Poligono di tiro, Modena, 01.01.1944

(Modena - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Poligono di tiro, quartiere Sacca, Modena, Modena, Emilia-Romagna

Data 1 gennaio 1944

Matrice strage Fascista

Numero vittime 2

Numero vittime uomini 2

Numero vittime uomini adulti 2

Descrizione: All’inizio dell’inverno del 1943 la zona di Montefiorino diventa il principale collettore delle prime forme di contrapposizione armata all’occupazione nazista e al controllo della RSI nell’Appennino modenese. I giovani che non vogliono rispondere alla chiamata alle armi trovano rifugio sulle montagne e, sotto la guida di alcuni vecchi oppositori del regime, prendono le poche armi che sono state trovate dopo lo sbandamento dell’8 settembre per difendersi dalle ricerche delle autorità militari e dei fascisti. Mentre i carabinieri di Montefiorino si adoperano per indurre i giovani a rispondere alla chiamata alle armi della RSI, nell’ultima settimana di dicembre le prime bande partigiane respingono i “controlli” e le “visite” dei reclutatori con decisione: dopo che i fascisti producono un blando rastrellamento durato un paio di giorni, il 23 dicembre 1943 i “ribelli” uccidono il carabiniere Lino Pifferi e feriscono il brigadiere Carlo Piccinelli, che si sono spostati per arrestare il renitente Rino Madrigali. La morte del militare provoca un nuovo rastrellamento: il 24 dicembre 1943 il giovane Giancarlo Tincani viene arrestato e condotto nelle carceri di Modena. Il 27 dicembre il gruppo partigiano di Teofilo Fontana è costretto a ingaggiare uno scontro a fuoco con due carabinieri per evitare che alcuni renitenti vengano catturati: l’appuntato Lazzaro Pari viene colpito a morte, mentre il carabiniere Enrico Ursic risulta ferito lievemente. Un nuovo rastrellamento porta all’arresto di Ultimo Martelli, che finisce in carcere insieme a Tincani. Il 31 dicembre 1943 il Tribunale Straordinario di Guerra del 42° Comando Provinciale della RSI giudica i due giovani colpevoli dell’uccisione dei carabinieri e li condanna a morte: Tincani e Martelli vengono fucilati al Poligono di Tiro della Sacca il 1 gennaio 1944; sono le prime vittime dei plotoni d’esecuzione fascisti a Modena. Il 30 novembre 1944 una sentenza del Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato sconfessa il verdetto del Tribunale Straordinario di Guerra del 42° Comando Provinciale della RSI e stabilisce che le uccisioni di Lino Pifferi e Lazzaro Pari sono state effettuate da ignoti.

Modalità di uccisione: fucilazione

Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: Dal 21 al 26 settembre 1951 i partigiani Teofilo Fontana, Cesario Palandri, Carlo Lamberti, Arnaldo Zambonini, Giuseppe Ghirardini e Guido Tonelli vengono chiamati in aula per il processo che riguarda l’uccisione dei due carabinieri Lino Pifferi e Lazzaro Pari. La Corte d’Assise riconosce che l’episodio è stato un atto di guerra e assolve gli imputati.

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La memoria dell’arresto e della fucilazione di questi due umili montanari è sempre stata piuttosto debole. Le vicende della Repubblica di Montefiorino e gli importanti eventi della Resistenza modenese hanno ben presto offuscato il dolore che la prima doppia condanna a morte della RSI ha inflitto alla comunità di Gusciola.

Scheda compilata da Daniel Degli Esposti
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-06 13:06:09

Vittime

Elenco vittime

1. Ultimo Martelli: nato a Gusciola di Montefiorino (MO) il 9 agosto 1923, figlio di Alfredo e Almerina Frati, residente a Gusciola, partigiano. Il 10 novembre 1943 entra nella Brigata “Diavolo” con il nome di battaglia “Timo”. Il 28 dicembre 1943 viene arrestato nel corso del rastrellamento che segue l’uccisione del carabiniere Lazzaro Pari. Una settimana dopo il Tribunale Straordinario di Guerra del 42° Comando Provinciale della RSI lo condanna a morte insieme a Carlo Tincani poiché è ritenuto – erroneamente – responsabile diretto delle uccisioni dei due carabinieri; i due giovani montanari vengono fucilati al Poligono di Tiro della Sacca all’alba del 1 gennaio 1944.
2. Giancarlo Tincani: nato a Gusciola di Montefiorino (MO) il 24 marzo 1924, figlio di Leonildo e Concetta Ferrari, residente a Gusciola, partigiano. Il 1 novembre 1943 entra nella Brigata “Bigi” con il nome di battaglia “Carlo”. Il 24 dicembre 1943 viene arrestato nel corso del rastrellamento che segue l’uccisione del carabiniere Lino Pifferi. Una settimana dopo il Tribunale Straordinario di Guerra del 42° Comando Provinciale della RSI lo condanna a morte insieme a Ultimo Martelli poiché lo ritiene – erroneamente – responsabile dell’uccisione di Lino Pifferi; i due giovani montanari vengono fucilati al Poligono di Tiro della Sacca all’alba del 1 gennaio 1944.

