Descrizione
Località Tortoreto Alto, Tortoreto, Teramo, Abruzzo
Data 8 maggio 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: Nel settore Adriatico operava la cosiddetta banda “Giuliese Garibaldi” che faceva capo a Riccardo Cerulli, ma una costellazione di bande e gruppi animava l'area. Nell'area tra Tortoreto e Sant'Omero dall'unione di antifascisti locali con alcuni giovani avieri arrivati da fuori, si forma, a partire dal 1943, una piccola banda guidata da Giuseppe Cavatassi. Sia la banda Cerulli, che la banda Cavatassi vennero riconosciute dalla Commissione regionale dell'Aquila nel 1947. La banda Cavatassi, senza preesistenti accordi soccorreva i militari alleati fatti prigionieri e favoriva la fuga di questi ultimi tramite piccole imbarcazioni verso Termoli, controllata dagli angloamericani. Il nucleo di Cavatassi si occupava, inoltre, di diverse operazioni di sabotaggio per favorire il rallentamento delle operazioni nemiche, di incitare la diserzione tra i militari tedeschi, e di reperire armamenti. Il nucleo Cavatassi, inoltre, era favorito dagli aviolanci che erano utili per scambiare informazioni, messaggi, viveri, beni di prima necessità e radio trasmittenti.
Grazie alla ricostruzione fatta da Giovanni Lauri, padre di Remo, abbiamo una dettagliata descrizione della vicenda. Lauri Remo la sera dell'8 maggio '44 dopo aver cenato, attendeva in cucina un suo compagno di lavoro, il ritardo di quest'ultimo lo preoccupò e si affacciò fuori dal portone che dava sulla strada antistante, in quel momento passavano dei carabinieri, che gli intimarono di seguirlo in caserma per violazione del coprifuoco. Una volta in caserma diede le sue generalità e riprese la via di casa. Un carabiniere, Luzi Francesco, gli corse dietro e senza intimargli alcunché gli sparò uccidendolo.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Estremi e note penali: n una nota della legione territoriale dei carabinieri del 8-12-1944, con oggetto il ricorso del signor Lauri Giovanni relativo alla morte del figlio Remo, Luzi Francesco risulta colpevole di averlo ucciso, nonostante le precedenti dichiarazioni d'innocenza del comando della G.N.R.
La procura del regno il 15 ottobre aveva diramato l'ordine di procedere nei confronti del Luzi Francesco (il quale all'epoca era in congedo in Ascoli, in via delle Campane n.30) ai sensi dell'art.16 del C.P.P.
Luzi Francesco dopo aver scontato parte della pena, venne graziato dal decreto amnistiale del guardasigilli Togliatti. Giuliano Rasicci, professore di lettere in pensione di Tortoreto, intervistò l'ex fascista, il quale ormai pentito, confermò di aver sparato ad altezza uomo nella direzione di Lauri Remo, con l'intento di ferire mortalmente.
Annotazioni: Lauri Giovanni, il padre di Remo, nella sua testimonianza, ha sottolineato un dato importante, ovvero che Tortoreto sebbene dal dicembre del 1943 al marzo del 1944 fosse spesso visitata dai carabinieri e dalla ronda notturna, i cittadini giravano tranquillamente nelle ore notturne contravvenendo al coprifuoco, senza avere ritorsioni o provvedimenti da parte dei tedeschi e dei fascisti, tanto che spesso finivano per trattenersi nelle osterie a bere con gli stessi militi.
Sulla notte in cui Remo Lauri è stato ucciso, ci è pervenuta una relazione del comando della GNR di Tortoreto, ovviamente difforme da quella del padre della vittima e piena di contraddizioni.
Secondo i fascisti, i militi Luzi Francesco, Girolami Guido, Polizzi Salvatore e Valente Fedele nel loro turno di perlustrazione fermarono una decina di ragazzi trovati a circolare senza un motivo nell'ora del coprifuoco. I carabinieri li riunirono in gruppo e li condussero presso l'ufficio di polizia urbana sito in via XX Settembre. Nel tragitto incontrarono le guardie comunali Scaramazza Gaetano e Nataloni Giacinto che prestavano anch'essi servizio di vigilanza; su ordine di Girolami, il capo servizio, questi ultimi vennero incaricati di procedere all'identificazione e all'accertamento dell'infrazione dei fermati. Sempre secondo la relazione, gli altri militi rimanevano sulla via per vigilare e interrogare alcuni fermati (ma non si capisce se sono gli stessi che le guardie comunali stavano identificando o altri fermati) In questo frangente pare che Lauri Remo approfittando della ressa (!) e del buio, sia scappato su via XX Settembre.
Il Luzi tentò di raggiungerlo senza aumentare (stranamente) il passo invitando per ben 4-5 volte il Lauri a fermarsi. All'altezza della prima trasversale, pare che il Lauri si sia voltato verso il milite gridando “A me il nome è stato preso!”, dandosi poi a una corsa precipitosa, il Luzi, a quel punto, dopo aver tentato invano di dissuadere il Lauri dalla fuga che rispondeva con due “peti” vocali, (che sempre da loro dichiarazione incisero sullo stato d'animo del milite), il carabiniere lo inseguì fino a via della Circonvallazione e sparò un colpo di moschetto che ferì mortalmente la vittima.
Il Luzi si avvicinò e, data l'oscurità, solo dopo aver percorso 50 metri (!) si accorse del corpo disteso a terra del Lauri, e a quel punto chiamò gli altrì militi.
Sempre secondo la relazione, gli altri fascisti giunti sul posto, dopo aver tentato invano di soccorrere il Lauri lo rimossero dalla strada (i fascisti lo trovarono con le braccia aderenti al corpo, con le gambe leggermente divaricate a circa 1.20 m sul lato sinistro della strada larga 4.20m, vicino ai gradini dell'abitazione di Calvarese Tommaso e a un carretto a 4 ruote vicino all'orto di proprietà di Di Francesco Fioretta).
Sempre secondo la relazione non c'era stato eccesso di forza da parte del Luzi e ciò secondo i fascisti è stato dimostrato dalla perizia medica, che fu fatta tempestivamente dal medico condotto del paese, il dott. De Santis Nicola, e dal verbale di esame esterno del cadavere.
Lauri Remo fu raggiunto dal proiettile con il busto flesso in avanti, con la testa quasi all'altezza delle ginocchia (questa posizione secondo la relazione è inevitabilmente dimostrata dal foro rinvenuto sugli indumenti del Lauri). Questa posizione, secondo i militi, dimostrava che il Lauri avesse inveito in segno di ludibrio, contro il Luzi, e che quest'ultimo, “esauriti tutti i mezzi umanamente disponibili a sua disposizione” fu costretto a sparare.
La relazione fu firmata il 19 maggio 1944 dal tenente colonnello del comando della GNR di Giulianova, Osvaldo Tentarelli, e fu confermata e accettata anche da Giulio Rossignoli, il 1° capitano comandante interinale del comando provinciale della GNR di Teramo, in data 22 maggio 1944.
Nell'atto di morte di Lauri Remo, inoltre, vi è scritto che il suddetto morì a Tortoreto Alto per cause naturali, senza alcun accenno alla vicenda.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Non vi sono vie, cippi o lapidi dedicate a Lauri Remo, la vicenda non è particolarmente consolidata nella memoria cittadina, salvo l\'interesse di qualche storico locale.
Scheda compilata da Claudia Piermarini
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2017-01-24 11:40:10
Vittime
Elenco vittime
Lauri Remo.
Elenco vittime civili 1
Lauri Remo.
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Fedele Valente
Nome Fedele
Cognome Valente
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano
Note responsabile Faceva parte della pattuglia in perlustrazione che arrestò Lauri Remo.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto Carabinieri della GNR, Tortoreto
Francesci Luzi
Nome Francesci
Cognome Luzi
Ruolo nella strage Autore
Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano
Note responsabile Responsabile di aver sparato a Lauri Remo.
Note procedimento In una nota della legione territoriale dei carabinieri del 8-12-1944, con oggetto il ricorso del signor Lauri Giovanni relativo alla morte del figlio Remo, Luzi Francesco risulta colpevole di averlo ucciso, nonostante le precedenti dichiarazioni d\'innocenza del comando della G.N.R. La procura del regno il 15 ottobre aveva diramato l\'ordine di procedere nei confronti del Luzi Francesco (il quale all\'epoca era in congedo in Ascoli, in via delle Campane n.30) ai sensi dell\'art.16 del C.P.P. Luzi Francesco dopo aver scontato parte della pena, venne graziato dal decreto amnistiale del guardasigilli Togliatti. Giuliano Rasicci, professore di lettere in pensione di Tortoreto, intervistò l\'ex fascista, il quale ormai pentito, confermò di aver sparato ad altezza uomo nella direzione di Lauri Remo, con l\'intento di ferire mortalmente.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto Carabinieri della GNR, Tortoreto
Gaetano Scaramazza
Nome Gaetano
Cognome Scaramazza
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano
Note responsabile Faceva parte della pattuglia in perlustrazione che arrestò Lauri Remo.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto Carabinieri della GNR, Tortoreto
Giacinto Nataloni
Nome Giacinto
Cognome Nataloni
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano
Note responsabile Faceva parte della pattuglia in perlustrazione che arrestò Lauri Remo.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto Carabinieri della GNR, Tortoreto
Guido Girolami
Nome Guido
Cognome Girolami
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano
Note responsabile Faceva parte della pattuglia in perlustrazione che arrestò Lauri Remo.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto Carabinieri della GNR, Tortoreto
Salvatore Polizzi
Nome Salvatore
Cognome Polizzi
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano
Note responsabile Faceva parte della pattuglia in perlustrazione che arrestò Lauri Remo.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto Carabinieri della GNR, Tortoreto