Ponte Basso, Soliera, 12.10.1944

(Modena - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Ponte Basso, Soliera, Modena, Emilia-Romagna

Data 12 ottobre 1944

Matrice strage Nazifascista

Numero vittime 2

Numero vittime uomini 2

Numero vittime uomini adulti 2

Descrizione: Negli ultimi giorni di settembre del 1944 le organizzazioni della Resistenza preparano l’insurrezione generale per la Liberazione delle città emiliane. I tedeschi e i fascisti non si limitano a difendere le posizioni, ma effettuano diverse operazioni anti-partigiane: queste misure di polizia militare innescano tensioni e inducono i reparti armati ad assestare alcuni colpi alle forze di occupazione che operano nella “Bassa”. Il 12 ottobre 1944 una delazione conduce i fascisti di Modena sulle piste del partigiano Fernando Vezzelli: gli uomini del 42° Comando Provinciale della GNR e della Brigata Nera lo catturano e scopre che si trova in possesso di una mascherina capace di celargli l’identità. Il gruppo dei militi giunge al di là del Secchia e lo fucila nei pressi del Passo dell’Uccellino. I fascisti chiedono al traghettatore Adelmo Dalmari, anch’egli attivo nella Resistenza e sospettato di favorire spesso i “ribelli”, di essere ricondotti sulla riva destra del fiume; l’uomo li accontenta e li fa sbarcare, ma un rapido conciliabolo tra gli ufficiali William Walter e – secondo la testimonianza di Antonio Piccin – Giorgio Pagliani apre la strada a un nuovo atto di violenza. Il traghettatore viene percosso con il calcio dei fucili ed è gettato in acqua: mentre si dimena per risalire i militi lo investono con una raffica di proiettili, uno dei quali gli perfora il ventre. Alcuni partigiani sopraggiungono e cercano di salvargli la vita, ma non riescono nell’intento: Dalmari muore durante il trasporto in ospedale.

Modalità di uccisione: fucilazione,uccisione con armi da fuoco

Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Armadio della Vergogna: Fascicolo 1544.
Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di La Spezia – Procedimento penale contro ignoti sottoposti ad indagine per il reato di omicidio (art. 575 c.p.) commesso in Soliera il 12/10/1944 ai danni di Dalmari Adelmo. Oggetto: omicidio di Dalmari Adelmo da parte di Brigate Nere.
Cancelleria: 9 agosto 1998.

Scheda compilata da Daniel Degli Esposti
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-07 13:46:07

Vittime

Elenco vittime

1. Adelmo Dalmari: nato a Villanova (MO) il 19 gennaio 1905, figlio di Umberto ed Ernesta Cavalcanti, residente a Soliera (MO), partigiano. Di sentimenti notoriamente antifascisti, il 2 giugno 1944 entra nella Brigata “Walter Tabacchi” con il nome di battaglia “Passatore”. Si impegna in alcune azioni notturne e fornisce supporto logistico ai partigiani della pianura, ma il 12 ottobre 1944 una delazione conduce i fascisti di Modena sulle sue piste: la Brigata Nera giunge al di là del Secchia e ferisce mortalmente Adelmo Dalmari in località Ponte Basso. Alcuni partigiani sopraggiungono e cercano di salvargli la vita, ma non riescono nell’intento: Dalmari muore durante il trasporto in ospedale.
2. Fernando Vezzelli nato a Modena il 4 marzo 1924, figlio di Alfredo e Amedea Vigarani, residente a Modena, partigiano. Dopo l’occupazione tedesca cerca di evitare la leva della RSI: vive in clandestinità e il 1 febbraio 1944 entra nella Brigata “Walter Tabacchi” con il nome di battaglia di “Piero”. I fascisti lo catturano mentre è in visita alla madre e lo torturano per estorcergli notizie sui partigiani, ma non hanno soddisfazione. Viene fucilato il 12 ottobre 1944 sull’argine del Secchia, in località Passo dell’Uccellino, nei pressi di San Matteo.

