SAN RUFFILLO BOLOGNA 17.04.1945

(Bologna - Emilia-Romagna)

Episodio di riferimento: San Ruffillo

Descrizione

Località San Ruffillo, Bologna, Bologna, Emilia-Romagna

Data 17 aprile 1945

Matrice strage Nazista

Numero vittime 12

Numero vittime uomini 12

Numero vittime uomini adulti 12

Descrizione: Dopo le uccisioni effettuate nel dicembre 1944 a Sabbiuno di Paderno sui colli vicino a Bologna, e quelle effettuate a febbraio e marzo 1945 presso la stazione ferroviaria di San Ruffillo alla periferia della città, di cui erano stati vittime antifascisti e partigiani detenuti nel carcere bolognese di San Giovanni in Monte a disposizione delle SS, i prelievi dal carcere e le eliminazioni di detenuti continuarono nel mese di aprile 1945. Le SS del comando della Sicherheitspolizei e del Sicherheitsdienst (Sipo-SD) di via Santa Chiara a Bologna nei giorni 4, 9 e 17 aprile prelevarono complessivamente 39 detenuti dalle carceri di San Giovanni in Monte che non risultano tra i deportati, né tra gli avviati a lavori di fortificazioni, né tra i sopravvissuti alla guerra. Con ogni probabilità essi furono uccisi con modalità analoghe a quelle utilizzate a Sabbiuno di Paderno e a San Ruffillo, in un luogo isolato e dove fosse possibile occultare i loro corpi. Non è del tutto chiarito se la stazione fu ancora teatro delle fucilazioni di aprile 1945 o se fu scelto un altro luogo, comunque posto lungo il tracciato della ferrovia. Secondo le ricerche di Andrea Ferrari e Paolo Nannetti le uccisioni di aprile potrebbero avere avuto luogo a Rastignano (BO), non lontano da San Ruffillo, dove nel 1974 furono trovati resti umani risalenti al periodo della guerra. L’ipotesi che possa trattarsi dei prelevati dal carcere nell’aprile 1945 che risultano dispersi o di parte di essi non è da scartare, sebbene non appaia del tutto logica la scelta di un luogo così prossimo alle linee americane nell’aprile del 1945, alla vigilia dell’ingresso in città delle truppe alleate. Per questo lavoro abbiamo considerato i fucilati dell’aprile 1945 come fucilati a San Ruffillo, poiché la stessa logica sottende alle varie eliminazioni e poiché la memoria delle stragi di aprile è parte di quella della strage di San Ruffillo, intesa come un unico episodio (v. Note sulla memoria e Annotazioni).
Le fucilazioni di aprile 1945, come quelle di San Ruffillo, rispondono ad una logica eliminazionista e si collocano in un momento in cui i tedeschi si preparano a lasciare la città ed eliminano il maggior numero possibile di prigionieri, ebrei e avversari politici ancora nelle loro mani. La stessa logica si ritrova nel Bolognese nelle stragi di Sabbiuno di Paderno, compiute dalle SS di Bologna, nonché in quelle precedenti dell’aeroporto di Forlì, compiute almeno in parte dagli stessi uomini del SD (v. Episodi di Ronco di Forlì, aeroporto (FC), 5-6, 17 e 25 settembre 1944). Tutte queste uccisioni furono occultate.

Modalità di uccisione: fucilazione,uccisione con armi da fuoco

Trattamento dei cadaveri: Occultamento dei cadaveri

Tipo di massacro: punitivo (massacro eliminazionista fino al 2016-11-30)
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Eliminazionista: sì

Estremi e note penali: Dal 1° agosto 1944 il comando delle forze della polizia di sicurezza e del servizio di sicurezza SS di Bologna era affidato all’SS-Hauptsturmführer (capitano) Hugo Gold (nato a Mammendorf, Germania, il 07/10/1894) già in servizio presso l’Aussenkommando Sipo-SD di Genova e presso quello di Firenze. Facevano parte degli uomini del comando Sipo-SD di Bologna, tra gli altri, l’SS-Obersturmführer (tenente) Karl Weissmann di origine austriaca, che era stato membro del SD di Firenze, l’SS-Obersturmführer Werner Haftmann, l’SS-Unterscharführer (sergente) Hermann Prader, altoatesino che sono ricordati come elementi che ricoprivano responsabilità negli interrogatori e nella gestione dei prigionieri; inoltre erano in servizio a Bologna due uomini provenienti dal comando Sipo-SD di Forlì che avevano partecipato alle uccisioni dell’aeroporto di Forlì nell’estate-autunno del 1944: Hans Gassner (nato a Hüfingen, Germania, il 16/05/1901, agente di pubblica sicurezza dal 1919 al 1925 e in seguito agente della polizia di Stoccarda, in Italia presso i comandi del SD di Roma, Perugia, Forlì, Bologna, SS-Sturmscharführer (maresciallo maggiore), morto a Waiblingen, Germania, il 13/03/1978) e Gustav Pustowka (nato a Teschen, Polonia (Teschen è il nome tedesco di Cieszyn), membro del partito nazista, delle SS e della Gestapo, agente della polizia criminale, in Italia nei comandi Sipo-SD di Roma, Forlì, Bologna e Ferrara, SS-Scharführer (sergente maggiore), morto a Ludwigsburg, Germania, il 15/01/1991); Pustowka secondo alcune fonti fu coinvolto nelle fucilazioni di San Ruffillo e Sabbiuno di Paderno a Bologna, oltre che nella strage de La Storta a Roma e in quella del Caffè del Doro a Ferrara (v. Episodi di Roma, La Storta, 4 giugno 1944; Ferrara, 17 novembre 1944; Ronco di Forlì, aeroporto (FC), 29 giugno, 5-6, 17 e 25 settembre 1944; Sabbiuno di Paderno (BO), 14 e 23 dicembre 1944).
Tra gli altri membri vi erano da fine luglio 1944 l’SS-Hauptsturmführer (capitano) Wetjen nel settore amministrativo, proveniente dall’Aussenkommando di Roma, e dal febbraio 1945 l’SS-Hauptsturmführer Günther Buchelt capo della sezione IV Gestapo, gli SS-Sturmscharführer (marescialli maggiori) Karl Beck, Hermann Krüger e Georg Buchner, gli SS-Hauptscharführer (marescialli capi) Gerhard Beese e Hubert Wilsch, e il comandante delle Waffen-SS Willi Karscher. Dopo lo scioglimento del comando di Forlì giunse a Bologna anche l’SS-Oberscharführer (maresciallo) Ludwig Jüngling (nato a Hanau/Main, Germania, il 16/07/1906, membro della polizia criminale, in Italia in servizio a Roma, Forlì e Bologna nel settore amministrativo).
- Procedimento contro Berti Martino (nato a Bologna il 12/11/1906, caporalmaggiore della Gnr) davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna. Berti fu accusato di collaborazionismo e di aver partecipato all’arresto di diversi partigiani, fra cui Giorgio Grotti (tra i prelevati al carcere di San Giovanni in Monte il 17/04/1945 e poi dispersi), Sandro Rossi, ucciso a San Ruffillo il 10/02/1945 (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO), 10 febbraio 1945) e Remo Nicoli prelevato dal carcere di San Giovanni in Monte il 04/04/1945 e poi disperso (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO)?, 4 aprile 1945). La sentenza della Cas di Bologna rivela che Berti per le sue doti di investigazione fu in forza all’Ufficio politico investigativo della Gnr e dal febbraio 1945 fu al servizio del Sicherheitsdienst per la raccolta di informazioni sulla situazione sociale e politica e come informatore. Pare che facesse arrestare dalla Questura, dalla Gnr o dai tedeschi i partigiani che riteneva responsabili dell’uccisione di due suoi fratelli per vendicarli e che partecipasse agli interrogatori e alle torture inflitte ai prigionieri nella sede della Gnr nella Facoltà di Ingegneria, anche a danno dei partigiani della 1ª brigata Irma Bandiera catturati nel febbraio 1945 e poi uccisi a San Ruffillo il 01/03/1945 (v. Episodio di San Ruffillo stazione (BO), 1° marzo 1945). Nella sentenza non vengono nominati direttamente, ma si parla di una ventina di persone arrestate insieme ad Augusto Diolaiti e alla sorella di Sandro Rossi, Evelina, recluse a ingegneria, interrogate e torturate e poi passate alle SS, dieci delle quali furono ritrovate uccise a San Ruffillo. La Corte d’Assise straordinaria di Bologna con sentenza del 17/08/1945 condannò Berti alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena. Berti presentò ricorso e la Cassazione il 21/09/1945 annullò la sentenza rinviando gli atti per un nuovo giudizio alla Corte d’Assise straordinaria di Modena.
- Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Modena contro Berti Martino conclusosi con sentenza 16/04/1946. La Corte modenese ritenne Berti colpevole, ma gli concesse le attenuanti per il fatto che le sue azioni contro i partigiani, pur gravi, erano state dettate dal desiderio di vendicare i suoi fratelli uccisi. Lo condannò alla pena di reclusione di tredici anni e quattro mesi, cinque dei quali condonati nel luglio 1946; altri quattro anni, cinque mesi e 10 giorni furono condonati nel 1948. Una sentenza della Corte d’Appello di Bologna del 14/01/1955 dichiarò Berti riabilitato.
- Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Golinelli Lidia (nata a Bologna il 01/07/1925, accusata di delazione dopo essere stata staffetta all’interno della 7ª Gap Gianni), Quintavalli Gilberto (nato a Argenta (FE) il 25/03/1912, residente a Bologna, iscritto al Pfr e membro della Gnr) e Scaramagli Amerigo (nato a Altedo (BO) il 14/07/1912, membro della Gnr). In particolare Golinelli era accusata di aver provocato con la sua delazione l’arresto di numerosi partigiani e, nel caso specifico di San Ruffillo, la cattura di Francesco Cristofori; Quintavalli e Scaramagli di aver operato l’arresto di numerosi partigiani e, nel caso specifico di San Ruffillo, di aver ferito e poi catturato Francesco Cristofori. Tra i fatti contestati a Golinelli figura un’operazione di rastrellamento effettuata da Gnr, Bn e tedeschi nella zona di Castel Maggiore all’inizio di marzo del 1945, operazione alla quale secondo Golinelli parteciparono Quintavalli e Scaramagli (che negarono) e che portò alla cattura di diverse persone tra cui i partigiani Dovilio Zaniboni e Pio Bolelli, nome di battaglia Giovanni di cui dopo l’arresto si persero le tracce. Zaniboni e Bolelli risultano tra i prelevati dal carcere di San Giovanni in Monte il 17/04/1945 e poi dispersi (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO)?, 17 aprile 1945). Il procedimento si concluse il 23/08/1945 con sentenza di colpevolezza per il reato di collaborazionismo per tutti e tre gli imputati e con la condanna a morte mediante fucilazione alla schiena. I tre imputati ricorsero in Cassazione. Con sentenza del 19/10/1945 la Cassazione accolse il ricorso di Lidia Golinelli annullando la sentenza della Cas di Bologna e inviando gli atti per un nuovo giudizio alla Corte d’Assise straordinaria di Modena relativamente alla possibile concessione delle attenuanti; respinse invece i ricorsi di Scaramagli e Quintavalli. Il 13/07/1947 e il 13/08/1947 la Cassazione annullò la sentenza limitatamente alla pena di morte per Scaramagli e Quintavalli rinviando gli atti alla Corte d’Assise sezione speciale di Modena per un nuovo esame.
- Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Modena contro Lidia Golinelli, conclusosi con sentenza 07/05/1946. La Corte giudicò colpevole l’imputata, ma concesse le attenuanti considerando la sua giovane età, l’ambiente in cui crebbe, le minacce dei fascisti dopo che la catturarono tra i partigiani e commutò la pena di morte in trenta anni di reclusione. Con declaratoria della Corte d’Assise straordinaria di Modena del 03/08/1946 il reato fu dichiarato estinto per amnistia.
- Procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Modena contro Gilberto Quintavalli e Amerigo Scaramagli. La Corte prese in considerazione come principali capi di imputazione la cattura di Otello Spadoni e Francesco Cristofori (il primo ucciso e il secondo ferito in quella occasione dagli imputati e poi portato in carcere e ucciso a San Ruffillo) limitatamente alla morte di Spadoni e al ferimento di Cristofori per entrambi gli imputati e l’uccisione di Aldo Ognibene per Scaramagli. Con sentenza del 10/12/1947, la Corte condannò Quintavalli e Scaramagli a trenta anni di reclusione per l’uccisione di Otello Spadoni; assolse Scaramagli per insufficienza di prove per l’omicidio di Aldo Ognibene e dichiarò di non doversi procedere nei confronti dei due imputati per il ferimento di Cristofori e per gli altri capi di imputazione per sopravvenuta amnistia. Entrambi i condannati godettero di condoni. Con sentenza del 13/02/1957 la Corte d’Appello di Bologna riabilitò Quintavalli. La Corte d’Appello di Bologna con declaratoria 13/02/1960 dichiarò estinti i reati a carico di Scaramagli per amnistia e cessata l’esecuzione della condanna. Il Tribunale supremo militare con sentenza 14/12/1964 riabilitò a tutti gli effetti militari Quintavalli.
- Procedimento contro Monti Bruno (nato a Bologna il 17/11/1904, iscritto al Pfr, tenente della Gnr, addetto all’Ufficio politico investigativo dell’Ispettorato provinciale e poi regionale della Gnr) davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna. Monti fu accusato di collaborazionismo e di aver partecipato all’arresto, alle torture e all’uccisione di diversi partigiani o alla consegna di partigiani alle SS provocandone la deportazione o la fucilazione, oltre che a furti. La Corte d’Assise straordinaria lo ritenne responsabile degli arresti di Carlo Calzoni, Luciano Mantovani e Dante Simoni uccisi a San Ruffillo il 10/02/1945, di Remo Draghetti, ucciso a San Ruffillo il 20/02/1945 (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO), 20 febbraio 1945), di Francesco Cristofori, ucciso a San Ruffillo il 16/03/1945 (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO), 16 marzo 1945) e di Giorgio Grotti, prelevato da San Giovanni in Monte il 17/04/1945 e poi disperso (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO)?, 17 aprile 1945). Il 7 marzo 1946 la Corte giudicò Monti colpevole e lo condannò a morte mediante fucilazione alla schiena. Monti presentò ricorso e la Cassazione con sentenza del 31/05/1946 annullò la sentenza rinviando la causa alla Corte d’Assise di Modena sezione speciale.
- Procedimento davanti alla Corte d’Assise di Modena contro Bruno Monti. La Corte con sentenza 12/03/1947 commutò la pena di morte in ergastolo. Il reato fu poi dichiarato estinto per amnistia.

Annotazioni: - Per redigere le schede sulle fucilazioni di San Ruffillo ci siamo basati sui lavori di Andrea Ferrari e Paolo Nannetti che studiando il registro del carcere di San Giovanni in Monte sono riusciti a ricostruire un quadro preciso degli ingressi e dei prelevamenti dal carcere dei detenuti. Nelle altre fonti citate (per esempio il Dizionario dei partigiani o il sito Storia e memoria di Bologna) sono talvolta indicate date diverse da quelle ricavate da Ferrari e Nannetti qui riportate.
- Andrea Ferrari e Paolo Nannetti, nei loro studi su San Giovanni in Monte e le fucilazioni di massa dell’inverno 1944-45 e della primavera 1945 hanno ipotizzato che sia stato scelto come luogo per le ultime stragi dell’aprile 1945 Rastignano (BO) alle porte della città, non lontano dalla stazione di San Ruffillo. A Rastignano nel 1974 furono effettivamente ritrovati nei pressi dei binari dei resti umani appartenenti a persone la cui morte risaliva all’epoca della seconda guerra mondiale perciò l’ipotesi che possa trattarsi dei prelevati dal carcere nell’aprile 1945 che risultano dispersi o di parte di essi non è da scartare, sebbene non appaia del tutto logica la scelta di un luogo così prossimo alle linee americane nell’aprile del 1945, alla vigilia dell’ingresso in città delle truppe alleate. Per questo lavoro abbiamo considerato i fucilati dell’aprile 1945 come fucilati a San Ruffillo, poiché la stessa logica sottende alle varie eliminazioni e poiché la memoria delle stragi di aprile è parte di quella della strage di San Ruffillo, intesa come un unico episodio (v. Note sulla memoria).

Episodi collegati:
- Episodio di San Ruffillo, stazione (BO), 10 febbraio 1945.
- Episodio di San Ruffillo, stazione (BO), 20 febbraio 1945.
- Episodio di San Ruffillo, stazione (BO), 1° marzo 1945.
- Episodio di San Ruffillo, stazione (BO), 2 marzo 1945.
- Episodio di San Ruffillo, stazione (BO), 16 marzo 1945.
- Episodio di San Ruffillo, stazione (BO), 21 marzo 1945.
- Episodio di San Ruffillo, stazione (BO)?, 4 aprile 1945
- Episodio di San Ruffillo, stazione (BO)?, 9 aprile 1945

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): - Le uccisioni di San Ruffillo sono ricordate come un unico evento. - Per quanto gli studi non abbiano ancora chiarito se la stazione di San Ruffillo sia stata teatro anche delle uccisioni di detenuti prelevati dal carcere di San Giovanni in Monte ad aprile del 1945, la memoria pubblica e privata degli eventi ha accomunato i detenuti prelevati da San Giovanni in Monte in aprile che risultano dispersi alle vittime di San Ruffillo; così i dispersi di Bondeno (FE), per esempio, sono ricordati ogni anno nelle commemorazioni ufficiali della strage di San Ruffillo.

Scheda compilata da ROBERTA MIRA
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-11-30 16:12:56

Vittime

Elenco vittime

Bolelli Pio “Giovanni”, nato a San Giorgio di Piano (BO) il 24/08/1920, residente a Castel Maggiore (BO), operaio. Partigiano della 7ª Gap Gianni. Disperso dal 22/04/1945. Riconosciuto partigiano dal 20/05/1944 alla Liberazione.
Buldrini Domenico, nato a Rimini nel 1897, portalettere. Arrestato l’11/04/1945 e recluso a San Giovanni in Monte a disposizione delle SS. Non note attività nella Resistenza. Indefinito.
Calzoni Mario “Morro”, nato a Bologna il 17/02/1928. Partigiano della 1ª brigata Irma Bandiera. Disperso dal 17/04/1945. Riconosciuto partigiano dal 01/09/1944 al 17/04/1945.
Ercolessi (o Ercolesi) Cesarino “Lupo”, nato a Loiano (BO) il 26/05/1925, ferroviere. Commissario politico di plotone nel battaglione Busi della 1ª brigata Irma Bandiera. Incarcerato a San Giovanni in Monte il 27/03/1945 risulta prelevato il 17/04/1945 e disperso. Il suo corpo non fu ritrovato e il distretto militare di Bologna lo dichiarò irreperibile ne 1948. Riconosciuto partigiano dal 01/09/1944 alla Liberazione.
Giacometti Elio “Franz”, nato a Castel San Pietro Terme (BO) il 29/09/1925, elettricista. Ispettore nel battaglione Busi della 1ª brigata Irma Bandiera. Risulta incarcerato a San Giovanni in Monte dal 25/03/1945 al 17/04/1945, data dalla quale è disperso. Riconosciuto partigiano dal 01/09/1944 al 12/04/1945.
Grotti Giorgio “Bengala”, nato a Budrio (BO) il 23/12/1925, residente a Bologna, lucidatore. Partigiano della 7ª Gap Gianni attivo a Castenaso (BO). Risulta incarcerato a San Giovanni in Monte dal 30/03/1945 al 17/04/1945, data dalla quale è disperso. Il tribunale di Bologna nel 1972 dichiarò la sua irreperibilità. Riconosciuto partigiano dal 10/02/1944 al 17/04/1945.
Maccaferri Adelfo “Brunello”, nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 17/03/1918, muratore. Fu tra i primi organizzatori dell’opposizione e della Resistenza armata nella zona di Amola di San Giovanni in Persiceto. Nella primavera del 1944 si spostò da Amola a Tivoli e Castagnolo, sempre nei pressi di San Giovanni in Persiceto; nel novembre 1944 assunse il ruolo di comandante nel battaglione Sergio (poi Marzocchi) della 63ª brigata Garibaldi Bolero attivo in pianura e a dicembre 1944 divenne vicecomandante della 63ª brigata. Dopo il rastrellamento effettuato a inizio dicembre nell’area di San Giovanni si spostò a Calderara di Reno (BO). Arrestato con Ottavio Serra a Castelcampeggi di Calderara di Reno il 15/03/1945 dai tedeschi dopo un’azione. Entrambi furono portati prima al carcere di San Giovanni in Persiceto e poi a San Giovanni in Monte a Bologna. Il nome di Maccaferri non figura nel registro del carcere: probabilmente entrò a San Giovanni in Monte con false generalità (come Rino Bencivenni). Maccaferri risulta disperso dal 17/04/1945. Riconosciuto partigiano dal 01/11/1943 alla Liberazione con il grado di vicecomandante di brigata.
Mattarelli Luciano, nato a Bologna nel 1928. Arrestato il 09/04/1945 e recluso a San Giovanni in Monte a disposizione delle SS. Non note attività nella Resistenza. Indefinito.
Nicoli Cesare “Nino”, nato a Pianoro (BO) il 09/01/1914, barbiere. Partigiano della 62ª brigata Garibaldi Camicie Rosse. Arrestato e incarcerato a San Giovanni in Monte a marzo 1945, risulta disperso dal 17/04/1945. Riconosciuto partigiano dal 09/09/1943 al 17/04/1945.
Ortensi Giovanni Guido Maria, nato a Bologna il 07/07/1914, falegname. Partigiano della 62ª brigata Garibaldi Camicie Rosse. Secondo il Dizionario dei partigiani bolognesi fu prelevato dai tedeschi il 17/04/1945 e da allora risulta disperso. Dichiarato irreperibile dal ministero della Difesa nel 1950. Riconosciuto partigiano dal 09/09/1943 al 17/04/1945.
Serra Ottavio, nato a Sala Bolognese (BO) il 21/12/1923, residente a Calderara di Reno (BO), meccanico Comandante di compagnia nel battaglione Armaroli della 63ª brigata Garibaldi Bolero, fu arrestato con Adelfo Maccaferri il 15/03/1945 dai tedeschi a Castelcampeggi di Calderara di Reno (BO) dopo un’azione. Entrambi furono portati prima al carcere di San Giovanni in Persiceto e poi a San Giovanni in Monte a Bologna. Serra risulta disperso dal 17/04/1945. Riconosciuto partigiano dal 10/02/1944 alla Liberazione.
Zaniboni Dovilio “Cici”, nato a San Pietro in Casale (BO) il 16/12/1921, residente a Castel Maggiore (BO), meccanico. Partigiano nel distaccamento di Castel Maggiore della 7ª Gap Gianni. I fascisti lo arrestarono l’11/03/1945; disperso da allora. Riconosciuto partigiano dal 01/01/1944 alla Liberazione.

Elenco vittime partigiani 10

Bolelli Pio
Calzoni Mario
Ercolessi (o Ercolesi) Cesarino
Giacometti Elio
Grotti Giorgio
Maccaferri Adelfo
Nicoli Cesare
Ortensi Giovanni Guido Maria,
Serra Ottavio,
Zaniboni Dovilio

Elenco vittime indefinite 2

Buldrini Domenico
Mattarelli Luciano

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Aussenkommando Sipo-SD Bologna

Tipo di reparto: Polizei
Appartenenza: Sicherheitspolizei u. SD

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Amerigo Scaramagli

    Nome Amerigo

    Cognome Scaramagli

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Golinelli Lidia (nata a Bologna il 01/07/1925, accusata di delazione dopo essere stata staffetta all’interno della 7ª Gap Gianni), Quintavalli Gilberto (nato a Argenta (FE) il 25/03/1912, residente a Bologna, iscritto al Pfr e membro della Gnr) e Scaramagli Amerigo (nato a Altedo (BO) il 14/07/1912, membro della Gnr). In particolare Golinelli era accusata di aver provocato con la sua delazione l’arresto di numerosi partigiani e, nel caso specifico di San Ruffillo, la cattura di Francesco Cristofori; Quintavalli e Scaramagli di aver operato l’arresto di numerosi partigiani e, nel caso specifico di San Ruffillo, di aver ferito e poi catturato Francesco Cristofori. Tra i fatti contestati a Golinelli figura un’operazione di rastrellamento effettuata da Gnr, Bn e tedeschi nella zona di Castel Maggiore all’inizio di marzo del 1945, operazione alla quale secondo Golinelli parteciparono Quintavalli e Scaramagli (che negarono) e che portò alla cattura di diverse persone tra cui i partigiani Dovilio Zaniboni e Pio Bolelli, nome di battaglia Giovanni di cui dopo l’arresto si persero le tracce. Zaniboni e Bolelli risultano tra i prelevati dal carcere di San Giovanni in Monte il 17/04/1945 e poi dispersi (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO)?, 17 aprile 1945). Il procedimento si concluse il 23/08/1945 con sentenza di colpevolezza per il reato di collaborazionismo per tutti e tre gli imputati e con la condanna a morte mediante fucilazione alla schiena. I tre imputati ricorsero in Cassazione. Con sentenza del 19/10/1945 la Cassazione accolse il ricorso di Lidia Golinelli annullando la sentenza della Cas di Bologna e inviando gli atti per un nuovo giudizio alla Corte d’Assise straordinaria di Modena relativamente alla possibile concessione delle attenuanti; respinse invece i ricorsi di Scaramagli e Quintavalli. Il 13/07/1947 e il 13/08/1947 la Cassazione annullò la sentenza limitatamente alla pena di morte per Scaramagli e Quintavalli rinviando gli atti alla Corte d’Assise sezione speciale di Modena per un nuovo esame. Procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Modena contro Gilberto Quintavalli e Amerigo Scaramagli. La Corte prese in considerazione come principali capi di imputazione la cattura di Otello Spadoni e Francesco Cristofori (il primo ucciso e il secondo ferito in quella occasione dagli imputati e poi portato in carcere e ucciso a San Ruffillo) limitatamente alla morte di Spadoni e al ferimento di Cristofori per entrambi gli imputati e l’uccisione di Aldo Ognibene per Scaramagli. Con sentenza del 10/12/1947, la Corte condannò Quintavalli e Scaramagli a trenta anni di reclusione per l’uccisione di Otello Spadoni; assolse Scaramagli per insufficienza di prove per l’omicidio di Aldo Ognibene e dichiarò di non doversi procedere nei confronti dei due imputati per il ferimento di Cristofori e per gli altri capi di imputazione per sopravvenuta amnistia. Entrambi i condannati godettero di condoni. Con sentenza del 13/02/1957 la Corte d’Appello di Bologna riabilitò Quintavalli. La Corte d’Appello di Bologna con declaratoria 13/02/1960 dichiarò estinti i reati a carico di Scaramagli per amnistia e cessata l’esecuzione della condanna. Il Tribunale supremo militare con sentenza 14/12/1964 riabilitò a tutti gli effetti militari Quintavalli.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

  • Bruno Monti

    Nome Bruno

    Cognome Monti

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Procedimento contro Monti Bruno (nato a Bologna il 17/11/1904, iscritto al Pfr, tenente della Gnr, addetto all’Ufficio politico investigativo dell’Ispettorato provinciale e poi regionale della Gnr) davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna. Monti fu accusato di collaborazionismo e di aver partecipato all’arresto, alle torture e all’uccisione di diversi partigiani o alla consegna di partigiani alle SS provocandone la deportazione o la fucilazione, oltre che a furti. La Corte d’Assise straordinaria lo ritenne responsabile degli arresti di Carlo Calzoni, Luciano Mantovani e Dante Simoni uccisi a San Ruffillo il 10/02/1945, di Remo Draghetti, ucciso a San Ruffillo il 20/02/1945 (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO), 20 febbraio 1945), di Francesco Cristofori, ucciso a San Ruffillo il 16/03/1945 (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO), 16 marzo 1945) e di Giorgio Grotti, prelevato da San Giovanni in Monte il 17/04/1945 e poi disperso (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO)?, 17 aprile 1945). Il 7 marzo 1946 la Corte giudicò Monti colpevole e lo condannò a morte mediante fucilazione alla schiena. Monti presentò ricorso e la Cassazione con sentenza del 31/05/1946 annullò la sentenza rinviando la causa alla Corte d’Assise di Modena sezione speciale. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise di Modena contro Bruno Monti. La Corte con sentenza 12/03/1947 commutò la pena di morte in ergastolo. Il reato fu poi dichiarato estinto per amnistia.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

  • Gilberto Quintavalli

    Nome Gilberto

    Cognome Quintavalli

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Golinelli Lidia (nata a Bologna il 01/07/1925, accusata di delazione dopo essere stata staffetta all’interno della 7ª Gap Gianni), Quintavalli Gilberto (nato a Argenta (FE) il 25/03/1912, residente a Bologna, iscritto al Pfr e membro della Gnr) e Scaramagli Amerigo (nato a Altedo (BO) il 14/07/1912, membro della Gnr). In particolare Golinelli era accusata di aver provocato con la sua delazione l’arresto di numerosi partigiani e, nel caso specifico di San Ruffillo, la cattura di Francesco Cristofori; Quintavalli e Scaramagli di aver operato l’arresto di numerosi partigiani e, nel caso specifico di San Ruffillo, di aver ferito e poi catturato Francesco Cristofori. Tra i fatti contestati a Golinelli figura un’operazione di rastrellamento effettuata da Gnr, Bn e tedeschi nella zona di Castel Maggiore all’inizio di marzo del 1945, operazione alla quale secondo Golinelli parteciparono Quintavalli e Scaramagli (che negarono) e che portò alla cattura di diverse persone tra cui i partigiani Dovilio Zaniboni e Pio Bolelli, nome di battaglia Giovanni di cui dopo l’arresto si persero le tracce. Zaniboni e Bolelli risultano tra i prelevati dal carcere di San Giovanni in Monte il 17/04/1945 e poi dispersi (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO)?, 17 aprile 1945). Il procedimento si concluse il 23/08/1945 con sentenza di colpevolezza per il reato di collaborazionismo per tutti e tre gli imputati e con la condanna a morte mediante fucilazione alla schiena. I tre imputati ricorsero in Cassazione. Con sentenza del 19/10/1945 la Cassazione accolse il ricorso di Lidia Golinelli annullando la sentenza della Cas di Bologna e inviando gli atti per un nuovo giudizio alla Corte d’Assise straordinaria di Modena relativamente alla possibile concessione delle attenuanti; respinse invece i ricorsi di Scaramagli e Quintavalli. Il 13/07/1947 e il 13/08/1947 la Cassazione annullò la sentenza limitatamente alla pena di morte per Scaramagli e Quintavalli rinviando gli atti alla Corte d’Assise sezione speciale di Modena per un nuovo esame. Procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Modena contro Gilberto Quintavalli e Amerigo Scaramagli. La Corte prese in considerazione come principali capi di imputazione la cattura di Otello Spadoni e Francesco Cristofori (il primo ucciso e il secondo ferito in quella occasione dagli imputati e poi portato in carcere e ucciso a San Ruffillo) limitatamente alla morte di Spadoni e al ferimento di Cristofori per entrambi gli imputati e l’uccisione di Aldo Ognibene per Scaramagli. Con sentenza del 10/12/1947, la Corte condannò Quintavalli e Scaramagli a trenta anni di reclusione per l’uccisione di Otello Spadoni; assolse Scaramagli per insufficienza di prove per l’omicidio di Aldo Ognibene e dichiarò di non doversi procedere nei confronti dei due imputati per il ferimento di Cristofori e per gli altri capi di imputazione per sopravvenuta amnistia. Entrambi i condannati godettero di condoni. Con sentenza del 13/02/1957 la Corte d’Appello di Bologna riabilitò Quintavalli. La Corte d’Appello di Bologna con declaratoria 13/02/1960 dichiarò estinti i reati a carico di Scaramagli per amnistia e cessata l’esecuzione della condanna. Il Tribunale supremo militare con sentenza 14/12/1964 riabilitò a tutti gli effetti militari Quintavalli.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

  • Gustav Pustowka

    Nome Gustav

    Cognome Pustowka

    Stato nominativo generico o non identificato emerso dalla documentazione

    Note responsabile nato a Teschen, Polonia (Teschen è il nome tedesco di Cieszyn), membro del partito nazista, delle SS e della Gestapo, agente della polizia criminale, in Italia nei comandi Sipo-SD di Roma, Forlì, Bologna e Ferrara, SS-Scharführer (sergente maggiore), morto a Ludwigsburg, Germania, il 15/01/1991

    Note procedimento Pustowka secondo alcune fonti fu coinvolto nelle fucilazioni di San Ruffillo e Sabbiuno di Paderno a Bologna, oltre che nella strage de La Storta a Roma e in quella del Caffè del Doro a Ferrara (v. Episodi di Roma, La Storta, 4 giugno 1944; Ferrara, 17 novembre 1944; Ronco di Forlì, aeroporto (FC), 29 giugno, 5-6, 17 e 25 settembre 1944; Sabbiuno di Paderno (BO), 14 e 23 dicembre 1944).

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto Aussenkommando Sipo-SD Bologna

  • Lidia Golinelli

    Nome Lidia

    Cognome Golinelli

    Ruolo nella strage Delatore

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Golinelli Lidia (nata a Bologna il 01/07/1925, accusata di delazione dopo essere stata staffetta all’interno della 7ª Gap Gianni), Quintavalli Gilberto (nato a Argenta (FE) il 25/03/1912, residente a Bologna, iscritto al Pfr e membro della Gnr) e Scaramagli Amerigo (nato a Altedo (BO) il 14/07/1912, membro della Gnr). In particolare Golinelli era accusata di aver provocato con la sua delazione l’arresto di numerosi partigiani e, nel caso specifico di San Ruffillo, la cattura di Francesco Cristofori; Quintavalli e Scaramagli di aver operato l’arresto di numerosi partigiani e, nel caso specifico di San Ruffillo, di aver ferito e poi catturato Francesco Cristofori. Tra i fatti contestati a Golinelli figura un’operazione di rastrellamento effettuata da Gnr, Bn e tedeschi nella zona di Castel Maggiore all’inizio di marzo del 1945, operazione alla quale secondo Golinelli parteciparono Quintavalli e Scaramagli (che negarono) e che portò alla cattura di diverse persone tra cui i partigiani Dovilio Zaniboni e Pio Bolelli, nome di battaglia Giovanni di cui dopo l’arresto si persero le tracce. Zaniboni e Bolelli risultano tra i prelevati dal carcere di San Giovanni in Monte il 17/04/1945 e poi dispersi (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO)?, 17 aprile 1945). Il procedimento si concluse il 23/08/1945 con sentenza di colpevolezza per il reato di collaborazionismo per tutti e tre gli imputati e con la condanna a morte mediante fucilazione alla schiena. I tre imputati ricorsero in Cassazione. Con sentenza del 19/10/1945 la Cassazione accolse il ricorso di Lidia Golinelli annullando la sentenza della Cas di Bologna e inviando gli atti per un nuovo giudizio alla Corte d’Assise straordinaria di Modena relativamente alla possibile concessione delle attenuanti; respinse invece i ricorsi di Scaramagli e Quintavalli. Il 13/07/1947 e il 13/08/1947 la Cassazione annullò la sentenza limitatamente alla pena di morte per Scaramagli e Quintavalli rinviando gli atti alla Corte d’Assise sezione speciale di Modena per un nuovo esame. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Modena contro Lidia Golinelli, conclusosi con sentenza 07/05/1946. La Corte giudicò colpevole l’imputata, ma concesse le attenuanti considerando la sua giovane età, l’ambiente in cui crebbe, le minacce dei fascisti dopo che la catturarono tra i partigiani e commutò la pena di morte in trenta anni di reclusione. Con declaratoria della Corte d’Assise straordinaria di Modena del 03/08/1946 il reato fu dichiarato estinto per amnistia

