RONCO DI FORLÌ 05-06.09.1944

(Forlì-Cesena - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Ronco di Forlì, Forlì, Forlì-Cesena, Emilia-Romagna

Data 5 settembre 1944 - 6 settembre 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 20

Numero vittime uomini 15

Numero vittime uomini adulti 13

Numero vittime uomini anziani 2

Numero vittime donne 5

Numero vittime donne adulte 5

Descrizione: La sera del 5 settembre 1944 verso le 18 l’Aussenkommando della Sicherheitspolizei e del Sicherheitsdienst (Sipo-SD) di Forlì ordinò di prelevare dal carcere di Forlì 21 detenuti e di trasferirli alla caserma Romanello. Altri otto prigionieri, quattro uomini e quattro donne furono trasferiti alla caserma dalle celle della sede delle SD in via Salinatore dove erano stati trattenuti per qualche tempo con l’accusa di essere favoreggiatori dei partigiani e dove erano stati torturati e interrogati. La caserma fungeva da centro di smistamento di manodopera destinata al Reich: l’intento degli uomini del SD era quello di mascherare la fucilazione programmata dei detenuti con la deportazione in Germania.
Tra i prigionieri vi erano 10 ebrei stranieri che erano stati portati alle carceri di Forlì da Urbino dove, in seguito ad una ondata di arresti effettuata il 03/12/1943 per catturare gli ebrei stranieri internati in provincia di Pesaro, erano stati quasi tutti detenuti per un periodo.
Sempre il 5 settembre verso le 20 gli otto prelevati dal carcere del SD e dodici prigionieri provenienti dal carcere di Forlì furono fatti salire su un camion e su automezzi più piccoli che partirono in direzione dell’aeroporto. Il camion si fermò alla caserma di via Emilia in località Ronco dove si erano acquartierate le SS e i prigionieri che erano a bordo furono rinchiusi temporaneamente nella caserma, mentre gli altri automezzi proseguirono per l’aeroporto. Giunti sul luogo prescelto per la fucilazione le SS fecero scendere i prigionieri dalle vetture e li uccisero. I corpi furono occultati in una buca provocata dai bombardamenti e ricoperti frettolosamente di terra. Verso le 5 di mattina del 6 settembre 1944 gli uomini del SD, rientrati alla loro sede la sera precedente, si recarono alla caserma di Ronco, prelevarono i prigionieri che vi erano stati lasciati il giorno prima, li portarono con delle auto nei pressi dell’aeroporto e li uccisero, gettando i corpi all’interno di una buca e ricoprendoli con uno strato di terra.
I parenti e collaboratori di Tonino Spazzoli (ucciso il 19/08/1944 v. Episodio di Coccolia (Ravenna), 19 agosto 1944) prelevati dal carcere con le vittime dell’aeroporto furono avviati alla deportazione in Germania per lavoro.
Quella del 5-6 settembre 1944 fu la prima di tre eliminazioni compiute con analoghe modalità nei pressi dell’aeroporto. Il 17 settembre furono uccise le donne parenti di alcuni degli uomini ebrei uccisi il 5-6 settembre; il 25 fu la volta degli ultimi prigionieri presenti all’interno delle carceri di viale Salinatore e degli ultimi ebrei prigionieri.
La logica sottesa a queste uccisioni è eliminazionista e di stampo razziale e tali stragi si collocano in un momento in cui i tedeschi si preparano a lasciare la città ed eliminano il maggior numero possibile di prigionieri, ebrei e avversari politici ancora nelle loro mani. La stessa logica si ritrova nelle stragi di Sabbiuno di Paderno e di San Ruffillo a Bologna, compiute dalle SS di Bologna, di cui facevano parte anche uomini provenienti dal SD di Forlì (v. Episodi di Sabbiuno di Paderno (BO), 14 e 23 dicembre 1944; San Ruffillo, stazione (BO), 10 e 20 febbraio, 1, 2, 16, 21 marzo e aprile 1945). Tutte queste uccisioni furono occultate.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Violenze connesse: deportazione della popolazione

Tipo di massacro: massacro di stampo razziale
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Estremi e note penali: Inchiesta dello Special Investigation Branch britannico risalente al novembre 1944 attraverso la quale, grazie alla collaborazione di un disertore del distaccamento SD di Forlì (il meccanico Herbert Pohl, 19 anni, nato in Slesia a Festenberg), vennero identificati i responsabili delle stragi dell’aeroporto in Grübb, Gassner, Schütz, Köller, Brandt, Pustowka, Kaspar e Süptitz. Il fascicolo, passato alla procura generale militare italiana nel 1946, fu archiviato provvisoriamente nel 1960 e fu ritrovato nel cosiddetto “armadio della vergogna”. Nel 1996 la procura presso il tribunale militare di La Spezia ricevette il fascicolo e avviò nuove indagini; nel 2003, dopo aver accertato che tutti i responsabili erano deceduti o irrintracciabili, gli atti furono archiviati.

Annotazioni: Alfezzi compare tra i morti del 5-6 settembre 1944, ma la moglie non riconobbe il suo corpo.
Petrucci compare tra i morti del 5-6 settembre 1944, ma i familiari lo riconobbero solo nel 1956.
Episodi collegati:
Episodio di Ronco di Forlì, aeroporto (Forlì Cesena), 17 settembre 1944.
Episodio di Ronco di Forlì, aeroporto (Forlì Cesena), 25 settembre 1944.