Elenco vittime partigiani 2

Adelmo Dalmari,
Fernando Vezzelli

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


GNR di Modena

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Giorgio Pagliani

    Nome Giorgio

    Cognome Pagliani

    Note responsabile Giorgio Pagliani: Sottotenente della GNR. Smentisce il proprio coinvolgimento nell’uccisione del traghettatore, affermando che si trovava a oltre un chilometro di distanza dal luogo del misfatto. ------------- Dichiarazione di Ernesta Patelli vedova Dalmari: Fascicolo 1544 dell’Armadio della Vergogna. “Io sottoscritta Patelli Ernesta di Augusto e fu Bencivenni Aurelia, nata a Modena il 23/10/1908, residente a Soliera via Sarasina 68, moglie del deceduto Dalmari Adelmo fu Umberto e fu Cavalcanti Ernesta, nato a Modena il 19/1/1905, dichiaro che il giorno 12/10/1944, mentre mio marito stava a lavorare sul fiume Secchia in qualità di passatore al traghetto, veniva preso dalla brigata nera e gettatolo sul fiume sparandogli più volte e anche con lancio di bombe a mano. Presente al fatto si trovava Maramotti Gaetano di Modena. Trasportato dai famigliari all\'Ospedale Civile di Carpi ove decedeva alle ore 22 dello stesso giorno. Soliera li 29/7/1945, firmato Patelli Ernesta”. ------------- Interrogatorio di Antonio Piccin, 22 settembre 1945, in ASMO, CAS. Nel mese di ottobre del 1944, non ricordo con precisione il giorno, mentre mi trovavo all\'Accademia è venuto a chiamarmi d\'urgenza mio zio Lugli Francesco al quale poche ore prima è stato rastrellato un figlio. Mi recai immediatamente in bicicletta nella zona indicatami e precisamente nei pressi di Albareto. Costà giunto non ho trovato più nessuno. Chieste quindi informazioni mi è stato riferito che il reparto che aveva operato il rastrellamento si era diretto verso il Passo sul Secchia, sempre in bicicletta ho raggiunta quest\'ultima località dove sono stato fermato dalle vedette del reparto comandato dal William e Pagliani. Appena fattomi riconoscere, le stesse vedette mi hanno riferito che gli Ufficiali con i loro uomini si sono recati al di là del Secchia per giustiziare quel giovanotto che era stato trovato in possesso di una mascherina. Non ho più potuto muovermi da quel posto e quindi dovetti attendere il ritorno degli ufficiali. Dopo circa 5 o 10 minuti di attesa ho visto comparire i summenzionati ufficiali con i loro uomini nuovamente al di qua del Secchia. Per attraversare il fiume Secchia i predetti si sono serviti del traghetto. Dopo essersi serviti del traghettatore per il trasporto da una riva all\'altra, conversando il Ten. e il S. Ten: tra di loro si fermarono ad un tratto chiamando a colloquio anche un tedesco, che credo fosse graduato, e poi alla fine del colloquio chiamarono anche il traghettatore. Senza alcuno interrogatorio il traghettatore venne messo con le spalle verso l\'acqua e immediatamente iniziarono a percuoterlo gettandolo nel fiume. Credo che fosse stato il primo, un soldato tedesco a voler gettare una bomba a mano contro quel poveraccio nell\'acqua, ma subito dopo venne preceduto da un altro italiano, il quale prendendo il povero traghettatore e girandolo su se stesso nell\'acqua sollevandolo e lasciandolo nuovamente ricadere sott\'acqua e quindi preso il mitra e sparava alcune raffiche senza colpirlo. A quello spettacolo il Ten. Pagliani assisteva con gioia, anzi mi ricordo benissimo di averlo sentito gridare: \"eh, partigiano! Stai fresco nell\'acqua?\" ed altre frasi consimili che più non ricordo con precisione. Nel frattempo tutti i componenti sparavano all\'impazzata addosso al traghettatore. Io personalmente ho visto ad un tratto che il traghettatore si è alzato su se stesso comprimendosi il ventre e gridando disperatamente \"Aiuto, aiuto, muoio!\". I due ufficiali impassibili assistevano a quel terrorizzante spettacolo, senonché il Ten. William, più elevato in grado, dopo che il Traghettatore era già colpito ha dato l\'ordine di cessare il fuoco e di riprendere la marcia. Ho sentito anche il tenente William quando diceva al suo collega Pagliani \"questa è proprio una lezione salutare, se la ricorderà per un bel pezzo, ma quest\'ultimo contraddiceva ciò, asserendo che se fosse ritornato all\'indomani non lo avrebbe più trovato vivo. ------------- Interrogatorio di Ernesta Pattelli vedova Dalmari, in ASMO, CAS. Sono la moglie di quel traghettatore che è stato ucciso da un reparto di militari il 12 ottobre del 1944 dopo averli trasportati attraverso il Secchia con il suo traghetto. Non ero vicina quando hanno colpito mio marito, ma ho assistito alla scena da una distanza di circa 200 m. Verso le ore 17 del giorno 12/10/1944 si avvicinò al posto del traghetto un reparto di militari, che io non so se fossero dell\'esercito repubblicano o delle brigate nere. Detto gruppo fu trasportato alla riva opposta. Nel gruppo so che vi era un ragazzo che è stato fucilato. Ritornati dal fatto si fecero ritrasportare alla sponda di provenienza. Giunti al di là del fiume hanno preso mio marito e lo hanno gettato nell\'acqua. Indi incominciarono a sparare e mio marito fu colpito da un colpo. In seguito a quella ferita dopo circa 5 ore decedeva. Anche se rivedessi qualcuno di coloro che hanno partecipato sia all\'uccisione di quel ragazzo che a quella di mio marito non sarei in grado di riconoscerli stante la distanza che ci separava e non mi consentiva di distinguere bene le persone. Posso assicurare che mio marito non ha fatto nulla di male e a quanto io sappia non si imbarazzava di nulla, bensì cercava di provvedere al mantenimento della famiglia con l\'onesto lavoro.

    Note procedimento Armadio della Vergogna: Fascicolo 1544. Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di La Spezia – Procedimento penale contro ignoti sottoposti ad indagine per il reato di omicidio (art. 575 c.p.) commesso in Soliera il 12/10/1944 ai danni di Dalmari Adelmo. Oggetto: omicidio di Dalmari Adelmo da parte di Brigate Nere. Cancelleria: 9 agosto 1998.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto GNR di Modena

  • William Walter

    Nome William

    Cognome Walter

    Note responsabile Tenente della GNR --------- Dichiarazione di Ernesta Patelli vedova Dalmari: Fascicolo 1544 dell’Armadio della Vergogna. “Io sottoscritta Patelli Ernesta di Augusto e fu Bencivenni Aurelia, nata a Modena il 23/10/1908, residente a Soliera via Sarasina 68, moglie del deceduto Dalmari Adelmo fu Umberto e fu Cavalcanti Ernesta, nato a Modena il 19/1/1905, dichiaro che il giorno 12/10/1944, mentre mio marito stava a lavorare sul fiume Secchia in qualità di passatore al traghetto, veniva preso dalla brigata nera e gettatolo sul fiume sparandogli più volte e anche con lancio di bombe a mano. Presente al fatto si trovava Maramotti Gaetano di Modena. Trasportato dai famigliari all\'Ospedale Civile di Carpi ove decedeva alle ore 22 dello stesso giorno. Soliera li 29/7/1945, firmato Patelli Ernesta”. --------------- Interrogatorio di Antonio Piccin, 22 settembre 1945, in ASMO, CAS. Nel mese di ottobre del 1944, non ricordo con precisione il giorno, mentre mi trovavo all\'Accademia è venuto a chiamarmi d\'urgenza mio zio Lugli Francesco al quale poche ore prima è stato rastrellato un figlio. Mi recai immediatamente in bicicletta nella zona indicatami e precisamente nei pressi di Albareto. Costà giunto non ho trovato più nessuno. Chieste quindi informazioni mi è stato riferito che il reparto che aveva operato il rastrellamento si era diretto verso il Passo sul Secchia, sempre in bicicletta ho raggiunta quest\'ultima località dove sono stato fermato dalle vedette del reparto comandato dal William e Pagliani. Appena fattomi riconoscere, le stesse vedette mi hanno riferito che gli Ufficiali con i loro uomini si sono recati al di là del Secchia per giustiziare quel giovanotto che era stato trovato in possesso di una mascherina. Non ho più potuto muovermi da quel posto e quindi dovetti attendere il ritorno degli ufficiali. Dopo circa 5 o 10 minuti di attesa ho visto comparire i summenzionati ufficiali con i loro uomini nuovamente al di qua del Secchia. Per attraversare il fiume Secchia i predetti si sono serviti del traghetto. Dopo essersi serviti del traghettatore per il trasporto da una riva all\'altra, conversando il Ten. e il S. Ten: tra di loro si fermarono ad un tratto chiamando a colloquio anche un tedesco, che credo fosse graduato, e poi alla fine del colloquio chiamarono anche il traghettatore. Senza alcuno interrogatorio il traghettatore venne messo con le spalle verso l\'acqua e immediatamente iniziarono a percuoterlo gettandolo nel fiume. Credo che fosse stato il primo, un soldato tedesco a voler gettare una bomba a mano contro quel poveraccio nell\'acqua, ma subito dopo venne preceduto da un altro italiano, il quale prendendo il povero traghettatore e girandolo su se stesso nell\'acqua sollevandolo e lasciandolo nuovamente ricadere sott\'acqua e quindi preso il mitra e sparava alcune raffiche senza colpirlo. A quello spettacolo il Ten. Pagliani assisteva con gioia, anzi mi ricordo benissimo di averlo sentito gridare: \"eh, partigiano! Stai fresco nell\'acqua?\" ed altre frasi consimili che più non ricordo con precisione. Nel frattempo tutti i componenti sparavano all\'impazzata addosso al traghettatore. Io personalmente ho visto ad un tratto che il traghettatore si è alzato su se stesso comprimendosi il ventre e gridando disperatamente \"Aiuto, aiuto, muoio!\". I due ufficiali impassibili assistevano a quel terrorizzante spettacolo, senonché il Ten. William, più elevato in grado, dopo che il Traghettatore era già colpito ha dato l\'ordine di cessare il fuoco e di riprendere la marcia. Ho sentito anche il tenente William quando diceva al suo collega Pagliani \"questa è proprio una lezione salutare, se la ricorderà per un bel pezzo, ma quest\'ultimo contraddiceva ciò, asserendo che se fosse ritornato all\'indomani non lo avrebbe più trovato vivo. --------------- Interrogatorio di Ernesta Pattelli vedova Dalmari, in ASMO, CAS. Sono la moglie di quel traghettatore che è stato ucciso da un reparto di militari il 12 ottobre del 1944 dopo averli trasportati attraverso il Secchia con il suo traghetto. Non ero vicina quando hanno colpito mio marito, ma ho assistito alla scena da una distanza di circa 200 m. Verso le ore 17 del giorno 12/10/1944 si avvicinò al posto del traghetto un reparto di militari, che io non so se fossero dell\'esercito repubblicano o delle brigate nere. Detto gruppo fu trasportato alla riva opposta. Nel gruppo so che vi era un ragazzo che è stato fucilato. Ritornati dal fatto si fecero ritrasportare alla sponda di provenienza. Giunti al di là del fiume hanno preso mio marito e lo hanno gettato nell\'acqua. Indi incominciarono a sparare e mio marito fu colpito da un colpo. In seguito a quella ferita dopo circa 5 ore decedeva. Anche se rivedessi qualcuno di coloro che hanno partecipato sia all\'uccisione di quel ragazzo che a quella di mio marito non sarei in grado di riconoscerli stante la distanza che ci separava e non mi consentiva di distinguere bene le persone. Posso assicurare che mio marito non ha fatto nulla di male e a quanto io sappia non si imbarazzava di nulla, bensì cercava di provvedere al mantenimento della famiglia con l\'onesto lavoro.

    Note procedimento Armadio della Vergogna: Fascicolo 1544. Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di La Spezia – Procedimento penale contro ignoti sottoposti ad indagine per il reato di omicidio (art. 575 c.p.) commesso in Soliera il 12/10/1944 ai danni di Dalmari Adelmo. Oggetto: omicidio di Dalmari Adelmo da parte di Brigate Nere. Cancelleria: 9 agosto 1998.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto GNR di Modena

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • cippo a via Serrasina, Soliera

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: via Serrasina, Soliera

    Descrizione: Adelmo Dalmari è ricordato da un cippo eretto nel luogo della sua uccisione, nell’attuale via Serrasina a Soliera.

Bibliografia


Ermanno Gorrieri, La repubblica di Montefiorino, Bologna, Il Mulino, 1970.
Claudio Silingardi, Una provincia partigiana, Milano, Franco Angeli, 1998.
Ilva Vaccari, Dalla parte della libertà, Santa Sofia di R., Stab. Tip. dei Comuni per COOP Estense, 1999, pag. 581.

Sitografia


http://emilia-romagna.anpi.it/modena/calendario/1944_10.html
http://emilia-romagna.anpi.it/modena/archivio_res/ottobre_08/art_18_10_08.htm

Fonti archivistiche

Fonti