Pazin (Pisino), 04.10.1943

(Pola - territori situati ora all\'estero)

Descrizione

Località Pazin (Pisino), Pazin (Pisino), Pola, territori situati ora all\'estero

Data 4 ottobre 1943

Matrice strage Nazista

Numero vittime 157

Numero vittime di genere ignoto 157

Descrizione: Dopo le prime fasi dell’avanzata le forze tedesche iniziarono a riorganizzarsi e prepararsi per la conclusione dell’occupazione. Il timore che il movimento partigiano locale potesse rafforzarsi ancora di più e potesse diventare una testa di ponte per un possibile sbarco alleato nell’Adriatico settentrionale rafforzò nei comandi tedeschi la convinzione della necessità di arrivare ad una soluzione rapida e radicale della questione. Fu qui che nacque la decisione di far partire una serie di operazioni di perlustrazione e di rastrellamento, un vero e proprio grande ciclo di operazioni anti-partigiane in tutta la zona dell’OZAK. Un’operazione il cui obiettivo doveva essere quello di stroncare sul nascere le bande ribelli ed eliminare la presunta presenza di sbandati. Nell'operazione, denominata Operation Istrien, dovevano convergere da ovest le forze dell’H.Gr.B e da est quelle dell’OB Südost con lo scopo di schiacciare il movimento insurrezionale in Istria e di occupare la costa croata. Uno dei fatti più cruenti dell’ottobre, fu sicuramente la conquista della città di Pisino, sede e simbolo del Movimento di Liberazione slavo in Istria. L’attacco alla cittadina fu condotto con estrema brutalità e freddezza dalle unità delle Waffen-SS, che appartenevano alla «Leibstandarte Adolf Hitler»: furono il III. Btl./SS-Pz.Gren.Rgt. 1 e il SS-Pz.Pi.Btl. che avanzarono lungo due strade verso Pisino. Il 4 ottobre, verso le 11.00 del mattino, 13 Stukas si portavano sulla cittadina e calandosi a bassissima quota iniziarono il bombardamento con bombe di medio calibro colpendo indistintamente tutto l’abitato. Parte della popolazione cercò scampo nelle campagne circostanti, mentre purtroppo molti trovarono la morte. Il bombardamento cessò verso mezzogiorno quando si avvicinava alla città, proveniente dalla strada della valle di Vermo, la prima colonna corazzata germanica . La testa della colonna raggiunse le prime case dal lato sud, ma fu subito accolta da un nutrito fuoco di fucileria proveniente dalle prime case. Questi primi spari fecero scattare nelle forze tedesche una feroce reazione nei confronti della città. I tedeschi risposero immediatamente al fuoco con i Panzer colpendo e incendiando le case dalle quali provenivano i colpi: «coloro che da dette case scappavano venivano indistintamente tutti mitragliati e stesi al suolo». La colonna proseguì verso il centro della cittadina soffocando ogni tentativo di resistenza con le cannonate e con il fuoco. La città che ospitava il comando operativo delle forze partigiane locali doveva essere punita. Dall’Istria il 5 ottobre un rapporto di fonte tedesca sui fatti dell’operazione a Pisino segnalava che erano stati uccisi 157 Banditi.

Modalità di uccisione: cannoneggiamento volontario,fucilazione,incendio

Tipo di massacro: rastrellamento
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Scheda compilata da Giorgio Liuzzi e Fabio Verardo

Ultimo aggiornamento dei dati: 2018-04-23 13:29:29

Vittime

Elenco vittime

157 civili

Elenco vittime civili 157

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


SS-Pz.Pi.Btl. 1

Tipo di reparto: Waffen-SS

III Btl./SS-Pz.Gren.Rgt. 1

Tipo di reparto: Waffen-SS

Memorie
Bibliografia


A. Buvoli - F. Cecotti - L. Patat (a cura di), Atlante storico della lotta di liberazione italiana nel Friuli Venezia Giulia: una Resistenza di confine, 1943-1945, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione - Centro Isontino di ricerca e documentazione storica e sociale L. Gasparini - Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia - Istituto Provinciale per la Storia del Movimento di Liberazione e dell’età contemporanea, Udine-Gradisca d’Isonzo-Trieste-Pordenone 2006.
G. Liuzzi, Violenza e repressione nazista nel Litorale Adriatico (1943-1945), Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione per il Friuli Venezia-Giulia, Trieste 2015.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti