Fiume Sangro, Pizzoferrato, 07.12.1943

(Chieti - Abruzzo)

Descrizione

Località Fiume Sangro, Pizzoferrato, Chieti, Abruzzo

Data 7 dicembre 1943

Matrice strage Nazista

Numero vittime 1

Numero vittime donne 1

Numero vittime donne anziane 1

Descrizione: Dopo l’annuncio dell’armistizio e con la stabilizzazione del fronte lungo il corso del Sangro, i Comuni dell’alto vastese furono direttamente coinvolti nel conflitto dal precoce sopraggiungere delle divisioni tedesche: i soldati germanici, infatti, predisponendo le linee di difesa per contenere l’offensiva alleata, iniziarono una sistematica opera di spoliazione e di distruzione delle infrastrutture, con il deliberato intento di ritardare quanto più possibile l’avanzata delle truppe nemiche. I militari tedeschi sfruttarono abilmente le caratteristiche morfologiche del terreno ricorrendo alla posa in opera di estesi sbarramenti minati, all’appostamento sulle alture per l’osservazione ed il tiro, nonché all’evacuazione e la distruzione degli abitati, dei ponti e delle strade a scopi bellici: in questo modo, per tutto l’inverno tennero il possesso della parte superiore della sponda sinistra del Sangro, controllando con continui pattugliamenti il territorio sulle direttrici Pizzoferrato-Palena e Civitaluparella-Montenerodomo. Sino alla definitiva ritirata delle truppe tedesche, le popolazioni subirono dunque sgomberi, requisizioni e violenze legate allo stanziamento del fronte e dell’esercito occupante.
È in questo contesto che matura la morte di Maria Casciato, annegata dai militari germanici nelle acque del fiume Sangro, come riportato nel Libro dei Morti.

Modalità di uccisione: annegamento

Tipo di massacro: ripulitura e desertificazione
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Annotazioni: Non è stato possibile risalire con certezza al reparto di appartenenza dei militari che si macchiarono della strage; è tuttavia molto probabile che i responsabili vadano individuati nella 1^ Divisione Paracadutisti, 3° Reggimento, 3° Battaglione (1 FJD Fallschirm-Jäger-Regiment 3 Btl. III), dal novembre 1943 al gennaio 1944 di stanza a Gamberale, a soli 3 km da Pizzoferrato (In C. Gentile, La presenza tedesca in Italia (1943-1945) in http://194.242.233.149/ortdb/it/ortdb.html).
La ricostruzione degli eventi succedutisi a Pizzoferrato presenta delle difficoltà insormontabili dovute, essenzialmente, allo squilibrio tra i fatti di sangue riguardanti i civili e le vicende resistenziali che nella bibliografia esistente vengono risolte a favore delle seconde: la memoria delle innumerevoli uccisioni perpetrate dai tedeschi nel territorio comunale di Pizzoferrato è affidata, essenzialmente, al ricordo dei familiari e dei sopravvissuti o a pubblicazioni riguardanti fatti specifici, come ad esempio la strage di Natale 1943 avvenuta in contrada Turchi. La fonte più attendibile, attesa la mancata collaborazione del Comune nel fornire i dati richiesti relativi ai decessi tra l’8 settembre 1943 ed il 4 febbraio 1944 e le cause che li determinarono, risulta essere il Libro dei morti parrocchiale, dove, tuttavia, vi sono molte approssimazioni sui luoghi della morte, spesso indicati come “Campagna”: tenuto conto che le frazioni del paese sono Turchi, Collalto e Castiglione e che per la prima disponiamo di uno studio specifico che ha individuato i decessi ivi avvenuti, si deve dedurre che con la generica dicitura “Campagna” si intendano le restanti due frazioni, a volte riportate con le denominazioni dell’epoca o con i nomi delle località. Inoltre, nel Libro dei morti si perdono le modalità che caratterizzarono quelle vicende. Bisogna anche aggiungere che le morti causate direttamente o indirettamente dai tedeschi furono oltre 160, quasi il 15% della popolazione e che, a più riprese, il paese fu distrutto nella pressoché totalità per via della tattica della “terra bruciata”.
Vi è una seconda fonte che raccoglie i nomi delle vittime: si tratta di un documento redatto dal maggiore Valentino D’Aloisio, che fu a capo di una formazione partigiana che si formò ed operò in concomitanza della battaglia del 3 febbraio 1944, quando la WigForce, un reparto misto tra inglesi e partigiani della Banda Patrioti della Maiella guidata da Lionel Wigram, tentò senza successo di scacciare i tedeschi dal paese, comunque abbandonato nella notte successiva. L’elenco dei “Morti fucilati per rappresaglia” coincide in massima parte con l’elenco presente del Libro dei morti parrocchiale, ancorché si palesino delle incongruenze sulla data di morte di pochi nominativi: si è ritenuto, tuttavia, più attendibile quanto riportato da don Vincenzo Sammartino rispetto a quanto affermato da D’Aloisio.

