RIVODUTRI 31.03.1944

(Rieti - Lazio)

Descrizione

Località Rivodutri, Rivodutri, Rieti, Lazio

Data 31 marzo 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 9

Numero vittime uomini 7

Numero vittime uomini anziani 1

Numero vittime uomini senza informazioni 6

Numero vittime donne 2

Numero vittime donne senza informazioni 2

Descrizione: Rivodutri – uno dei nuclei della zona operativa della brigata “Gramsci”, facente parte della “zona libera” definitivamente proclamata il 16 marzo – è il primo territorio del Reatino ad essere investito dalla “Grossunternehmen gegen die Banden”, a partire dalle prime ore del 31 marzo 1944. Lo spiegamento di forze è ingente, come in tutte le direttrici di accerchiamento, e qui si assiste nelle prime ore anche ad alcuni scontri con i partigiani, nel tentativo da parte di questi di rompere l'accerchiamento, sganciarsi e rallentare l'arrivo delle truppe verso i centri abitati.
La pericolosità di quest'area quanto alla presenza partigiana è ben nota alle autorità nazifasciste, essendo questa (in particolare la frazione Cepparo) sede di distaccamenti della brigata “Gramsci” sin dall'autunno 1943; il tutto acuitosi da fine inverno con ripetuti attacchi a depositi, magazzini e soprattutto presidi/distaccamenti della GNR (quello di Rivodutri cade nella notte fra il 1 e il 2 marzo, contemporaneamente con quanto avviene a Cantalice).
Dal lungo e dettagliato racconto lasciato da un testimone oculare, si apprende che la prima uccisione in ordine di tempo è stata quella dell'anziato Gabriele Micheli, residente in località Mozzo a breve distanza da Rivodutri. Non lontano da casa sua è la volta di Laurina Agnesi, colpita a morte nella propria abitazione perché rea di avere ospitato un partigiano (conosciuto come “il triestino”, non è dato sapere se ci fosse anche lui in quel momento, nel qual caso gli sarebbe naturalmente toccata la stessa sorte). Mentre l'artiglieria viene diretta verso le case del capoluogo, in frazione Collemare viene ucciso Giannantonio Onofri, mentre era intento a lavorare il suo terreno; qui muore anche Ottavio Vannozzi, colpito non appena uscito in strada per vedere cosa stesse succedendo. A Rivodutri, dopo l'arrivo delle truppe, viene rastrellata e condotta nella chiesa parrocchiale tutta la popolazione trovata, donne comprese. L'intervento di don Filippo Maria Faccio, coadiuvato da una donna tedesca, vedova di un uomo del posto morto qualche giorno prima, riesce ad attenuare la brutalità dei tedeschi, che a sera trasferiscono a Rieti solo una parte degli uomini. A quel punto, dal capoluogo una parte dei soldati muove verso Morro Reatino, un'altra verso Leonessa attraversando la frazione di Cepparo, dove viene ucciso Adamo Perazzi mentre da casa stava dirigendosi verso la stalla.
Dal giorno successivo è accertata la presenza in zona anche di reparti fascisti, compresi ufficiali e militi della GNR di Rieti e il capo della provincia Ermanno Di Marsciano.

Modalità di uccisione: fucilazione,uccisione con armi da fuoco

Violenze connesse: deportazione della popolazione,furto e-o saccheggio

Tipo di massacro: rastrellamento
--> Per saperne di più sulle tipologie

Estremi e note penali: Nel dopoguerra vengono istruiti diversi procedimenti per questo episodio (ed altri), tutti poi accorpati nel processo contro l'ex capo della provincia Ermanno Di Marsciano (già federale di Perugia negli anni della guerra). La conclusione, il 3 dicembre 1949, è «non doversi procedere in ordine ai delitti di concorso in omicidio e saccheggio e devastazione, per insufficienza di prove […] E in ordine ai delitti di collaborazionismo militare, furto, lesioni e rapina, per essere tali reati estinti per amnistia».

Annotazioni: Il presidio GNR di Rivodutri, disarmato dai partigiani del battaglione “Paolo Calcagnetti” della brigata “Gramsci” nella notte fra il 1 e il 2 marzo 1944, era comandato dal maresciallo Paolino Rossi e composto di una quindicina di effettivi fra militi e carabinieri. Fra questi ultimi c'era Raoul Angelini, che in quell'occasione si unisce definitivamente ai partigiani dopo mesi di collaborazione. Viene ucciso il 1 giugno 1944 dal comandante del presidio GNR di Morro Reatino (cfr. apposita scheda).
La strategia messa in atto nel territorio di Rivodutri, analogamente a quanto accaduto in tutte le aree investite dal rastrellamento, ha un duplice indirizzo: catture e successive uccisioni possono essere figlie di una brutale casualità, come di norma in operazioni di questo tipo (nonostante il significativo anticipo, rispetto al quadro nazionale, dato da un rastrellamento di tale portata), ma ad essere cercate e subito eliminate sono anche persone note per il loro impegno antifascista e per il loro legame di appoggio con la Resistenza armata, anche a livello familiare.
Altri due uomini sono ricordati sulla lapide di Rivodutri: Giansante Felici e Adamo Onofri: catturati in questa occasione, vengono fucilati a Rieti il 9 aprile successivo, giorno di Pasqua (cfr. apposita scheda).

