TORRICELLA DI SENATELLO CASTELDELCI 12.07.1944

(Rimini - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Torricella di Senatello, Casteldelci, Rimini, Emilia-Romagna

Data 12 luglio 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 2

Numero vittime uomini 2

Numero vittime uomini adulti 2

Descrizione: I due fratelli Bimbi erano arruolati in aviazione con il grado di sottotenente l'8 settembre Sildo si trovava a Spalato in Jugoslavia, Fré Luigi era invece in licenza a Firenze. Si rincontrarono a Roffelle frazione del comune di Badia Tedalda dove erano sfollati presso gli zii di due genitori. Qui incominciarono ad organizzare un gruppo partigiano che fungeva da collegamento tra le grandi brigate di Romagna e Marche e organizzandosi per un ambizioso assalto alla presidio militare delle Balze. Tale assalto non fu preparato in maniera organizzativamente adatta, le loro volontà trapelarono ai fascisti grazie ad una delazione del milite fascista Calogero Riggi, che causò un rastrellamento nelle zone sopra Roffelle e precisamente a Cà Marcello dove, l'8 luglio, vennero arrestati, i fratelli Bimbi, il cugino Fosco Montini, Goretto Gori, Loreto Montini e Fortunato Vellati. La prima notte dopo la cattura furono portati al Monte della Zucca per fare dei lavori forzati e poi imprigionati al presidio delle Balze. In questo luogo solo i due fratelli furono torturati per tre giorni, esistono testimonianze dirette su queste efferatezze, e uccisi nel bosco di Torricella di Senatello il 12 luglio 1944. Gli altri prigionieri il giorno successivo furono portati a Sarsina, dove subirono sorti diverse, il cugino Fosco Montini fu il giorno stesso fucilato, mentre gli altri passando per Forlì, Carpi e Verona furono deportati nei campi di concentramento tedeschi il Germania.

Modalità di uccisione: fucilazione

Violenze connesse: deportazione della popolazione,sevizie-torture

Tipo di massacro: rastrellamento
--> Per saperne di più sulle tipologie

Estremi e note penali: Nel processo contro Calogero Riggi, Antonio Pagliarini, Salvatore Zito, Vincenzo Rota, Giuseppe Aligata, tutti appartenenti al IV Battaglione volontari di polizia accusati di diversi episodi di violenza nell’area di Verghereto, e Maria Castronai (quest’ultima per delazione), Riggi fu accusato di aver passato le informazioni su partigiani del gruppo di Pippo e sui civili che li sostenevano provocando il rastrellamento a cui partecipò Rota fu accusato di aver mantenuto un comportamento molto violento e di aver materialmente compiuto alcune delle uccisioni. Con sentenza 08/03/1947 la Corte d’Assise straordinaria condannò alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena Rota per il reato di collaborazionismo, uccisioni (tra cui quella di Giuseppe Casini nell’episodio del 2 luglio 1944, e per quelle dei fratelli Sildo e Fré Luigi Bimbi: v. Episodio di Torricella di Senatello (RN), 12 luglio 1944, di Mansueto Gabrielli di Castelpriore: v. Episodio di Castelpriore (FC), 20 luglio 1944, Adelmo Calchetti di Montagna di Casteldelci nel rastrellamento del 2 luglio; Calchetti in realtà era stato solo aggredito nel 1944, ma morì di malattia nel dicembre 1945 senza alcuna correlazione con i fatti del 1944); Rota fu condannato anche per saccheggi e sevizie. Pagliarini, Zito e Riggi furono condannati a morte per il reato di collaborazionismo, uccisioni (tra cui quella dei fratelli Sildo e Frè Luigi Bimbi: v. Episodio di Torricella di Senatello (RN), 12 luglio 1944), saccheggi e sevizie. Aligata fu prosciolto dalle accuse.
Gli imputati ricorsero in Cassazione, che con sentenza 12/07/1948 annullò parzialmente la sentenza della Corte d’assise straordinaria di Forlì e rinviò alla Corte d’Assise di Viterbo; questa con sentenza 09/07/1949 commutò la pena di morte in 27 anni di reclusione (in parte condonati e ridotti a 9 anni) per Rota per il reato di collaborazionismo con omicidio, ma lo assolse per gli omicidi di Casini, Calchetti e Gabrielli; e assolse per insufficienza di prove Zito, Pagliarini e Riggi per l’omicidio dei fratelli Bimbi e dichiarò di non doversi procedere nei loro confronti per collaborazionismo non essendo presenti fatti di omicidio e sevizie particolarmente efferate ed essendo il reato estinto per amnistia. Rota fu scarcerato nel 1953.

