Descrizione
Località Castrocaro, cimitero, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Forlì-Cesena, Emilia-Romagna
Data 12 agosto 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 2
Numero vittime uomini 2
Numero vittime uomini adulti 2
Descrizione: Il 12 agosto 1944 i fascisti del Battaglione M IX Settembre si presentarono all’abitazione dei fratelli Rolando e Verardo Verità a Terra del Sole (FC) e li accompagnarono su uno dei poderi di loro proprietà con la scusa di dover regolare alcuni conti con il mezzadro. Poiché nel podere fu trovata un’arma da fuoco, i fratelli Verità furono accusati di detenere armi e di essere a favore della Resistenza, e i fascisti li fucilarono nel cimitero di Castrocaro (FC). La popolazione fu informata dell’avvenuta fucilazione mediante un manifesto.
La fucilazione fa parte di una serie di arresti e uccisioni di persone accusate di sostenere la Resistenza compiute dal battaglione M IX Settembre a metà agosto 1944 a Castrocaro. Il giorno 12, oltre ai fratelli Verità, i fascisti del battaglione M fucilarono nel cimitero di Castrocaro anche Angelo Mariani (v. Episodio di Castrocaro (FC), 12 agosto (Angelo Mariani)), il giorno 14 fucilarono Gianni Raniero Paulucci de’ Calboli Ginnasi, Angelo Benzoni, Fiorenzo Grassi, Livio Ciccarelli e Antonio Buranti (v. Episodio di Castrocaro (FC), 14 agosto 1944). Altra vittima di questa serie di arresti fu Umberto Mercuri che morì cadendo dalla finestra della sede del battaglione M, non è chiaro se suicidandosi o meno (v. Episodio di Castrocaro (FC), 12 agosto 1944 (Umberto Mercuri)).
Leggendo il Diario di Mambelli, che riporta tali particolari a partire dal racconto di un testimone, sembra che i corpi dei fratelli Rolando e Verardo Verità fossero lasciati insepolti nel cimitero per alcuni giorni e che accanto ad essi fossero allineati i cadaveri di Mariani, dei fucilati il 14 agosto e anche quello di Umberto Mercuri sulla cui schiena i fascisti attaccarono il cartello «traditore della patria».
Gli arresti effettuati dal battaglione M erano inseriti in un’operazione di contrasto alla formazione partigiana Corbari attiva nella zona, i cui principali esponenti furono catturati e uccisi dai fascisti il 18 agosto 1944 (v. Episodi di Castrocaro (FC), 18 agosto 1944 e Ca’ Cornio-Monte Trebbio (FC), 18 agosto 1944), ma, considerate le vittime, non possiamo escludere di trovarci di fronte ad alcuni di quegli episodi violenti che contraddistinguono l’azione di frange interne alla Repubblica sociale italiana, la cui violenza si rivolge contro traditori interni o presunti tali, contro esponenti della borghesia o della proprietà terriera che hanno prosperato sotto il fascismo per poi abbandonarlo dopo il 25 luglio e l’8 settembre 1943, o contro membri della nobiltà considerati fedeli alla monarchia e non al regime. Esempi di questo tipo di violenza si ritrovano nella strage del castello estense a Ferrara nel novembre 1943 (v. Episodio di Ferrara, 15 novembre 1943), a Bologna nelle fucilazioni del gennaio 1944 seguite alla morte del federale Eugenio Facchini e nell’eliminazione di quattro noti professionisti nel novembre 1944 (v. Episodi di Bologna, 27 gennaio 1944 e 21-22 novembre 1944), e nel Forlivese nelle uccisioni di Bertinoro del 1° maggio 1944 (v. Episodio di Bertinoro (FC), 1° maggio 1944).
