Valle del But

Come rappresaglia per le azioni compiute dai partigiani nel periodo precedente e con lo scopo di togliere al movimento resistenziale la possibilità di trovare ricoveri sicuri e l’appoggio della popolazione della Carnia, una contro-banda composta da SS e da militi fascisti (24 tedeschi e 4-5 italiani appartenenti all’SS Larstwehn-Btl. agli ordini di un maresciallo), travestiti da partigiani, dopo essere transitati per le casere Lanza e Codin e aver ucciso 6 persone che avevano fraternizzato con loro, puntarono verso malga Pramosio. Vi giunsero il 21 luglio 1944; i nazi-fascisti portavano abiti borghesi e i distintivi della Brigata Garibaldi e furono accolti cordialmente dai civili presenti nella malga. Dopo aver consumato un pasto si scatenò la rappresaglia: 16 persone, tra le quali il proprietario della malga, le persone che vi lavoravano, una donna incinta e diversi ragazzi, poiché ritenute fiancheggiatori dei partigiani vennero uccise con diverse scariche di arma da fuoco e colpi di pugnale. Il reparto, dopo aver seviziato le vittime, averle spogliate di ogni oggetto di valore, ed infine averle accatastate in un angolo del locale, proseguì verso Paluzza. Lungo la strada che da malga Pramosio porta a fondo valle e sfocia in località “Moscardo” vennero uccise altre 4 persone; due donne vennero violentate prima di essere finite. Raggiunto l’abitato di Paluzza il grosso del gruppo proseguì in direzione di Tolmezzo per prendere contatto con i rinforzi, gli altri uomini fecero scoppiare una bomba nell’Ufficio Postale del paese con l’intento di distruggere gli apparati telegrafici; quindi, approfittando della sopraggiunta oscurità e della nebbia, si dileguavano. Il giorno seguente giunsero da Tolmezzo una settantina di militari SS-Karstwehr-Btl. comandati dall’SS-Obersturmfuhrer Kuhbandner che fu coadiuvato dal Waffen-Hauptsturmfuhrer der SS Giuseppe Occelli. Sulla strada per Paluzza il reparto uccise un’altra persona mentre il resto del gruppo, dopo aver tratto in inganno diverse persone, si riunì alla banda, proseguendo alla volta di Cercivento, dove furono massacrate altre tre persone. In seguito fu condotto un rastrellamento a Paluzza con azioni di saccheggio e violenze alla popolazione; il reparto prese diversi ostaggi e ripiegò su Tolmezzo compiendo ulteriori efferatezze; altri tre uomini furono presi con l’inganno e uccisi. Molti furono uccisi a Sutrio, dove venne fatta un’altra retata, altri furono finiti con un colpo di pistola e scaraventati nel greto del torrente But in località Aghevive, al ponte di Noiaris e a Piano d’Arta. I sette ostaggi giunti a Tolmezzo furono imprigionati per qualche giorno, e poi liberati. Complessivamente durante l’operazione di rappresaglia morirono 52 persone. Nonostante la gravità e la notorietà del fatto vi sono stime differenti sul numero complessivo delle vittime: se la cifra più citata è quella di 52 vittime (Buvoli et al.), Carnier parla di 46 vittime, Colonnello e Vuga di 54, Toppan di 49.

Autore: Fabio Verardo


7 episodi:

BOSCO DEL MOSCADO, PALUZZA, 21.07.1944

MALGA PRAMOSIO, PALUZZA, 21.07.1944

FRATTE, PALUZZA, 21.07.1944

BOSCO, SUTRIO, 22.07.1944

BIVIO NOIARIS, SUTRIO, 22 .07.1944

PIANO D’ARTA, ARTA, 22.07.1944

STATALE 52, ARTA, 22.07.1944