Annotazioni: Collegato a questa fucilazione vi è l'episodio di Calbano 13.07.44 ove viene ucciso il cugino Fosco Montini.

Scheda compilata da DANIELE SUSINI
Scarica la scheda in formato .pdf
Le schede monografiche in formato .pdf sono coperte da diritto d'autore.
Ogni uso improprio o non consentito è punibile ai sensi di legge

Ultimo aggiornamento dei dati: 2021-01-04 11:05:10

Vittime

Elenco vittime

Bimbi Sildo 14/04/1921 23 12/07/1944
Bimbi Frè Luigi 01/01/1920 24 12/07/1944

Elenco vittime partigiani 2

Bimbi Sildo
Bimbi Frè Luigi

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Antonio Pagliarani

    Nome Antonio

    Cognome Pagliarani

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile - Il IV-Polizei-Freiwilligen-Bataillon-Italien era un reparto di polizia dipendente dall’Ordnungspolizei composto di italiani con sottufficiali e ufficiali tedeschi con funzioni effettive di comando. I componenti italiani (soldati, ufficiali e sottufficiali) erano stati reclutati prevalentemente tra gli internati militari italiani in cambio del rimpatrio, similmente a quanto avvenne per le SS italiane. Il IV battaglione fu presente in Romagna da metà giugno a inizio agosto 1944. Il comando del battaglione si trovava a San Piero in Bagno (FC); il comandante era il tenente Lehmann. Il battaglione era composto di tre compagnie: la 1ª dislocata in parte a Pieve Santo Stefano (AR) e in parte a Sarsina (FC); una parte della 1ª compagnia si spostò a fine luglio 1944 a San Donato di Sant’Agata Feltria (RN); la 2ª compagnia si insediò a Balze (FC) da fine giugno; la 3ª in un primo tempo fu di stanza a Balze (FC), poi si spostò a Sarsina (FC) a fine giugno 1944 e infine a San Donato di Sant’Agata Feltria (RN) a fine luglio 1944. Il IV battaglione si rese responsabile di numerose azioni di rastrellamento nella sua zona di insediamento e di diversi episodi di violenza, tra cui le uccisioni di Getullio Marcelli, Giuseppe Pettinari, Luigi Lazzarini, Augusto Bardeschi, Augusto Moroni, Giuseppe Casini, due ignoti (2 luglio 1944), di Frè Luigi e Sildo Bimbi (12 luglio 1944), di Fosco Montini (13 luglio 1944), di Biagio Fracassi (19 luglio 1944), di Mansueto Gabrielli (20 luglio 1944) di Gino Fantini (24 luglio 1944) e le stragi di Tavolicci (22 luglio 1944) e del Passo del Carnaio (25 luglio 1944). Nella sentenza di condanna emerge la figura di Salvatore Zito, come personaggio “più sinistro” del gruppo, descritto come “un vero carnefice” con atteggiamenti sadici e violenti nei confronti delle vittime.

