Taio, 3.5.1945

(Trento - Trentino-Alto Adige)

Descrizione

Località Taio, Taio, Trento, Trentino-Alto Adige

Data 3 maggio 1945

Matrice strage Nazista

Numero vittime 6

Numero vittime uomini 5

Numero vittime uomini adulti 3

Numero vittime uomini senza informazioni 2

Numero vittime donne 1

Numero vittime donne anziane 1

Descrizione: Alla fine della guerra, la valle dell’Adige e le valli adiacenti, videro il passaggio di colonne tedesche in fuga dagli alleati e dalle incursioni partigiane: durante il ripiegamento, i reparti nazifascisti compirono saccheggi e rapine lungo la Vallagarina, la valle dei Laghi, la Valsugana e le valli Giudicarie. L’aumento delle razzie, delle spoliazioni e delle uccisioni, rifletteva comportamenti già sperimentati in altri contesti bellici e, per questo motivo, abitudinari; quei soldati non solo erano abituati alla violenza, ma si trovavano in uno stato di estrema tensione provocato da giorni di combattimenti, di marce forzate sotto la continua minaccia partigiana, vera o presunta che fosse: colonne più o meno organizzate, appiedate o motorizzate, cercavano di sfuggire alla tenaglia alleata e alle «imboscate» dei patrioti nella speranza di poter raggiungere la Germania. Nel loro movimento, i soldati tedeschi uccisero chiunque si frappose sul loro cammino: partigiani (o supposti tali), disertori tedeschi e trentini del Corpo di sicurezza trentino (CST), civili innocenti. Tra il 25 aprile e il 5 maggio 1945, si contarono oltre 120 caduti: in certi casi, il ripiegamento tedesco e l’ormai imminente conclusione del conflitto spinsero partigiani, ex militi del CST e civili a intervenire. Le ultime giornate di aprile furono dense di avvenimenti, soprattutto per le azioni compiute dai partigiani del Battaglione Monteforte che avevano iniziato non solo a disarmare i militari tedeschi ma anche a presidiare infrastrutture, centrali e depositi. Il 25 aprile, a Cles, un camion tedesco fu mitragliato; il 29, a Romallo, altri tre autocarri colpiti e incendiati, mentre un’autocisterna militare saltava in aria a Cloz, più o meno nelle stesse ore. Il 2 maggio alcuni partigiani (una quindicina) del Battaglione Monteforte, Distaccamento di Coredo, si disposero a presidio del magazzino di Dermulo: la notizia della cessazione delle ostilità e della resa delle forze armate tedesche era ormai di pubblico dominio. Sembra che l’arrivo dei partigiani a Dermulo fosse stato concordato col capitano tedesco, ufficiale responsabile del magazzino, e che questi fosse intenzionato a passare le consegne ai partigiani e a lasciare generi e materiali a disposizione della popolazione. Giunti a notte inoltrata, i partigiani si misero di guardia disponendosi all’esterno del magazzino. Dopo poco tempo, sopraggiunse un auto con a bordo due ufficiali delle SS che, dopo aver chiesto informazioni al bar del paese, si diressero verso il deposito: a questo punto, il partigiano Stancher intimò l’alt ai due militari che si lasciarono disarmare. Purtroppo, uno dei due impugnò rapidamente una pistola facendo fuoco sul giovane partigiano uccidendolo sul colpo, dopodiché le due SS chiamarono rinforzi: nello scontro che ne seguì rimasero uccisi altri quattro partigiani (di cui due rimasti ignoti) e un numero imprecisato di tedeschi. Durante il conflitto a fuoco, Fortunata Inama fu uccisa sulla porta di casa: secondo alcuni, perché stava per soccorrere un ufficiale tedesco gravemente ferito. Il presidio tedesco di Dermulo abbandonò il paese negli istanti successivi, portandosi dietro come ostaggio un civile (Livio Emer) che fu costretto ad accompagnare il reparto fino a Sanzeno.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Tipo di massacro: ritirata
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Scheda compilata da Lorenzo Gardumi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-12 15:55:44

Vittime

Elenco vittime

1) ALBA, Enrico
Caraglio (CN), 1909-Dermulo, 3 maggio 1945. Sfollato dal Piemonte, si aggregò negli ultimi giorni del conflitto al Battaglione garibaldino Monteforte.
2) STANCHER, Franco
Rovereto, 25 aprile 1925-Dermulo, 3 maggio 1945. Studente universitario, originario di Rovereto, sfollato a Coredo (val di Non) da Milano, dove risiedeva con la famiglia e dove studiava, trovò occupazione come segretario e poi come insegnate presso il Centro scolastico di Coredo. Si aggregò al Battaglione garibaldino Monteforte nell’ottobre 1943 raggiungendo il grado di comandante di squadra.
3) Rebaudengo, Pasquale
Torino, 12 aprile 1903-Dermulo, 3 maggio 1945. Sfollato dal Piemonte, si aggregò negli ultimi giorni del conflitto al Battaglione garibaldino Monteforte.
4) IGNOTO
5) IGNOTO
6) INAMA, Fortunata
Taio, 13 dicembre 1875-Dermulo, 3 maggio 1945. Casalinga, vedova e madre di otto figli.

Elenco vittime civili 1

INAMA, Fortunata
Taio, 13 dicembre 1875-Dermulo, 3 maggio 1945. Casalinga, vedova e madre di otto figli.

Elenco vittime partigiani 5

1) ALBA, Enrico
Caraglio (CN), 1909-Dermulo, 3 maggio 1945. Sfollato dal Piemonte, si aggregò negli ultimi giorni del conflitto al Battaglione garibaldino Monteforte.
2) STANCHER, Franco
Rovereto, 25 aprile 1925-Dermulo, 3 maggio 1945. Studente universitario, originario di Rovereto, sfollato a Coredo (val di Non) da Milano, dove risiedeva con la famiglia e dove studiava, trovò occupazione come segretario e poi come insegnate presso il Centro scolastico di Coredo. Si aggregò al Battaglione garibaldino Monteforte nell’ottobre 1943 raggiungendo il grado di comandante di squadra.
3) Rebaudengo, Pasquale
Torino, 12 aprile 1903-Dermulo, 3 maggio 1945. Sfollato dal Piemonte, si aggregò negli ultimi giorni del conflitto al Battaglione garibaldino Monteforte.
4) IGNOTO
5) IGNOTO

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


SS reparto non precisato

Tipo di reparto: Waffen-SS

Wehrmacht reparto non precisato

Tipo di reparto: Wehrmacht
Appartenenza: Heer Wehrmacht

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a

    Tipo di memoria: lapide

    Descrizione: Una piccola targa sopra la porta della sua abitazione ricorda la morte di Fortunata Inama.

Bibliografia


don Leone FRANCH, La valle di Non illustrata sotto vari aspetti, Trento, Artigianelli, 1953.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

Fondazione Museo storico del Trentino, Archivio Commissione provinciale patrioti, AB Allegati.

Fondazione Museo storico del Trentino, Archivio Resistenza, Registro riassunti attività formazioni partigiane, busta 4.

Fondazione Museo storico del Trentino, Archivio Resistenza, Partigiani, deportati, internati politici, Franco Stancher, busta 1.