Elenco vittime partigiani 2

Ultimo Martelli,
Giancarlo Tincani

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


42. Comando Militare Provinciale RSI

Tipo di reparto: Esercito

Carabinieri della GNR, zona di Montefiorino

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

GNR, distaccamento di Montefiorino

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Giuseppe Corsini

    Nome Giuseppe

    Cognome Corsini

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Note responsabile Nato a Montefiorino (MO) il 27 luglio 1902, figlio di Ignazio e Tollari Graziana, emigrato a Genova, calzolaio, tiene stretti contatti con le SS tedesche delle quali, forse, ha la tessera di appartenenza. Legione Carabinieri di Bologna – Stazione di Montefiorino. Rapporto n. 25 dell’11 marzo 1946 – Denuncia di Corsini Giuseppe. “Martelli Dante fu Alfredo [denuncia] che verso la fine di dicembre 1943, dopo un conflitto fra militari dell\'arma e partigiani, nel quale trovò la morte l\'appuntato dei carabinieri Pari Lazzaro, gli altri tre carabinieri si erano rifugiati in casa sua per farsi medicare perché feriti; a prestare le prime cure si presentò certo Corsini Giuseppe, il quale pronunciò frasi di minaccia contro i ribelli. Il giorno successivo il Corsini in argomento faceva da guida ad un pattuglione composto da carabinieri e militi che arrestò mio fratello Ultimo, il quale fu poi fucilato a Modena. [Denuncia] che il Corsini prima di partire da Gusciola, rivolto agli arrestati, disse che non sarebbero tornati a casa. Ha aggiunto inoltre di essere convinto che a denunziare suo fratello, quale facente parte della squadra che aveva ucciso l\'appuntato, fosse stato il Corsini. Capitani Claudio fu Antonio afferma che durante una perquisizione personale eseguita dai carabinieri al Corsini Giuseppe era stata trovata la tessera di appartenenza alla SS tedesca e che il Corsini aveva insistentemente chiesto al brigadiere dei carabinieri l\'autorizzazione di andare al Molino della Parcella - località ove si era svolto il conflitto - e chiudere tutti i componenti della famiglia che abitava in quella casa e poi bruciarla, assicurando che in tutte le loro operazioni facevano così. Tincani Leonildo fu Carlo [afferma] di essere convinto che ad accusare suo figlio di aver preso parte al conflitto con i carabinieri, ove morì l\'appuntato dei carabinieri, sia stato il Corsini Giuseppe, dato che fra costui ed i suoi famigliari non correvano buoni rapporti. Ha poi aggiunto che in tutti i rastellamenti [sic] nelle frazioni di Gusciola e Farneta di Montefiorino era il Corsini che faceva la spia. Il figlio del Tincani, a nome Giancarlo, è stato poi fucilato a Modena con il Martelli Ultimo”. “Alle ore 7.20, appena apparse le prime luci, venivano fucilati entro il recinto del poligono di tiro, presso la frazione Sacca, due giovani: il primo nativo di Gusciola in Montefiorino di anni venti chiamato Martelli Ultimo, il secondo d\'età minore ancora, non avendo egli che diciannove anni, rispondente al nome di Tincani Carlo, altrimenti detto \"Giovanni\" nativo e residente a Montefiorino. Il Martelli è colpevole di un omicidio nella persona di un carabiniere e del mancato omicidio di un brigadiere di tale arma - si deve quindi pensare al delitto consumato in Gusciola di Montefiorino il 23 del decorso dicembre - mentre sul più giovane, il Tincani Carlo, cade una duplice forma, in quanto egli, oltre al fatto di Gusciola, avrebbe preso parte ad altro omicidio e mancato omicidio sempre nelle persone di carabinieri; si crede quindi che egli fosse presente all\'imboscata tesa ai carabinieri