    Note procedimento Nel processo contro Calogero Riggi, Antonio Pagliarini, Salvatore Zito, Vincenzo Rota, Giuseppe Aligata, tutti appartenenti al IV Battaglione volontari di polizia accusati di diversi episodi di violenza nell’area di Verghereto, e Maria Castronai (quest’ultima per delazione), Riggi fu accusato di aver passato le informazioni su partigiani del gruppo di Pippo e sui civili che li sostenevano provocando il rastrellamento a cui partecipò Rota fu accusato di aver mantenuto un comportamento molto violento e di aver materialmente compiuto alcune delle uccisioni. Con sentenza 08/03/1947 la Corte d’Assise straordinaria condannò alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena Rota per il reato di collaborazionismo, uccisioni (tra cui quella di Giuseppe Casini nell’episodio del 2 luglio 1944, e per quelle dei fratelli Sildo e Fré Luigi Bimbi: v. Episodio di Torricella di Senatello (RN), 12 luglio 1944, di Mansueto Gabrielli di Castelpriore: v. Episodio di Castelpriore (FC), 20 luglio 1944, Adelmo Calchetti di Montagna di Casteldelci nel rastrellamento del 2 luglio; Calchetti in realtà era stato solo aggredito nel 1944, ma morì di malattia nel dicembre 1945 senza alcuna correlazione con i fatti del 1944); Rota fu condannato anche per saccheggi e sevizie. Pagliarini, Zito e Riggi furono condannati a morte per il reato di collaborazionismo, uccisioni (tra cui quella dei fratelli Sildo e Frè Luigi Bimbi: v. Episodio di Torricella di Senatello (RN), 12 luglio 1944), saccheggi e sevizie. Aligata fu prosciolto dalle accuse. Gli imputati ricorsero in Cassazione, che con sentenza 12/07/1948 annullò parzialmente la sentenza della Corte d’assise straordinaria di Forlì e rinviò alla Corte d’Assise di Viterbo; questa con sentenza 09/07/1949 commutò la pena di morte in 27 anni di reclusione (in parte condonati e ridotti a 9 anni) per Rota per il reato di collaborazionismo con omicidio, ma lo assolse per gli omicidi di Casini, Calchetti e Gabrielli; e assolse per insufficienza di prove Zito, Pagliarini e Riggi per l’omicidio dei fratelli Bimbi e dichiarò di non doversi procedere nei loro confronti per collaborazionismo non essendo presenti fatti di omicidio e sevizie particolarmente efferate ed essendo il reato estinto per amnistia. Rota fu scarcerato nel 1953. Tribunale competente: Procura Militare Territoriale di Verona

    Nome del reparto 4. Polizei-Freiwilligen-Bataillon-Italien

  • Calogero Riggi

    Nome Calogero

    Cognome Riggi

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile - Il IV-Polizei-Freiwilligen-Bataillon-Italien era un reparto di polizia dipendente dall’Ordnungspolizei composto di italiani con sottufficiali e ufficiali tedeschi con funzioni effettive di comando. I componenti italiani (soldati, ufficiali e sottufficiali) erano stati reclutati prevalentemente tra gli internati militari italiani in cambio del rimpatrio, similmente a quanto avvenne per le SS italiane. Il IV battaglione fu presente in Romagna da metà giugno a inizio agosto 1944. Il comando del battaglione si trovava a San Piero in Bagno (FC); il comandante era il tenente Lehmann. Il battaglione era composto di tre compagnie: la 1ª dislocata in parte a Pieve Santo Stefano (AR) e in parte a Sarsina (FC); una parte della 1ª compagnia si spostò a fine luglio 1944 a San Donato di Sant’Agata Feltria (RN); la 2ª compagnia si insediò a Balze (FC) da fine giugno; la 3ª in un primo tempo fu di stanza a Balze (FC), poi si spostò a Sarsina (FC) a fine giugno 1944 e infine a San Donato di Sant’Agata Feltria (RN) a fine luglio 1944. Il IV battaglione si rese responsabile di numerose azioni di rastrellamento nella sua zona di insediamento e di diversi episodi di violenza, tra cui le uccisioni di Getullio Marcelli, Giuseppe Pettinari, Luigi Lazzarini, Augusto Bardeschi, Augusto Moroni, Giuseppe Casini, due ignoti (2 luglio 1944), di Frè Luigi e Sildo Bimbi (12 luglio 1944), di Fosco Montini (13 luglio 1944), di Biagio Fracassi (19 luglio 1944), di Mansueto Gabrielli (20 luglio 1944) di Gino Fantini (24 luglio 1944) e le stragi di Tavolicci (22 luglio 1944) e del Passo del Carnaio (25 luglio 1944). Nella sentenza di condanna emerge la figura di Salvatore Zito, come personaggio “più sinistro” del gruppo, descritto come “un vero carnefice” con atteggiamenti sadici e violenti nei confronti delle vittime.