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Le stragi dell’aeroporto sono state a lungo dimenticate; solo a partire dagli anni Novanta la stampa e la storiografia locale hanno iniziato a discutere e a riflettere sulle uccisioni dell’aeroporto e dagli anni 2000 la commemorazione delle stragi è entrata a far parte delle commemorazioni ufficiali. I britannici vennero a conoscenza delle uccisioni effettuate dai nazisti all’aeroporto di Forlì nell’ottobre 1944 poco prima della liberazione della città, grazie alle rivelazioni del disertore Herbert Pohl e immediatamente a ridosso della liberazione avviarono le ricerche per le esumazioni dei corpi delle vittime con un particolare interesse per le sette donne ebree uccise il 17 settembre 1944. Tra il 26 e il 29 novembre del 1944 furono ritrovati i corpi di cinque persone (un uomo rimasto non identificato, Rosa Tacconi, Palma e Maria Vergari, Rosa Tomasetti Piselli) uccise il 5 settembre 1944; l’8 marzo 1945 furono riesumati i corpi di sette donne ebree uccise il 17 settembre 1944; nell’aprile 1945 furono ritrovati in totale i resti di trenta persone uccise il 29 giugno (uomini di Piangipane), il 5-6 e il 25 settembre 1944. Dopo un complesso processo di identificazione che non portò al pieno riconoscimento di tutte le vittime (per esempio il corpo di Alfezzi, il cui nome compare tra quelli degli uccisi il 5-6 settembre 1944, non fu riconosciuto dalla moglie; così come Petrucci, riconosciuto dai familiari solo nel 1956) alcune delle vittime furono traslate nei cimiteri dei paesi di provenienza (per esempio Arienzo, Lega e Del Turco Rosselli) altre restarono nel campo comune del cimitero di Forlì e poi nell’ossario. Solo nel 1992 le vittime di fede ebraica furono traslate dall’ossario in un apposito monumento funebre nel cimitero di Forlì con una lapide sui cui sono incisi i loro nomi e per loro fu celebrato un rito funebre ebraico. Nel 2007 accanto a questo monumento funebre ne è stato eretto un secondo per gli antifascisti, i partigiani e i civili italiani uccisi all’aeroporto e su una lapide sono stati incisi i nomi delle vittime. I corpi di Palma e Maria Vergari e di Rosa Tomasetti Piselli furono traslati al cimitero di Urbania (PU) nel giugno del 1950. Il corpo di Rosa Tacconi fu traslato al cimitero di Riolo Bagni (Ravenna) nel settembre 1949. Il corpo di Pellegrina Del Turco Rosselli fu sepolto nella tomba della famiglia Paulucci De Calboli a Ladino di Forlì (Forlì Cesena) nel 1945. Il corpo di Francesco Arienzo fu traslato nel cimitero di Cagli (Pesaro Urbino) nell’ottobre 1945. Il corpo di Vincenzo Lega fu traslato a Faenza (Ravenna) nel dicembre 1945 e seppellito con solenni onoranze. Il corpo di Edoardo Cecere fu sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero di Forlì a fine anni Quaranta. I corpi di Maria Rosenzweig e Carl Paecht furono traslati nel cimitero di Sant’Angelo in Vado (Pesaro Urbino) a fine anni Quaranta.

Scheda compilata da Roberta Mira
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-07-01 10:13:20

Vittime

Elenco vittime

Alfezzi Pietro, nato a Predappio (Forlì Cesena) il 09/06/1904, residente a Forlì, meccanico di biciclette. Antifascista aderì al Pci e fu attivo nell’organizzazione clandestina, nella raccolta e nell’occultamento di armi, nella distribuzione della stampa, nella raccolta fondi; partecipò all’attività dei Gap. Fu arrestato nell’estate del 1944 in occasione di una serie di arresti volti a smantellare l’organizzazione comunista clandestina e recluso in viale Salinatore 24 alla sede del SD. Riconosciuto partigiano dell’8ª brigata dall’11/02/1944 al 05/09/1944.
Arienzo Francesco, nato a Cassino (Frosinone) il 20/04/1898, ingegnere navale. Viveva a Cagli (Pesaro Urbino) dove era nata sua moglie e dove la famiglia possedeva diversi poderi e edifici. Nella villa di campagna degli Arienzo trovarono ospitalità renitenti, partigiani ed ebrei. Arienzo fu arrestato dalle SS tedesche e portato a Forlì in viale Salinatore 24, sede del SD. Legato a partigiani, non riconosciuto ufficialmente.
Amsterdam Arthur, nato a Offenbach (Germania) il 27/03/1921. Figlio di Sara Jalka Richter (uccisa all’aeroporto di Forlì il 17/09/1944, v. Episodio di Ronco di Forlì, aeroporto (Forlì Cesena), 17 settembre 1944), fratello di Selma Sara Amsterdam (uccisa all’aeroporto di Forlì il 17/09/1944, v. Episodio di Ronco di Forlì, aeroporto (Forlì Cesena), 17 settembre 1944). Apolide, domiciliato a Milano, industriale. Con il padre Josef fu internato ad Alberobello (Bari) dal luglio 1940 e dal 1941 a Fermignano (Pesaro Urbino) dove poco dopo giunsero anche la sorella Selma Sara e la madre Sara Jalka Richter. Venne arrestato il 03/12/1943, nell’ambito di una serie di arresti volti a catturare gli ebrei presenti nella provincia di Pesaro, e rilasciato dal carcere di Urbino con obbligo di soggiorno in città solo nell’agosto 1944, ma la polizia tedesca lo arrestò immediatamente e lo trasferì a Forlì. Con lui in carcere a Forlì furono detenute anche la sorella e la madre. Ebreo.
Amsterdamer Israel Isidoro, nato a Czestochowa (Polonia) il 19/04/1899, domiciliato a Fiume dal 1931, barbiere. Insieme alla moglie Lea Rosenbaum (uccisa all’aeroporto di Forlì il 17/09/1944, v. Episodio di Ronco di Forlì, aeroporto (Forlì Cesena), 17 settembre 1944), fu registrato dalla questura di Milano come ebreo straniero. I coniugi Amsterdamer, con altri ebrei, partirono per Bengasi (Libia, colonia italiana) nel 1940 per cercare di raggiungere la Palestina, ma quello stesso anno furono internati nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (Cosenza); nel 1941 vennero trasferiti a Fermignano (Pesaro Urbino). Il 03/12/1943, nell’ambito di una serie di arresti volti a catturare gli ebrei presenti nella provincia di Pesaro, i due coniugi furono arrestati e rinchiusi in carcere a Urbino per tornare internati a Fermignano a gennaio 1944. Le SS arrestarono Israel Amsterdamer il 06/08/1944 e lo portarono al carcere di Forlì. La moglie Lea Rosenbaum fu trasferita alle carceri di Forlì il 12/08/1944. Ebreo.
Bruner Bernhard, nato a Vienna il 18/07/1894, prima operaio e poi dirigente d’azienda. Coniugato con Elena Rosenbaum (uccisa all’aeroporto di Forlì il 17/09/1944, v. Episodio di Ronco di Forlì, aeroporto (Forlì Cesena), 17 settembre 1944). Partecipò alla prima guerra mondiale nelle fila dell’esercito austriaco, fu fatto prigioniero sul fronte russo, ma riuscì a fuggire; ottenne numerose onorificenze, che, una volta trasferitosi in Italia per lavoro, donò all’organismo fascista Comitato d’azione per l’universalità. Bruner fu censito come ebreo straniero nel 1938 e nel 1940 i fascisti lo internarono nel campo di concentramento di Nereto (Teramo). Il titolare dell’azienda Adac di Cesenatico (Forlì Cesena) minacciò di chiudere l’azienda se i fascisti non avessero rilasciato Bruner così che l’Adac potesse averlo come direttore e ottenne la sua liberazione. Bruner diresse l’Adac da maggio del 1941 al dicembre 1943, quando si nascose con la moglie e la suocera a San Vittore di Cesena (Forlì Cesena) nella casa colonica del parroco di Cesenatico, Lazzaro Urbini. Il segretario del fascio di Cesena, Guido Garaffoni, arrestò Bruner e sua moglie il 09 e 10 agosto 1944 a San Vittore di Cesena nell’ambito di una serie di arresti ordinati dal SD di Forlì. Ebreo.
Cecere Edoardo, nato a Firenze il 20/12/1892, militare di carriera, colonnello, servì nella prima guerra mondiale e divenne comandante dell’11. Fanteria di Forlì. Dopo la caduta del fascismo e l’occupazione nazista rifiutò di aderire all’esercito fascista repubblicano e si nascose sull’Appennino forlivese dove svolse la funzione di consigliere militare dei gruppi partigiani. Nella primavera del 1944 scese in pianura per sfuggire ai rastrellamenti tedeschi e si avvicinò al movimento clandestino della Democrazia cristiana e alla rete di parrocchie che lo sostenevano. I fascisti e i nazisti lo ricercavano attivamente e per questo il Comitato di liberazione di Forlì decise di farlo andare a Milano presso il CLN Alta Italia. Cecere fu arrestato da SS e brigatisti neri nella canonica di San Martino in Villafranca (Forlì Cesena) il 09/08/1944 durante una riunione di organizzazione del suo trasferimento. Con lui tedeschi e fascisti arrestarono i religiosi don Gaetano Lugaresi e don Anacleto Milandri. Trasferiti in un primo momento nella sede delle Bn di via Garibaldi a Forlì, i tre uomini vennero in seguito portati alla sede del SD di viale Salinatore 24. I due religiosi furono liberati grazie all’intervento del vescovo di Forlì. Cecere fu riconosciuto partigiano dal 01/03/1944 al 05/09/1944 nell’8. brigata Garibaldi Romagna.
Del Turco Rosselli Pellegrina, nata a Firenze il 10/06/1891, residente a Ladino di Forlì (Forlì Cesena), nobile. Sposata con il marchese forlivese Gian Raniero Paulucci de Calboli. Svolse insieme al marito attività a favore degli Alleati e dei partigiani. Fu arrestata il 02/08/1944 presumibilmente in seguito alla delazione del marconista di Radio Zella, una delle missioni Ori legate all’Office of strategic services statunitense incaricate di fornire informazioni e di tenere i collegamenti tra Alleati e Resistenza. Il marito, sospettato di collaborare con il partigiano Corbari, fu portato dai fascisti del battaglione M 9 settembre nel cimitero di Castrocaro e fucilato il 14/08/1944 (v. Episodio di Castrocaro (Forlì Cesena), 14 agosto 1944). Legata a partigiani.
Goldberg Josef Israel, nato a Wisniowiec (Impero russo, Polonia dopo la prima guerra mondiale, Urss dopo la seconda guerra mondiale, oggi Ukraina) il 06/02/1887. Sposato con Sara Riwka Amgyfel (uccisa all’aeroporto di Forlì il 17/09/1944, v. Episodio di Ronco di Forlì, aeroporto (Forlì Cesena), 17 settembre 1944). Nel 1939 si trasferì con la moglie da Vienna, dove vivevano, all’Italia. Nel 1940 Goldberg venne internato ad Alberobello (Bari), nel luglio 1942 nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (Cosenza) e dai primi di marzo 1943 a Sant’Ippolito (Pesaro Urbino). Qui lo raggiunse la moglie alla fine del mese di marzo. I coniugi Goldberg furono arrestati nel luglio 1944 dai tedeschi della 51ª divisione da montagna che, con l’accusa di spionaggio non provata, li consegnarono al SD di Forlì. Ebreo.
Gottesmann Georg, nato a Vienna il 29/01/1899, apolide, impiegato, in Italia per lavoro dal 1922. Recluso dal 1940 nei campi di concentramento di Lama dei Peligni (Chieti) e di Campagna (Salerno), poi internato ad Apecchio (Pesaro Urbino). Venne arrestato il 03/12/1943, nell’ambito di una serie di arresti volti a catturare gli ebrei presenti nella provincia di Pesaro, e rilasciato a inizio agosto dal carcere di Urbino con obbligo di soggiorno in città; fu nuovamente arrestato pochi giorni dopo dalla polizia tedesca che lo portò al carcere di Forlì. Ebreo.
Lega Vincenzo, nato a Faenza (Ravenna) il 18/04/1915, ragioniere. Militare all’8 settembre 1943 si trovava a Reggio Emilia, ma riuscì a sfuggire alla cattura da parte tedesca. Tornato nel Faentino si avvicinò all’opposizione e al movimento clandestino di matrice cattolica. Collaborò con Radio Zella, una delle missioni Ori legate all’Office of strategic services statunitense incaricate di fornire informazioni e di tenere i collegamenti tra Alleati e Resistenza. Il 07/08/1944 fu arrestato a Faenza, forse per una delazione, e portato a viale Salinatore 24 a Forlì, nella sede del SD. Riconosciuto partigiano nella 28. brigata Garibaldi “Gordini” dall’08/09/1943 al 05/09/1944.
Lewin Alfred, nato a Berlino l’11/09/1911, domiciliato in Italia dal 1936, commerciante a Cremona dove con i familiari acquistò una panetteria. Nel 1938 Lewin e sua madre Jenny Hammerschmidt (uccisa all’aeroporto di Forlì il 17/09/1944, v. Episodio di Ronco di Forlì, aeroporto (Forlì Cesena), 17 settembre 1944) furono censiti come ebrei stranieri a Cremona e internati dal 1940 nel campo di concentramento di Campagna (Salerno). Dal 1942 Lewin fu internato a Fermignano (Pesaro Urbino). Arrestato il 03/12/1943, nell’ambito di una serie di arresti volti a catturare gli ebrei presenti nella provincia di Pesaro, e incarcerato a Urbino; nell’agosto 1944 prelevato dalla polizia tedesca e trasferito al carcere di Forlì. La madre che a dicembre 1943 si trovava a Fermignano fu arrestata con lui e poi portata al carcere di Forlì nell’agosto 1944. Ebreo.
Loewsztein Joseph, nato a Varsavia il 27/03/1915. Si trasferì in Italia nel 1933 per studiare medicina, si laureò a Palermo nel 1939; domiciliato a Palermo, medico. Dal 1940 in campo di concentramento, prima a Campagna (Salerno) e poi a Ferramonti di Tarsia (Cosenza). A maggio 1943 internato a Piandimeleto (Pesaro Urbino) e a settembre dello stesso anno a Sant’Angelo in Vado (Pesaro Urbino). Riuscì a sfuggire agli arresti del 03/12/1943 volti a catturare gli ebrei presenti nella provincia di Pesaro, ma fu fermato il giorno dopo e portato in carcere a Urbino; ne uscì solo a inizio agosto con l’obbligo di risiedere in città. La polizia tedesca lo arrestò pochi giorni dopo e lo portò al carcere di Forlì. Ebreo.
Paecht Carl Joseph, nato a Cernauti (Impero austro-ungarico, Romania dopo la prima guerra mondiale, Urss dopo la seconda guerra mondiale, oggi Ucraina) il 22/05/1898, avvocato, musicista. Con la moglie Maria Rosenzweig (uccisa all’aeroporto di Forlì il 17/09/1944, v. Episodio di Ronco di Forlì, aeroporto (Forlì Cesena), 17 settembre 1944), Paecht partì per Bengasi (Libia, colonia italiana) per cercare di raggiungere la Palestina, ma quello stesso anno i coniugi furono internati nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (Cosenza) e nel 1941 vennero internati prima a Pescina (L’Aquila) e poi a Sant’Angelo in Vado (Pesaro Urbino). Riuscirono a sfuggire agli arresti del 03/12/1943 volti a catturare gli ebrei presenti nella provincia di Pesaro, ma furono fermati il giorno dopo e, viste le cattive condizioni di salute di Paecht, furono mandati agli arresti domiciliari e poi riassegnati all’internamento a Sant’Angelo in Vado. Da inizio marzo 1944 si resero irreperibili e da maggio ad agosto vissero come sfollati in un podere nei pressi di Sant’Angelo in Vado. L’08/08/1944 la polizia tedesca li arrestò e li rinchiuse ad Urbania (Pesaro Urbino) per poi trasferirli al carcere di Forlì. Ebreo.
Petrucci Alfredo, nato a Galeata (Forlì Cesena) il 31/05/1923, residente a Predappio (Forlì Cesena). Fu arrestato il 14/08/1944 nella sua abitazione (podere Porcia) dai fascisti che lo sospettavano di collaborare con la Resistenza e portato a viale Salinatore 24 a Forlì. Con Petrucci i fascisti arrestarono Artemio Levi che si trovava a casa dei Petrucci per comprare del formaggio (Levi fu ucciso il 27/08/1944 in provincia di Ravenna insieme a Ruffillo Balzani e Antonio Cicognani: v. Episodio di Bagnacavallo (Ravenna), 27 agosto 1944). Lo stesso giorno i fascisti tornarono a casa di Petrucci, la saccheggiarono e arrestarono i familiari di Alfredo: la madre Rosa Chiari, le sorelle Nella e Luisa Petrucci e la cognata Caterina Michelacci con i figli. Portarono tutti a Predappio nella sede della GNR e poi a Forlì dove interrogarono e picchiarono Luisa Petrucci e sua madre Rosa Chiari per avere informazioni sui partigiani che frequentavano la loro abitazione. Il 16/08/1944 gli arrestati furono liberati. Legato a partigiani.
Stiassny Ludwig, nato a Vienna il 29/12/1887, commerciante. Internato dal 1940 nel campo di Ferramonti (Cosenza) a dicembre 1941 fu internato a Urbania (Pesaro Urbino). Sfuggì agli arresti del 03/12/1943 volti a catturare gli ebrei presenti nella provincia di Pesaro, ma il 12/01/1944 si presentò spontaneamente dichiarandosi malato e fu incarcerato a Urbino. Dopo diversi mesi di reclusione Stiassny ottenne di essere trasferito in ospedale per le sue cattive condizioni di salute, ma fu arrestato il 12/08/1944 dalla polizia tedesca e tradotto al carcere di Forlì. Ebreo.
Tacconi Rosa, nata a Riolo Bagni (Ravenna) il 03/03/1890, gestiva il forno del paese con il marito Angelino Mazzanti, come lei antifascista (fu membro del CLN locale e poi partigiano; morì a Bologna il 27/02/1945 di leucemia). Il figlio Ivo Mazzanti fu partigiano della 36. brigata Garibaldi Bianconcini e si suicidò l’11/10/1944 dopo essere stato ferito nella battaglia di Purocielo (Ravenna) contro i tedeschi. La figlia Marisa Mazzanti fu arrestata dai fascisti a luglio del 1944 per indurre il fratello Ivo a presentarsi e in seguito deportata in Germania. Sempre a luglio 1944 i fascisti guidarono i tedeschi a casa dei Mazzanti, sospettati di nascondere armi della Resistenza: Rosa Tacconi fu arrestata con la figlia Giuseppina di 14 anni che poi venne liberata, la nuora Natalina Zanotti, un bolognese ospite dei Mazzanti di nome Guidi; vennero arrestati anche il padre e i fratelli della nuora di Rosa Tacconi, Pietro, Giuseppe e Romeo Zanotti. Furono tutti portati in viale Salinatore 24 alla sede del SD di Forlì. In seguito Natalina, Giuseppe e Romeo Zanotti furono deportati e Natalina morì poco dopo il rientro in Italia; Pietro Zanotti fu liberato. Rosa Tacconi è da considerare legata a partigiani.
Timan Josef Israel, nato a Vienna il 28/04/1892, rappresentante di commercio. Censito a Milano come ebreo straniero, da fine luglio 1940 fu internato nei campi di concentramento di Agnone (Isernia), di Isernia e di Monteraduni (Campobasso). Da dicembre 1941 internato a Urbania (Pesaro Urbino). Arrestato il 03/12/1943, nell’ambito di una serie di arresti volti a catturare gli ebrei presenti nella provincia di Pesaro, chiese più volte di essere ricoverato in ospedale per le sue cattive condizioni di salute, ottenendo il trasferimento all’ospedale civile a inizio luglio. La polizia tedesca lo arrestò il 12/08/1944 trasferendolo al carcere di Forlì. Ebreo.
Tomasetti Piselli Rosa, nata a Sassofeltrio (Pesaro Urbino) il 05/07/1892, residente a Urbania (Pesaro Urbino), casalinga. Madre di Maria e Palma Vergari. Arrestata il 26/08/1944 con le figlie per aver accolto in casa e curato dei partigiani feriti e per attività svolte in favore del movimento resistenziale. Tradotta a Forlì, fu rinchiusa nella sede del SD in viale Salinatore 24. Legata a partigiani, non chiara la qualifica che le venne riconosciuta.
Vergari Maria, nata a Peglio (Pesaro Urbino) il 15/09/1910, residente a Urbania (Pesaro Urbino), casalinga. Figlia di Rosa Tomasetti Piselli e sorella di Palma Vergari. Arrestata il 26/08/1944 con la madre e la sorella per aver accolto in casa e curato dei partigiani feriti e per attività svolte in favore del movimento resistenziale. Tradotta a Forlì, fu rinchiusa nella sede del SD in viale Salinatore 24. Legata a partigiani, non chiara la qualifica che le venne riconosciuta.
Vergari Palma, nata a Urbania (Pesaro Urbino) il 14/01/1915, casalinga. Figlia di Rosa Tomasetti Piselli e sorella di Maria Vergari. Arrestata il 26/08/1944 con la madre e la sorella per aver accolto in casa e curato dei partigiani feriti e per attività svolte in favore del movimento resistenziale. Tradotta a Forlì, fu rinchiusa nella sede del SD in viale Salinatore 24. Legata a partigiani, non chiara la qualifica che le venne riconosciuta.

Elenco vittime partigiani 3

Alfezzi Pietro.
Cecere Edoardo.
Lega Vincenzo.

Elenco vittime ebree 10

Amsterdam Arthur.
4Amsterdamer Israel.
Bruner Bernhard.
Goldberg Josef Israel.
Gottesmann Georg.
Lewin Alfred.
Loewsztein Joseph.
Paecht Carl Joseph.
Stiassny Ludwig.
Timan Josef Israel.

Elenco vittime legate a partigiani 7

Arienzo Francesco.
Del Turco Rosselli Pellegrina.
Petrucci Alfredo.
Tacconi Rosa.
Tomasetti Piselli Rosa.
Vergari Maria.
Vergari Palma.

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Aussenkommando Sipo-SD Forlì

Tipo di reparto: Polizei
Appartenenza: Sicherheitspolizei u. SD

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Alfred Kaspar

    Nome Alfred

    Cognome Kaspar

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di inchiesta alleata

    Note responsabile nato a Eppan (Bolzano) il 12/04/1905, interprete negli Aussenkommando di Roma, Forlì, Bologna e nell’Aussenposten di Modena. SS-Scharführer (sergente maggiore). Morto a Bolzano il 05/04/1973.

    Note procedimento Inchiesta dello Special Investigation Branch britannico risalente al novembre 1944 attraverso la quale, grazie alla collaborazione di un disertore del distaccamento SD di Forlì (il meccanico Herbert Pohl, 19 anni, nato in Slesia a Festenberg), vennero identificati i responsabili delle stragi dell’aeroporto in Grübb, Gassner, Schütz, Köller, Brandt, Pustowka, Kaspar e Süptitz. Il fascicolo, passato alla procura generale militare italiana nel 1946, fu archiviato provvisoriamente nel 1960 e fu ritrovato nel cosiddetto “armadio della vergogna”. Nel 1996 la procura presso il tribunale militare di La Spezia ricevette il fascicolo e avviò nuove indagini; nel 2003, dopo aver accertato che tutti i responsabili erano deceduti o irrintracciabili, gli atti furono archiviati.

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto Aussenkommando Sipo-SD Forlì

  • Hans Gassner

    Nome Hans

    Cognome Gassner

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di inchiesta alleata

    Note responsabile nato a Hüfingen (Germania) il 16/05/1901. Agente di pubblica sicurezza dal 1919 al 1925 e in seguito agente della polizia di Stoccarda. Fece parte dei comandi del SD di Roma, Perugia, Forlì, Bologna. SS-Sturmscharführer (maresciallo maggiore). Morto a Waiblingen (Germania) il 13/03/1978.

    Note procedimento Inchiesta dello Special Investigation Branch britannico risalente al novembre 1944 attraverso la quale, grazie alla collaborazione di un disertore del distaccamento SD di Forlì (il meccanico Herbert Pohl, 19 anni, nato in Slesia a Festenberg), vennero identificati i responsabili delle stragi dell’aeroporto in Grübb, Gassner, Schütz, Köller, Brandt, Pustowka, Kaspar e Süptitz. Il fascicolo, passato alla procura generale militare italiana nel 1946, fu archiviato provvisoriamente nel 1960 e fu ritrovato nel cosiddetto “armadio della vergogna”. Nel 1996 la procura presso il tribunale militare di La Spezia ricevette il fascicolo e avviò nuove indagini; nel 2003, dopo aver accertato che tutti i responsabili erano deceduti o irrintracciabili, gli atti furono archiviati.

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto Aussenkommando Sipo-SD Forlì

  • Heinrich Bodenstein

    Nome Heinrich

    Cognome Bodenstein

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di inchiesta alleata

    Note responsabile nato a Hannover (Germania) il 13/01/1912. Agente della polizia criminale e della Gestapo di Roma, prestò servizio anche nel comando SD di Forlì e in quello di Padova. SS-Oberscharführer (maresciallo).

    Note procedimento Inchiesta dello Special Investigation Branch britannico risalente al novembre 1944 attraverso la quale, grazie alla collaborazione di un disertore del distaccamento SD di Forlì (il meccanico Herbert Pohl, 19 anni, nato in Slesia a Festenberg), vennero identificati i responsabili delle stragi dell’aeroporto in Grübb, Gassner, Schütz, Köller, Brandt, Pustowka, Kaspar e Süptitz. Il fascicolo, passato alla procura generale militare italiana nel 1946, fu archiviato provvisoriamente nel 1960 e fu ritrovato nel cosiddetto “armadio della vergogna”. Nel 1996 la procura presso il tribunale militare di La Spezia ricevette il fascicolo e avviò nuove indagini; nel 2003, dopo aver accertato che tutti i responsabili erano deceduti o irrintracciabili, gli atti furono archiviati.

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto Aussenkommando Sipo-SD Forlì

  • Heinrich Wesemann

    Nome Heinrich

    Cognome Wesemann

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di inchiesta alleata

    Note responsabile nato a Höxter (Germania) il 18/09/1907. Prestò servizio nella polizia criminale. In Italia fu membro della Gestapo a Roma e dell’Aussenkommando SD di Forlì. SS-Hauptsturmführer (capitano).

    Note procedimento Inchiesta dello Special Investigation Branch britannico risalente al novembre 1944 attraverso la quale, grazie alla collaborazione di un disertore del distaccamento SD di Forlì (il meccanico Herbert Pohl, 19 anni, nato in Slesia a Festenberg), vennero identificati i responsabili delle stragi dell’aeroporto in Grübb, Gassner, Schütz, Köller, Brandt, Pustowka, Kaspar e Süptitz. Herbert Pohl fu tra gli uomini presenti alle uccisioni delle donne del 17 settembre, ma in un primo tempo non lo dichiarò. Il fascicolo, passato alla procura generale militare italiana nel 1946, fu archiviato provvisoriamente nel 1960 e fu ritrovato nel cosiddetto “armadio della vergogna”. Nel 1996 la procura presso il tribunale militare di La Spezia ricevette il fascicolo e avviò nuove indagini; nel 2003, dopo aver accertato che tutti i responsabili erano deceduti o irrintracciabili, gli atti furono archiviati.

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto Aussenkommando Sipo-SD Forlì

  • Helmut Süptitz

    Nome Helmut

    Cognome Süptitz

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di inchiesta alleata

    Note responsabile nato a Paprodtken (Prussia Orientale, oggi Paprotki, Polonia) il 26/10/1916. Entrò nelle SS nel 1937. Fu meccanico presso l’autoparco della polizia criminale e partecipò alla campagna sul fronte orientale. In Italia lavorò nel settore amministrativo dei comandi SD di Roma e Forlì. SS-Oberscharführer (maresciallo). Morto a Schwerin (Germania) il 28/02/1999.

    Note procedimento Inchiesta dello Special Investigation Branch britannico risalente al novembre 1944 attraverso la quale, grazie alla collaborazione di un disertore del distaccamento SD di Forlì (il meccanico Herbert Pohl, 19 anni, nato in Slesia a Festenberg), vennero identificati i responsabili delle stragi dell’aeroporto in Grübb, Gassner, Schütz, Köller, Brandt, Pustowka, Kaspar e Süptitz. Il fascicolo, passato alla procura generale militare italiana nel 1946, fu archiviato provvisoriamente nel 1960 e fu ritrovato nel cosiddetto “armadio della vergogna”. Nel 1996 la procura presso il tribunale militare di La Spezia ricevette il fascicolo e avviò nuove indagini; nel 2003, dopo aver accertato che tutti i responsabili erano deceduti o irrintracciabili, gli atti furono archiviati.

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto Aussenkommando Sipo-SD Forlì

  • Hermann Grübb

    Nome Hermann

    Cognome Grübb

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di inchiesta alleata

    Note responsabile nato a Heilbronn (Germania) il 06/05/1902. Agente della polizia criminale. Prestò servizio nella Gestapo di Roma e Forlì. SS-Scharführer (sergente maggiore). Ucciso da partigiani a Bologna il 3/12/1944.

    Note procedimento Inchiesta dello Special Investigation Branch britannico risalente al novembre 1944 attraverso la quale, grazie alla collaborazione di un disertore del distaccamento SD di Forlì (il meccanico Herbert Pohl, 19 anni, nato in Slesia a Festenberg), vennero identificati i responsabili delle stragi dell’aeroporto in Grübb, Gassner, Schütz, Köller, Brandt, Pustowka, Kaspar e Süptitz. Il fascicolo, passato alla procura generale militare italiana nel 1946, fu archiviato provvisoriamente nel 1960 e fu ritrovato nel cosiddetto “armadio della vergogna”. Nel 1996 la procura presso il tribunale militare di La Spezia ricevette il fascicolo e avviò nuove indagini; nel 2003, dopo aver accertato che tutti i responsabili erano deceduti o irrintracciabili, gli atti furono archiviati.

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto Aussenkommando Sipo-SD Forlì

  • Hermann Pretz

    Nome Hermann

    Cognome Pretz

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di inchiesta alleata

    Note responsabile nato a Essen (Germania) il 17/06/1912. Membro della polizia di sicurezza fu in servizio negli Aussenkommando di Roma, Forlì, Parma e nell’Aussenposten di Reggio Emilia. SS-Scharführer (sergente maggiore).

    Note procedimento Inchiesta dello Special Investigation Branch britannico risalente al novembre 1944 attraverso la quale, grazie alla collaborazione di un disertore del distaccamento SD di Forlì (il meccanico Herbert Pohl, 19 anni, nato in Slesia a Festenberg), vennero identificati i responsabili delle stragi dell’aeroporto in Grübb, Gassner, Schütz, Köller, Brandt, Pustowka, Kaspar e Süptitz. Il fascicolo, passato alla procura generale militare italiana nel 1946, fu archiviato provvisoriamente nel 1960 e fu ritrovato nel cosiddetto “armadio della vergogna”. Nel 1996 la procura presso il tribunale militare di La Spezia ricevette il fascicolo e avviò nuove indagini; nel 2003, dopo aver accertato che tutti i responsabili erano deceduti o irrintracciabili, gli atti furono archiviati.

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto Aussenkommando Sipo-SD Forlì

  • Karl Wiedner

    Nome Karl

    Cognome Wiedner

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di inchiesta alleata

    Note responsabile nato a Ries (Bolzano) il 22/07/1908. Membro della polizia di sicurezza lavorò nei comandi SD di Roma e Forlì e fu interprete alla Gestapo di Genova. SS-Scharführer (sergente maggiore). Processato nel 1947 con Herbert Kappler per la strage delle Ardeatine.

    Note procedimento Inchiesta dello Special Investigation Branch britannico risalente al novembre 1944 attraverso la quale, grazie alla collaborazione di un disertore del distaccamento SD di Forlì (il meccanico Herbert Pohl, 19 anni, nato in Slesia a Festenberg), vennero identificati i responsabili delle stragi dell’aeroporto in Grübb, Gassner, Schütz, Köller, Brandt, Pustowka, Kaspar e Süptitz. Il fascicolo, passato alla procura generale militare italiana nel 1946, fu archiviato provvisoriamente nel 1960 e fu ritrovato nel cosiddetto “armadio della vergogna”. Nel 1996 la procura presso il tribunale militare di La Spezia ricevette il fascicolo e avviò nuove indagini; nel 2003, dopo aver accertato che tutti i responsabili erano deceduti o irrintracciabili, gli atti furono archiviati.

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto Aussenkommando Sipo-SD Forlì

  • Karl Theodor Schütz

    Nome Karl Theodor

    Cognome Schütz

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di inchiesta alleata

    Note responsabile nato a Mayen (Germania) l’11/04/1907. Entrato nella Gestapo nel 1938. Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio in Polonia e Europa orientale. In Italia fu vicecapo di Herbert Kappler nel SD di Roma e dopo la permanenza a Forlì comandante della sezione distaccata del KdS di Bolzano a Merano. SS-Hauptsturmführer (capitano), comandante dell’Aussenkommando SD di Forlì. Morto a Colonia il 25/03/1985.

    Note procedimento Inchiesta dello Special Investigation Branch britannico risalente al novembre 1944 attraverso la quale, grazie alla collaborazione di un disertore del distaccamento SD di Forlì (il meccanico Herbert Pohl, 19 anni, nato in Slesia a Festenberg), vennero identificati i responsabili delle stragi dell’aeroporto in Grübb, Gassner, Schütz, Köller, Brandt, Pustowka, Kaspar e Süptitz. Il fascicolo, passato alla procura generale militare italiana nel 1946, fu archiviato provvisoriamente nel 1960 e fu ritrovato nel cosiddetto “armadio della vergogna”. Nel 1996 la procura presso il tribunale militare di La Spezia ricevette il fascicolo e avviò nuove indagini; nel 2003, dopo aver accertato che tutti i responsabili erano deceduti o irrintracciabili, gli atti furono archiviati.

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto Aussenkommando Sipo-SD Forlì

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • monumento a Forlì, cimitero

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Forlì, cimitero

    Anno di realizzazione: 1992

    Descrizione: Forlì, cimitero: monumento funebre per le vittime di fede ebraica con una lapide sui cui sono incisi i loro nomi (distinti tra quelli delle vittime i cui corpi furono riconosciuti e quelli dei non riconosciuti) seguiti dalla frase di Primo Levi «Meditate che questo è stato»; il monumento è stato inaugurato nel 1992: vi compaiono Alfred Lewin tra le vittime identificate e Arthur Amsterdam, Israel Amsterdamer, Bernhard Bruner, Josef Israel Goldberg, Georg Gottesman, Joseph Loewsztein, Carl Paecht, Ludwig Stiassny e Josef Timan tra le vittime ricordate, ma non identificate; in realtà Paecht, con la moglie Maria Rosenzweig, fu identificato e sepolto nel cimitero di San’Angelo in Vado (PU) a fine anni Quaranta. Anche Amsterdam, Amsterdamer, Bruner, Goldberg, Gottesmann, Loewsztein, Stiassny e Timan risultano identificati nella documentazione dei carabinieri.

  • monumento a Forlì, cimitero

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Forlì, cimitero

    Anno di realizzazione: 2007

    Descrizione: Forlì, cimitero: monumento funebre per le vittime italiane con una lapide sui cui sono incisi i nomi inaugurato nel 2007.

  • altro a Pesaro

    Tipo di memoria: altro

    Ubicazione: Pesaro

    Descrizione: Pesaro: sacrario dei partigiani; vi compaiono Rosa Tomasetti Piselli e le figlie Palma e Maria Vergari.

  • altro a Forlì, piazza Saffi, portico San Mercuriale

    Tipo di memoria: altro

    Ubicazione: Forlì, piazza Saffi, portico San Mercuriale

    Descrizione: Forlì, piazza Saffi, portico di San Mercuriale: nel sacrario dei caduti partigiani compaiono Pietro Alfezzi e Edoardo Cecere.

  • lapide a Forlì, Ronco di Forlì, via Seganti

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Forlì, Ronco di Forlì, via Seganti

    Anno di realizzazione: 1955

    Descrizione: Ronco di Forlì, via Seganti: lapide con 21 nomi delle vittime; questa lapide fu posta nel 1955 in sostituzione di quella presente in precedenza nello stesso luogo che era stata più volte abbattuta dal vento. Rispetto alla precedente riporta gli stessi nomi, ma, in aggiunta, è sormontata da un arco con incise le parole: «Di tutte le patrie di tutte le fedi caddero tutti per la libertà». I nomi delle vittime non sono corretti.

  • commemorazione a Forlì, aeroporto

    Tipo di memoria: commemorazione

    Ubicazione: Forlì, aeroporto

    Anno di realizzazione: 1992

    Descrizione: 1992 rito funebre ebraico per le vittime di fede ebraica delle stragi dell’aeroporto e inaugurazione di un monumento funebre loro dedicato

  • monumento a Forlì, aeroporto

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Forlì, aeroporto

    Anno di realizzazione: 2007

    Descrizione: 2007 inaugurazione monumento funebre per le vittime italiane delle stragi dell’aeroporto.

  • commemorazione a Forlì, aeroporto

    Tipo di memoria: commemorazione

    Ubicazione: Forlì, aeroporto

    Anno di realizzazione: 1992

    Descrizione: 1992 rito funebre ebraico per le vittime di fede ebraica delle stragi dell’aeroporto e inaugurazione di un monumento funebre loro dedicato.

Bibliografia


Giancarla Cantamessa Arpinati, Arpinati mio padre, prefazione di Mario Missiroli, Il Sagittario, Roma, 1968, pp. 197-206.
Vladimiro Flamigni, Forlì, in Luciano Casali, Dianella Gagliani (a cura di), La politica del terrore. Stragi e violenze naziste e fasciste in Emilia-Romagna, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli, Roma, 2008, p. 197.
Vladimiro Flamigni, Aeroporto di Forlì settembre 1944. La grande strage di ebrei e antifascisti, con una testimonianza di Sergio Flamigni, Il Pontevecchio, Cesena, 2015.
Antonio Mambelli, Diario degli avvenimenti in Forlì e Romagna dal 1939 al 1945, a cura di Dino Mengozzi, Lacaita, Manduria, Bari, Roma, 2003, vol. II, pp. 871-873.

Sitografia


Istituto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea della provincia di Forlì-Cesena, Elenco dei caduti delle formazioni partigiane:
http://www.istorecofc.it/caduti-formazioni-partigiane.asp
(ad nomen; vi compaiono Cecere e Alfezzi).
Dipartimento di Storia Culture Civiltà, Università di Bologna, Database dei partigiani dell’Emilia Romagna:
http://www.storia-culture-civilta.unibo.it/it/biblioteca/fondi-1/partigiani
(schede relative alla provincia di Forlì, ad nomen; vi compaiono Cecere e Alfezzi, ma non Lega, tra gli uccisi e Montaletti, Fabbri, Aroldo Spazzoli, Ferrini e Casali tra i deportati).

Fonti archivistiche

Fonti

AISRFC, Eccidi, bb. 7, 7bis, 8.
AISPER, Fondo Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti (Armadio della vergogna), 4 Docc. consegnati maggio 2009, 44/1, f. 111, Legione territoriale dei carabinieri reali di Bologna, Compagnia di Forlì, Specchio delle violenze commesse dai tedeschi e dai fascisti contro le popolazioni civili, 28/06/1945 dove si menziona Alfredo Petrucci e si dice che di lui non si conosce la sorte e ff. 85-87, Legione territoriale dei carabinieri reali di Bologna, Compagnia di Forlì, Violenze commesse da tedeschi e fascisti contro le popolazioni civili, 08/05/1945, notizia del rinvenimento nella zona dell’aeroporto dei corpi di Amsterdam, Amsterdamer, Bruner, Cecere, Del Turco, Goldberg, Gottesmann, Lega, Lewin, Loewsztein, Paecht, Stiassny, Timan, Faccani (ucciso il 25/09/1944) e di un altro uomo che erroneamente il rapporto indica in Loewzstein ripetendo in questo modo il suo nome due volte; inoltre si dà notizia del ritrovamento di altre 15 vittime non identificate.