Madonna dell'Albero, Ravenna, 27.11.1944

(Ravenna - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Madonna dell'Albero, Ravenna, Ravenna, Emilia-Romagna

Data 27 novembre 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 56

Numero vittime uomini 29

Numero vittime bambini 7

Numero vittime uomini ragazzi 2

Numero vittime uomini adulti 15

Numero vittime uomini anziani 5

Numero vittime donne 27

Numero vittime donne bambine 5

Numero vittime donne ragazze 2

Numero vittime donne adulte 16

Numero vittime donne anziane 4

Descrizione: La località di Madonna dell’Albero si trova a circa 6 km a sud-ovest di Ravenna e si estende lungo il corso del fiume Ronco fino al punto in cui questo, congiungendosi con il Montone, dà origine ai Fiumi Uniti. Nel corso dei secoli tale posizione si è dimostrata particolarmente strategica dal punto di vista militare, ragion per cui la popolazione del luogo è stata più volte esposta ai rischi e ai drammi della guerra.

Il contesto bellico nell’autunno del 1944
Quando gli Alleati giunsero nella provincia di Ravenna, le truppe tedesche avevano già iniziato a rafforzare le linee difensive a sud della città e lungo il corso dei Fiumi Uniti. Lo sfondamento della linea Gotica a Pesaro e a Rimini non aveva portato alla veloce liberazione della Romagna. I tedeschi avevano sfruttato sapientemente la conformazione idrogeologica del territorio attestandosi lungo gli argini dei fiumi o rompendoli per rallentare l'avanzata Alleata con l'allagamento dei campi fra i due fronti. La loro intenzione di opporre una strenua resistenza era chiara, infatti, sebbene il 1° novembre le avanguardie Alleate avessero superato il fiume Savio, dovettero da subito fare i conti con i sistemi difensivi approntati per tempo dalle truppe naziste. Questi avevano rotto a nord delle Ville Unite gli argini dei Fiumi Uniti in modo da allagare i campi che li separavano dalle linee Alleate e avevano costellato con avamposti le zone più a sud ritenute tatticamente più importanti. In questo quadro, l’area compresa tra via Nuova e l'argine del fiume Ronco, acquisiva, per i tedeschi, un rilievo considerevole visto che attraverso essa si poteva contemporaneamente controllare con un sistema di presidi non solo le due vie d'accesso a Ravenna, - il ponte Cella e il ponte Assi -, ma anche creare avamposti difensivi lungo la "Augsberger Line", una "linea di fronte intermedia" a sud della linea di fronte principale dislocata sul Lamone. Il sistema era concepito per garantire alle truppe naziste un veloce e sicuro ripiegamento. Il 27 novembre 1944 gran parte dei reparti tedeschi erano già stati spostati sul fronte del Lamone mentre un numero ridotto era rimasto a presidiare gli avamposti.

Gli autori della strage
La mattina del 27 novembre a presidiare l’avamposto dislocato presso la casa di Guido Gambi all’inizio di via Nuova - ora Via 56 Martiri - vi era una trentina di soldati del 721° Reggimento della 114a Jaeger Division comandato dal colonnello Lothar Berger il cui quartier generale era posto a nord di Ravenna, presso Villa Rivalta sulla strada Faentina.

La dinamica del massacro
Nel mattino del 27 novembre, in via Nuova, scoppiò uno scontro a fuoco tra i soldati del presidio in casa di Guido Gambi e una pattuglia mista di canadesi e partigiani, avanzata per verificare l’entità del drappello tedesco ed eventualmente attaccarlo. Nei giorni precedenti infatti la presenza tedesca era stata alquanto limitata al punto da far pensare a un abbandono definitivo della zona. Nello scontro restò ucciso un militare nazista, mentre i componenti della squadra mista riuscirono a fuggire. Ritornata una calma relativa, verso le 12, alcuni soldati tedeschi si recarono nelle case di via Nuova alla ricerca di partigiani. Nonostante gli esiti negativi della ricerca, iniziarono a radunare gli abitanti nelle singole case eccezion fatta per le famiglie che abitavano nel “Borghetto”. Queste furono radunate nel vicino capanno di canne e, dall’esterno, mitragliate a morte. Una sorte analoga toccò agli abitanti delle altre case. Nel pomeriggio i corpi furono nascosti sotto il letame. La strage fu compiuta, in tempi brevissimi, secondo una prassi codificata per consumare il crimine in segreto. In tal senso la strage di Madonna dell’Albero non si può inserire tra le rappresaglie, il cui aspetto spettacolare e pubblico era funzionale alla politica del terrore condotta dai nazisti contro la popolazione. La strage di Madonna dell’Albero fu compiuta in prossimità del fronte e, come in altri casi nazionali, fu soprattutto funzionale alle necessità strategiche dell’esercito tedesco. Lo sterminio della popolazione di via Nuova avrebbe reso immediatamente visibile la presenza di altre persone e avrebbe agevolato e reso più sicuro il mantenimento del presidio e l’eventuale fuga.

