ex statale 16, Castelfidardo, 29.06.1944

(Ancona - Marche)

Descrizione

Località ex statale 16, Castelfidardo, Ancona, Marche

Data 29 giugno 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 2

Numero vittime uomini 2

Numero vittime uomini adulti 2

Descrizione: Nella primavera del 1944 si formarono a Loreto il Comitato di liberazione nazionale e un Gruppo di azione patriottica, costituito in prevalenza da ex ufficiali, il cui comando fu affidato a Paolo Brancondi. Bruno, suo fratello minore, ne condivideva gli ideali politici e le azioni.
Il 20 giugno il gruppo Brancondi decise di tenere temporaneamente segregato Mario Marchionni, un noto fascista; poiché questi fungeva da interprete con i nazisti, impedirne l'attività, nell'intento del gruppo, significava rallentare la caccia dei partigiani. Quando Marchionni riuscì in qualche modo a liberarsi, venne raggiunto da alcuni uomini del gruppo e malmenato, nonostante le disposizioni di Brancondi che, accortosi delle percosse, rimproverò i patrioti e lo lasciò libero, errore che gli fu fatale. Infatti il Comando tedesco apprese il fatto e considerò Brancondi responsabile della vicenda.
La mattina del 28 giugno 1944, con i polacchi del generale Anders a pochi chilometri da Loreto, gli occupanti tedeschi fecero irruzione nella casa dei fratelli Brancondi. Gran parte del materiale compromettente era già stato occultato grazie all'avvertimento di un sacerdote, ma sfortunatamente vennero rinvenute due rivoltelle rotte e bracciali con coccarde tricolori. I militi rubarono oggetti preziosi e altri di poco valore, tra cui una macchina da scrivere con carta carbone dalla quale trassero i nomi dei collaboratori di Paolo. Infine arrestarono i presenti: il capitano Luigi Corti, la moglie di Paolo, Luisa Gribaudo, il fratello Bruno e un certo Luigi Buffarini di Porto Recanati, sfollato in casa Brancondi. Prima di andarsene minacciarono Lamberto, cugino dei Brancondi, che se l'ingegnere non si fosse presentato l'indomani entro le 10, sarebbero stati tutti fucilati.
Saputa la notizia, Paolo, che si era rifugiato presso la cappellania del Palazzo apostolico, decise nel tardo pomeriggio di consegnarsi ai tedeschi. Presso il comando tedesco di Villa Soprani, a Castelfidardo, furono sottoposti a interrogatori e torture. Vennero poi portati davanti a un tribunale militare che emise la sentenza di morte nei confronti di Paolo e Bruno: i fratelli Brancondi venivano condannati a morte per detenzione di armi. Paolo chiese la salvezza per il fratello, ma non ottenne risposta.
Alle 23,30 del 29 giugno 1944 furono portati in camion lungo l’ex statale 16 che collega Castelfidardo con Loreto e vennero fucilati: Paolo con due colpi, uno al cuore l’altro alla testa; Bruno con un solo colpo al cuore. I corpi furono poi occultati in una buca scavata come ricovero antiaereo che fu prontamente ricoperta di terra. Dopo due soli giorni a Loreto sarebbero arrivati gli alleati. Nel pomeriggio del 30 giugno mons. Gaetano Marchioldi, vicario dell’Amministrazione pontificia della S. Casa, si recò a piedi a Castelfidardo per avere notizie e chiese di essere ricevuto dal generale Hoppe, comandante della 278° divisione tedesca, a cui era affidata la difesa del settore adriatico. Il generale chiamò un suo ufficiale, il quale comunicò al vescovo che i due fratelli erano stati fucilati per dare un esempio alla popolazione locale affinché i tedeschi, ritirandosi da Loreto, non venissero colpiti alle spalle.
I corpi furono ritrovati a distanza di circa dieci giorni, grazie alla segnalazione di alcuni contadini che avevano notato dei tedeschi ubriachi nella zona.
Il 13 luglio fu eseguita l’autopsia nella cappella mortuaria del cimitero. Oltre ai colpi d’arma da fuoco, Paolo presentava fratture per le percosse subite. Il giorno successivo si tenne il funerale.

Modalità di uccisione: fucilazione

Violenze connesse: furto e-o saccheggio

Tipo di massacro: ritirata
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Estremi e note penali: Dalle indagini condotte nel corso della sommaria istruttoria, tra il giugno e il settembre 1945, si indicano come presunti responsabili di delazione quattro persone: M.M., T.V. e i complici L.P. e C.D., contro cui erano già aperti procedimenti penali per il reato di collaborazionismo.
A partire dal maggio 1945 la Regia Pretura di Osimo istruì il primo fascicolo giudiziario, il 1755/45 dal titolo “Atti relativi all’uccisione dei fratelli Bruno Brancondi e Paolo Brancondi ad opera di militari tedeschi”. Per prima cosa la Pretura richiese al Comandante della Stazione CC.RR. di Loreto una ricostruzione dettagliata della vicenda, attraverso la raccolta di numerose testimonianze. Proprio attraverso alle deposizioni raccolte tra il giugno e il settembre 1945 fu possibile delineare quanto accadde in quei giorni e sciogliere alcuni nodi fondamentali relativi alle responsabilità e ai sospetti di delazione (furono indicati quattro presunti collaborazionisti, con una particolare attenzione nei confronti di M.M.). Chiusa la sommaria istruzione, il Pretore inviò gli atti alla regia Procura di Ancona, per i gradi successivi di giudizio. Non si ebbe tuttavia prosecuzione e il fascicolo venne inviato dalla procura generale alla Sezione speciale della Corte d’Assise di Ancona per essere ammesso agli atti nel procedimento 405/46 contro M.M. e T.V. per collaborazionismo. Rintracciato in un campo di concentramento a Mantova, M.M. fu tradotto nelle carceri di Ancona per presenziare al processo mentre T.V. risultò latitante per tutto il suo corso. In seguito all’amnistia del 22 giugno 1946, M.M. venne scarcerato.

Annotazioni: Il musicista e musicologo bresciano Giovanni Tebaldini - che allora viveva tra Loreto e San Benedetto del Tronto - tenne un puntuale diario degli accadimenti e, profondamente impressionato dal triste evento, compose un ispirato brano per orchestra, intitolato “Epicedio” (canto funebre), per “onorare la memoria dei due martiri ed elevare l’eroico atto sacrificale alla dimensione mistico-cosmica”.
L’opera fu eseguita per la prima volta, con successo, a Napoli nel 1948 dall’orchestra dell’Associazione “Alessandro Scarlatti” e fu ripetuta annualmente - per la ricorrenza dell’eccidio (29 giugno) - nella Basilica Lauretana fino alla morte dell’Autore (1952).
Renata Brancondi (figlia di Paolo) e Anna Maria Novelli (nipote del musicista), dopo lunghe ricerche, hanno ritrovato le lettere tra la Signora Luisa Gribaudo (moglie di Paolo) e il Maestro Tebaldini, comprese diverse testimonianze di personalità del mondo culturale sulla validità della partitura. Il tutto è confluito nel libro Per un Epicedio, a cura di Luciano Marucci e Luigi Inzagni.

Scheda compilata da Chiara Donati

Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-07-06 10:50:46

Vittime

Elenco vittime

Brancondi Bruno, n. 14/08/1921 a Porto Recanati, paternità Dante. Aveva seguito studi classici e frequentava ingegneria all’Università di Pisa. Qualifica di Partigiano combattente, Gap Valle Basso Musone (01/04/1944 – 29/06/1944), grado Vice comandante di Btg. 3° divisione Ancona - Sotto tenente, riconosciutagli il 21/02/1946 ad Ancona.

Brancondi Paolo, n. 16/07/1906 a Porto Recanati, paternità Dante. Membro di una ricca famiglia loretana, conseguì la laurea in ingegneria a Friburgo, ingegnere presso la Piaggio di Pontedera, nell’estate 1943, quando lo stabilimento presso cui lavorava subì un duro bombardamento, tornò nella città natale. Nel 1932 sposò la cugina Luisa Gribaudo dalla quale ebbe una figlia, Renata. Di formazione cattolica, dopo l’8 settembre maturò una coscienza antifascista. Critico nei confronti delle lotte politiche che si consumarono all’interno del comitato di liberazione, si orientò verso un’attività di carattere militare. Qualifica di Partigiano combattente, Gap Loreto (01/04/1944 – 29/06/1944), grado Commissario di Btg. 3° divisione Ancona – Tenente, riconosciutagli il 21/02/1946 ad Ancona.

Elenco vittime partigiani 2

Brancondi Bruno,
Brancondi Paolo

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a Loreto, Piazza della Madonna

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Loreto, Piazza della Madonna

    Descrizione: In Piazza della Madonna a Loreto, sopra il portone di casa Brancondi, è stata posta una targa commemorativa.

  • lapide a Castelfidardo, località “Villa Poticcio

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Castelfidardo, località “Villa Poticcio

    Descrizione: Una stele ricorda il luogo dell\'esecuzione nella campagna di Castelfidardo, in località “Villa Poticcio”, eretta dall’Anpi di Loreto nel primo anniversario: “Qui fu l’ara del nostro supremo sacrificio qui la tedesca barbarie volle la nostra tomba ignota

  • luogo della memoria a Castelfidardo

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Ubicazione: Castelfidardo

    Descrizione: Intitolazione di una via

  • luogo della memoria a Loreto

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Ubicazione: Loreto

    Descrizione: Intitolazione di una via

  • luogo della memoria a Porto Recanati

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Ubicazione: Porto Recanati

    Descrizione: Intitolazione della piazza principale

  • onorificenza alla persona a

    Tipo di memoria: onorificenza alla persona

    Anno di realizzazione: 1944

    Descrizione: A Paolo Brancondi è stata concessa la medaglia d’argento al valor militare alla memoria con la seguente motivazione: “Spirito libero e battagliero fu trai primi combattenti per la libertà della sua zona. Alla testa di un piccolo reparto partigiano, da lui

  • commemorazione a

    Tipo di memoria: commemorazione

    Descrizione: L’episodio di violenza che portò alla morte dei fratelli Brancondi è tutt’altro che caduto nell’oblio, è stato difatti commemorato nel corso degli anni sia nel comune di Castelfidardo che in quello di Loreto, oggetto di attenzione da parte delle amministr

Bibliografia


Luisa Brancondi, Paolo Brancondi. Relazione sulla cattura e la condanna di Paolo e Bruno, manoscritto inedito.
Pia Nerina Brancondi, Paolo e Bruno. I cugini del mio sangue, del mio nome e del mio cuore, dattiloscritto inedito, ottobre 1944.
Lorenzo Campanelli, I luoghi della memoria. La resistenza nell’anconetano. Monumenti e lapidi 1944-2002, affinità elettive, Ancona 2005.
Michel Delattre, Relation faite par Mons. l’abbé Michel Delattre chapelain national de France pres la Sainte Maison de Lorette pour établir la responsabilité des autorités allemandes dans le meurtre des fréres Paolo et Bruno Brancondi, dattiloscritto inedito, 6 agosto 1944.
Luciano Marucci, Luigi Inzagni (a cura di), Per un Epicedio, Grafiche D’Auria, Ascoli Piceno 2001.
Maria Catia Sampaolesi, Paolo e Bruno Brancondi. Guerra e Resistenza a Loreto, Comune - Assessorato alla Cultura, Loreto 2008.
Scuola Media Statale “Lorenzo Lotto” di Loreto (a cura di), La lotta di liberazione dal 25 luglio ‘43 al 25 aprile ‘45 - Paolo e Bruno Brancondi: il sacrificio di due lauretani nel contesto della storia nazionale e regionale, Opere Laiche Lauretane, Loreto 1995.

Sitografia


http://www.comune.castelfidardo.an.it/Visitatori/Storia/archivio_pillole/30giu1944-fratelli_Brancondi.htm

Fonti archivistiche

Fonti

Archivio Centrale dello Stato, Fondo Ricompart - Ufficio per il servizio riconoscimento qualifiche e per le ricompense ai partigiani, Marche, schedario e pratica:
n. 19739 (Brancondi Bruno), trasmessa al Distretto militare di Ancona 9/12/1959.
n. 19740 (Brancondi Paolo), trasmessa al Distretto militare di Ancona 9/12/1959.
Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, Archivio della Resistenza, video-intervista di Paolo Orlandini (2002).
Archivio di Stato di Ancona, Corte di Appello di Ancona, Processi Sezione Istruttoria 1946, b. 18, f. 1755/1945, allegato al Fascicolo 405/46.