Modalità di uccisione: fucilazione
Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri
Tipo di massacro: punitivo
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Estremi e note penali: - Sul battaglione M IX Settembre e il suo operato a Castrocaro fu aperta un’inchiesta interna alla Rsi: le azioni del battaglione e i suoi metodi (arresti, torture, processi sommari, fucilazioni) erano stati tali da suscitare ripulsa e terrore tra la popolazione e, di conseguenza, critiche da parte di altre strutture della Rsi preoccupate per le ripercussioni che la situazione poteva avere sulla Repubblica sociale facendole perdere consenso. Nella relazione del capo della provincia di Forlì al ministero dell’Interno si legge che al questore, recatosi a Castrocaro per raccogliere i verbali di interrogatorio delle vittime e altri atti relativi alla condanna a morte e all’esecuzione capitale, il comandante del battaglione M rispose che era tenuto ad informare solo il comando tedesco da cui il battaglione dipendeva. Capo della provincia e procuratore della Rsi segnalarono la gravità del fatto per l’autorità e il prestigio della Repubblica sociale.
- Nelle carte del processo intentato ai mezzadri dei Verità davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì nel dopoguerra, i due mezzadri furono accusati di aver denunciato i Verità e di aver nascosto l’arma appositamente per farli arrestare, probabilmente per questioni legate alla conduzione del podere. Nello stesso procedimento furono accusati anche due esponenti del Pfr e delle Brigate nere di Castrocaro.
- Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Ravaioli Emilio (nato a Castrocaro (FC) il 03/07/1921), Olivucci Giuseppe (nato a Castrocaro (FC) il 28/10/1897), Malpezzi Celestino (nato a Rocca San Casciano (FC) il 01/12/1900), Gentilini Angiolina (nata a Castrocaro (FC) il 12/06/1916) imputati i primi due per collaborazionismo e per l’uccisione dei fratelli Verità come esponenti del Pfr e delle Brigate nere di Castrocaro, i secondi due per aver denunciato come sostenitori dei partigiani i fratelli Verità, proprietari del podere che gli imputati conducevano a mezzadria, causandone l’arresto e la fucilazione. Con sentenza del 16/01/1947 la Corte assolse per insufficienza di prove dall’accusa di omicidio Ravaioli, Olivucci (perché il battaglione M IX Settembre agiva indipendentemente da loro) e la Gentilini; dichiarò di non doversi procedere contro Olivucci e Ravaioli per collaborazionismo perché il reato era estinto per amnistia; condannò per omicidio Malpezzi, che oltre a denunciare i fratelli Verità aveva procurato false prove a loro carico (arma da fuoco e una somma di denaro che i Verità gli avrebbero dato perché la consegnasse ai partigiani), infliggendogli la pena di anni 18 di reclusione e condonando un terzo della pena. Malpezzi ricorse in Cassazione, la quale rigettò il ricorso. Il 06/04/1949 e poi il 18/02/1950 la Corte d’Appello di Bologna dichiarò condonata un’altra parte della pena di Malpezzi.
Annotazioni: Episodi collegati:
- Episodio di Castrocaro (FC), 12 agosto 1944 (Angelo Mariani).
- Episodio di Castrocaro (FC), 12 agosto 1944 (Umberto Mercuri).
- Episodio di Castrocaro (FC), 14 agosto 1944.
- Episodio di Castrocaro (FC), 18 agosto 1944.
- Episodio di Ca’ Cornio-Monte Trebbio (FC), 18 agosto 1944.
- Episodio di Monte Trebbio (FC), 18 agosto 1944.
Scheda compilata da ROBERTA MIRA
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-03-11 19:45:05
Vittime
Elenco vittime
Verità Rolando, nato a Castrocaro (FC) l’11/10/1917, possidente. Riconosciuto partigiano nel battaglione Corbari dal 01/11/1943 al 30/07/1944.
Verità Verardo, nato a Castrocaro (FC) il 18/08/1911, possidente. Riconosciuto partigiano nel battaglione Corbari dall’11/11/1943 al 30/07/1944.
