Prato del Miglio, Sasso Marconi, 15.10.1944

(Bologna - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Prato del Miglio, Sasso Marconi, Bologna, Emilia-Romagna

Data 15 ottobre 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 4

Numero vittime uomini 4

Numero vittime uomini adulti 4

Descrizione: Premessa
La vicenda è legata agli eventi che precedono la strage del Padule di Fucecchio (23 agosto 1944). Il 17 agosto 1944 nel parco di Villa Corsini di Fucecchio (Firenze) due soldati risultano feriti e questo fatto scatena una serie di rappresaglie. Più tardi, forse proprio il 20 agosto, dopo che è iniziata l'operazione di rastrellamento oggetto della scheda, il comando scoprì che i due soldati erano ubriachi e si erano feriti da soli passando dal gioco al litigio che conclusosi col lancio di una bomba a mano. Comunque la rappresaglia è immediata e lo stesso giorno (17 agosto) viene ucciso Alberto Briganti (anni 54, professione sarto; i tedeschi sono entrati in casa sua e l'hanno catturato e nel condurlo via gli hanno sparato, forse aveva tentato la fuga; Briganti non viene conteggiato nell'economia dell'episodio qui ricordato). Il giorno 18 agosto a Massarella di Fucecchio un motociclista portaordini viene ferito da una fucilata, mentre in località Cavallaia due civili fermano un soldato in bicicletta, lo picchiano e gli sottraggono la bicicletta; lo stesso soldato va al Comando di Villa Crocialoni a piedi, dove, secondo alcuni testimoni, viene giustiziato dagli stessi miliari. La reazione è immediata, i soldati si recano nella località e fanno uscire tutti dalle abitazioni, poi le minano, infine le fanno saltare: una decina le case distrutte. Lo stesso giorno a Fucecchio due coniugi (Ficini Geremia, anni 72 e Salvadori Giulia, anni 60; anche questi non sono conteggiati) vengono uccisi perché cercano di salvare una loro vicina da una violenza da parte di due soldati tedeschi. Questi sono i prodromi dell'operazione di rastrellamento del 20 agosto 1944.
Il rastrellamento del 20 agosto 1944
Quel giorno a Torre, frazione di Fucecchio (Firenze), dopo un cannoneggiamento alleato, inizia un grande rastrellamento. Il comandante dell'operazione ha l'ordine di catturare gli uomini e di ucciderne uno ogni cinque (è l'azione di rappresaglia conseguente al ferimento con una bomba a mano dei due soldati tedeschi), ma quando il comando scopre che i due si sono feriti da soli, l'ordine cambia: i prigionieri non saranno più fucilati, ma utilizzati per il lavoro coatto. Nel corso dell'azione, che coinvolge molte località, i militari catturano i maschi senza distinzione di età e tutti vengono rinchiusi nella stalla di una casa isolata; tra questi ci sono Soldaini, i fratelli Pallesi e Canzani. Verso sera i prigionieri vengono fatti uscire e disposti su tre file. A quel punto le donne, che avevano seguito i loro cari catturati, assistendoli come meglio potevano, iniziano a disperarsi, ma i soldati dicono loro di stare tranquille che porteranno gli uomini a lavorare per qualche giorno a Montecatini Terme, poi li rimanderanno a casa.
Quando il gruppo arriva in località Dreoli di Massarella (Fucecchio) uno dei prigionieri (Tommaso Marradi) riesce a scappare inoltrandosi nel bosco, un soldato gli spara ma non lo colpisce. I prigionieri, una volta arrivati a Villa Crocialoni (Fucecchio), passano una visita medica (solo un giovane viene scartato perché infermo di mente), poi vengono fatti salire sui camion che partono in direzione di Pistoia. La colonna arriva a Santa Maria alle Grazie (sui monti del Montalbano) dove si ferma. I lavoratori vengono divisi, un gruppo prosegue per l'Abetone (da dove alcuni riusciranno a scappare), i rimanenti, invece, il mattino seguente, suddivisi in squadre, iniziano a lavorare alle fortificazioni. Soldaini, i fratelli Pallesi e Canzani sono tra questi. Poi arriva un ambulanza e un prigioniero riesce a fingersi malato, cosicché viene riportato a Fucecchio (invano ci aveva provato anche Soldaini). Dopo qualche giorno cambia il comandante, arriva un terribile maresciallo. Tutto il gruppo parte per raggiungere la Collina pistoiese (Passo della Collina) dove per alcuni giorni gli uomini lavorano alle postazioni. Ma il fronte si sta avvicinando e i prigionieri vengono di nuovo spostati, questa volta raggiungono San Pellegrino al Cassero (Sambuca pistoiese), dove rimangono per qualche tempo, finché non vengono trasferiti a Porretta Terme (Villa Matteucci). Qui Soldaini, i fratelli Pallesi e Canzani fuggono: sono riusciti a convincere il sergente a conceder loro il permesso per recarsi da un contadino in cerca di uova, invece scappano. Il sergente e un soldato li cercano tutta la notte, ma inutilmente. Il gruppo prosegue per Vergato, dove alloggiano nei locali dell'Ospedale, infine arrivano a Sasso Marconi. Nella cittadina ai prigionieri arriva la notizia che i fuggitivi sono stati ripresi. I quattro alcune volte avevano tentato di superare il fronte per tornare a casa, ma erano stati catturati, impiegati a scavare fortificazioni per qualche giorno, poi mandati nelle retrovie. A quel punto avevano deciso di andare a Bologna dove pensavano fosse più facile nascondersi, ma una volta giunti a Sasso Marconi, essi videro avvicinarsi un tedesco e non ci fecero caso più di tanto; soltanto quando furono a pochi passi si accorsero che era il loro sergente e non ebbero scampo.
Il graduato rinchiude i quattro fuggitivi in una stanza vicino alla cucina e li tiene senza mangiare e bere per quattro giorni, il quinto giorno (14 ottobre) li fa uscire sotto scorta per andare a Prato del Miglio a scavare la fossa comune. Poi li fa rientrare e dà loro la possibilità di consegnare i propri effetti personali ad altri prigionieri. Infine, un caporale maggiore gli dà quattro pezzi di pane e altrettante sigarette. Il mattino seguente, i quattro, assieme ad altri prigionieri, vengono condotti davanti alla fossa. Un soldato li benda, ma tutti la rifiutano, in più Soldaini fa segno ai soldati di colpirlo al cuore. Dopo l'ultima boccata di fumo il sergente dà l'ordine e i quattro cadono nella fossa, ma uno dei fratelli Pallesi è ancora vivo e lo stesso sergente gli spara il colpo di grazia. Infine il maresciallo indica le pale al resto dei prigionieri: devono seppellirli. Dopo qualche giorno i prigionieri vengono condotti a Marzabotto, poi a piedi raggiungono Bologna e su corriere arrivano a Fossoli (Carpi), poi vanno a Peschiera sul Garda (Verona), quindi proseguono per Verona, dove arrivano il 2 novembre 1944. Da qui saranno deportati a Berlino (Germania).
Solo dopo la fine della guerra e il ritorno di alcuni superstiti, questi, assieme ai familiari dei quattro uccisi, potranno tornare a Sasso Marconi per indicare il luogo dove sono stati sepolti i loro cari.

