Rovigo 21-10-1944

(Rovigo - Veneto)

Descrizione

Località Rovigo, Rovigo, Rovigo, Veneto

Data 21 ottobre 1944

Matrice strage Fascista

Numero vittime 1

Numero vittime uomini 1

Numero vittime uomini adulti 1

Descrizione: La fucilazione di Primo Munari nella caserma Silvestri di Rovigo è direttamente legata all'eccidio di Villamarzana del 15 ottobre 1944. Era il titolare dell'osteria del paese; fu fermato e processato con Don Pellegatti e Giuseppe Raule il 19 ottobre: il religioso, inizialmente condannato a morte, venne graziato, Giuseppe Raule, fu condannato a 28 anni di detenzione mentre Munari venne fucilato.

Modalità di uccisione: fucilazione

Tipo di massacro: rappresaglia
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Scheda compilata da Davide Guarnieri e Laura Fasolin
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-10 17:17:45

Vittime

Elenco vittime

Primo Munari

Elenco vittime civili 1

Primo Munari

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Tipo di reparto: Brigata Nera

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Pietro Viario

    Nome Pietro

    Cognome Viario

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile Nacque a Ceregnano (RO) il 30 luglio 1922 Si iscrisse al PFR il 29 ottobre 1943 ed alla fine di gennaio 1944 fu nominato commissario del fascio di S. Apollinare (RO). Il 25 aprile 1944 lasciò l\'incarico e si arruolò negli agenti di polizia ausiliaria. Dichiarò di aver accettato questo ultimo incarico per ambizione personale e per timore di essere deportato visto che il 25 luglio 1943 si era esposto, occupandosi della distruzione delle insegne del PNF. Dichiarò di aver fatto parte del plotone di esecuzione che fucilò Bellettato e Garbin: «non sapevo che recandomi ad Adria avrei partecipato all\'esecuzione. Infatti fummo caricati in corriera senza che il cap. Dal Punta e il questore Tappari dicesse[ro] a noi quali erano la destinazione e il compito da svolgere. In questa occasione diedero il colpo di grazia il cap. Dal Punta e l\'agente Zani Luigi. Partecipai pure alla fucilazione di certo Munari Primo eseguita alla caserma Silvestri, non vi partecipai volontariamente ma costrettovi». Denunciato per collaborazionismo, la corte non considerò la partecipazione al plotone che uccise Munari un delitto, perchè la sua condanna era stata inflitta dal tribunale militare di Piove di Sacco «onde la esecuzione aveva tutte le forme della legittimità (…) Il Viaro, ripetasi, era agente del corpo di polizia ausiliaria e rientrava nei compiti affidati a quel corpo la esecuzione delle sentenze di morte». Considerò invece attività collaborazionistica la partecipazione a quello che uccise Garbin e Bellettato, poiché furono uccisi su ordine del questore Tappari.. Il 23 gennaio 1946 la Sezione Speciale della Corte d\'Assise di Rovigo lo dichiarò colpevole del reato di collaborazionismo infliggendo un anno e sei mesi di reclusione. La Cassazione confermò la sentenza il 27 marzo 1947.

  • Raffaele Matteucci

    Nome Raffaele

    Cognome Matteucci

    Note responsabile Nacque a Badia Polesine il 30 marzo 1900 Accusato di aver fatto parte del Tribunale Militare di guerra che condannò a morte Munari e Vincenzo Pellegatti Capitano del genio di complemento dell\'esercito repubblicano, stava usufruendo di un permesso nel proprio paese di nascita quando ricevette una telefonata del 28° deposito misto di Rovigo che gli ordino di presentarsi il 19 ottobre 1944. Quel giorno seppe che che avrebbe dovuto essere membro di un tribunale e disse di aver chiesto, invano, di essere sollevato dall\'incarico. Nel dispositivo di sentenza si dice anche che «il tribunale militare (…) era un tribunale regolare costituito in base alle disposizioni di legge (codice militare e leggi complementari relative) preesistenti alla costituzione della sedicente repubblica sociale». Neppure la sua straordinarietà poteva essere un elemento tale da renderlo illegale. Venne assolto per insufficienza di prove.

Memorie
Bibliografia


Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

ASRovigo, Corte d\'Assise Straordinaria, b. 3, f. 72
ASRovigo, Corte d\'Assise Straordinaria, b. 7, f. 213