SAN LAZZARO DI SAVENA 08.12.1944

(Bologna - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località San Lazzaro di Savena, San Lazzaro di Savena, Bologna, Emilia-Romagna

Data 8 dicembre 1944

Matrice strage Fascista

Numero vittime 2

Numero vittime uomini 2

Numero vittime uomini adulti 2

Descrizione: Il comando provinciale della Gnr di Bologna, venuto a sapere probabilmente grazie a delazioni, che alcuni disertori della Guardia, erano in contatto con il movimento partigiano ed erano tornati a vivere nelle rispettive case nella zona tra Ozzano (BO) e Castel San Pietro Terme (BO), ordinò ai militi al comando del capitano Gaspare Pifferi di effettuare un rastrellamento nella zona. I militi sorpresero nella loro abitazione di Osteria Grande (BO) Armando e Walter Cerè, zio e nipote, li interrogarono e poi li fucilarono, in quanto disertori e traditori, all’incrocio tra la provinciale dell’Idice e la strada per Pizzocalvo in territorio di San Lazzaro di Savena (BO).

Modalità di uccisione: fucilazione

Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: - Procedimento penale contro Gaspare Pifferi e Leonetto Beccherini (e altri, imputati per delitti diversi da questo) davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna conclusosi con sentenza di condanna in data 02/03/1948. Pifferi fu condannato all’ergastolo come colpevole di concorso in omicidio di 21 persone, tra cui i due Cerè, e dei reati di collaborazionismo politico e militare. Beccherini fu condannato a 30 anni di reclusione, di cui 10 condonati, per collaborazionismo militare e concorso in omicidio di dieci persone, tra cui i Cerè (secondo la sentenza della Corte di Ancona nel secondo processo a Pifferi, Beccherini comandò il plotone di esecuzione che fucilò i due uomini). La pena fu ridotta di dieci anni. Gli imputati ricorsero in Cassazione la quale, con sentenza 04/05/1949 rigettò il ricorso di Beccherini e annullò la sentenza contro Pifferi, rinviando la causa alla Corte d’Assise di Ancona per nuovo esame. L’8 febbraio 1954 la Corte d’Assise di Bologna dichiarò interamente condonata la pena di Beccherini.
- Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise di Ancona contro Gaspare Pifferi (e altri, imputati per delitti diversi da questo) conclusosi con sentenza del 01/03/1950. Pifferi fu ritenuto colpevole dell’uccisione dei Cerè, oltre che di altre uccisioni (reato di omicidio continuato), di collaborazionismo militare e politico, ma gli furono riconosciute le attenuanti e fu condannato a pene detentive complessivamente cumulate nella pena di 30 anni di reclusione. Poté godere dei condoni emanati dal presidente della Repubblica per complessivi 21 anni di pena poiché la sua latitanza non fu considerata iniziata nel 1945, bensì nel 1950.

Annotazioni: - Secondo i documenti redatti dal commissario prefettizio del Comune di San Lazzaro di Savena, conservati in ACS, MI, DGPS, DAGR, cat. A/R Attività ribelli, b. 3, fasc. 15, Bologna, e datati 12/12/1944 e 17/12/1944, oltre ai corpi di Walter e Armando Cerè, negli stessi giorni furono ritrovate sempre lungo strade comunali di San Lazzaro di Savena le salme di altri disertori della Gnr (Pasquale Calzolari, Alfonso Candi e Renato Ballotta), anch’essi uccisi con colpi di arma da fuoco (v. Episodio di San Lazzaro di Savena (BO), 30 novembre 1944). Il reparto di Pifferi fu inoltre responsabile dell’uccisione di altri 14 uomini già appartenenti della Gnr che erano rientrati alle loro case senza seguire il reparto che si era trasferito verso Nord nell’ottobre 1944 (v. Episodio di San Giorgio di Piano (BO), 12 dicembre 1944).