Modalità di uccisione: fucilazione

Tipo di massacro: rappresaglia
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Scheda compilata da Massimo Turchi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-08-03 21:29:43

Vittime

Elenco vittime

1. Canzani Silvano 1924 15/10/1944 Santa Croce sull\'Arno (Pisa) Sasso Marconi Prato del Miglio
2. Pallesi Osvaldo 1913 15/10/1944 Santa Croce sull\'Arno (Pisa) Sasso Marconi Prato del Miglio
3. Pallesi Silvano 1916 15/10/1944 Santa Croce sull\'Arno (Pisa) Sasso Marconi Prato del Miglio
4. Soldaini Alfredo 1913 15/10/1944 Fucecchio (Firenze) Sasso Marconi Prato del Miglio Postino

Elenco vittime civili 4

Canzani Silvano,
Pallesi Osvaldo,
Pallesi Silvano,
Soldaini Alfredo

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie

Memorie legate a questa strage

  • luogo della memoria a Fucecchio

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Ubicazione: Fucecchio

    Descrizione: A Fucecchio è stata intitolata una via al postino Soldaini.

Bibliografia


Riccardo Cardellicchio, "L'estate del '44 (L'eccidio del padule di Fucecchio)", Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1974
Riccardo Cardellicchio, "Una via antica per il postino fucilato. Alfredo Soldaini fu ammazzato dai tedeschi a Sasso Marconi", in "Il Tirreno - Empoli", del 28/10/2013 [Consultato sul website (http://iltirreno.gelocal.it/empoli/cronaca/2013/10/28/news/una-via-antica-per-il-postino-fucilato-1.8010155) il giorno 3 giugno 2015]
Dario Zanini, "Marzabotto e dintorni 1944", Ponte Nuovo, Bologna, 1996.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti