San Martino Spino, Mirandola, 13.12.1944

(Modena - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località San Martino Spino, Mirandola, Modena, Emilia-Romagna

Data 13 dicembre 1944

Matrice strage Nazifascista

Numero vittime 3

Numero vittime uomini 3

Numero vittime uomini adulti 3

Descrizione: Nella seconda metà di ottobre del 1944 le prospettive dell’insurrezione generale alimentano le speranze della Resistenza modenese, ma i soldati tedeschi e i fascisti più intransigenti non smettono di alimentare le difese della Linea Gotica e di assestare colpi all’organizzazione partigiana. Le Brigate Nere e i militi della RSI non cessano l’attività di spionaggio e i tentativi di infiltrazione nella rete della Resistenza e trasformano ogni possibilità di accesso alle informazioni sui “ribelli” in un’occasione di vendetta nei confronti dei “traditori” dell’Italia fascista. Nelle tre settimane successive il peggioramento delle condizioni climatiche ostacola l’avanzata delle truppe alleate: intorno alla metà di novembre il Proclama Alexander conferma la stasi del fronte e consente alle forze di occupazione di serrare le file. Le Brigate Nere riprendono le operazioni anti-partigiane e i controlli del territorio per scovare i renitenti alla leva, mentre i tedeschi consolidano l’autorità dei presidi con azioni violente. Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre viene arrestato un giovane mantovano vicino alla Resistenza: le torture gli strappano alcuni nomi di partigiani della zona di Mirandola. All’inizio della seconda decade di dicembre i fascisti arrestano Mario Borghi, Cesarino Calanca e Oles Pecorari e li rinchiudono in attesa della fucilazione: il parroco di Mirandola Don Dante Sala e il vescovo di Carpi Virginio Federico Della Zuanna cercano di intercedere per loro presso i fascisti e i tedeschi, ma un improvvisato Tribunale Speciale di Guerra li condanna a morte per vendicare alcuni attentati partigiani sulla vicina Strada Statale 12. Il 13 dicembre 1944 i tre giovani vengono fucilati a San Martino Spino, nel fulcro della loro umile Resistenza.

Modalità di uccisione: fucilazione

Trattamento dei cadaveri: Occultamento dei cadaveri

Tipo di massacro: rappresaglia
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Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La comunità di Mirandola si è stretta intorno a questo episodio poiché ha letto nel tragico svolgimento delle vicende sia il profondo desiderio di libertà che animava Borghi, Calanca e Pecorari, sia l’orrore della violenza tedesca e fascista. Gli arresti dei nazisti con la collaborazione della Brigata Nera, le illusioni offerte dal federale del PFR sulla sorte dei tre giovani e la fucilazione con l’oltraggio al corpo di Oles Pecorari costituiscono i simboli dell’aberrazione morale e materiale che la guerra ha portato nel paese.

Scheda compilata da Daniel Degli Esposti
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-07 14:00:42

Vittime

Elenco vittime

1. Mario Borghi: nato a Medolla (MO) il 14 giugno 1923, figlio di Aldo e Maria Pontieroli, residente a San Martino Spino, partigiano. Negli anni della giovinezza conosce Oles Pecorari ed entra in contatto con Giovanni Tironi, nonno del già citato amico e vecchio antifascista: questo anziano dissidente è stato reso quasi cieco dalle angherie che le squadre d’azione fasciste hanno compiuto sul suo corpo, ma non ha mai smesso di sperare nel collasso del regime e nella rinascita delle idee socialiste che gli hanno animato la giovinezza e la maturità. Subito dopo l’8 settembre 1943 Pecorari e Borghi si adoperano per evitare coinvolgimenti nella rete di controllo dell’occupazione tedesca o nella macchina militare della costituenda Repubblica Sociale Italiana: nel primo inverno post-armistizio i due giovani seguono l’esempio ideale di Tironi e formano un nucleo di resistenza a San Martino Spino. Il CLN riconosce la legittimità delle loro azioni e li aggrega come sappisti alla Brigata “Remo”: Pecorari diventa comandante e Borghi è il commissario politico di una formazione che mantiene un orientamento social-comunista, ma agisce in sinergia con gli altri nuclei della “Bassa”. Nell’autunno del 1944, dopo le speranze dell’insurrezione generale, le formazioni partigiane si organizzano per superare un altro inverno di guerra, ma gli arresti che i tedeschi e i fascisti compiono nei confronti degli elementi più deboli delle formazioni provocano un gran numero di delazioni. Borghi, Pecorari e Cesarino Calanca sono traditi dalle rivelazioni di un giovane mantovano e vengono arrestati dai nazisti all’inizio della seconda decade di dicembre: benché le famiglie ne implorino la liberazione e il parroco di Mirandola interceda in loro favore, i tedeschi e i fascisti allestiscono un Tribunale Straordinario e li condannano a morte per vendicare alcuni attentati partigiani sulla Strada Statale n. 12. La fucilazione avviene il 13 dicembre 1944.
2. Cesarino Calanca: nato a Bondeno (FE) il 28 dicembre 1921, figlio di Ivo, residente a San Martino Spino (MO), partigiano. Il 9 ottobre 1944 entra nella Brigata “Remo” e si aggrega al gruppo di Ones Pecorari e Mario Borghi, che opera nella zona di San Martino Spino. Nell’autunno del 1944, dopo le speranze dell’insurrezione generale, le formazioni partigiane si organizzano per superare un altro inverno di guerra, ma gli arresti che i tedeschi e i fascisti compiono nei confronti degli elementi più deboli delle formazioni provocano un gran numero di delazioni. Borghi, Pecorari e Cesarino Calanca sono traditi dalle rivelazioni di un giovane mantovano e vengono arrestati dai nazisti all’inizio della seconda decade di dicembre: benché le famiglie ne implorino la liberazione e il parroco di Mirandola interceda in loro favore, i tedeschi e i fascisti allestiscono un Tribunale Straordinario e li condannano a morte per vendicare alcuni attentati partigiani sulla Strada Statale n. 12. La fucilazione avviene il 13 dicembre 1944.
3. Ones Pecorari: nato a San Martino di Carpi (MO) il 16 maggio 1921, figlio di Atilde e Ida Tironi, residente a San Martino Spino, partigiano. Negli anni della giovinezza conosce Mario Borghi e si lega fortemente al nonno materno Giovanni Tironi, un vecchio antifascista mirandolese: questo anziano dissidente è stato reso quasi cieco dalle angherie che le squadre d’azione fasciste hanno compiuto sul suo corpo, ma non ha mai smesso di sperare nel collasso del regime e nella rinascita delle idee socialiste che gli hanno animato la giovinezza e la maturità. Subito dopo l’8 settembre 1943 Pecorari e Borghi si adoperano per evitare coinvolgimenti nella rete di controllo dell’occupazione tedesca o nella macchina militare della costituenda Repubblica Sociale Italiana: nel primo inverno post-armistizio i due giovani seguono l’esempio ideale di Tironi e formano un nucleo di resistenza a San Martino Spino. Pecorari è riconosciuto partigiano dal 9 novembre 1943. Il CLN riconosce la legittimità delle loro azioni e li aggrega come sappisti alla Brigata “Remo”: Pecorari diventa comandante e Borghi è il commissario politico di una formazione che mantiene un orientamento social-comunista, ma agisce in sinergia con gli altri nuclei della “Bassa”. Nell’autunno del 1944, dopo le speranze dell’insurrezione generale, le formazioni partigiane si organizzano per superare un altro inverno di guerra, ma gli arresti che i tedeschi e i fascisti compiono nei confronti degli elementi più deboli delle formazioni provocano un gran numero di delazioni. Borghi, Pecorari e Cesarino Calanca sono traditi dalle rivelazioni di un giovane mantovano e vengono arrestati dai nazisti all’inizio della seconda decade di dicembre: benché le famiglie ne implorino la liberazione e il parroco di Mirandola interceda in loro favore, i tedeschi e i fascisti allestiscono un Tribunale Straordinario e li condannano a morte per vendicare alcuni attentati partigiani sulla Strada Statale n. 12. La fucilazione avviene il 13 dicembre 1944.

Elenco vittime partigiani 3

Mario Borghi,
Cesarino Calanca,
Ones Pecorari

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Kommando Mirandola

Tipo di reparto: Wehrmacht

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Ugo Rezzaghi

    Nome Ugo

    Cognome Rezzaghi

    Note responsabile Ugo Rezzaghi, reggente del PFR e comandante della Brigata Nera di Mirandola.

    Tipo di reparto fascista Brigata Nera

    Nome del reparto 26. Brigata nera “Mirko Pistoni” di Modena/Distaccamento di Mirandola

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a San Martino Spino

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: San Martino Spino

    Descrizione: Mario Borghi, Cesarino Calanca e Oles Pecorari sono ricordati da una lapide posta nel luogo della loro fucilazione, a San Martino Spino.

  • commemorazione a San Martino Spino

    Tipo di memoria: commemorazione

    Ubicazione: San Martino Spino

    Descrizione: La fucilazione dei tre partigiani di San Martino Spino viene commemorata pubblicamente ogni anno, in una data vicina al 13 dicembre.

Bibliografia


F. Canova, O. Gelmini e A. Mattioli, Lotta di liberazione nella bassa modenese, Modena, ANPI, 1975, pag. 250.
Ermanno Gorrieri, La repubblica di Montefiorino, Bologna, Il Mulino, 1970.
M. Pacor e L. Casali, Lotte sociali e guerriglia in pianura, Roma, Editori Riuniti, 1972.
Claudio Silingardi, Una provincia partigiana, Milano, Franco Angeli, 1998.
Ilva Vaccari, Dalla parte della libertà, Santa Sofia di R., Stab. Tip. dei Comuni per COOP Estense, 1999, pag. 589.

Sitografia


http://www.anpimirandola.it/home/pagine-di-storia/storie-della-resistenza/36-partigiani-san-martino-spino
http://www.anpimirandola.it/home/pagine-di-storia/cippi-partigiani/cippi-partigiani/san-martino-spino/cimitero-s-martino-s-lapide-64
http://www.indicatoreweb.it/il-ricordo-di-tre-giovani-partigiani/
http://emilia-romagna.anpi.it/modena/archivio_res/ottobre_08/art_18_10_08.htm
http://anpimodena.it/anpi-modena-calendario-della-memoria/dicembre-1944/

Fonti archivistiche

Fonti