    Note procedimento Nel processo contro Calogero Riggi, Antonio Pagliarini, Salvatore Zito, Vincenzo Rota, Giuseppe Aligata, tutti appartenenti al IV Battaglione volontari di polizia accusati di diversi episodi di violenza nell’area di Verghereto, e Maria Castronai (quest’ultima per delazione), Riggi fu accusato di aver passato le informazioni su partigiani del gruppo di Pippo e sui civili che li sostenevano provocando il rastrellamento a cui partecipò Rota fu accusato di aver mantenuto un comportamento molto violento e di aver materialmente compiuto alcune delle uccisioni. Con sentenza 08/03/1947 la Corte d’Assise straordinaria condannò alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena Rota per il reato di collaborazionismo, uccisioni (tra cui quella di Giuseppe Casini nell’episodio del 2 luglio 1944, e per quelle dei fratelli Sildo e Fré Luigi Bimbi: v. Episodio di Torricella di Senatello (RN), 12 luglio 1944, di Mansueto Gabrielli di Castelpriore: v. Episodio di Castelpriore (FC), 20 luglio 1944, Adelmo Calchetti di Montagna di Casteldelci nel rastrellamento del 2 luglio; Calchetti in realtà era stato solo aggredito nel 1944, ma morì di malattia nel dicembre 1945 senza alcuna correlazione con i fatti del 1944); Rota fu condannato anche per saccheggi e sevizie. Pagliarini, Zito e Riggi furono condannati a morte per il reato di collaborazionismo, uccisioni (tra cui quella dei fratelli Sildo e Frè Luigi Bimbi: v. Episodio di Torricella di Senatello (RN), 12 luglio 1944), saccheggi e sevizie. Aligata fu prosciolto dalle accuse. Gli imputati ricorsero in Cassazione, che con sentenza 12/07/1948 annullò parzialmente la sentenza della Corte d’assise straordinaria di Forlì e rinviò alla Corte d’Assise di Viterbo; questa con sentenza 09/07/1949 commutò la pena di morte in 27 anni di reclusione (in parte condonati e ridotti a 9 anni) per Rota per il reato di collaborazionismo con omicidio, ma lo assolse per gli omicidi di Casini, Calchetti e Gabrielli; e assolse per insufficienza di prove Zito, Pagliarini e Riggi per l’omicidio dei fratelli Bimbi e dichiarò di non doversi procedere nei loro confronti per collaborazionismo non essendo presenti fatti di omicidio e sevizie particolarmente efferate ed essendo il reato estinto per amnistia. Rota fu scarcerato nel 1953. Tribunale competente: Procura Militare Territoriale di Verona