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Come tutti gli episodi legati alla “Grossunternehnem gegen die Banden”, la memoria è ancora ben radicata, senza polemiche o recriminazioni reciproche, nelle singole comunità.

Scheda compilata da TOMMASO ROSSI
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-05-03 15:00:36

Vittime

Elenco vittime

Agnesi Laurina, residente in località Mozzo di Rivodutri.
Angelucci Giovanna.
Laureti Pietro.
Micheli Gabriele, nato a Rivodutri il 01/04/1873 e ivi residente in località Mozzo.
Onofri Giannantonio, residente in frazione Collemare di Rivodruti.
Perazzi Adamo, residente in frazione Cepparo di Rivodutri.
Serva Giovanbattista.
Vannozzi Ottavio, residente in frazione Collemare di Rivodutri.
Ignoto, spagnolo.

Elenco vittime civili 8

Agnesi Laurina, residente in località Mozzo di Rivodutri.
Angelucci Giovanna
Laureti Pietro.
Micheli Gabriele.
Onofri Giannantonio.
Perazzi Adamo.
Serva Giovanbattista.
Vannozzi Ottavio.

Elenco vittime indefinite 1

Ignoto spagnolo.

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Banden-Bekämpfungs-Stab von Kamptz

Tipo di reparto: Polizei

I./SS-Polizei-Regiment 20

Tipo di reparto: Polizei

II./Regiment 3. “Brandenburg”

Tipo di reparto: Wehrmacht
Appartenenza: Heer Wehrmacht

Alarmeinheiten/Platzkommandantur Rieti/14. Armee

Tipo di reparto: Wehrmacht
Appartenenza: Heer Wehrmacht

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Jürgen von Kamptz

    Nome Jürgen

    Cognome von Kamptz

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile SS Gruppenführer, comandante del Bandenbekämpfungsstab 14. Armee.

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto Banden-Bekämpfungs-Stab von Kamptz

  • Werner Wilcke

    Nome Werner

    Cognome Wilcke

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile SS Sturmbannführer, comandante del 1./20 SS Polizei Regiment.

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto I./SS-Polizei-Regiment 20

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • onorificenza alla città a

    Tipo di memoria: onorificenza alla città

    Anno di realizzazione: 2005

    Descrizione: Con decreto del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in data 31 marzo 2005, la provincia di Rieti è stata decorata di medaglia d\'argento al Merito civile: «La Comunità provinciale del Reatino resisteva, con fierissimo contegno, all\'accanita

  • commemorazione a

    Tipo di memoria: commemorazione

    Descrizione: Annuali e molto partecipate come in tutti i territori colpiti dalla “Grossunternehmen gegen die Banden”.

  • lapide a Rivodutri

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Rivodutri

    Anno di realizzazione: 1957

    Descrizione: Gli otto civili caduti durante il rastrellamento, insieme a Domenico Colarieti, Giansante Felici e Adamo Onofri, sono ricordati in un\'unica lapide che accomuna i morti civili e militari (anch\'essi undici) durante la Seconda guerra mondiale. Scoperta il

  • cippo a Rivodutri, Apoleggia

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: Rivodutri, Apoleggia

    Descrizione: Anche in frazione Apoleggia un cippo accomuna tutti i Caduti, militari e civili, nelle due guerre mondiali. Relativamente a questo episodio, vi compaiono i nomi di Domenico Colarieti, Giansante Felici e Gabriele Micheli.

Bibliografia


Antonio Cipolloni, La guerra in Sabina dall'8 settembre 1943 al 12 giugno 1944, Arti grafiche Celori, Terni 2011, pp. 188-202.
Tommaso Rossi, Tracce di memoria. Guida ai luoghi della Resistenza e degli eccidi nazifascisti in Umbria, Isuc, Perugia; Editoriale Umbra, Foligno 2013, pp. 683-721, in particolare pp. 690-692.
Bruno Zenoni e Ambrogio Filipponi (a cura di), La Resistenza incisa nelle pietre. Documentazione del contributo di sangue per la libertà della Patria nel triangolo Umbro-Laziale-Marchigiano ove operò la Brigata Garibaldina “ANTONIO GRAMSCI”, ANPI Terni, Terni 1977, pp. 48-51.

Sitografia


DHI Roma, La presenza militare tedesca in Italia 1943-1945.

Fonti archivistiche

Fonti

AS Roma (Succursale di via Galla Placidia), Corte d\'Appello di Roma, II versamento, Corte d\'Assise, f. 2928.1, Procedimento contro Di Marsciano Ermanno et al.
AS Isuc, ANPI Terni, Resistenza/Liberazione, b. 2 «Riconoscimento qualifiche».