Elenco vittime legate a partigiani 2
Verità Rolando
Verità Verardo
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Angiolina Gentilini
Nome Angiolina
Cognome Gentilini
Ruolo nella strage Delatore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Ravaioli Emilio (nato a Castrocaro (FC) il 03/07/1921), Olivucci Giuseppe (nato a Castrocaro (FC) il 28/10/1897), Malpezzi Celestino (nato a Rocca San Casciano (FC) il 01/12/1900), Gentilini Angiolina (nata a Castrocaro (FC) il 12/06/1916) imputati i primi due per collaborazionismo e per l’uccisione dei fratelli Verità come esponenti del Pfr e delle Brigate nere di Castrocaro, i secondi due per aver denunciato come sostenitori dei partigiani i fratelli Verità, proprietari del podere che gli imputati conducevano a mezzadria, causandone l’arresto e la fucilazione. Con sentenza del 16/01/1947 la Corte assolse per insufficienza di prove dall’accusa di omicidio Ravaioli, Olivucci (perché il battaglione M IX Settembre agiva indipendentemente da loro) e la Gentilini; dichiarò di non doversi procedere contro Olivucci e Ravaioli per collaborazionismo perché il reato era estinto per amnistia; condannò per omicidio Malpezzi, che oltre a denunciare i fratelli Verità aveva procurato false prove a loro carico (arma da fuoco e una somma di denaro che i Verità gli avrebbero dato perché la consegnasse ai partigiani), infliggendogli la pena di anni 18 di reclusione e condonando un terzo della pena. Malpezzi ricorse in Cassazione, la quale rigettò il ricorso. Il 06/04/1949 e poi il 18/02/1950 la Corte d’Appello di Bologna dichiarò condonata un’altra parte della pena di Malpezzi.
Celestino Malpezzi
Nome Celestino
Cognome Malpezzi
Ruolo nella strage Delatore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Malpezzi Celestino, nato a Rocca San Casciano (FC) il 01/12/1900, mezzadro di uno dei poderi dei fratelli Verità. Imputato in un procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì con l’accusa di aver denunciato i Verità come favoreggiatori dei partigiani e di averne così causato arresto e fucilazione. Condannato per omicidio, ottenne degli sconti di pena nel 1949-1950.
Note procedimento - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Ravaioli Emilio (nato a Castrocaro (FC) il 03/07/1921), Olivucci Giuseppe (nato a Castrocaro (FC) il 28/10/1897), Malpezzi Celestino (nato a Rocca San Casciano (FC) il 01/12/1900), Gentilini Angiolina (nata a Castrocaro (FC) il 12/06/1916) imputati i primi due per collaborazionismo e per l’uccisione dei fratelli Verità come esponenti del Pfr e delle Brigate nere di Castrocaro, i secondi due per aver denunciato come sostenitori dei partigiani i fratelli Verità, proprietari del podere che gli imputati conducevano a mezzadria, causandone l’arresto e la fucilazione. Con sentenza del 16/01/1947 la Corte assolse per insufficienza di prove dall’accusa di omicidio Ravaioli, Olivucci (perché il battaglione M IX Settembre agiva indipendentemente da loro) e la Gentilini; dichiarò di non doversi procedere contro Olivucci e Ravaioli per collaborazionismo perché il reato era estinto per amnistia; condannò per omicidio Malpezzi, che oltre a denunciare i fratelli Verità aveva procurato false prove a loro carico (arma da fuoco e una somma di denaro che i Verità gli avrebbero dato perché la consegnasse ai partigiani), infliggendogli la pena di anni 18 di reclusione e condonando un terzo della pena. Malpezzi ricorse in Cassazione, la quale rigettò il ricorso. Il 06/04/1949 e poi il 18/02/1950 la Corte d’Appello di Bologna dichiarò condonata un’altra parte della pena di Malpezzi.
Emilio Ravaioli
Nome Emilio
Cognome Ravaioli
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Ravaioli Emilio (nato a Castrocaro (FC) il 03/07/1921), Olivucci Giuseppe (nato a Castrocaro (FC) il 28/10/1897), Malpezzi Celestino (nato a Rocca San Casciano (FC) il 01/12/1900), Gentilini Angiolina (nata a Castrocaro (FC) il 12/06/1916) imputati i primi due per collaborazionismo e per l’uccisione dei fratelli Verità come esponenti del Pfr e delle Brigate nere di Castrocaro, i secondi due per aver denunciato come sostenitori dei partigiani i fratelli Verità, proprietari del podere che gli imputati conducevano a mezzadria, causandone l’arresto e la fucilazione. Con sentenza del 16/01/1947 la Corte assolse per insufficienza di prove dall’accusa di omicidio Ravaioli, Olivucci (perché il battaglione M IX Settembre agiva indipendentemente da loro) e la Gentilini; dichiarò di non doversi procedere contro Olivucci e Ravaioli per collaborazionismo perché il reato era estinto per amnistia; condannò per omicidio Malpezzi, che oltre a denunciare i fratelli Verità aveva procurato false prove a loro carico (arma da fuoco e una somma di denaro che i Verità gli avrebbero dato perché la consegnasse ai partigiani), infliggendogli la pena di anni 18 di reclusione e condonando un terzo della pena. Malpezzi ricorse in Cassazione, la quale rigettò il ricorso. Il 06/04/1949 e poi il 18/02/1950 la Corte d’Appello di Bologna dichiarò condonata un’altra parte della pena di Malpezzi.
