Piazza dei Martiri, Carpi, 15-16.08.1944

(Modena - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Piazza dei Martiri, Carpi, Carpi, Modena, Emilia-Romagna

Data 15 agosto 1944 - 16 agosto 1944

Matrice strage Fascista

Numero vittime 16

Numero vittime uomini 16

Numero vittime uomini adulti 15

Numero vittime uomini anziani 1

Descrizione: Dopo la caduta della Repubblica di Montefiorino, che costringe i “ribelli della montagna” a ripiegare lungo le valli dell’Appennino, la Lotta di Liberazione della provincia modenese prosegue con importanti azioni nei territori della pianura. Il 15 agosto 1944 il Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini viene ucciso dai partigiani mentre percorre in bicicletta il tragitto fra Migliarina e Carpi; appare probabile che l’attentato sia stato organizzato ed eseguito dai gappisti del Distaccamento “Aristide”, molto attivi nella I zona partigiana della provincia di Modena. Quando la notizia della morte di Nannini arriva a Carpi, i fascisti preparano una dura rappresaglia. Nel tardo pomeriggio di Ferragosto cominciano i rastrellamenti: gli uomini della Brigata Nera perlustrano le varie aree della città, le zone di Migliarina, Budrione e Fossoli e la vicina Rio Saliceto per rastrellare tutti i vecchi antifascisti, i sospettati di vicinanza al movimento partigiano e i parenti dei “ribelli”. Anche se diversi resistenti vengono informati delle operazioni fasciste e si tengono lontani dalle posizioni più pericolose, i militi rastrellano circa 120 persone e le conducono nei punti di raccolta più adatti di ciascuna località; nel mattino del 16 agosto 1944 gli ostaggi finiscono in una villa che si erge di fronte alla caserma dei Carabinieri di Carpi. Dopo che Walter Lusvardi si consegna ai carcerieri per salvare la vita del fratello Edmondo, i fascisti scelgono un gruppo di vittime e cominciano a torturarle. Il piano definitivo della rappresaglia prevede che sedici ostaggi costituiscano il simbolo della reazione all’attentato contro Nannini: mentre i funerali del console bloccano Carpi, un gruppo di militi conduce i rastrellati designati nella Piazza Maggiore e li fa distendere sul selciato di fronte al municipio. Intorno alle 20, quando la salma di Nannini viene tumulata nel cimitero, comincia la fucilazione: il plotone d’esecuzione spara sulle vittime già sdraiate a terra e abbandona i corpi sulla piazza fino al giorno successivo.

Modalità di uccisione: fucilazione

Violenze connesse: deportazione della popolazione,sevizie-torture

Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri

Tipo di massacro: rappresaglia
--> Per saperne di più sulle tipologie

Estremi e note penali: Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO.
Il 5 luglio 1945 la Corte d’Assise di Modena condanna Antonio Petti alla pena di morte con degradazione poiché lo riconosce colpevole di vari capi d’accusa legati alla repressione antipartigiana e alle operazioni di guerra ai civili del 42° Comando Militare Provinciale di Modena. La strage della Piazza dei Martiri di Carpi fa parte degli episodi presentati dall’accusa. La sentenza viene eseguita mediante fucilazione alla schiena il 5 ottobre 1945.
------------
Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci.
1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.”
2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari.
3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo.
DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La città di Carpi ha sviluppato una forte identità partigiana e ha collegato la prospera libertà della seconda metà del Novecento all’impegno militante dei resistenti. La strage del 16 agosto 1944 ha rappresentato il fulcro della memoria della Lotta di Liberazione: l’orrore della violenza fascista ha fatto emergere il desiderio di ricordare la forza di una comunità che ha continuato a rifiutare l’occupazione tedesca e la Repubblica Sociale anche nelle situazioni più dolorose. Il sacrificio di Walter Lusvardi ha trovato uno spazio rilevante nella memorialistica e conosce una buona diffusione anche nell’ambito delle risorse di rete.

Scheda compilata da Daniel Degli Esposti
Scarica la scheda in formato .pdf
Le schede monografiche in formato .pdf sono coperte da diritto d'autore.
Ogni uso improprio o non consentito è punibile ai sensi di legge

Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-03-16 21:56:36

Vittime

Elenco vittime

1. Arturo Aguzzoli: nato a Carpi il 7 dicembre 1914, figlio di Ivano e Dirce Vezzani, residente nella frazione di Fossoli, operaio, partigiano. Il 1 marzo 1944 entra nella Brigata “Dimes” con il nome di battaglia “Primo” e opera nel III settore delle SAP modenesi. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Arturo Aguzzoli è una delle vittime di questa rappresaglia.
2. Augusto Artioli: nato a Fossoli di Carpi il 27 maggio 1883, figlio di Pietro e Caterina Luppi, residente a Fossoli, partigiano. Nonostante l’età piuttosto avanzata, il 1 aprile 1944 entra della Brigata “Dimes” con il nome di battaglia “Giusto” e agisce nel III settore delle SAP modenesi. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Augusto Artioli è una delle vittime di questa rappresaglia.
3. Aldo Biagini: nato a Rio Saliceto (RE) nel 1912. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Aldo Biagini è una delle vittime di questa rappresaglia.
4. Agostino Braghiroli: nato a Carpi il 23 settembre 1902, impiegato. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Agostino Braghiroli è una delle vittime di questa rappresaglia.
5. Remo Brunatti: nato a Mirandola il 19 gennaio 1908, figlio di Giovanni e Leonilde Costa, residente a Mirandola, partigiano. Secondo la documentazione conservata presso la sezione modenese dell’ANPI, aderisce alla Lotta di Liberazione fin dall’8 settembre 1943; nei mesi successivi entra nella nella 14ª Brigata “Remo” e sceglie il nome di battaglia “Bruni”. L’esperienza della lotta e le capacità di coordinamento contribuirono a renderlo responsabile militare della Zona di Mirandola. Arrestato dalla Brigata Nera di Mirandola, viene riconosciuto e finisce in carcere come ostaggio da uccidere in occasione di una rappresaglia importante. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici prigionieri e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma del noto esponente repubblicano viene tumulata. Remo Brunatti è una delle vittime di questa rappresaglia.
6. Enzo Bulgarelli: nato a San Felice sul Panaro (MO) il 30 settembre 1916, figlio di Giuseppe e Ines Malavasi, residente a San Felice sul Panaro, impiegato, partigiano. L’impegno della famiglia gli offre la possibilità di frequentare il ginnasio privato. Fra l’11 e il 26 giugno 1940 partecipa alle operazioni di guerra sul fronte francese come radio-telegrafista e caporalmaggiore del 34° Reggimento di Fanteria. Dopo tre anni di guerra e una qualifica di sergente, sfrutta l’armistizio per dimostrare il rifiuto del fascismo e contribuisce a organizzare i primi nuclei antifascisti di San Felice. Il 20 ottobre 1943 entra nella Brigata “Remo” con il nome di battaglia “Franco”. Cattolico, diventa un animatore e un capo squadra dei partigiani democratico-cristiani. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Enzo Bulgarelli è una delle vittime di questa rappresaglia.
7. Dino Corradi: nato a Carpi il 15 agosto 1903, figlio di Onesto, residente nella frazione di Fossoli, operaio, partigiano. Il 1 maggio 1944 entra nella Brigata “Dimes” con il nome di battaglia “Maurizio”. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Dino Corradi è una delle vittime di questa rappresaglia.
8. Martino Del Bue: nato a Rio Saliceto (RE) nel 1896 ed ivi residente. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Martino Del Bue è una delle vittime di questa rappresaglia.
9. Umberto De Pietri: nato a Carpi il 20 febbraio 1918, residente nella frazione di Fossoli, operaio, partigiano della Brigata “Dimes”. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Umberto De Pietri è una delle vittime di questa rappresaglia.
10. Fernando Grisanti: nato a Milano nel 1920 e residente a Milano, probabilmente sfollato nel carpigiano. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Fernando Grisanti è una delle vittime di questa rappresaglia.
11. Costantino Iotti: nato a Rio Saliceto (RE) nel 1926. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Costantino Iotti è una delle vittime di questa rappresaglia.
12. Walter Lusvardi: nato a Budrione di Carpi (MO) il 21 marzo 1914, figlio di Primo e Leontina Didi, residente nella frazione di Migliarina, operaio, partigiano. Il 19 ottobre 1943 entra nella Brigata “Dimes” con il nome di battaglia “Nando”. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, Edmondo Lusvardi – fratello di Walter – viene rastrellato dai fascisti di Carpi insieme al padre e ad altri parenti; il trentenne Walter si consegna per liberare il congiunto, padre di sei figli, e per salvare la famiglia da un dramma insostenibile. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Walter Lusvardi è una delle vittime di questa rappresaglia.
13. Pierino Rabitti: nato a Rio Saliceto (RE) nel 1925 ed ivi residente. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Pierino Rabitti è una delle vittime di questa rappresaglia.
14. Fermo Rossi: nato a Rio Saliceto (RE) nel 1920 ed ivi residente. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Enzo Bulgarelli è una delle vittime di questa rappresaglia.
15. Avio Storchi: residente a Rio Saliceto (RE), di anni 26. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Enzo Bulgarelli è una delle vittime di questa rappresaglia.
16. Giuseppe Zanotti: nato a Fossoli (Carpi, MO) il 9 febbraio 1924, figlio di Claudio e Barbarina Guttini, residente a Carpi, operaio, partigiano. Il 10 maggio 1944 entra nella Brigata “Dimes” con il nome di battaglia “Morte”. Fra il tardo pomeriggio del 15 e la mattina del 16 agosto 1944, nelle ore convulse che seguono l’uccisione del Console della Milizia della RSI Filiberto Nannini, viene rastrellato dai fascisti di Carpi. Nella serata del 16 agosto, mentre si svolgono i funerali del noto esponente repubblicano, la Brigata Nera conduce sulla Piazza Maggiore sedici ostaggi e li fucila alle 20, nel momento in cui la salma di Nannini viene tumulata. Enzo Bulgarelli è una delle vittime di questa rappresaglia.

Elenco vittime civili 8

Aldo Biagini,
Agostino Braghiroli,
Martino Del Bue,
Fernando Grisanti,
Costantino Iotti,
Pierino Rabitti,
Fermo Rossi,
Avio Storchi

Elenco vittime partigiani 8

Arturo Aguzzoli,
Augusto Artioli,
Remo Brunatti,
Enzo Bulgarelli,
Dino Corradi,
Umberto De Pietri,
Walter Lusvardi,
Giuseppe Zanotti

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


GNR di Modena

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

GNR, distaccamento di Carpi

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

Compagnia Ordine Pubblico/42. Comando militare provinciale/GNR di Modena

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Antonio Petti

    Nome Antonio

    Cognome Petti

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Colonnello Antonio Petti: comandante del 42° Comando Militare Provinciale – “Tribunale Militare Straordinario”. ---------- Comando Provinciale della GNR di Modena – Segnalazione di fatti e avvenimenti, in ASMO CAS (1945) – Busta 1: Antonio Petti – Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO. “16 agosto – In seguito alla proditoria uccisione a Carpi del Colonnello della GNR Filiberto Nannini il Comando Provinciale della GNR di Modena ordinava un\'operazione di rastrellamento nelle località Rio Saliceta (Nord-Ovest di Carpi, km 7), Migliarino (Nord-Ovest di Carpi, km 4,5) in cui era particolarmente segnalata la presenza di fuori legge. Nelle operazioni di rastrellamento 3 ribelli uccisi e 16 passati per le armi. Nostre perdite: un legionario ferito leggermente”. ---------- Prefettura di Modena – Al Comando Provinciale della RSI, in ASMO CAS (1945) – Busta 1: Antonio Petti – Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO. “Il Capo della Provincia di Reggio Emilia comunica: “Il 15 corrente, in seguito all\'uccisione del Colonnello della GNR Filiberto Nannini, avvenuta a Migliarina di Carpi, forze di polizia provenienti da codesta Provincia eseguirono un rastrellamento nel Comune di Rio Saliceto prelevando 21 ostaggi dei quali sette furono passati per le armi il giorno successivo. Tutta l\'operazione fu compiuta senza che né io né il locale Questore né il locale Comandante della GNR ne fossero informati. Sta di fatto che almeno cinque dei sette ostaggi di Rio Saliceto passati per le armi non avevano nulla da rimproverarsi: certo Storchi Aldo, che lavorava con i tedeschi, viene addirittura definito come un “bravo ragazzo”. Tutto ciò premesso ti prego di voler cortesemente disporre che, per l\'avvenire, qualora casi del genere dovessero ripetersi, codeste forze di Polizia non operino in questa Provincia senza aver preso preventivi accordi con la locale Questura, onde evitare il rinnovarsi di incresciosi errori che potrebbero produrre danni irreparabili nei riguardi di individui innocui o addirittura di idee favorevoli al Regime”. ---------- GNR, Comando Provinciale di Modena – Uccisione di Filiberto Nannini, in ASMO CAS (1945) – Busta 1: Antonio Petti – Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO. Il 16 agosto fu eseguito, in seguito all\'uccisione del Colonnello Nannini, un rastrellamento nell\'abitato di Rio Saliceto in Prov. di Reggio Emilia perché molti indizi facevano ritenere di quella località gli autori dell\'assassinio. Poiché occorreva agire tempestivamente, in mancanza in luogo del Comandante della GNR furono presi accordi con il