Le vittime
Tra le vittime vi fu un unico superstite scampato al massacro del capanno Corbari perché rifugiatosi in una botte incassata nel terreno. Furono colpite 15 famiglie. Delle 56 vittime, 8 erano sfollate da case vicine come i Pondi e da Ravenna come i Melandri. Su 56 vittime, 16 erano bambini, 8 anziani, 17 donne, 15 uomini.
Nel diario della 114a Jaeger Division, in data 27 novembre 1944 si legge un’altra versione:
«L'avanguardia d'attacco nemica è stata respinta, così come i banditi che sono stati a loro volta respinti e durante l'inseguimento e il rastrellamento seguito all'attacco alla ricerca dei covi dei banditi 56 partigiani che facevano resistenza sono stati fucilati».

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Trattamento dei cadaveri: Occultamento dei cadaveri

Tipo di massacro: ripulitura e desertificazione
--> Per saperne di più sulle tipologie

Estremi e note penali: Il 16 marzo 1999 il reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri di La Spezia riconsegnava alla Procura militare di La Spezia i fascicoli processuali 368/96, 223/96 e 241/96 poiché le indagini di P.G. effettuate al fine di risalire all’identificazione degli indagati» avevano dato esito negativo.
Il 30 marzo 2001,

«il giudice per le indagini preliminari dott. Marco De Paolis, letti gli atti del procedimento n. 223/96 unito al 368/96 e al 241/96/R. Ignoti relativo a crimini di guerra (reato di Violenza con omicidio in danno della popolazione civile italiana di cui agli artt. 13, 185 co. 2 cpmg), commessi durante il conflitto bellico mondiale 1940-1945. fatti commessi nel comune di Villa dell’Albero (Ra) il 27 novembre 1944, ed aventi ad oggetto l’omicidio di 56 cittadini italiani non belligeranti. Esaminata la richiesta di archiviazione presentata dal PM in data 9/4/1999 […] dispone l’archiviazione del procedimento e ordina la restituzione degli atti al P.M. in sede».

Tribunale competente:
Procura militare di La Spezia

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Per un decennio la Circoscrizione II (ora soppressa) ha organizzato visite guidate per le scuole ed ha promosso, insieme all\'Istituto Storico della Resistenza e dell\'Età Contemporanea in Ravenna: nel 2004 la pubblicazione del libro di Enrica Cavina, Tra storia e ricordo, 27 novembre 1944-2004. La strage di Madonna dell\'Albero; nel 2006 del depliant Il sacrario di Madonna dell\'Albero; nel 2010, all\'interno del progetto \"Memorie e narrazione\" il video Madonna dell\'Albero, il perché di una strage con la regia di Carla Baroncelli.

Scheda compilata da Enrica Cavina
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-09-07 09:21:32

Vittime

Elenco vittime

Uccisi in casa Chiari:
1. Chiari Giseldo (35), nato il 18/07/1909 a San Leo, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dall\'1/06/1944.
2. Farabegoli Guerrina in Chiari (32) moglie di Giseldo, nata il 14/08/1912 a Cervia, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dall\'1/06/1944.
3. Chiari Emiliano (9) figlio di Giseldo
4. Chiari Graziella (5) figlia di Giseldo
5. Chiari Lidia (2) figlia di Giseldo
6. Montanari Achille (50), nato il 27/03/1894 a San Bartolo, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dall\'1/0/1944.
7. Gambi Dina in Montanari (50) moglie di Achille, nata il 17/09/1894 a Longana, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dall\'1/06/1944.
8. Montanari Anselmo (22) figlio di Achille
9. Montanari Maria (6) figlia di Achille
10. Dalmonte Maria (80) madre di Dina, nata il 22/06/1864 a San Marco, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dall\'1/06/1944.

Uccisi in casa di Ricci Stefano:
11. Ricci Stefano (54), nato il 25/02/1890 a San Michele, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dal 5/04/1944.
12. Paganin Maria in Ricci (51) moglie di Stefano, nata il 10/06/1893 a Mezzano, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dal 5/04/1944.
13. Ricci Lina (24) figlia di Stefano e coniugata Golfarelli, nata il 23/06/1920, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dal 5/04/1944.
14. Ricci Ligio (19) figlio di Stefano, nato il 19/03/1925 a Madonna dell\'Albero, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dal 12/05/1944.
15. Poletti Luigia (75) zia di Maria
16. Pondi Francesco (74) sfollato presso Ricci Stefano
17. Pondi Dino (42) sfollato, figlio di Francesco, nato il 7/10/1902 a Forlì, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dal 2/02/1944.
18. Zanotti Bianca in Pondi (39) sfollata, moglie di Dino, nata il 10/04/1905 a Santo Stefano, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dal 02/02/1944.
19. Pondi Celso (19) sfollato, figlio di Dino, nato il 18/10/1925 a Campiano, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dal 14/07/1944.
20. Pondi Luciano (9) sfollato, figlio di Dino

Uccisi in casa di Gambi Pietro:
21. Gambi Pietro (69)
22. Gambi Adelmo (40) figlio di Pietro, nato il 21/127!904 a Madonna dell\'Albero, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dal 10/03/1944.
23. Landi Lucia in Gambi (34) moglie di Adelmo, nata il 7/03/1910 a Ravenna, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dal 10/03/1944.
24. Gambi Giuseppe (12) figlio di Adelmo
25. Melandri Fabio (65) sfollato presso Mazzotti Teresa
26. Melandri Aminia (24) sfollata, figlia di Fabio
27. Bellavista Prima (48) sfollata presso Corbari Alceste, nata il 26/05/1896 a Roncofreddo, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dal 15/05/1944.
28. Ballardini Luigi (70)
29. Bentivogli Norma in Ballardini (33) nuora di Luigi, nata nel 1911 a Bastia, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dal 4/04/1944.
30. Ballardini Sergio (2), figlio di Norma
31. Ballardini Venere (8), figlia di Norma
32. Malta Giovanna in Gualtieri (43), nata il 17/12/1901 a San Zaccaria, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dal 4/03/1944.
33. Gualtieri Pierina (11) figlia di Giovanna
34. Gualtieri Saura (19) figlia di Giovanna, coniugata Grassi, nata il 3/04/1925 a Ravenna, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dal 4/03/1944.
35. Grassi Nevio (2) figlio di Saura
36. Mazzotti Teresa (55)

Uccisi nel Borghetto:
37. Mazzotti Emidio (87)
38. Mazzotti Francesco (41) figlio di Emidio, nato il 24/03/1903 a Ravenna, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dall\'1/03/1944.
39. Mazzotti Giuseppe (53) figlio di Emidio, nato il 25/10/1891 a Ravenna, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dal 05/04/1944.
40. Mazzesi Maria in Mazzotti (46) moglie di Giuseppe
41. Mazzotti Silvana (13) figlia di Giuseppe
42. Mazzotti Dino (11) figlio di Giuseppe
43. Mazzotti Luigi (9) figlio di Giuseppe
44. Corbari Alceste (50), nato il 29/09/1894 a Madonna dell\'Albero, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dal 7/03/1944.
45. Ronchi Ermenegilda in Corbari (52) moglie di Alceste, nata il 14/10/1892 a Madonna dell\'Albero, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dal 7/03/1944.
46. Corbari Bruno (20) figlio di Alceste, nato il 13/12/1924 a Madonna dell\'Albero, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dal 15/04/1944.
47. Corbari Adelmo (16) figlio di Alceste, nato il 15/08/1928 a Madonna dell\'Albero, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dal 07/03/1944.
48. Corbari Libera (13) figlia di Alceste
49. Corbari Enrica (24) figlia di Alceste, coniugata Triossi, nata il 27/07/1920 a Madonna dell\'Albero, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dal 7/03/1944.
50. Triossi Walter (2) figlio di Enrica
51. Suprani Primo (55), nato l\'1/11/1889 a San Bartolo, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dal 5/04/1944.
52. Bissi Domenica in Suprani (56) moglie di Primo, nata il 9/05/1888 a Gambellara, risulta partigiana volontaria nella 28ª Brigata Garibaldi dal 6/04/1944.
53. Suprani Marina (31) figlia di Primo, nata l\'1/03/1913 a San Bartolo, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dal 5/04/1944.
54. Grassi Vittorio (25) marito di Gualtieri Saura, nato il 17/10/1919 a Ravenna, risulta partigiano volontario nella 28ª Brigata Garibaldi dal 15/05/1944.
55. Benedetti Zaira (75) madre di Malta Giovanna in Gualtieri

Ucciso in casa Rivalta:
56. Rivalta Attilio (39)

Elenco vittime civili 56

Chiari Giseldo,
Farabegoli Guerrina,
Chiari Emiliano,
Chiari Graziella,
Chiari Lidia,
Montanari Achille,
Gambi Dina in Montanari ,
Montanari Anselmo,
Montanari Maria,
Dalmonte Maria,
Ricci Stefano,
Paganin Maria,
Ricci Lina,
Ricci Ligio,
Poletti Luigia,
Pondi Francesco,
Pondi Dino,
Zanotti Bianca,
Pondi Celso,
Pondi Luciano,
Gambi Pietro,
Gambi Adelmo,
Landi Lucia,
Gambi Giuseppe,
Melandri Fabio,
Melandri Aminia,
Bellavista Prima,
Ballardini Luigi,
Bentivogli Norma,
Ballardini Sergio,
Ballardini Venere,
Malta Giovanna,
Gualtieri Pierina,
Gualtieri Saura,
Grassi Nevio,
Mazzotti Teresa,
Mazzotti Emidio,
Mazzotti Francesco,
Mazzotti Giuseppe,
Mazzesi Maria,
Mazzotti Silvana,
Mazzotti Dino,
Mazzotti Luigi,
Corbari Alceste,
Ronchi Ermenegilda,
Corbari Bruno,
Corbari Adelmo,
Corbari Libera,
Corbari Enrica,
Triossi Walter,
Suprani Primo,
Bissi Domenica,
Suprani Marina,
Grassi Vittorio,
Benedetti Zaira,
Rivalta Attilio

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Jäger-Regiment 721/114. Jäger-Division

Tipo di reparto: Wehrmacht
Appartenenza: Heer Wehrmacht

Memorie
Bibliografia


ANPI di Ravenna (a cura di) Eccidi e stragi nazi-fasciste in Provincia di Ravenna.

Le atrocità tedesche a Ravenna, in «Corriere Alleato», 13 dicembre 1944.

L. Casali, Diario dell'attività partigiana nel Ravennate dal luglio 1943 alla Liberazione del capoluogo in "La Resistenza in Emilia-Romagna. Numero unico della Deputazione Emilia-Romagna per la Storia della Resistenza e del movimento di Liberazione", Stabilimento Galeati, Imola, 1966, p. 76.

L. Bergonzini, La lotta armata in “L’Emilia Romagna nella guerra di liberazione” a cura di Deputazione Emilia Romagna per la storia della resistenza e della guerra di liberazione, De Donato Editore, Bari, 1975, p. 74.

P. Scalini, La notte più buia é prima dell’alba (Ravenna 1944-1945), Galeati, Imola, 1975, pp. 191 – 195.

German order of battle 1944. the regiments, formations and units of the German ground forces, Book Club Edition, Londra, 1975, D 47.

R. Cantarelli, 27 novembre 1944 : la strage di Madonna dell’Albero, Istituto Storico della Resistenza, Ravenna, 1977.

A. F. Babini, Giovecca, anche qui è nata la Resistenza, Comitato Antifascista Giovecca, Bologna, aprile 1980, p. 375.

G. F. Casadio, R. Cantarelli, La Resistenza nel Ravennate. Dalle prime forme di lotta armata alle elezioni amministrative della primavera 1946. Appunti per una storia locale. Edizioni del Girasole, Ravenna, 1980, pp. 66 – 69.

Die geheimen tagesberichte der deutschen wermachtführung im zweiten weltkrieg 1939-1945. Band 10: 1. september 1944-31.Dezember 1944, Biblio Verlag, Osnabrück, 1984.

Die geheimen tagesberichte der deutschen wermachtführung im zweiten weltkrieg 1939-1945. Band 10: 1. März 1944-31. August 1944, Biblio Verlag, Osnabrück, 1985.

D. G. Molesi, La Liberazione di Ravenna nella seconda guerra mondiale. Ficocle, Cervia, Milano Marittima, Tipografia Scaletta, Ravenna, novembre 1987, p. 192.

CGIL – Ravenna, Cinquantesimo anniversario della Resistenza e della Liberazione 1944 – 1945/1994 – 1995. La storia nella memoria, Ravenna, luglio 1994, p. 41 .

M. Baioni, G. Masetti, Popolazione e memoria della guerra nel Ravennate (1943-1945), Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, Ravenna, 1994, p. 117, p. 129 – 142.

G. Casadio, La memoria della Resistenza nelle iscrizioni dei cippi, lapidi e monumenti della provincia di Ravenna, Longo Editore, Ravenna, 1995, p. 36, vol. 1.

G. Guidi, R. Gardini, Noi c’eravamo. Storie vissute di guerra, resistenza e liberazione, Tipografia Artestampa, Ravenna, 1996, pp.71 – 72

http://www.lexikon-der-wehrmacht.de/Gliederungen/Jagerdivision/114JagDiv.htm

http://www.geocities.ws/orion47.geo/WEHRMACHT/HEER/Generalmajor/BERGER_LOTHAR.html

P. Pezzino, Storie di guerra civile. L’eccidio di Niccioleta, Il Mulino, Bologna, 2001, p. 206.

E. Cavina, Crimini di guerra e violenza nazifascista nella provincia di Ravenna tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, tesi di dottorato di ricerca in Storia e Informatica - XVI Ciclo, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, a.a. 2003-2004, terza parte pp. 1-60.

E. Cavina, Tra storia e ricordo, 27 novembre 1944-2004. La strage di Madonna dell'Albero, Edit Faenza, Faenza, 2004.

E. Cavina, Il sacrario di Madonna dell'Albero, luogo di storia, di memorie e di pace, depliant, Comune di Ravenna - Circoscrizione Seconda, Ravenna, 2006.

Sulle cause dell’occultamento dei fascicoli dei crimini di guerra nazisti in Italia e sull’atteggiamento della magistratura militare italiana nei confronti dei criminali nazisti si vedano le conclusioni della Relazione approvata dal Consiglio della Magistratura Militare (CMM) in data 23 marzo 1999 e dell’Indagine conoscitiva sul rinvenimento dei fascicoli relativi a crimini nazi-fascisti della Commissione giustizia della Camera dei deputati, conclusa il 6 marzo 2001. I risultati sono pubblicati on line all’url: http://www.eccidi1943-44.toscana.it; su carta rispettivamente in «Storia e memoria», n. 2, 1998, pp. 165-178, in M. Palla (a cura di), Tra storia e memoria. 12 agosto 1944.: la strage di Sant’Anna di Stazzema, Carocci, Roma, 2003. Per una bibliografia recente cfr.: F. Giustolisi, L’Armadio della vergogna, Nutrimenti, Roma, 2004, F. Focardi, Un accordo segreto tra Italia e Rft sui criminali di guerra. La liberazione del “gruppo Rodi” 1938-1951, in «Italia contemporanea», 2003, n. 232, pp. 401-437; M. Battini, Peccati di memoria. La mancata Norimberga italiana, Laterza, Roma-Bari, 2003; F. Focardi, L. Klinkhammer, Quando lo Stato copriva i criminali fascisti autori di stragi, in url: http://it.4newz.com/Germania.html, 1° marzo 2003; Le stragi nascoste. L’armadio della vergogna: impunità e rimozione dei crimini di guerra nazifascisti. 1943-2001, Mondatori, Milano, 2002; P. Pezzino, Sui mancati processi in Italia ai criminali di guerra tedeschi, in «Storia e memoria», 2001, n.1, pp. 9-72; F. Focardi, L. Klinkhammer (a cura di), La questione dei “criminali di guerra” italiani e una Commissione di inchiesta dimenticata, in «Contemporanea», n. 3, 2001, pp. 497-528; F. Focardi, La questione della punizione dei criminali di guerra in Italia dopo la fine del secondo conflitto mondiale, in «Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken», n. 80, 2000, pp. 543-624; F. Giustolisi, Gli scheletri dell’armadio, in «Micromega», 2000, n. 1, pp. 345-356; P. Pezzino, Punire i colpevoli? Riflessioni in margine ai processi ai criminali di guerra, in «Storia e memoria», 1998, n. 2, pp. 249-258.

Sitografia


Madonna dell\'Albero, il perché di una strage, regia di Carla Baroncelli, 2010.

Fonti archivistiche

Fonti

ACS, PCM 1944-1947, b. 3283, fasc. 15625.1, relazione dattiloscritta sulla missione del giudice dott. Piero Beretta, autografata, s.d. ma presumibilmente del maggio 1945 poiché si desume da altri documenti che Beretta compì la propria missione in questo mese; decreto legislativo del 26 aprile 1945 per la costituzione della Commissione Centrale per i crimini di guerra; lettera dattiloscritta firmata dal colonnello C. W. Christenberry e datata 27 giugno 1945, in inglese; telespresso n. 16/11326-c inviato dal Ministero degli Eteri alla presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero di Grazia e Giustizia, il 30 giugno 1945, firmato il segretario generale, pp. 2-3; Ministeriale dattiloscritta del Gabinetto della presidenza del Consiglio dei Ministri inviata al DGAP V° del Min. Affari Esteri, al Gabinetto del Min. di Grazie e Giustizia, del Min. della Guerra, del Min. della Marina, del Min. dell’Aeronautica e al sottosegretario della presidenza Amendola, n. 44539/15625/1.2.2, del 2 ottobre 1945, firmata dal sottosegretario di Stato.

Archivio della procura militare di La Spezia (d’ora in poi APM-SP), fasc. 223/96, sottofasc., SIB/HQ/Z/45/I, f. X/45/25. Il sottofascicolo conserva copia dell’inchiesta inglese; f. CR/15138/G1; f. X/45/25, 18 aprile 1945; f. X/45/25, 4 maggio 1945; prima deposizione di Renato Ballardini, abitante in via Nuova 160, di anni 34, rilasciata il 15 maggio 1945. La deposizione è stata trascritta in italiano alla presenza del Cpl. Di Duca e tradotta alla presenza del Sgt. Roberts e del Sgt. Hall entrambi della sezione 78, SIB, p. 1; prima deposizione di Guido Gambi, abitante in via Nuova 261, di anni 40, rilasciata il 17 maggio 1945; versione italiana della deposizione di Ricci Giovanni, abitante in via Nuova 265, di 54 anni, rilasciata il 17 maggio 1945; versione italiana della deposizione di Francesca Suprani, abitante in via Nuova 648, di 23 anni, rilasciata il 15 maggio 1945; versione italiana della deposizione di Libero Corbari, abitante in via Nuova 648, di 23 anni, rilasciata il 21 maggio 1945; versione italiana della prima deposizione di Paolo Gualtieri, abitante in via Nuova 648, di 48 anni, rilasciata il 16 maggio 1945; versione italiana della seconda deposizione di Guido Gambi del 22 maggio; versione italiana della deposizione di Irma Mazzotti, rilasciata il 16 maggio 1945; fasc. 223/96, trascrizione tradotta del messaggio dell’Interpol tedesco, ricevuto dal reparto operativo dei Carabinieri di La Spezia il 12 marzo 1998; relazione firmata dal maggiore, comandante del reparto operativo Ivano Torre, inviata alla Procura militare di La Spezia il 16 marzo 1999; decreto di archiviazione del GIP Marco De Paolis in data 30 marzo 2001.

Public Record Office di Londra (d’ora in poi PRO. Conservo la dicitura corretta alla data di reperimento del documento sapendo che l’archivio londinese è stato rinominano National Archives), reference WO 204/11491, 69088, inchiesta inglese condotta dallo Special Investigation Branch (SIB), sezione 78 a partire dal 15 maggio 1945 sul crimine di guerra compiuto da truppe germaniche a Madonna dell’Albero. La versione italiana scritta a mano delle deposizioni è conservata presso l’archivio della procura militare di La Spezia nel fasc. 223/96; prima deposizione di Mario Mazzotti, abitante in via Nuova 268, di anni 24, rilasciata il 15 maggio 1945; rapporto riassuntivo dell’inchiesta, stilato il 6 giugno 1945.

BA-MA, RH 26-114/32, diario della 114ª Jäger Division; RH 20-10/143, Kommandeur Stellenbesetzung der 10. Armee nach dem Stande vom 15.9.1944. Il documento ci è stato gentilmente fornito dalla dott.ssa Roberta Mira incaricata dall’Istituto storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Ravenna per ricerche negli archivi tedeschi.

AANPIRA, schedario dei caduti della provincia di Ravenna.