro partigiani morirono nel corso di un attacco condotto in inferiorità numerica (17 giugno), mentre nei combattimenti dei giorni seguenti rimase ucciso anche Sady Basi. Roccastrada era un punto strategico per i tedeschi, perché costituiva un collegamento con le altre divisioni della 14. Armata a Pomarance e Volterra, nonché con Siena, da dove giungevano i rifornimenti. Prima dell’arrivo degli Alleati (24 giugno), la popolazione fu costretta a evacuare il paese, rimasto per una settimana in scacco ai tedeschi, che lo incendiarono e saccheggiarono facendo vittime tra i civili. Tra questi l’agricoltore Leopoldo Ciacci e il garzone Romolo Bartali, uccisi con raffiche di mitraglia al podere “La Fonte” da militari tedeschi ubriachi, già loro ospiti (15 giugno).

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Tipo di massacro: legato al controllo del territorio
--> Per saperne di più sulle tipologie

Estremi e note penali: Ignoti militari tedeschi, denunciati dalla Legione Territoriale dei CC RR di Livorno. Titolo del reato: violenza con omicidio, art. 185 CPMG. Gli atti per l’istruttoria furono trasmessi al Tribunale Militare Territoriale di La Spezia, con elenco 2C/263 del 25 febbraio 1966.
Il Giudice Istruttore del Tribunale Militare Territoriale di La Spezia, con sentenza n° 212 del 16 giugno 1967, stabilì di non dover procedere a carico di ignoti. Il procedimento fu così archiviato. Il fascicolo su questo episodio si ritrova anche nell’elenco dei criminali nazifascisti in Italia, rinvenuto nell’ “armadio della vergogna” (n° d’ordine 1099).

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Il dopoguerra di Roccastrada è segnato più di altri dalla fatica della ricostruzione di un clima di pace. A lungo si è protratta una memoria difficile, piena di vuoti, che lascia intravedere indizi di episodi mai chiariti. Il tutto in un clima particolarmente pesante, segnato dalle divisioni storiche tra eredi del fascismo e antifascisti, così come dalle disarmonie tra gli stessi protagonisti della Resistenza. Manca ancora oggi una ricostruzione certa sulle dinamiche della morte di Sady Basi, un episodio di cui non si è mai parlato volentieri, con gli stessi testimoni che sono parsi sempre eludere le domande precise e circostanziate. Ancora più emblematica è la vicenda di una figura di primo piano come l’ex commissario politico Amedeo Pecci, antifascista di lungo corso e primo sindaco dopo la liberazione, oggetto di accuse e sospetti. Senza dimenticare la carenza di testimonianze e la poco chiarezza anche in merito alla vendetta esercitata sui fascisti più compromessi, all’indomani della liberazione. Cinzia Pieraccini, autrice del volume sulla strage di Ponte del Ricci, ha riscontrato nella popolazione roccastradina una peculiare caratteristica “antropologica”, ossia una sorta di resistenza al racconto, allo sforzo della memoria. D’altronde, che l’atmosfera a Roccastrada sia stata particolarmente pesante per tutti gli anni ’40 è dimostrato anche dagli scontri tra la chiesa locale e uomini della sinistra, che oltrepassarono i confini del paese e della provincia.

Scheda compilata da Marco Grilli
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-02-05 22:59:01

Vittime

Elenco vittime

Bartali Romolo, di anni 48, garzone presso il podere “La Fonte” di Roccastrada.
Ciacci Leopoldo, nato il 21/01/1882 a Murlo (Siena), agricoltore presso il podere “La Fonte” di Roccastrada.

Elenco vittime civili 2

Bartali Romolo.
Ciacci Leopoldo.

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie

Memorie legate a questa strage

  • commemorazione a

    Tipo di memoria: commemorazione

    Descrizione: Ogni anno, in occasione della Festa della Liberazione, le autorità comunali, in collaborazione col locale Comitato 25 aprile, sono solite deporre una corona d’alloro al monumento ai partigiani e al cippo di Ponte del Ricci.

  • museo a Grosseto, Via de’Barberi 61

    Tipo di memoria: museo

    Ubicazione: Grosseto, Via de’Barberi 61

    Descrizione: Mostra permanente dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea (Isgrec): “Stragi nazifasciste nella provincia di Grosseto”, visitabile nella Biblioteca Francesco Chioccon dell’Isgrec, in Via de’Barberi 61, Grosseto.