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Benché non vi siano commemorazioni specifiche di quanto accaduto, nella comunità di Pizzoferrato è ancora vivo il ricordo dei giorni dell’occupazione tedesca, che direttamente ed indirettamente fu causa di circa 160 decessi; uno spazio importante viene riservato per le vicende della Brigata Maiella, che proprio a Pizzoferrato combatté, insieme agli inglesi di Lionel Wigram, una delle più difficili e cruenti battaglie della sua importante storia.

Scheda compilata da Nicola Palombaro
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-11-26 22:19:51

Vittime

Elenco vittime

Casciato Maria fu Domenico e fu De Juliis Anna, nata a Pizzoferrato, anni 65

Elenco vittime civili 1

Casciato Maria

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a piazza San Rocco, Pizzoferrato

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: piazza San Rocco, Pizzoferrato

    Descrizione: Pizzoferrato: lapide commemorativa per i caduti civili della Seconda guerra mondiale, in piazza San Rocco (Municipio)

  • onorificenza alla città a Pizzoferrato

    Tipo di memoria: onorificenza alla città

    Ubicazione: Pizzoferrato

    Descrizione: La città di Pizzoferrato è stata insignita della Medaglia di Bronzo al Valor Militare per la battaglia omonima e la resistenza dei suoi cittadini con la seguente motivazione: «Comune di montagna, preso fra le linee di combattimento e rimasto in zona controllata dalle pattuglie tedesche, valorosamente contribuiva con l\'azione dei suoi partigiani a cacciare, con duro combattimento, il presidio germanico. Ritiratesi le pattuglie italiane ed alleate, la popolazione provvedeva da sola alla difesa del paese e dal 7 Marzo al 29 Aprile 1944 con sorveglianza ininterrotta e fiero ardimento, respingeva ben sedici tentativi di penetrazione da parte di pattuglie nemiche. Tutti i cittadini, uomini donne fornivano belle e ripetute prove di coraggio e di determinatezza dal giorno dell\'armistizio sino alla definitiva ritirata dei tedeschi dalla zona ed il Comune di Pizzoferrato testimoniava con gravi perdite di vite, distruzioni e saccheggi la sua fiera devozione alla Patria». Pizzoferrato, 8 Settembre 1943 - 9 Giugno 1944

Bibliografia


Antonio Arduino, Vincenzo Di Pietro, Il viaggio della memoria. Pizzoferrato dalle radici all’esordio del terzo millennio, Agnone, Arduino Editore, 2005
Marisa Colletti, Umberto Dante, Costantino Felice, Pizzoferrato. Un paese in guerra. La prima formazione del Sangro nel memoriale del comandante D’Aloisio, Pescara, Carsa, 2001

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

Libro dei morti di Pizzoferrato, vol. 08/02/1941 – 05/12/1950, p. 41, atto n. 76