  • Martino Berti

    Nome Martino

    Cognome Berti

    Stato imputato in procedimento

    Note procedimento Procedimento contro Berti Martino (nato a Bologna il 12/11/1906, caporalmaggiore della Gnr) davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna. Berti fu accusato di collaborazionismo e di aver partecipato all’arresto di diversi partigiani, fra cui Giorgio Grotti (tra i prelevati al carcere di San Giovanni in Monte il 17/04/1945 e poi dispersi), Sandro Rossi, ucciso a San Ruffillo il 10/02/1945 (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO), 10 febbraio 1945) e Remo Nicoli prelevato dal carcere di San Giovanni in Monte il 04/04/1945 e poi disperso (v. Episodio di San Ruffillo, stazione (BO)?, 4 aprile 1945). La sentenza della Cas di Bologna rivela che Berti per le sue doti di investigazione fu in forza all’Ufficio politico investigativo della Gnr e dal febbraio 1945 fu al servizio del Sicherheitsdienst per la raccolta di informazioni sulla situazione sociale e politica e come informatore. Pare che facesse arrestare dalla Questura, dalla Gnr o dai tedeschi i partigiani che riteneva responsabili dell’uccisione di due suoi fratelli per vendicarli e che partecipasse agli interrogatori e alle torture inflitte ai prigionieri nella sede della Gnr nella Facoltà di Ingegneria, anche a danno dei partigiani della 1ª brigata Irma Bandiera catturati nel febbraio 1945 e poi uccisi a San Ruffillo il 01/03/1945 (v. Episodio di San Ruffillo stazione (BO), 1° marzo 1945). Nella sentenza non vengono nominati direttamente, ma si parla di una ventina di persone arrestate insieme ad Augusto Diolaiti e alla sorella di Sandro Rossi, Evelina, recluse a ingegneria, interrogate e torturate e poi passate alle SS, dieci delle quali furono ritrovate uccise a San Ruffillo. La Corte d’Assise straordinaria di Bologna con sentenza del 17/08/1945 condannò Berti alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena. Berti presentò ricorso e la Cassazione il 21/09/1945 annullò la sentenza rinviando gli atti per un nuovo giudizio alla Corte d’Assise straordinaria di Modena. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Modena contro Berti Martino conclusosi con sentenza 16/04/1946. La Corte modenese ritenne Berti colpevole, ma gli concesse le attenuanti per il fatto che le sue azioni contro i partigiani, pur gravi, erano state dettate dal desiderio di vendicare i suoi fratelli uccisi. Lo condannò alla pena di reclusione di tredici anni e quattro mesi, cinque dei quali condonati nel luglio 1946; altri quattro anni, cinque mesi e 10 giorni furono condonati nel 1948. Una sentenza della Corte d’Appello di Bologna del 14/01/1955 dichiarò Berti riabilitato.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • commemorazione a

    Tipo di memoria: commemorazione

    Descrizione: Sì, annuali. Le commemorazioni sono organizzate dalla sezione Anpi del Quartiere Savena di Bologna in collaborazione con il Quartiere Savena e vi partecipano delegazioni dei Comuni di residenza o di nascita delle vittime, del Comune e della Città metropolitana di Bologna, delle province di Modena e Ferrara, della regione Emilia-Romagna, dei comitati provinciali Anpi di Bologna e Modena e delle sezioni Anpi dei Comuni di nascita o di residenza delle vittime.

  • onorificenza alla persona a

    Tipo di memoria: onorificenza alla persona

    Descrizione: - Medaglia d’argento al valor militare ad Adelfo Maccaferri.

  • monumento a Bologna, piazza Nettuno

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Bologna, piazza Nettuno

    Descrizione: Bologna, piazza Nettuno: sacrario dei caduti partigiani; compaiono Pio Bolelli, Mario Calzoni, Cesarino Ercolessi, Elio Giacometti, Giorgio Grotti, Adelfo Maccaferri, Cesare Nicoli, Giovanni Guido Maria Ortensi, Ottavio Serra, Dovilio Zaniboni tra i dispersi prelevati dal carcere il 17/04/1945.

  • luogo della memoria a Bologna, via Oretti (originale) e via Faenza 4 (riproduzione)

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Ubicazione: Bologna, via Oretti (originale) e via Faenza 4 (riproduzione)

    Descrizione: lapide per i partigiani caduti e dispersi del Pontevecchio; compaiono Mario Calzoni, Cesarino Ercolessi, Elio Giacometti, Cesare Nicoli tra i dispersi prelevati dal carcere il 17/04/1945.

  • monumento a Bologna, Pontevecchio

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Bologna, Pontevecchio

    Descrizione: monumento che ricorda i partigiani e gli antifascisti che vivevano nel cosiddetto casermone di via Pontevecchio; vi compaiono Mario Calzoni, Cesarino Ercolessi, Elio Giacometti tra i dispersi prelevati dal carcere il 17/04/1945.

  • luogo della memoria a Bologna, stazione San Ruffillo

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Ubicazione: Bologna, stazione San Ruffillo

    Descrizione: Pannelli storico-espositivi sulle fucilazioni di San Ruffillo del 1945 realizzati nel 2008 per conto dell’Anpi del Quartiere Savena in collaborazione con l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini” – Isrebo; cura del progetto di Roberta Mira e Paola Zagatti; testi di Andrea Ferrari e Paolo Nannetti. Uno dei pannelli è stato collocato alla stazione di San Ruffillo per “segnare” il luogo della strage