Scheda compilata da ROBERTA MIRA
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2017-04-18 07:57:30

Vittime

Elenco vittime

- Cerè Armando, nato a San Lazzaro di Savena (BO) il 02/01/1916, residente a Osteria Grande (BO). Zio di Walter Cerè. Milite del battaglione ausiliario della Gnr si avvicinò al movimento partigiano sottraendo armi ai fascisti per consegnarle ai partigiani. Riconosciuto partigiano nella 66ª brigata Garibaldi Jacchia dal 15/05/1944 all’08/12/1944.
- Cerè Walter, nato a San Lazzaro di Savena (BO) il 02/03/1923, residente a Osteria Grande (BO). Nipote di Armando Cerè. Milite del battaglione ausiliario della Gnr si avvicinò al movimento partigiano sottraendo armi ai fascisti per consegnarle ai partigiani. Riconosciuto partigiano nella 66ª brigata Garibaldi Jacchia.

Elenco vittime partigiani 2

- Cerè Armando,
- Cerè Walter

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Reparto GNR non precisato

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Gaspare Pifferi

    Nome Gaspare

    Cognome Pifferi

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Pifferi Gaspare, nato a Bologna il 09/07/1913, ragioniere, già combattente sul fronte africano durante la seconda guerra mondiale, decorato con medaglia d’argento, capitano della Gnr. Imputato in procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna, latitante e processato in contumacia. Condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna; la sentenza fu annullata dalla Cassazione. Nuovamente processato in contumacia e condannato dalla Corte d’Assise di Ancona a pena detentiva.

    Note procedimento - Procedimento penale contro Gaspare Pifferi e Leonetto Beccherini (e altri, imputati per delitti diversi da questo) davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna conclusosi con sentenza di condanna in data 02/03/1948. Pifferi fu condannato all’ergastolo come colpevole di concorso in omicidio di 21 persone, tra cui i due Cerè, e dei reati di collaborazionismo politico e militare. Beccherini fu condannato a 30 anni di reclusione, di cui 10 condonati, per collaborazionismo militare e concorso in omicidio di dieci persone, tra cui i Cerè (secondo la sentenza della Corte di Ancona nel secondo processo a Pifferi, Beccherini comandò il plotone di esecuzione che fucilò i due uomini). La pena fu ridotta di dieci anni. Gli imputati ricorsero in Cassazione la quale, con sentenza 04/05/1949 rigettò il ricorso di Beccherini e annullò la sentenza contro Pifferi, rinviando la causa alla Corte d’Assise di Ancona per nuovo esame. L’8 febbraio 1954 la Corte d’Assise di Bologna dichiarò interamente condonata la pena di Beccherini. - Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise di Ancona contro Gaspare Pifferi (e altri, imputati per delitti diversi da questo) conclusosi con sentenza del 01/03/1950. Pifferi fu ritenuto colpevole dell’uccisione dei Cerè, oltre che di altre uccisioni (reato di omicidio continuato), di collaborazionismo militare e politico, ma gli furono riconosciute le attenuanti e fu condannato a pene detentive complessivamente cumulate nella pena di 30 anni di reclusione. Poté godere dei condoni emanati dal presidente della Repubblica per complessivi 21 anni di pena poiché la sua latitanza non fu considerata iniziata nel 1945, bensì nel 1950.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

  • Leonetto Beccherini

    Nome Leonetto

    Cognome Beccherini

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Beccherini Leonetto, nato a Brescia il 01/08/1926, appartenente alla Gnr. Imputato in procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna, latitante e processato in contumacia Condannato a pena detentiva dalla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna. Ricorso respinto. Scarcerato nel 1954

    Note procedimento - Procedimento penale contro Gaspare Pifferi e Leonetto Beccherini (e altri, imputati per delitti diversi da questo) davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna conclusosi con sentenza di condanna in data 02/03/1948. Pifferi fu condannato all’ergastolo come colpevole di concorso in omicidio di 21 persone, tra cui i due Cerè, e dei reati di collaborazionismo politico e militare. Beccherini fu condannato a 30 anni di reclusione, di cui 10 condonati, per collaborazionismo militare e concorso in omicidio di dieci persone, tra cui i Cerè (secondo la sentenza della Corte di Ancona nel secondo processo a Pifferi, Beccherini comandò il plotone di esecuzione che fucilò i due uomini). La pena fu ridotta di dieci anni. Gli imputati ricorsero in Cassazione la quale, con sentenza 04/05/1949 rigettò il ricorso di Beccherini e annullò la sentenza contro Pifferi, rinviando la causa alla Corte d’Assise di Ancona per nuovo esame. L’8 febbraio 1954 la Corte d’Assise di Bologna dichiarò interamente condonata la pena di Beccherini. - Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise di Ancona contro Gaspare Pifferi (e altri, imputati per delitti diversi da questo) conclusosi con sentenza del 01/03/1950. Pifferi fu ritenuto colpevole dell’uccisione dei Cerè, oltre che di altre uccisioni (reato di omicidio continuato), di collaborazionismo militare e politico, ma gli furono riconosciute le attenuanti e fu condannato a pene detentive complessivamente cumulate nella pena di 30 anni di reclusione. Poté godere dei condoni emanati dal presidente della Repubblica per complessivi 21 anni di pena poiché la sua latitanza non fu considerata iniziata nel 1945, bensì nel 1950.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • monumento a Bologna, piazza del Nettuno

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Bologna, piazza del Nettuno

    Descrizione: sacrario dei caduti partigiani; vi compaiono Armando e Walter Cerè.

  • monumento a San Lazzaro (BO), cimitero

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: San Lazzaro (BO), cimitero

    Descrizione: sacrario e lapide dei caduti partigiani; vi è sepolto Walter Cerè il cui nome compare sulla lapide.

  • lapide a Castel San Pietro Terme (BO), palazzo comunale

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Castel San Pietro Terme (BO), palazzo comunale

    Descrizione: lapide che ricorda i caduti; compaiono i nominativi di Armando e Walter Cerè.

  • lapide a Ca’ del Vento (BO), via Castelletti

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Ca’ del Vento (BO), via Castelletti

    Descrizione: lapide che ricorda i partigiani caduti delle brigate 66ª e 62ª, che ebbero il comando a Ca’ del Vento, tra cui Walter e Armando Cerè.

Bibliografia


- Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945), vol. II, Dizionario biografico A-C, Comune di Bologna, Istituto per la storia di Bologna, Bologna, 1985, pp. 512, 514.
- Davide Cerè, La resistenza della memoria. Fatti e testimonianze di lotta partigiana a Castel San Pietro 1943-1945, Editrice Coop Marabini, Imola, 1999, pp. 76-78.

Sitografia


- Storia e memoria di Bologna:
Cerè Armando
http://www.storiaememoriadibologna.it/cere-armando-478659-persona
Cerè Walter
http://www.storiaememoriadibologna.it/cere-walter-478661-persona

Fonti archivistiche

Fonti

- ACS, MI, DGPS, DAGR, cat. A/R Attività ribelli, b. 3, fasc. 15, Bologna, Prefettura di Bologna, Gab. n. 4989 12 A 1/4, Esecuzione capitale di due disertori, 18/12/1944 e Gab. n. 5019 12 A 1/4, Esecuzione capitale di disertori della GNR, 10/01/1945 e allegate lettere del commissario prefettizio di San Lazzaro al Capo della provincia di Bologna, Comune di San Lazzaro di Savena, n. 3200, Rinvenimento di salme, 12/12/1944 e 17/12/1944.
- ASBO, Procura generale presso la Corte d’Appello, Corte d’Assise straordinaria, fascicoli dell’esecuzione, b. 5, fasc. Beccherini Leonetto.
- Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, Comando unico militare Emilia-Romagna, Informazioni per l’epurazione, b. 5, fasc. 51, elenchi appartenenti alla Gnr.
- CPI, fasc. 22/136.