nel successivo giorno del 24 dicembre nella frazione di Polinago. Il giudizio sulla loro colpa e la sentenza di morte sono stati decretati da un Tribunale Militare Straordinario di Guerra in Modena, riunitosi d\'urgenza nella giornata di ieri ultima dell\'anno. [...] All\'esecuzione, compivano tale triste mansione alcuni uomini addetti ad una speciale squadra della Questura, erano presenti il cappellano militare D. Piombini, il S. Ten. Medico Dott. Magnanini, e pochissime persone chiamate per ragioni di ufficio a prender parte al doloroso spettacolo. Si va dicendo che il più giovane dei due giustiziandi professava sino all\'ultimo la sua innocenza. Sono stati fucilati alla schiena - alla foggia dei traditori - ed i proiettili colpivano al capo entrambi i giovani”. (Adamo Pedrazzi, Cronaca dell’Occupazione Nazi-Fascista di Modena – MCMXLIII-MCMXLV, Archivio dell’Istituto Storico di Modena, Volume II, pp. 461-464). “TRIBUNALE MILITARE STRAORDINARIO DI GUERRA DI MODENA. Il tribunale intestato ha in data 31 dicembre 1943 pronunciato la seguente sentenza a carico delli: 1°) MARTELLI Ultimo [...]; 2°) TINCANI Carlo [...]; imputati il 1° ed il 2° di concorso in omicidio aggravato nella persona di un brigadiere dei carabinieri; il 2° inoltre di concorso in altro omicidio e tentato omicidio nelle persone dei carabinieri [omissis]. Dichiara TINCANI Carlo e MARTELLI Ultimo colpevoli dei reati loro ascritti e come tali li condanna alla pena di morte. [Omissis] La sentenza è stata eseguita nelle vicinanze di Modena, alle ore 7,20 del 1° Gennaio 1944”. (Adamo Pedrazzi, Cronaca dell’Occupazione Nazi-Fascista di Modena – MCMXLIII-MCMXLV, Archivio dell’Istituto Storico di Modena, Volume II, pp. 464-465). “Le notizie sui particolari della fucilazione dei due giovani di Montefiorino, si susseguono insistenti e fioriscono vigorose, poiché non v\'è persona che non abbia l\'amico che ha potuto parlare con coloro; e sono ben pochi, che hanno assistito alla esecuzione capitale. Le molte voci però concordano nel riferire che uno dei condannati, il più giovane, e che all\'aspetto era il meno atletico, si è professato fra pianto e singulti di essere innocente e di non avere ucciso persona alcuna. Appena colpito dalla raffica dei colpi cadde e morì sul colpo. L\'altro invece, non ebbe a dare segno alcuno di paventare la morte. Cadde crivellato di ferite al capo ed al torace, ma il disgraziato dava ancora segni di vita pur essendo così martoriato. Pietà per il misero fece sì che un nuovo colpo sparato alla tempia di quel povero cranio maciullato ne segnasse la morte”. (Adamo Pedrazzi, Cronaca dell’Occupazione Nazi-Fascista di Modena – MCMXLIII-MCMXLV, Archivio dell’Istituto Storico di Modena, Volume II, pag. 467).

Memorie
Bibliografia


Ermanno Gorrieri, La repubblica di Montefiorino, Bologna, Il Mulino, 1970, pp. 110-112.
Claudio Silingardi, Una provincia partigiana, Milano, Franco Angeli, 1998, pp. 194-195.
Ilva Vaccari, Dalla parte della libertà, Santa Sofia di R., Stab. Tip. dei Comuni per COOP Estense, 1999, pp. 545-546.
Ilva Vaccari, Tincani e Martelli, in Rassegna ISRM, n. 2 – 1961, Modena, ISRM, 1961, pp. 71-80.
Adamo Pedrazzi, Cronaca dell’Occupazione Nazi-Fascista di Modena – MCMXLIII-MCMXLV, Archivio dell’Istituto Storico di Modena, pag. 461.

Sitografia


http://emilia-romagna.anpi.it/modena/calendario/1944_01.html
http://emilia-romagna.anpi.it/modena/archivio_res/dicembre_08/art_23_12_08.htm
http://anpimodena.it/allalba-del-22-febbraio-44/
http://anpimodena.it/calendario-della-resistenza-2/
http://www.ultimelettere.it/?page_id=35&ricerca=599

Fonti archivistiche

Fonti