Giuseppe Olivucci
Nome Giuseppe
Cognome Olivucci
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Ravaioli Emilio (nato a Castrocaro (FC) il 03/07/1921), Olivucci Giuseppe (nato a Castrocaro (FC) il 28/10/1897), Malpezzi Celestino (nato a Rocca San Casciano (FC) il 01/12/1900), Gentilini Angiolina (nata a Castrocaro (FC) il 12/06/1916) imputati i primi due per collaborazionismo e per l’uccisione dei fratelli Verità come esponenti del Pfr e delle Brigate nere di Castrocaro, i secondi due per aver denunciato come sostenitori dei partigiani i fratelli Verità, proprietari del podere che gli imputati conducevano a mezzadria, causandone l’arresto e la fucilazione. Con sentenza del 16/01/1947 la Corte assolse per insufficienza di prove dall’accusa di omicidio Ravaioli, Olivucci (perché il battaglione M IX Settembre agiva indipendentemente da loro) e la Gentilini; dichiarò di non doversi procedere contro Olivucci e Ravaioli per collaborazionismo perché il reato era estinto per amnistia; condannò per omicidio Malpezzi, che oltre a denunciare i fratelli Verità aveva procurato false prove a loro carico (arma da fuoco e una somma di denaro che i Verità gli avrebbero dato perché la consegnasse ai partigiani), infliggendogli la pena di anni 18 di reclusione e condonando un terzo della pena. Malpezzi ricorse in Cassazione, la quale rigettò il ricorso. Il 06/04/1949 e poi il 18/02/1950 la Corte d’Appello di Bologna dichiarò condonata un’altra parte della pena di Malpezzi.
Sconosciuto Stakul
Nome Sconosciuto
Cognome Stakul
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Procedimento penale contro il tenente tedesco Bieber e il sottotenente tedesco Stakul: fascicolo aperto dalla procura militare della Repubblica presso il tribunale militare di La Spezia per l’omicidio di Silvio Corbari, Iris Versari, Tonino Spazzoli, Arturo Spazzoli e Adriano Casadei. Il fascicolo è composto dalle carte raccolte a fine 1944 dal personale Alleato impegnato in un’inchiesta sull’impiccagione a Forlì di Corbari, Versari, Casadei e Arturo Spazzoli e sull’uccisione a Coccolia (RA) di Tonino Spazzoli. Bieber e Stakul del comando SS di Forlì furono accusati delle torture a Tonino Spazzoli e della sua uccisione, mentre i responsabili della morte di Corbari e degli altri partigiani e della loro impiccagione nella piazza centrale di Forlì furono i fascisti del battaglione M IX Settembre. Il fascicolo fu archiviato provvisoriamente nel 1960 dal procuratore militare generale. Riaperto dal procuratore presso tribunale militare di La Spezia nel 1995 dopo la scoperta del cosiddetto “Armadio della vergogna”, fu archiviato nel 1999 per morte di uno dei due responsabili e perché l’altro era rimasto ignoto.
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Castrocaro (FC), cimitero
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Castrocaro (FC), cimitero
Descrizione: Lapide nel muro di cinta che ricorda l’uccisione del 12/08/1944 e quella di altri cinque uomini uccisi il 14/08/1944 (v. Episodio di Castrocaro (FC), 14 agosto 1944).
monumento a Forlì, piazza Saffi, portico di San Mercuriale
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Forlì, piazza Saffi, portico di San Mercuriale
Descrizione: Nel sacrario dei caduti partigiani sono ricordati i fratelli Verità.