Bibliografia


Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945), vol. II, Dizionario biografico A-C, Comune di Bologna, Istituto per la storia di Bologna, Bologna, 1985, pp. 276, 399.
Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945), vol. III, Dizionario biografico D-L, Comune di Bologna, Istituto per la storia di Bologna, Bologna, 1986, pp. 88, 362, 454.
Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945), vol. IV, Dizionario biografico M-Q, Comune di Bologna, Istituto per la storia di Bologna, Bologna, 1995, pp. 1-2, 482, 510.
Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945), vol. V, Dizionario biografico R-Z, Comune di Bologna, Istituto per la storia di Bologna, Bologna, 1998, pp. 286, 678.
Goffredo Felicani “Dick”, Il battaglione partigiano “Dino Gotti” con uno scritto di Aroldo Tolomelli “Al Fangéin” su La Resistenza nella Bassa Bolognese, a cura di Graziano Zappi “Mirco”, Aspasia, Bologna, 2002, pp. 156-157.
Andrea Ferrari, Paolo Nannetti, L’eccidio di San Ruffillo. Repressione nazifascista a Bologna nell’inverno 1944-45, Comitato per le onoranze ai caduti di San Ruffillo e del Quartiere Savena, Bologna, 1988.
Andrea Ferrari, Paolo Nannetti, Per una storia degli eccidi di San Giovanni in Monte. Le fucilazioni di massa di detenuti politici a Bologna negli ultimi mesi di occupazione tedesca, in «Resistenza oggi». Quaderni bolognesi di storia contemporanea, n. 4, 2003 nuova serie.
Andrea Ferrari, Paolo Nannetti, San Giovanni in Monte, Bologna, 1943-1945: carcere fascista e carcere tedesco. La fonte del registro-matricola dei detenuti, in «Resistenza oggi». Quaderni bolognesi di storia contemporanea, n. 5, 2004 nuova serie.
Andrea Ferrari, Paolo Nannetti, Dalla rappresaglia allo sterminio. Repressione tedesca ed eccidi di detenuti politici a Bologna nell’inverno 1944-45, in «Quaderni di Resistenza oggi» III, 1945, numero speciale, 2005.
Carlo Gentile, Intelligence e repressione politica. Appunti per la storia del servizio di informazioni SD in Italia 1940-1945, relazione al convegno Conoscere il nemico. Apparati di intelligence e modelli culturali nella storia contemporanea, Milano 2-4 aprile 2003, ora con il titolo I servizi tedeschi in Italia 1943-1945, in Paolo Ferrari, Alessandro Massignani (a cura di), Conoscere il nemico. Apparati di intelligence e modelli culturali nella storia contemporanea, Franco Angeli, Milano, 2010.
Mauro Maggiorani, Vincenzo Sardone, Libertà: i luoghi, i volti, le parole. Memorie dell’antifascismo e della Resistenza nel quartiere Savena di Bologna, Aspasia, Bologna, 2004, pp. 97-103.
Roberta Mira, Bologna, in Luciano Casali, Dianella Gagliani (a cura di), La politica del terrore. Stragi e violenze naziste e fasciste in Emilia Romagna, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli, Roma, 2008, pp. 73-75.

Sitografia


- Storia e memoria di Bologna:
Eccidio di San Ruffillo
http://memoriadibologna.comune.bologna.it/eccidio-di-san-ruffillo-12-evento
Bolelli Pio
http://www.storiaememoriadibologna.it/bolelli-pio-479166-persona
(presente ma non collegato alla strage di San Ruffillo)
Calzoni Mario
http://www.storiaememoriadibologna.it/calzoni-mario-479695-persona
(presente ma non collegato alla strage di San Ruffillo)
Ercolessi (o Ercolesi) Cesarino
http://www.storiaememoriadibologna.it/ercolesi-ercolessi-cesare-cesarino-478172-persona
(presente ma non collegato alla strage di San Ruffillo)
Giacometti Elio
http://www.storiaememoriadibologna.it/giacometti-elio-478240-persona
(presente ma non collegato alla strage di San Ruffillo)
Grotti Giorgio
http://www.storiaememoriadibologna.it/grotti-giorgio-478848-persona
(presente ma non collegato alla strage di San Ruffillo)
Maccaferri Adelfo
http://www.storiaememoriadibologna.it/maccaferri-adelfo-478908-persona
(presente ma non collegato alla strage di San Ruffillo nonostante nella biografia sia scritto che secondo alcune fonti fu ucciso a San Ruffillo a fine marzo 1945)
Nicoli Cesare
http://www.storiaememoriadibologna.it/nicoli-cesare-479014-persona
(presente ma non collegato alla strage di San Ruffillo)
Ortensi Giovanni Guido Maria
http://www.storiaememoriadibologna.it/ortensi-giovanni-guido-maria-479022-persona
(presente ma non collegato alla strage di San Ruffillo)
Serra Ottavio
http://www.storiaememoriadibologna.it/serra-ottavio-479477-persona
(presente ma non collegato alla strage di San Ruffillo)
Zaniboni Dovilio
http://www.storiaememoriadibologna.it/zaniboni-dovilio-479608-persona
(presente ma non collegato alla strage di San Ruffillo)

- Monumenti che parlano, L’eccidio di San Ruffillo e la Resistenza a Savena:
Stazione ferroviaria San Ruffillo e cippo dedicato ai caduti di San Ruffillo
http://www.comune.bologna.it/savena-resistenza/sanruffillo.php
Lapide dedicata ai partigiani caduti e dispersi del Pontevecchio
http://www.comune.bologna.it/savena-resistenza/pontevecchio.php
Lapide dedicata ai caduti e dispersi del Casermone
http://www.comune.bologna.it/savena-resistenza/casermone.php

- Dipartimento di Storia Culture Civiltà, Università di Bologna, Database dei partigiani dell’Emilia-Romagna:
http://www.disci.unibo.it/it/biblioteca/fondi-1/partigiani
(schede relative alla provincia di Bologna, ad nomen; compaiono Giacometti, Grotti, Maccaferri, Nicoli, Serra).

Fonti archivistiche

Fonti

ANPI Bologna, schedario partigiani.
Archivio Cimitero della Certosa di Bologna.
ASBO, Corte d’appello di Bologna, Penale, Corte d’assise straordinaria di Bologna, Sentenze, vol. 26, 1945, sentenza n. 144, 147; vol. 27, 1946, sentenza n. 42.
ASBO, Corte d’appello di Bologna, Penale, Corte d’assise straordinaria di Modena, Sentenze, vol. 31, 1945-1947, sentenze nn. 29/1946 e 35/1946, 18/1947, 57/1947.
BArch, R 70/Italien, Bd. 12, ff. 87 e 116.