    Nome del reparto 4. Polizei-Freiwilligen-Bataillon-Italien

  • Salvatore Zito

    Nome Salvatore

    Cognome Zito

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile - Il IV-Polizei-Freiwilligen-Bataillon-Italien era un reparto di polizia dipendente dall’Ordnungspolizei composto di italiani con sottufficiali e ufficiali tedeschi con funzioni effettive di comando. I componenti italiani (soldati, ufficiali e sottufficiali) erano stati reclutati prevalentemente tra gli internati militari italiani in cambio del rimpatrio, similmente a quanto avvenne per le SS italiane. Il IV battaglione fu presente in Romagna da metà giugno a inizio agosto 1944. Il comando del battaglione si trovava a San Piero in Bagno (FC); il comandante era il tenente Lehmann. Il battaglione era composto di tre compagnie: la 1ª dislocata in parte a Pieve Santo Stefano (AR) e in parte a Sarsina (FC); una parte della 1ª compagnia si spostò a fine luglio 1944 a San Donato di Sant’Agata Feltria (RN); la 2ª compagnia si insediò a Balze (FC) da fine giugno; la 3ª in un primo tempo fu di stanza a Balze (FC), poi si spostò a Sarsina (FC) a fine giugno 1944 e infine a San Donato di Sant’Agata Feltria (RN) a fine luglio 1944. Il IV battaglione si rese responsabile di numerose azioni di rastrellamento nella sua zona di insediamento e di diversi episodi di violenza, tra cui le uccisioni di Getullio Marcelli, Giuseppe Pettinari, Luigi Lazzarini, Augusto Bardeschi, Augusto Moroni, Giuseppe Casini, due ignoti (2 luglio 1944), di Frè Luigi e Sildo Bimbi (12 luglio 1944), di Fosco Montini (13 luglio 1944), di Biagio Fracassi (19 luglio 1944), di Mansueto Gabrielli (20 luglio 1944) di Gino Fantini (24 luglio 1944) e le stragi di Tavolicci (22 luglio 1944) e del Passo del Carnaio (25 luglio 1944). Nella sentenza di condanna emerge la figura di Salvatore Zito, come personaggio “più sinistro” del gruppo, descritto come “un vero carnefice” con atteggiamenti sadici e violenti nei confronti delle vittime.

    Note procedimento Nel processo contro Calogero Riggi, Antonio Pagliarini, Salvatore Zito, Vincenzo Rota, Giuseppe Aligata, tutti appartenenti al IV Battaglione volontari di polizia accusati di diversi episodi di violenza nell’area di Verghereto, e Maria Castronai (quest’ultima per delazione), Riggi fu accusato di aver passato le informazioni su partigiani del gruppo di Pippo e sui civili che li sostenevano provocando il rastrellamento a cui partecipò Rota fu accusato di aver mantenuto un comportamento molto violento e di aver materialmente compiuto alcune delle uccisioni. Con sentenza 08/03/1947 la Corte d’Assise straordinaria condannò alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena Rota per il reato di collaborazionismo, uccisioni (tra cui quella di Giuseppe Casini nell’episodio del 2 luglio 1944, e per quelle dei fratelli Sildo e Fré Luigi Bimbi: v. Episodio di Torricella di Senatello (RN), 12 luglio 1944, di Mansueto Gabrielli di Castelpriore: v. Episodio di Castelpriore (FC), 20 luglio 1944, Adelmo Calchetti di Montagna di Casteldelci nel rastrellamento del 2 luglio; Calchetti in realtà era stato solo aggredito nel 1944, ma morì di malattia nel dicembre 1945 senza alcuna correlazione con i fatti del 1944); Rota fu condannato anche per saccheggi e sevizie. Pagliarini, Zito e Riggi furono condannati a morte per il reato di collaborazionismo, uccisioni (tra cui quella dei fratelli Sildo e Frè Luigi Bimbi: v. Episodio di Torricella di Senatello (RN), 12 luglio 1944), saccheggi e sevizie. Aligata fu prosciolto dalle accuse. Gli imputati ricorsero in Cassazione, che con sentenza 12/07/1948 annullò parzialmente la sentenza della Corte d’assise straordinaria di Forlì e rinviò alla Corte d’Assise di Viterbo; questa con sentenza 09/07/1949 commutò la pena di morte in 27 anni di reclusione (in parte condonati e ridotti a 9 anni) per Rota per il reato di collaborazionismo con omicidio, ma lo assolse per gli omicidi di Casini, Calchetti e Gabrielli; e assolse per insufficienza di prove Zito, Pagliarini e Riggi per l’omicidio dei fratelli Bimbi e dichiarò di non doversi procedere nei loro confronti per collaborazionismo non essendo presenti fatti di omicidio e sevizie particolarmente efferate ed essendo il reato estinto per amnistia. Rota fu scarcerato nel 1953. Tribunale competente: Procura Militare Territoriale di Verona

    Nome del reparto 4. Polizei-Freiwilligen-Bataillon-Italien

  • Vincenzo Rota

    Nome Vincenzo

    Cognome Rota

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile - Il IV-Polizei-Freiwilligen-Bataillon-Italien era un reparto di polizia dipendente dall’Ordnungspolizei composto di italiani con sottufficiali e ufficiali tedeschi con funzioni effettive di comando. I componenti italiani (soldati, ufficiali e sottufficiali) erano stati reclutati prevalentemente tra gli internati militari italiani in cambio del rimpatrio, similmente a quanto avvenne per le SS italiane. Il IV battaglione fu presente in Romagna da metà giugno a inizio agosto 1944. Il comando del battaglione si trovava a San Piero in Bagno (FC); il comandante era il tenente Lehmann. Il battaglione era composto di tre compagnie: la 1ª dislocata in parte a Pieve Santo Stefano (AR) e in parte a Sarsina (FC); una parte della 1ª compagnia si spostò a fine luglio 1944 a San Donato di Sant’Agata Feltria (RN); la 2ª compagnia si insediò a Balze (FC) da fine giugno; la 3ª in un primo tempo fu di stanza a Balze (FC), poi si spostò a Sarsina (FC) a fine giugno 1944 e infine a San Donato di Sant’Agata Feltria (RN) a fine luglio 1944. Il IV battaglione si rese responsabile di numerose azioni di rastrellamento nella sua zona di insediamento e di diversi episodi di violenza, tra cui le uccisioni di Getullio Marcelli, Giuseppe Pettinari, Luigi Lazzarini, Augusto Bardeschi, Augusto Moroni, Giuseppe Casini, due ignoti (2 luglio 1944), di Frè Luigi e Sildo Bimbi (12 luglio 1944), di Fosco Montini (13 luglio 1944), di Biagio Fracassi (19 luglio 1944), di Mansueto Gabrielli (20 luglio 1944) di Gino Fantini (24 luglio 1944) e le stragi di Tavolicci (22 luglio 1944) e del Passo del Carnaio (25 luglio 1944). Nella sentenza di condanna emerge la figura di Salvatore Zito, come personaggio “più sinistro” del gruppo, descritto come “un vero carnefice” con atteggiamenti sadici e violenti nei confronti delle vittime.

    Note procedimento Nel processo contro Calogero Riggi, Antonio Pagliarini, Salvatore Zito, Vincenzo Rota, Giuseppe Aligata, tutti appartenenti al IV Battaglione volontari di polizia accusati di diversi episodi di violenza nell’area di Verghereto, e Maria Castronai (quest’ultima per delazione), Riggi fu accusato di aver passato le informazioni su partigiani del gruppo di Pippo e sui civili che li sostenevano provocando il rastrellamento a cui partecipò Rota fu accusato di aver mantenuto un comportamento molto violento e di aver materialmente compiuto alcune delle uccisioni. Con sentenza 08/03/1947 la Corte d’Assise straordinaria condannò alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena Rota per il reato di collaborazionismo, uccisioni (tra cui quella di Giuseppe Casini nell’episodio del 2 luglio 1944, e per quelle dei fratelli Sildo e Fré Luigi Bimbi: v. Episodio di Torricella di Senatello (RN), 12 luglio 1944, di Mansueto Gabrielli di Castelpriore: v. Episodio di Castelpriore (FC), 20 luglio 1944, Adelmo Calchetti di Montagna di Casteldelci nel rastrellamento del 2 luglio; Calchetti in realtà era stato solo aggredito nel 1944, ma morì di malattia nel dicembre 1945 senza alcuna correlazione con i fatti del 1944); Rota fu condannato anche per saccheggi e sevizie. Pagliarini, Zito e Riggi furono condannati a morte per il reato di collaborazionismo, uccisioni (tra cui quella dei fratelli Sildo e Frè Luigi Bimbi: v. Episodio di Torricella di Senatello (RN), 12 luglio 1944), saccheggi e sevizie. Aligata fu prosciolto dalle accuse. Gli imputati ricorsero in Cassazione, che con sentenza 12/07/1948 annullò parzialmente la sentenza della Corte d’assise straordinaria di Forlì e rinviò alla Corte d’Assise di Viterbo; questa con sentenza 09/07/1949 commutò la pena di morte in 27 anni di reclusione (in parte condonati e ridotti a 9 anni) per Rota per il reato di collaborazionismo con omicidio, ma lo assolse per gli omicidi di Casini, Calchetti e Gabrielli; e assolse per insufficienza di prove Zito, Pagliarini e Riggi per l’omicidio dei fratelli Bimbi e dichiarò di non doversi procedere nei loro confronti per collaborazionismo non essendo presenti fatti di omicidio e sevizie particolarmente efferate ed essendo il reato estinto per amnistia. Rota fu scarcerato nel 1953. Tribunale competente: Procura Militare Territoriale di Verona

    Nome del reparto 4. Polizei-Freiwilligen-Bataillon-Italien

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • onorificenza alla persona a

    Tipo di memoria: onorificenza alla persona

    Descrizione: I caduti sono stati insigniti della Medaglia d\'argento al valor militare alla memoria.

  • monumento a Casteldelci, Balze di Verghereto

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Casteldelci, Balze di Verghereto

    Descrizione: Nelle vicinanze dell\'abitato di Balze di Verghereto nel comune di Casteldelci, nel luogo della fucilazione il padre ha costruito un piccolo sacrario.

  • luogo della memoria a Siena

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Ubicazione: Siena

    Descrizione: In ricordo dei fratelli Bimbi, a Siena hanno intitolato una strada

  • luogo della memoria a Badia Tebalda

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Ubicazione: Badia Tebalda

    Descrizione: Intitolazione di scuola elementare e piazza ai fratelli Bimbi

Bibliografia


Marco Renzi, La strage di Fragheto (7 aprile 1944), ed. Studi montefeltrani, San Leo, 2007
Ivan Tognarini (a cura di), L'appennino del '44. Eccidi e protagonisti sulla linea gotica, Ed. Le balze, Montepulciano, 2005.
Ist. Storico della Resistenza Forli\Cesena (a cura di), 1944, stragi naziste e fasciste sull'Appennino tosco-romagnolo, Cesena, Ed. Il Ponte Vecchio, 2004.
E. Bonali, R. Branchetti, V. Flamigni, S. Lolletti, Tavolicci e l'aera dei Tre Vescovi, Cesena, Ed. Il ponte vecchio, 2004.
E.Bonali, V. Flamigni, S. Lolletti, Una comunità appenninica sulla linea Gotica
Marco Renzi, Appennino 1944: "arrivano i lupi!" : atti e misfatti del 4. Battaglione di volontari nazifascisti fra Toscana, Marche e Romagna, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2008
Marco Renzi, Tavolicci: 22 luglio 1944: protagonisti e retroscena di una strage nascosta, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2008
Ennio Bonali [et al.], Tavolicci e l'area dei Tre Vescovi: una comunità pietrificata dalla guerra, 2. ed., Cesena, Il Ponte Vecchio, 2000

Sitografia


http://resistenzatoscana.org/monumenti/casteldelci/cappella_ai_fratelli_bimbi/
http://www.anpi.it/donne-e-uomini/luigi-e-silvio-bimbi/
http://memoria.provincia.ar.it/biografie/Sildo_Bimbi.asp
http://www.memoteca.it/upload/dl/E-Book/Tavolicci_un%5C%27altra_ipotesi.pdf

Fonti archivistiche

Fonti

Istituto Storico Forli