Leca, Albenga, 04.04.1945

(Savona - Liguria)

Descrizione

Località Leca, Albenga, Savona, Liguria

Data 4 aprile 1945

Matrice strage Nazista

Numero vittime 1

Numero vittime uomini 1

Numero vittime uomini adulti 1

Descrizione: Navone Renato viene fucilato nel cimitero di Leca di Albenga per rappresaglia a seguito dell’uccisione, da parte dei partigiani, di un vigile urbano di Albenga presente all’esecuzione dei civili Ciocca Antonio, Ciocca Francesco, Priolo Giuseppe, Siffredi Domenico e del partigiano Ghiglieri Francesco, avvenuta il mese precedente (17-03-1945) nel medesimo luogo.

Modalità di uccisione: fucilazione

Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: Si trattava molto probabilmente della Feldgendarmerie trupp del Grenadier-Regiment 80 della 34a Infanterie Division, comandata dal maresciallo Friederich Strupp e responsabile, ancora nel mese precedente, di un’altra strage, sempre presso il cimitero di Leca di Albenga.
Nomi:
Sebbene non siano pervenuti i nominativi dei responsabili della fucilazione, risulta comunque plausibile che si tratti degli stessi autori delle stragi avvenute presso la foce del Centa, ovvero:
Dosse Gerhard, capitano del 1° Battaglione del Grenadier-Regiment 80 della 34a Infanterie Division.
Strupp Friederich, maresciallo della Feldgendarmerie trupp.
Fuchss Alfred, sottufficiale della Feldgendarmerie trupp.
Nüsslein Hans, sottufficiale della Feldgendarmerie trupp.
Risulta plausibile la partecipazione all’operazione delle Brigate Nere (probabilmente un distaccamento della 34a Brigata Nera, suddivisa in 5 compagnie con reparti stanziati anche ad Albenga).
Nomi:
Analogamente a quanto detto circa i responsabili tedeschi, non sarebbe da escludere che gli italiani autori delle stragi presso la foce del Centa abbiano preso parte anche alla presente azione, ovvero:
Ghio Luciano, conosciuto come “Pisano”, infiltrato tra i partigiani e collaboratore della Feldgendarmerie.
Luberti Luciano, caporalmaggiore nella Wehrmacht ed interprete della Feldgendarmerie trupp; conosciuto come il “boia” di Albenga.
Zambianchi Romeo, appartenente alle Brigate Nere e conosciuto come il “vice boia”.

Nel caso in cui i responsabili della presente fucilazione siano i medesimi di quelli delle stragi avvenute presso la foce del Centa, i procedimenti penali risultano i seguenti.
Contro i militari tedeschi: Dosse Gerhard, capitano del 1° Battaglione del Grenadier-Regiment 80 della 34a Infanterie Division, nonché vero responsabile e organizzatore della presente e delle altre stragi avvenute ad Albenga, presso la foce del Centa, Strupp Friederich, maresciallo della Feldgendarmerie trupp, Nüsslein Hans e Fuchss Alfred, sottufficiali della Feldgendarmerie trupp, viene aperto un procedimento penale nel 1945. Tale procedimento viene però accantonato fino al 1994, quando la Procura militare della Repubblica di Torino apre un nuovo procedimento penale «contro ignoti militari», il quale viene tuttavia archiviato nel 1995 e poi nuovamente riaperto nel 1996. Prendono dunque il via nuove indagini, dalle quali emerge che il maresciallo Strupp è deceduto nel 1993, il sottufficiale Fuchss è deceduto nel 1971, mentre il sottufficiale Nüsslein muore durante lo svolgimento delle indagini. Per quanto riguarda l’ex capitano Dosse, ancora in vita, contro di lui viene avviato un processo per «reato continuato di violenza con omicidio contro privati italiani» (a causa della carenza di prove schiaccianti, l’accusa viene ristretta alla morte delle 12 vittime del 12-01-1945 e non di tutte e 59 le vittime decedute presso la foce del Centa). Il 13-11-2006, infine, il Tribunale militare di Torino emana la sentenza definitiva condannando Dosse Gerhard all’ergastolo ma, essendo ormai 98enne, non sconterà nemmeno un giorno di carcere.
Ghio Luciano (“Pisano”), arrestato nel mese di luglio 1945, il 24 dello stesso mese viene processato dalla Corte d’Assise straordinaria istituita a Savona, la quale lo condanna a 30 anni di reclusione, ridotti poi a 20 a seguito dell’amnistia Togliatti. Nel 1953 la pena viene ulteriormente ridotta grazie all’indulto del governo Pella. A Natale del medesimo anno Ghio Luciano viene rimesso in libertà grazie ad un’ulteriore amnistia.
Luberti Luciano, il “boia” di Albenga, viene arrestato il 14-07-1945 a Ventimiglia (IM), mentre cercava di raggiungere Marsiglia per entrare a far parte della Legione straniera. Il 24 dello stesso mese prende il via il processo contro di lui e il 26 la Corte d’Assise straordinaria istituita a Savona condanna l’imputato alla fucilazione alla schiena. Il 04-03-1948 tale condanna a morte viene tuttavia ritenuta incostituzionale dalla Corte d’Appello di Genova e tramutata nel carcere a vita. Nel 1953 Luberti Luciano ottiene un’ulteriore riduzione della pena grazie all’indulto del governo Pella finché, a Natale del medesimo anno, non viene rimesso in libertà grazie ad un’ennesima amnistia.
Zambianchi Romeo, il “vice boia”, viene processato e condannato alla fucilazione alla schiena dalla Corte d’Assise straordinaria istituita a Savona per i reati di collaborazionismo. La condanna viene eseguita il 21-04-1946.

Scheda compilata da Dario Ferrero, Fabio Mocco
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-09-11 16:44:54

Vittime

Elenco vittime

Navone Renato, n. 04-03-1912 a Villanova dl’Albenga (SV), residente ad Albenga (SV), contadino.

Elenco vittime civili 1

Navone Renato

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie
Bibliografia


Giorgio Gimelli, La Resistenza in Liguria. Cronache militari e documenti (a cura di Franco Gimelli), voll. I-II, Roma, Carocci editore, 2005.
Guido Malandra, I Volontari della libertà della II zona partigiana ligure (Savona), Anpi di Savona, Genova, Prima soc. Coop. a r.l., 2005.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti