Lancialunga, Cagli, 28.06.1944

(Pesaro e Urbino - Marche)

Descrizione

Località Lancialunga, Cagli, Pesaro e Urbino, Marche

Data 28 giugno 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 7

Numero vittime uomini 7

Numero vittime uomini adulti 4

Numero vittime uomini senza informazioni 3

Descrizione: Il 24 giugno 1944 il distaccamento Toscano, ricevuta la notizia dell’imminente rastrellamento sul Pietralata si spostò verso Monte Nerone. Tuttavia una squadra di nove uomini (Argentino Cecchini, Elvio Costantini, Ottavio Di Marco, Francesco Federici, Luigi Ferri, Fernando Paolucci, Osimo Pradarelli e Vittorio Tendini, al comando di Renato Ivancev, detto il “Triestino”) si portò a Montevarco Cà Rio di Cagli, presso l’abitazione dove abitavano Giuseppe Volpi ed Erminia Urbani. Nonostante le esortazioni del capofamiglia e dei suoi fratelli, i partigiani non posero delle sentinelle a guardia della casa mentre riposavano. Presso la famiglia Volpi, era ospite anche il brigadiere della milizia Salvatore Castronovo, di stanza a Furlo, che raccontò di aver disertato approfittando di una vacanza.
Quella sera una pattuglia nazifascista, probabilmente su delazione, prelevò il colono Adolfo Ottaviani nella sua casa di Castiglione Cà Rio e si fece accompagnare sino alla casa dei Volpi, sorprendendo tutti nel sonno. I partigiani furono catturati insieme a Salvatore Castronovo e ai membri maschi della famiglia Volpi presenti in casa: Giuseppe, Francesco, Giovanni, Evaristo e Luigi. Nell’operazione i tedeschi rubarono in casa dei soldi (27.000 lire), del bestiame, due vacche da lavoro e una da latte, nonché tutto il formaggio.
I prigionieri furono portati prima ad Acqualagna e il giorno successivo a Cagli dove subirono un sommario processo nel palazzo Rigi, dove fu determinante la dichiarazione rilasciata da Renato Ivancev. L’uomo dichiarò che la famiglia Volpi si trovò di fatto prigioniera dei partigiani, in quanto uno di essi, Di Marco, era innamorato della figlia Rosa. Pertanto gli uomini Volpi furono rilasciati e quando parve chiara la loro appartenenza alla causa della Resistenza, il tentativo di catturarli andò a vuoto in quanto si erano già dati alla macchia. Anche Salvatore Castronovo si dichiarò prigioniero dei partigiani e alla fine venne rilasciato. Ivancev, che era entrato nelle simpatie del Toscano, tanto da comandarne una squadra, si dimostrò un uomo ambiguo e calcolatore: riuscire ad avere salva la vita e successivamente divenne collaboratore dei tedeschi. Come lui anche il carabiniere Osimo Pradarelli, che di sicuro dimostrò una certa destrezza nel tirarsi fuori da situazioni difficili: la prima volta il 25 marzo 1944 fu rilasciato dai partigiani della V Brigata Garibaldi di Pesaro a Frontone, dopo aver preso parte a un’operazione diretta a schiacciare la resistenza sul monte Catria; la seconda volta dai giudici nazifascisti per i fatti citati.
Gli ultimi sette componenti del gruppo furono invece riconosciuti come partigiani e per questo fucilati il 28 giugno 1944.

Modalità di uccisione: fucilazione

Violenze connesse: furto e-o saccheggio

Tipo di massacro: punitivo
--> Per saperne di più sulle tipologie

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): L’episodio di violenza, anche per i diversi risvolti della storia - compresa la questione della delazione -, è rimasto molto vivo nella memoria della comunità.

Scheda compilata da Chiara Donati
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-08-02 21:24:22

Vittime

Elenco vittime

Federici Francesco, n. a Tavullia il 21/10/1922, paternità Giuseppe, qualifica Partigiano caduto, Brg. B. Lugli (18/06/1944 – 28/06/1944), riconosciutagli il 21/02/1946 ad Ancona.
Costantini Elvio, n. a Chieti il 26/04/1924, paternità Vincenzo, qualifica Partigiano caduto, Brg. B. Lugli distaccamento Toscano, (01/06/1944 – 28/06/1944), riconosciutagli il 02/04/1947 ad Ancona.
Di Marco Ottavio, Brg. B. Lugli (02/04/1944 – 28/06/1944), grado Capo nucleo – Sergente, riconosciutagli il 21/02/1946 ad Ancona.
Paolucci Fernando, n. a Fermignano il 20/07/1923, paternità Alessandro, Brg. B. Lugli (05/06/1944 – 28/06/1944), riconosciutagli il 21/01/1947 a Pesaro.
Ferri Luigi, n. a Tavullia l’01/10/1921, paternità Domenico, qualifica Partigiano caduto, Brg. B. Lugli (18/06/1944 – 28/06/1944), riconosciutagli il 21/02/1946 ad Ancona.
Cecchini Argentino, qualifica Partigiano caduto, Brg. B. Lugli (15/06/1944 – 28/06/1944), riconosciutagli il 21/02/1946 ad Ancona.
Tendini Vittorio, qualifica Partigiano caduto, Brg. B. Lugli (18/06/1944 – 28/06/1944), riconosciutagli il 21/02/1946 ad Ancona.

Elenco vittime partigiani 7

Cecchini Argentino
Costantini Elvio
Di Marco Ottavio
Federici Francesco
Ferri Luigi
Paolucci Fernando
Tendini Vittorio

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie
Bibliografia


Brigata Garibaldi "Bruno Lugli": relazione sull'attività svolta, Comune di Pesaro, Pesaro 1974.
Comitato provinciale dell'ANPI Pesaro (a cura di), Secondo risorgimento: Albo d'oro dei caduti nella lotta di liberazione della provincia di Pesaro e Urbino, 1943-1944, Societa Tipografica modenese, Modena s.d.
Ruggero Giacomini, Ribelli e partigiani. La Resistenza nelle Marche 1943-1944, Affinità elettive, Ancona 2008.
Umberto Marini, La resistenza nel Candigliano, Metauro, Fossombrone 2000.
Umberto Marini, Storia di un paese senza storia: Acqualagna, Anemos, Cagli stampa 1990.
G. Rinaldini, La mia fucilazione, Arti grafiche Stibu, Urbania 1988 (II edizione).

Sitografia


www.storiamarche900.it/main?p=storia_territorio_cagli

Fonti archivistiche

Fonti

Archivio Centrale dello Stato, Fondo Ricompart - Ufficio per il servizio riconoscimento qualifiche e per le ricompense ai partigiani, Marche, schedario e pratica:
n. 12532 (Paolucci Fernando);
n. 12921 (Costantini Elvio);
n. 19377 (Ferri Luigi);
n. 19378 (Federici Francesco);
n. 19379 (Di Marco Ottavio), trasmessa al Distretto militare di Pesaro il 20/11/1959;
n. 19397 (Tendini Vittorio);
n. 19380 (Cecchini Argentino).