Bibliografia


Roger Absalom, Paola Carucci, Arianna Franceschini, Jan Lambertz, Franco Nudi, Simone Slaviero (a cura di), Le stragi nazifasciste in Toscana 1943-45. 2. Guida alle fonti archivistiche. Gli archivi italiani e alleati, Roma, Carocci, 2004, p. 190, cd allegato.
Aristeo Banchi, Si va pel mondo. Il partito comunista a Grosseto dalle origini al 1944, a cura di Fausto Bucci e Rodolfo Bugiani, Arci, Grosseto, 1993, pp. 92-95.
Laura Benedettelli, Martina Giovannini (a cura di), Alcuni racconti della mia vita. Come ho fatto il partigiano. Le memorie di Adamo Muzzi, Quaderni della Biblioteca Comunale “Antonio Gamberi” di Roccastrada, n. 16, Effigi, Arcidosso , 2008, pp. 11-56.
Nicola Capitini Maccabruni, La Maremma contro il nazifascismo, La Commerciale, Grosseto, 1985, p. 141.
Comitato per le celebrazioni del XX della Resistenza, La Provincia di Grosseto alla macchia. Atti e documenti delle formazioni partigiane e del Comitato Provinciale di Liberazione Nazionale, Amministrazione provinciale, Grosseto, 1965, pp. 108-127.
Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, 1943-’45, La liberazione in Toscana. La storia, la memoria. Testimonianze, ricordi dai comuni toscani, Giampiero Pagnini editore, Firenze, 1994, p. 130.
Conferenza Episcopale Toscana, Chiese toscane. Cronache di guerra 1940-1945, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1995, pp. 149-150.
Carlo Gentile (a cura di), Le stragi nazifasciste in Toscana 1943-45, 4. Guida archivistica alla memoria. Gli archivi tedeschi, pp. 31, 38, 45, 48, 75, 91, 94, 125.
Luciano Casella, La Toscana nella guerra di liberazione, La Nuova Europa Editrice, Carrara, 1972, pp. 194-195.
Mimmo Franzinelli, Le stragi nascoste. L’armadio della vergogna: impunità e rimozione dei crimini di guerra nazifascisti 1943-2001, Mondadori, Milano, 2002.
Gianluca Fulvetti, Francesca Pelini (a cura di), La politica del massacro, l’ancora del mediterraneo, Napoli, 2006, pp. 38-41.
Gianluca Fulvetti, Uccidere i civili. Le stragi naziste in Toscana (1943-1945), Carocci, Roma, 2009, pp. 93-94, 98.
Tamara Gasparri, La Resistenza in provincia di Siena, Firenze, Olschki, 1976, pp. 270-271.
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Franco Giustolisi, L’armadio della vergogna, Nutrimenti, Roma, 2004.
Cinzia Pieraccini, Una strage da riscoprire. 17 giugno 1944, Ponte del Ricci, Quaderni della Biblioteca Comunale “Antonio Gamberi” di Roccastrada, n. 8, editrice il mio Amico, Roccastrada, 2005, pp. 11-38.
Luciana Rocchi, Stefania Ulivieri, Voci, silenzi, immagini. Memoria e storia di donne grossetane 1940-1980, Carocci, Roma, 2004, p. 229.
Ilario Rosati, Roccastrada-Roccatederighi nella storia d’Italia, 1898-1915-1921, Pagnini e Martinelli editore, Firenze, 2000.
Gerhard Schreiber, La vendetta tedesca 1943-1945. Le rappresaglie nazifasciste in Italia, Milano, Mondadori, 2000, p. 183.
Giovanni Verni, Cronologia della Resistenza in Toscana, Roma, Carocci, 2005, cd allegato.

Sitografia


www.comune.roccastrada.gr.it
www.grossetocontemporanea.it
www.isgrec.it
www.radiomaremmarossa.it
www.regione.toscana.it

Fonti archivistiche

Fonti

AS Grosseto, Fondo R. Prefettura, b. 797, f. Relazioni della Resistenza.
ASC Roccastrada, SC, RAM 1944, Serie II, parte B.
AUSSME, N. 1-11 – Diari storici Seconda guerra mondiale, b. 2132, f. Documentazione atti di barbarie commessi dai nazifascisti in Italia centrale (Toscana, Umbria). Relazioni dei carabinieri.
ISGREC, Anpi, Serie I, b. 33, manoscritto di E. Tantulli, Vita partigiana. I giorni della riscossa.
ISGREC, Anpi, Serie II, b. 22, Relazione generale Brigata Garibaldi bis “Antonio Gramsci”.
ISGREC, Resistenza in Maremma, v. 4, Capitini-Maccabruni, Cartografia.
ISGREC, Resistenza in Maremma, v. 5, f. 3k, A. Pecci, Da Porto Longone a Sindaco di Roccastrada, opuscolo di memorie.