locale Reggente del Fascio che fornì gli elementi necessari per il fermo dei 21 ostaggi, la cui posizione fu accuratamente esaminata tanto che furono passati per le armi solo sette risultati comunisti e, se non ribelli specifici, sicuramente favoreggiatori. Del resto è ormai noto che la veste di lavoratore presso i Tedeschi è sfruttata molte volte dai peggiori banditi. Non risulta che nel popolo vi siano stati commenti sfavorevoli, data che l\'azione è stata considerata un giusto e ponderato atto di rappresaglia per l\'uccisione di un uomo stimato e di valore quale il Colonnello Nannini, che pur in un breve soggiorno a Carpi si era cattivato le migliori simpatie. ---------- Testimonianza di Mons. Virginio Federico Della Zuanna, vescovo di Carpi, in ASMO CAS (1945) – Busta 1: Antonio Petti – Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO. “Nell’agosto 1944, in seguito alla uccisione del col. Nannini in Migliarina, venni a sapere che sarebbe stata eseguita una rappresaglia. Si diceva che dovevano essere fucilate venticinque persone. Io mi rivolsi al Commissario del Comune Bonaccorsi perché nessuno fosse fucilato. Il numero delle vittime per l’interessamento del Bonaccorsi fu ridotto. L’esecuzione ebbe luogo il 16 agosto subito dopo il funerale del Nannini. Furono fucilati sedici individui nella Piazza di Carpi. Non mi risulta che le vittime siano state maltrattate prima della esecuzione. Neppure mi risulta quanto la S.V. mi chiede che cioè il Petti avrebbe di sua mano ucciso quattro persone. Non ne ho mai sentito parlare”. Verbale del Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. “[Bruno Piva è accusato] di avere nell\'agosto 1944 guidato la compagnia CP ad un grosso rastrellamento a Carpi [e] di avere comandato il reparto che procedette alla fucilazione di 16 persone sulla piazza di Carpi”.

    Note procedimento Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO. Il 5 luglio 1945 la Corte d’Assise di Modena condanna Antonio Petti alla pena di morte con degradazione poiché lo riconosce colpevole di vari capi d’accusa legati alla repressione antipartigiana e alle operazioni di guerra ai civili del 42° Comando Militare Provinciale di Modena. La strage della Piazza dei Martiri di Carpi fa parte degli episodi presentati dall’accusa. La sentenza viene eseguita mediante fucilazione alla schiena il 5 ottobre 1945. Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci. 1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.” 2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari. 3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo. DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto 42. Comando Militare Provinciale/GNR di Modena

  • Bruno Piva

    Nome Bruno

    Cognome Piva

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Bruno Piva: nato a Spilamberto (MO) il 3 maggio 1907, figlio di Angelo e Regina Rossi, latitante, contumace. Comandante della Compagnia per l’Ordine Pubblico del 42° Comando Provinciale GNR di Modena, in contatto diretto con l’Ufficio Politico Investigativo della RSI. ------------ Verbale del Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. “[Bruno Piva è accusato] di avere nell\'agosto 1944 guidato la compagnia CP ad un grosso rastrellamento a Carpi [e] di avere comandato il reparto che procedette alla fucilazione di 16 persone sulla piazza di Carpi”.

    Note procedimento Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO. Il 5 luglio 1945 la Corte d’Assise di Modena condanna Antonio Petti alla pena di morte con degradazione poiché lo riconosce colpevole di vari capi d’accusa legati alla repressione antipartigiana e alle operazioni di guerra ai civili del 42° Comando Militare Provinciale di Modena. La strage della Piazza dei Martiri di Carpi fa parte degli episodi presentati dall’accusa. La sentenza viene eseguita mediante fucilazione alla schiena il 5 ottobre 1945. ------------ Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci. 1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.” 2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari. 3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo. DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia Ordine Pubblico/42. Comando militare provinciale/GNR di Modena

  • Giovanni Tarabini Castellani

    Nome Giovanni

    Cognome Tarabini Castellani

    Note responsabile Giovanni Tarabini Castellani, reggente del PFR di Modena.

  • sconosciuto Rossi

    Nome sconosciuto

    Cognome Rossi

    Note responsabile Colonnello.

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a Piazza dei Martiri, Carpi

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Piazza dei Martiri, Carpi

    Descrizione: La città di Carpi ricorda le sedici vittime della strage del 16 agosto 1944 con una lapide che si trova nel punto in cui è avvenuta la fucilazione.

  • luogo della memoria a Piazza dei Martiri, Carpi

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Ubicazione: Piazza dei Martiri, Carpi

    Descrizione: Nel secondo dopoguerra la città di Carpi ha cambiato la denominazione della Piazza Maggiore in “Piazza dei Martiri” per collegare la memoria della strage del 16 agosto 1944 al luogo nel quale l’orrore della violenza fascista era rimasto esposto per ore insieme ai corpi delle vittime.

  • commemorazione a Carpi

    Tipo di memoria: commemorazione

    Ubicazione: Carpi

    Descrizione: Ogni anno la strage del 16 agosto 1944 viene ricordata con un’importante e partecipata cerimonia pubblica.

Bibliografia


Comune di Carpi, Carpi per la libertà, pag. 44.
Marco Casarini, Modena M. Modena P., Roma, Editori Riuniti, 1955.
Ermanno Gorrieri, La repubblica di Montefiorino, Bologna, Il Mulino, 1970, pag. 317.
M. Pacor e L. Casali, Lotte sociali e guerriglia in pianura, Roma, Editori Riuniti, 1972, pp. 180 e 368.
Claudio Silingardi, Una provincia partigiana, Milano, Franco Angeli, 1998.
Ilva Vaccari, Dalla parte della libertà, Santa Sofia di R., Stab. Tip. dei Comuni per COOP Estense, 1999, pag. 573.

Sitografia


http://www.anpi.it/media/uploads/patria/2010/9/29-31_BASSOLI.pdf
https://storiedimenticate.wordpress.com/2012/08/16/carpi-mo-16-agosto-1944/
http://www.anpi.it/media/uploads/patria/2010/9/29-31_BASSOLI.pdf
http://emilia-romagna.anpi.it/modena/archivio_res/giugno_06/art_19_06_06.htm
http://emilia-romagna.anpi.it/modena/calendario/1944_08.html
http://anpimodena.it/16-agosto-1944-leccidio-che-diede-il-nome-alla-minaccia-di-carpi/
http://www.pietredellamemoria.it/pietre/lapide-di-piazza-dei-martiri-carpi/
http://www.anpimirandola.it/home/pagine-di-storia/cippi-partigiani/cippi-partigiani/carpi/cippo-carpi-piazza-martiri-51
https://www.flickr.com/photos/lapidario/4570932242/
http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Carpi/Lapide_ai_cittadini_trucidati_in_Piazza_Martiri
http://impressioniespressioni.blogspot.it/p/cippi-resistenti.html
http://www.ultimelettere.it/?page_id=95&percomune=Carpi

Fonti archivistiche

Fonti

Processi della Corte d’Assise Straordinaria: fotocopie di Giovanni Fantozzi, in Archivio ISRM.
- ASMO CAS (1945) – Busta 1: Antonio Petti.
- Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO.