Voltana, Lugo di Romagna, 13.08.1944

(Ravenna - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Voltana, Lugo, Ravenna, Emilia-Romagna

Data 13 agosto 1944

Matrice strage Nazifascista

Numero vittime 5

Numero vittime uomini 5

Numero vittime uomini adulti 5

Descrizione: In agosto la popolazione mostra chiarissimi segni di insofferenza per il protrarsi della guerra. L’8 del mese Buffarini mette al corrente il duce di un suo colloquio con l’ambasciatore Rahn sulla situazione agricola di Ravenna, facendogli presente che sul raccolto granario dell’annata che aveva raggiunto 1.600.000 q.li le truppe tedesche prelevano 1.000 q.li al giorno; che esiste una produzione eccezionale di barbabietole di 3.000. 000 di q.li che andrà per i due terzi perduta per mancanza di carbone; che anche la frutta andrà perduta per mancanza di mezzi di trasporto dato che la prefettura ha un solo camion a disposizione. Nella stessa circostanza Buffarini fa «poi presente all’ambasciatore Rahn quanto avv[iene] in Romagna ad opera delle truppe operanti (saccheggi, furti, violenze ecc.)». Buffarini prosegue nella sua relazione al duce in questo modo: «[Rahn] mi ha detto che farà tutto presente al maresciallo Kesselring e mi ha pregato di riferirvi che avendo voi probabilmente occasione di vedere quest’ultimo vi compiacciate di rappresentarlo anche direttamente allo stesso».
Il 1° settembre il capo della provincia Grazioli ravvisa un miglioramento nei rapporti con le truppe tedesche ma di fatto, nei confronti della popolazione, queste proseguono le razzie. Pur contraddicendosi Grazioli deve ammettere che «il comando militare germanico di Piazza praticamente non conta nulla perché i reparti fanno quello che vogliono. Mancando quindi un’autorità di indirizzo ogni comandante di presidio germanico si regola come meglio crede. Ad esempio si timbrano le carte di identità presso i comandi germanici, previo pagamento di una somma che va da 5 a 20 lire, a seconda delle disposizioni dei vari comandanti. Tale timbro non vale nulla perché poi nei rastrellamenti chi ne è in possesso viene ugualmente fermato e portato al lavoro obbligatorio».
Se in agosto è ormai inequivocabile che i tedeschi usano la popolazione italiana come strumento strategico per proseguire la guerra e non si fanno scrupoli ad attuare i terribili bandi di Kesselring, è altresì chiaro che i primi a farsi scudo di queste disposizioni sono gli stessi fascisti.
Da giugno a settembre si assiste ad un aumento dei casi di strage e omicidio mentre le azioni partigiane in luglio, agosto e settembre restano attorno alle 200 mensili, per dimezzarsi in ottobre.
In agosto, in seguito all’avvicinarsi del fronte, il CUMER ordina l’intensificazione delle azioni di sabotaggio soprattutto per quanto riguarda le vie di comunicazione stradali e ferroviarie. Per i tedeschi diviene quindi costante il problema delle retrovie sicure al fine non solo di garantire rifornimenti di ogni genere, ma anche allo scopo di assicurarsi una veloce via di fuga. Sempre all’inizio di agosto, il CUMER incita all’uccisione degli «invasori», evidenziando come esistano ancora reparti che «evitano sistematicamente il combattimento con i tedeschi» anche laddove è possibile arrecare loro molte più perdite di quelle che i partigiani potrebbero subire». In merito a quest’ultimo punto, il CUMER sostiene che è estremamente strategico generalizzare la lotta contro il tedesco, perché solo in questo modo il nemico si renderà conto che le rappresaglie producono effetti contrari e inaspriscono la popolazione più che terrorizzarla. Allo stesso tempo, colpire i tedeschi significa colpire anche i fascisti i quali compiono crimini efferati a seguito della protezione tedesca.

In questo contesto si inserisce la strage del 13 agosto.
Il 13 agosto, alle prime luci dell’alba alcuni uomini della brigata nera di Ravenna, Faenza e Lugo insieme a militari tedeschi del reparto SS, eseguono un rastrellamento nel territorio di Voltana. L’operazione è stata organizzata in seguito all’uccisione, avvenuta l’8 agosto, del brigatista del posto, Gustavo Soldati, soprannominato “Piadena”.
Nel corso della giornata sono catturati 5 uomini tra cui i Filippi, padre e figlio, e due donne, Edoarda Montanari, quale ostaggio per il fratello e una certa Soldato quale ostaggio per il marito. Mentre le due donne sono condotte in carcere a Ravenna, i 5 uomini, Angelo e Mario Filippi, Giulio Ghiselli, Saverio Grilli e Augusto Lolli, con raffiche di mitra , sono trucidati nel luogo in cui era stato ucciso una settimana prima “Piadena”.

Modalità di uccisione: fucilazione

Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri

Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Camanzi Amedeo, imputato di aver collaborato col tedesco invasore per aver [oltretutto] aver partecipato al rastrellamento di S. Maria in Fabriago. Con sentenza del 30/10/1946 la corte lo giudica colpevole del reato attribuitogli ma non del capo di imputazione suddetto per mancanze di prove e lo condanna alla pena della reclusione per anni 15 e al pagamento delle spese. Ordina la confisca della totalità dei beni del Camanzi. Visti gli art. 9 e 10 D.P 22.6.46 n.4 dichiara condonati anni cinque della pena come sopra inflitta.
Con sentenza in data 20.8.47 la Corte di Cassazione dichiara estinto il reato per amnistia ed annulla senza rinvio la sentenza.

Ferruzzi Angelo, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 25/02/1947 la corte lo giudica colpevole di collaborazionismo politico e militare e di concorso negli omicidi oggetto del capo d’imputazione e visti gli art. 5 DLL 27.7.1944 n.159 e DLL 22.4.45 n.142, 51 e 58 cpmg, 575, 577 n.3 e 4 cp comune lo condanna alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena con le conseguenze di legge.

Ronchi Antonio, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 26/02/1947 la corte lo giudica colpevole di collaborazionismo politico e concesse le attenuanti generiche nei delitti di omicidio premeditato, compiuti per futili motivi, visti gli art. 58 cpmg, 575, 577 n.3 e 4, 65 cp comune nonché i disposti di legge di cui nel capo d’imputazione, lo condanna alla reclusione per anni venti, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese processuali.
Con sentenza in data 5.6.48 la Cassazione annulla senza rinvio la sentenza dichiarando inesistente il concorso di esso Ronchi in fatti di omicidio e il fine di lucro nel reato di collaborazionismo politico a lui ascritto e conseguentemente estinto il reato stesso per amnistia. Revoca il mandato di cattura emesso a carico del Ronchi.

Pasini Vitaliano, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui al rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone, è giudicato colpevole di collaborazionismo politico e di concorso nell’omicidio dei fratelli Montanari con le attenuanti della minima importanza del concorso e di essere stato determinato dal superiore in grado. È condannato alla reclusione per anni 9 e mesi 4 con sentenza dell'11/03/1947. Con sentenza in data 23.2.48 la Corte di cassazione annulla senza rinvio la sentenza ed ordina la scarcerazione se non detenuto per altra causa.

Malatesta Angelo, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 12/03/1947 la corte dichiara di non doversi procede contro il Malatesta per essere estinto il reato di collaborazionismo politico, esclusi i reati di omicidio, per amnistia.

Lancella Franco, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 5/02/1947 la corte dichiara di non doversi procede contro il Lacella per essere estinto il reato di collaborazionismo politico, esclusi i reati di omicidio, per amnistia.

Vistoli Antonio, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza dell'11/02/1947 la corte lo giudica colpevole del delitto di collaborazionismo politico ed in particolare di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi determinanti, di Isola Alfiero, Dalle Vacche Ettore e Dalle Vacche Leo e lo condanna alla pena dell’ergastolo con le conseguenze di legge ivi compreso il pagamento delle spese processuali. Con sentenza del 20 maggio 1949 la corte di cassazione accogliendo il ricorso prodotto nell’interesse del condannato dal difensore annulla la sentenza che precede e rinvia per un nuovo esame alla corte d’assise di Macerata.

Ravaioli Alfredo e Ravaioli Aurelio, accusati di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 12/02/1946 la corte li giudica colpevoli del reato loro ascritto e li condanna ad anni 15 di reclusione ciascuno, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Con ordinanza 2.5.46, la Corte d’assise di Ravenna dichiara inammissibile il ricorso ed ordina l’esecuzione della sentenza. Con declaratoria 11.2.50 a favore di Ravaioli Alfredo e Ravaioli Aurelio della Corte d’appello di Bologna, ulteriormente condonato un anno ciascuno della pena pel decreto 23.12.49 n. 730.

Casella Arnaldo, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 14/02/1946 la corte lo giudica colpevole del reato di collaborazione ascrittogli nei limiti di cui sopra e lo condanna anni venti di reclusione, alla confisca dei beni, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge.

Tedesco Achille, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 5/03/1946 la corte lo giudica colpevole del reato di collaborazione ascrittogli e lo condanna ad anni venti di reclusione, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Ordina la confisca dei suoi beni. La Corte di Cassazione con sentenza 13.9.46 ha dichiarato estinto il reato per amnistia ed ha annullato senza rinvio la suestesa sentenza.

Giacometti Clemente, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 23/04/1946 la corte lo giudica colpevole del reato di collaborazione ascrittogli e lo condanna ad anni trenta di reclusione, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Ordina la confisca dei suoi beni. La Corte di Cassazione con sentenza 13.9.46 ha dichiarato estinto il reato per amnistia ed ha annullato senza rinvio la suestesa sentenza.

Capineri Severino accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 4/12/1945 la corte lo giudica colpevole del delitto ascrittogli coll’attenuante di cui all’art. 114 up Cp, ma non per il reatro perpetrato a Voltana, e lo condanna quindi alla pena della reclusione per anni 24, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, all’interdizione legale durante l’espiazione della pena ed al pagamento delle spese processuali. Con sentenza 18.12.1946 la Corte di Cassazione rigetta il ricorso e condona 1/3 della pena, condanna alle spese ed al pagamento di £. 2000 alla cassa delle ammende. Con declaratoria 12.7.48 la Corte d’assise di Bologna condona altro terzo di pena pel reato. Con declaratoria C. d’appello 27.2.50 ulteriormente condonato un anno di reclusione pel decreto 23.12.49 n.230.

Morigi Sergio, imputato di reato di collaborazionismo per aver [oltretutto], in correità con altri e con premeditazione, mediante più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, causato volontariamente la morte di cinque persone non identificate, allo scopo di concretizzare il delitto di collaborazione coi tedeschi in Voltana. Con sentenza del 20/07/1945 la corte lo giudica colpevole del reato ascrittogli e quindi lo condanna alla pena di morte mediante fucilazione nella schiena. Ordina che l’esito della presente sia affisso nel comune di Ravenna e pubblicato nel giornale ‘democrazia’ di Ravenna. Esecuzione avvenuta alle ore 6 del 12 ottobre 1945 nel recinto del tiro a segno Nazionale, via Dall’Aggio di Ravenna, giunta comunicazione del PM n. 24 CP in data 12.10.45.

Saviotti Serafino, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 30/07/1946, Saviotti Serafino è giudicato colpevole del reato ascrittogli nei limiti di cui alla sentenza e con le circostanze indicate nell’art. 62 bis CP e perciò il tribunale lo condanna ad anni trenta di reclusione, a cinque anni di libertà vigilata, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge compresa la confisca della totalità dei beni. Il tribunale dichiara condonato un terzo della pena detentiva. Con declaratoria 4.2.50 la Corte d’Appello di Bologna dichiara condonato a favore del Saviotti un anno della pena detentiva, determinando la sentenza della nuova pena al 10.7.54. Con declaratoria di questo Tribunale in data 10.4.54 sono stati condonati anni due della pena inflitta. Riabilitato Saviotti Serafino con sentenza in data 16.11.60 della Corte d’Appello di Bologna.

Tribunale competente:
Tribunale di Ravenna - Corte d'Assise straordinaria fino alla sentenza del 15 gennaio 1946 e Sezione speciale della Corte d'Assise dalla sentenza del 17 gennaio 1946.

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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-10-11 08:53:33

Vittime

Elenco vittime

1. Filippi Angelo
2. Filippi Mario
3. Ghiselli Giulio
4. Grilli Saverio
5. Lolli Augusto

Elenco vittime civili 5

Filippi Angelo,
Filippi Mario,
Ghiselli Giulio,
Grilli Saverio,
Lolli Augusto

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


SS reparto non precisato

Tipo di reparto: Waffen-SS

29. Brigata nera “Ettore Muti” di Ravenna

Tipo di reparto: Brigata Nera

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Achille Tedesco

    Nome Achille

    Cognome Tedesco

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Tedesco Achille, imputato di procedimento.

    Note procedimento Tedesco Achille, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 5/03/1946 la corte lo giudica colpevole del reato di collaborazione ascrittogli e lo condanna ad anni venti di reclusione, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Ordina la confisca dei suoi beni. La Corte di Cassazione con sentenza 13.9.46 ha dichiarato estinto il reato per amnistia ed ha annullato senza rinvio la suestesa sentenza.

  • Alfredo Ravaioli

    Nome Alfredo

    Cognome Ravaioli

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Ravaioli Alfredo, imputato di procedimento.

    Note procedimento Ravaioli Alfredo e Ravaioli Aurelio, accusati di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 12/02/1946 la corte li giudica colpevoli del reato loro ascritto e li condanna ad anni 15 di reclusione ciascuno, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Con ordinanza 2.5.46, la Corte d’assise di Ravenna dichiara inammissibile il ricorso ed ordina l’esecuzione della sentenza. Con declaratoria 11.2.50 a favore di Ravaioli Alfredo e Ravaioli Aurelio della Corte d’appello di Bologna, ulteriormente condonato un anno ciascuno della pena pel decreto 23.12.49 n. 730.

  • Angelo Ferruzzi

    Nome Angelo

    Cognome Ferruzzi

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Ferruzzi Angelo, dottore in scienze economiche e commerciali, fu nominato segretario politico di Lugo nel maggio 1944. L’inizio del segretariato fu contrassegnato da un senso di umana comprensione, ma l’ulteriore esercizio delle funzioni s’uniformò alla corrente imperante: collaborazione col tedesco invasore e lotta senza quartiere agli avversari politici sino alla loro soppressione. Successore di Aldo Guerra nel segretariato fu comandante della BN di Lugo.

    Note procedimento Ferruzzi Angelo, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 25/02/1947 la corte lo giudica colpevole di collaborazionismo politico e militare e di concorso negli omicidi oggetto del capo d’imputazione e visti gli art. 5 DLL 27.7.1944 n.159 e DLL 22.4.45 n.142, 51 e 58 cpmg, 575, 577 n.3 e 4 cp comune lo condanna alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena con le conseguenze di legge.

    Tipo di reparto fascista Brigata Nera

    Nome del reparto 29. Brigata Nera “Ettore Muti” di Ravenna/Distaccamento di Lugo

  • Angelo Malatesta

    Nome Angelo

    Cognome Malatesta

    Note responsabile Malatesta Angelo, imputato di procedimento, non si procede a suo carico per estinzione del reato per amnistia.

    Note procedimento Malatesta Angelo, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 12/03/1947 la corte dichiara di non doversi procede contro il Malatesta per essere estinto il reato di collaborazionismo politico, esclusi i reati di omicidio, per amnistia.

  • Antonio Ronchi

    Nome Antonio

    Cognome Ronchi

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Ronchi Antonio, agente del RACI, fu iscritto nel 1922 al pnf, squadrista, rimpatriato dall’A(…) nel 1923 per motivi di pubblica sicurezza, aderì al pfr e si arruolò nella Brigata Nera di Lugo all\'interno della quale assunse l\'incarico di capo squadra.

    Note procedimento Ronchi Antonio, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 26/02/1947 la corte lo giudica colpevole di collaborazionismo politico e concesse le attenuanti generiche nei delitti di omicidio premeditato, compiuti per futili motivi, visti gli art. 58 cpmg, 575, 577 n.3 e 4, 65 cp comune nonché i disposti di legge di cui nel capo d’imputazione, lo condanna alla reclusione per anni venti, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese processuali. Con sentenza in data 5.6.48 la Cassazione annulla senza rinvio la sentenza dichiarando inesistente il concorso di esso Ronchi in fatti di omicidio e il fine di lucro nel reato di collaborazionismo politico a lui ascritto e conseguentemente estinto il reato stesso per amnistia. Revoca il mandato di cattura emesso a carico del Ronchi.

    Tipo di reparto fascista Brigata Nera

    Nome del reparto 29. Brigata Nera “Ettore Muti” di Ravenna/Distaccamento di Lugo

  • Arnaldo Casella

    Nome Arnaldo

    Cognome Casella

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Casella Arnaldo, imputato di procedimento.

    Note procedimento Casella Arnaldo, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 14/02/1946 la corte lo giudica colpevole del reato di collaborazione ascrittogli nei limiti di cui sopra e lo condanna anni venti di reclusione, alla confisca dei beni, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge.

  • Aurelio Ravaioli

    Nome Aurelio

    Cognome Ravaioli

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Ravaioli Aurelio, imputato di procedimento.

    Note procedimento Ravaioli Alfredo e Ravaioli Aurelio, accusati di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 12/02/1946 la corte li giudica colpevoli del reato loro ascritto e li condanna ad anni 15 di reclusione ciascuno, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Con ordinanza 2.5.46, la Corte d’assise di Ravenna dichiara inammissibile il ricorso ed ordina l’esecuzione della sentenza. Con declaratoria 11.2.50 a favore di Ravaioli Alfredo e Ravaioli Aurelio della Corte d’appello di Bologna, ulteriormente condonato un anno ciascuno della pena pel decreto 23.12.49 n. 730.

  • Clemente Giacometti

    Nome Clemente

    Cognome Giacometti

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Giacometti Clemente, imputato di procedimento.

    Note procedimento Giacometti Clemente, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 23/04/1946 la corte lo giudica colpevole del reato di collaborazione ascrittogli e lo condanna ad anni trenta di reclusione, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge. Ordina la confisca dei suoi beni. La Corte di Cassazione con sentenza 13.9.46 ha dichiarato estinto il reato per amnistia ed ha annullato senza rinvio la suestesa sentenza.

  • Franco Lancella

    Nome Franco

    Cognome Lancella

    Note responsabile Lancella Franco, imputato di procedimento, non si procede a suo carico per estinzione del reato per amnistia.

    Note procedimento Lancella Franco, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 5/02/1947 la corte dichiara di non doversi procede contro il Lacella per essere estinto il reato di collaborazionismo politico, esclusi i reati di omicidio, per amnistia.

  • Serafino Saviotti

    Nome Serafino

    Cognome Saviotti

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Saviotti Serafino, imputato di procedimento.

    Note procedimento Saviotti Serafino, accusato di reato di collaborazionismo partecipando a una serie di crimini tra cui il rastrellamento di Voltana in cui furono uccise cinque persone. Con sentenza del 30/07/1946, Saviotti Serafino è giudicato colpevole del reato ascrittogli nei limiti di cui alla sentenza e con le circostanze indicate nell’art. 62 bis CP e perciò il tribunale lo condanna ad anni trenta di reclusione, a cinque anni di libertà vigilata, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge compresa la confisca della totalità dei beni. Il tribunale dichiara condonato un terzo della pena detentiva. Con declaratoria 4.2.50 la Corte d’Appello di Bologna dichiara condonato a favore del Saviotti un anno della pena detentiva, determinando la sentenza della nuova pena al 10.7.54. Con declaratoria di questo Tribunale in data 10.4.54 sono stati condonati anni due della pena inflitta. Riabilitato Saviotti Serafino con sentenza in data 16.11.60 della Corte d’Appello di Bologna.

  • Sergio Morigi

    Nome Sergio

    Cognome Morigi

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Morigi Sergio, nato in Ravenna nel 1917 ed ivi cresciuto, avviato dapprima al mestiere paterno di barbiere, divenne poi fattorino ed infine impiegato privato, ma dimostratosi fin dall’adolescenza discolo, violento, dedito all’ozio, non trovò mai una stabile occupazione. Dopo il luglio 1943, mentre si trovava sottoposto a procedimento penale per diserzione militare, passò nelle formazioni partigiane svolgendo la propria attività, per oltre quattro mesi, nelle montagne del faentino e dimostrandosi uno dei più accaniti nella lotta contro i tedeschi e contro i fascisti. Ma nella primavera successiva, spinto unicamente da egoistico tornaconto personale, passò dalla parte opposta, mettendo la sua opera a disposizione delle organizzazioni politiche e militari della sedicente repubblica sociale e, suo primo atto, fu quello di approfittare ignobilmente, seguendo i suoi perversi sentimenti, delle stesse relazioni contratte durante la precedente attività per identificare e far catturare gli esponenti maggiori del Comitato di liberazione nazionale. Dal giugno al novembre 1944, l’attività del Morigi trovò un campo d’azione meglio adatto al suo temperamento. In detta epoca militò attivamente nelle squadre d’azione prima e nella brigata nera poi che agivano agli ordini della federazione fascista repubblicana e, pur nella veste di semplice gregario, tanto si distinse per ferocia in ogni azione da acquisire particolare ascendente sui compagni e triste notorietà nella popolazione.

    Note procedimento Morigi Sergio, imputato di reato di collaborazionismo per aver [oltretutto], in correità con altri e con premeditazione, mediante più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, causato volontariamente la morte di cinque persone non identificate, allo scopo di concretizzare il delitto di collaborazione coi tedeschi in Voltana. Con sentenza del 20/07/1945 la corte lo giudica colpevole del reato ascrittogli e quindi lo condanna alla pena di morte mediante fucilazione nella schiena. Ordina che l’esito della presente sia affisso nel comune di Ravenna e pubblicato nel giornale ‘democrazia’ di Ravenna. Esecuzione avvenuta alle ore 6 del 12 ottobre 1945 nel recinto del tiro a segno Nazionale, via Dall’Aggio di Ravenna, giunta comunicazione del PM n. 24 CP in data 12.10.45.

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a via Gobbi, Voltana

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: via Gobbi, Voltana

    Descrizione: Lapide posta a Voltana in via Gobbi

Bibliografia


ANPI di Ravenna (a cura di) Eccidi e stragi nazi-fasciste in Provincia di Ravenna.

L. Bergonzini, La lotta armata in “L’Emilia Romagna nella guerra di liberazione” a cura di Deputazione Emilia Romagna per la storia della resistenza e della guerra di liberazione, De Donato Editore, Bari, 1975, p. 72.

A. F. Babini, Giovecca, anche qui è nata la Resistenza, Comitato Antifascista Giovecca, Bologna, aprile 1980, pp. 308-309.

G. Cantagalli, Messaggio speciale: il nido dell’aquila. La Resistenza a Lugo di Romagna, Walberti Edizioni, Lugo di Romagna, aprile 1985, p. 77.

G. Casadio, La memoria della Resistenza nelle iscrizioni dei cippi, lapidi e monumenti della provincia di Ravenna, Longo Editore, Ravenna, 1995, vol. 2, p. 198.

L. Casadio I Dissidenti. Antifascisti e Resistenza a Cotignola, Walberti Edizioni, Lugo di Romagna, 1995, p. 134.

E. Cavina, Crimini di guerra e violenza nazifascista nella provincia di Ravenna tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, tesi di dottorato di ricerca in Storia e Informatica - XVI Ciclo, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, a.a. 2003-2004, prima parte pp. 82, 83, seconda parte p. 44.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

ACS, AF, SPD, RSI, CR, b. 16, fasc. 91.6 rapporti italo-tedeschi, relazioni sulle condizioni dei lavoratori in Germania, relazione urgente dell’8 agosto 1944 di Buffarini; MI, GRSI, AG, b. 5 cat. K. 3 situazione politica delle province, fasc. 183 K3/30 Ravenna situazione politica (ago 1940 – mar 1945), riservata, relazione mensile del 1° settembre 1944 di Emilio Grazioli.

ISRRA, 28° BG, b. C/XX, fasc. h, f. 1, lettera dattiloscritta inviata il 2 agosto 1944 dal CUMER a i comandi di Brigata della zona Emilia Romagna; f. 14, lettera dattiloscritta inviata il 6 agosto 1944 dal CUMER a tutte le formazioni dipendenti.

ATRA, Sentenza Csa e Ca Sez. Speciale 1945-1947, sent. 30/10/46 n. 164 a carico di Camanzi Amedeo; sent. 20/07/45 n. 17; sent. 25/02/47 n. 205 a carico di Ferruzzi Angelo; sent. 26/02/47 n. 206 a carico di Rochi Antonio; sent. 11/03/47 n. 209 a carico di Pasini Vitaliano; sent. 12/03/47 n. 211 a carico di Alboni Almo Leone, Amato Giuseppe, Capra Carlo, Malatesta Angelo; sent. 5/02/47 n. 195 a carico di Lancella Franco; sent. 11/02/1947 Vistoli Antonio; sent. 12/02/46 n. 26 a carico di Ravaioli Alfredo e Ravaioli Aurelio; sent. 14/02/46 n. 30 a carico di Casella Arnaldo; sent. 5/03/46 n. 41 a carico di Tedesco Achille; sent. 23/04/46 n. 70 a carico di Della Cava Giovanni e Giacometti Clemente; sent. 20/07/45 n. 17 a carico di Morigi Sergio; sent. 30/07/46 n. 132 a carico di Saviotti Serafino.