Cengio, 27.07.1944

(Savona - Liguria)

Descrizione

Località Cengio, Cengio, Savona, Liguria

Data 27 luglio 1944

Matrice strage Nazifascista

Numero vittime 1

Numero vittime uomini 1

Numero vittime uomini adulti 1

Descrizione: Nei mesi di giugno e di luglio i gruppi partigiani della zona avevano ormai consolidato la loro organizzazione abbandonando la fase dello “spontaneismo” iniziale e da parte nazifascista iniziava la strategia dei rastrellamenti per fermare quei giovani che sempre più numerosi facevano la scelta partigiana e per terrorizzare la popolazione civile in genere solidale con la Resistenza nelle cui fila militavano molti dei loro cari.
La mattina del 27 luglio 1944 ebbe inizio il rastrellamento operato da militari nazifascisti – e che si volesse fare un rastrellamento in grande stile lo dimostravano i due pullman di cui si erano dotati per il trasporto: una pattuglia si diresse a Rocchetta dove fu prelevato l’anziano Nicola Goso, altri militi a Bormida entrarono nell’interno di case dove abitavano giovani, alla ricerca di armi o catturarono persone che si trovavano casualmente in strada – due commercianti di Alessandria, operai diretti al lavoro - ; a Genepro (nei pressi della stazione ferroviaria) vennero catturati Ezio Cacciatori nella sua abitazione e Aurelio Ranuschio, nascosto all’interno di una casa in attesa di compiere un’azione ordinatagli dal suo comandante di distaccamento Robin Mazzucco: catturare una pericolosa spia in arrivo con un treno. Alcuni dei rastrellati furono brutalmente picchiati sulla schiena e sul viso. Trasferiti con i pullman alle carceri di Savona, dopo pochi giorni la maggior parte fu rilasciata, mentre quelli considerati “politici” e cioè Cacciatori, Goso, Mazzucco, e Ranuschio furono trattenuti per essere poi deportati a Dachau.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Il reparto tedesco è sospettato in quanto unico reparto presente nell'area, quello italiano in quanto reparto presente nell'area e molto attivo nell’azione antipartigiana della zona come documentano atti relativi a successivi rastrellamenti e eccidi

Annotazioni: La ricostruzione degli avvenimenti è avvenuta esclusivamente su testimonianze orali che raccolte e confrontate non hanno rivelato alcuna incongruenza e contraddizione.
Non esiste documentazione che possa accertare le responsabilità di spie prezzolate – di cui nelle testimonianze si fannoi nomi – né dei reparti militari antipartigiani, sia tedeschi sia italiani, poiché i testimoni parlano semplicemente di fascisti e tedeschi, o di SS tedesche e San Marco.

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Memoria condivisa

Scheda compilata da Irma Dematteis
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-08-03 16:57:53

Vittime

Elenco vittime

Giuseppe Rapetti nato il 23 gennaio 1905 da Lorenzo e da Giovanna Rapetto, di professione falegname, celibe. Fu sorpreso in un campo lungo il fiume Bormida; mentre tentava di fuggire nel timore di essere catturato, venne ucciso da una raffica di mitra.

Elenco vittime civili 1

Giuseppe Rapetti

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Grenadier-Regiment 80/34. Infanterie-Division

Tipo di reparto: Wehrmacht
Appartenenza: Heer Wehrmacht

Memorie
Bibliografia


Aurelio Ranuschio, Per non dimenticare, ed. Le Stelle, 1998
Irma Dematteis, Il debito della memoria, Tipografia Gambera, Millesimo, 2007

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti